Editoriali
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- Ezio Rotamartir
Numero doppio questo mese, come si conviene a un numero di Natale, ricco di rubriche. Questo numero ospita una prima assoluta per la nostra testata: è infatti la prima volta che l'immagine di copertina è firmata e ritrae al tempo stesso l'autore, in questo caso un'autrice, dello scatto stesso. Monica Silva appare nello scatto realizzato a Porto Seguro, in Brasile nello stato di Bahia, sotto un cielo azzurro e un centro abitato colorato in cui svetta la statua del Cristo Salvatore con le tipiche braccia aperte. Monica lo imita profondamente immersa nei suoi pensieri e ci porta con la sua immagine un po' di sole e di mare (guardate bene, in alto a sinistra...) durante queste giornate fredde dell'inverno italiano. Come avrete capito il profilo di questo numero è dedicato a questa giovane fotografa brasiliana di origine ma italianissima d'adozione. Vi stupirà con i suoi racconti e le sue teoriche – anche di vita – che vanno oltre la solita tecnica fotografica.
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- Ezio Rotamartir
Cieli scuri sul mondo della fotografia? Periodicamente sentiamo questa frase tornare alla ribalta ma, come già è accaduto per la musica che sembrava morta e sepolta con l'avvento dei formati compressi e della rete, anche le immagini, in tutte le loro fasi, dalla ripresa all'archiviazione alla stampa, stanno vivendo una nuova primavera. L'interesse del pubblico è sempre alto e il numero di fotocamere che appaiono quasi quotidianamente è elevato come il numero di comunicati stampa che le Case rilasciano e che giungono in redazione. È ovvio che non tutte le ciambelle riescano col buco e infatti alcuni, per non dire molti, dei prodotti presentati di recente sono destinati a un oblio più o meno rapido mentre altri possono addirittura pensare di entrare nell'olimpo dei prodotti di qualità e sperare di diventare un giorno delle leggende.
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Con l'autunno anche quest'anno è arrivato il tempo del Photokina, l'appuntamento biennale che porta a Colonia, in Germania, gli appassionati e i professionisti di tutto il mondo per dare uno sguardo a ciò che sarà il mondo della fotografia nel prossimo futuro. L'evento ha sempre una grandissima risonanza a livello mediatico e riveste ancora (ma per quanto?) il ruolo di punto di riferimento per gli addetti ai lavori. La fiera è l'occasione per organizzare meeting con i distributori mondiali, discutere delle strategie di marketing da attuare e mostrare al pubblico i frutti della ricerca attraverso il lancio di nuovi prodotti. Purtroppo, soprattutto quest'ultimo punto, è sempre meno importante visto che negli ultimi anni ha perso decisamente il suo fascino e il suo scopo principale, quello di rivelare le novità. Ci si chiede quale sia il futuro reale delle esposizioni tematiche visto che ormai l'informazione corre più rapida sulla rete che con ogni altro mezzo. Gli stessi operatori della stampa ricevono le informazioni relative ai nuovi prodotti qualche tempo prima del loro lancio effettivo, così da essere pronti con le notizie per le loro pubblicazioni quindi il recarsi in fiera diventa qualcosa di pleonastico dal punto di vista editoriale e redazionale.
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La fotografia è un mezzo di comunicazione immediata che arriva subito al centro dell'attenzione di chi la guarda e, negli ultimi tempi, abbiamo avuto modo di apprezzarne la velocità e la qualità ovunque abbiamo avuto l'occasione di incontrarla. Da sempre si dice che un'immagine valga più di mille parole ma, ultimamente, abbiamo fatto una serie di riflessioni a proposito dell'immane quantità d'immagini che ogni giorno letteralmente ci investono ovunque ci troviamo e attraverso qualsiasi mezzo stiamo usando. La prima conclusione a cui siamo giunti, tuttavia, è che molto spesso la qualità sia davvero bassa grazie all'incapacità di chi quelle immagini le coglie, anche se spesso utilizzano strumenti mediamente molto evoluti: sembra proprio che manchino i fondamentali della fotografia, della cattura del momento, della scena. Al solito ripetiamo che non è lo strumento a fare la foto ma l'occhio che vi sta dietro, e a riprova di questa tesi ci sono immagini senza tempo scattate da grandi maestri e professionisti (del passato e non) realizzate con mezzi a volte improvvisati (tipo foro stenopeico), limitati (macchine d'epoca) oppure assolutamente condivisi con sedicenti fotografi dei nostri tempi; è indubbio infatti che potenti Canon o Nikon professionali siano oggi nelle mani di molti, ma che i risultati ottenuti non siano sempre all'altezza dello strumento utilizzato. Con l'avvento della bella stagione la redazione di od rinnova quindi l'invito a tutti i fotografi meno esperti di spendere del tempo a provare nuove soluzioni, a capire meglio tutte quelle funzioni di cui dispongono le fotocamere che abbiamo nelle nostre borse e, perché no?, a sbagliare un bel po' di immagini al fine di poterne scattare di migliori in futuro. Non sarà probabilmente per vincere un World Photo Award ma solo per poter gioire della propria acquisita capacità di scattare come i professionisti e di godere a pieno di tutte le caratteristiche offerte dalle fotocamere moderne.
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- Ezio Rotamartir
A volte mi chiedo come abbiamo fatto fino a oggi a sopravvivere in un mondo fatto di "macchine fotografiche" dalle dimensioni tutt'altro che contenute: vorrei sottolineare che non le abbiamo chiamate fotocamere. Agli inizi della passione che contraddistingue noi e voi lettori ci sono stati corpi macchina pesanti, complessi e complicati dai quali era difficile tirare fuori qualche risultato, non diciamo eccellente, che soddisfacesse il nostro orgoglio di fotografi. Nonostante ciò siamo sopravvissuti, siamo andati avanti portandoci in giro pesi immani, sostituiti da corpi e ottiche di varia lunghezza che pesavano come delle piccole incudini, portando sulla schiena zaini che sembravano quelli "affardellati" di militare memoria. Eppure tutto si è evoluto e le leghe leggere e nobili hanno preso il posto dei metalli volgari un tempo di uso comune, offrendoci corpi e lenti sempre più leggeri. Ai giorni nostri, le moderne "fotocamere" hanno una frazione del peso (ma non del volume) delle anziane progenitrici; le ottiche beneficiano di cristalli e vetroplastiche meravigliose dotate di tecnologie ottiche poderose che, tuttavia, contengono il peso dell'obiettivo finale. Eppure c'è bisogno di altro.
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- Steed Kulka
Ci sono alcuni argomenti che, lasciati cadere all'interno di un consesso di fotografi, garantiscono di scatenare in pochissimo tempo discussioni che definire vivaci è riduttivo. Sapete tutti di cosa parliamo: se sia meglio la pellicola piuttosto che il digitale, se sia preferibile Canon piuttosto che Nikon, quando un fotografo possa considerarsi professionista, se la fotografia possa essere testimone oggettivo della realtà o rifletta irrimediabilmente l'interpretazione di chi scatta. Benzina sul fuoco di quest'ultimo argomento è stata versata dal lavoro di Ruben Salvadori, fotogiornalista italiano recentemente premiato al concorso Photodreaming organizzato da Fondazione Forma con il suo "Dietro le quinte del fotogiornalismo", un'analisi del ruolo e dell'influenza del fotografo negli scenari di conflitto. L'essay di Ruben, il cui intervento a Forma è visibile qui, studia come fenomeno antropologico il comportamento di gruppo dei fotoreporter - a Gerusalemme, in questo caso - suscitando interessanti riflessioni sia sull'influenza che la semplice presenza dei fotogiornalisti può avere sullo svolgersi di un evento, sia sulla artificiosità ormai diffusa di certa informazione visiva dettata da pure e semplici ragioni di mercato: lo scatto viene costruito in modo artificioso perché le agenzie comprano solo immagini di un certo tipo, che poi sono quelle richieste dai media. E qui, allargando il discorso, si potrebbe affermare che siamo arrivati al punto in cui i fatti, per essere presi in considerazione, si devono ormai conformare alle opinioni.
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Pensare a un numero che sia godibile durante i mesi estivi non è mai un'impresa facile. Tutti gli anni, in redazione, ci troviamo a pensare che cosa potrebbe piacere ai nostri lettori ma, visto che i primi lettori siamo proprio noi, ci lanciamo nella selezione del materiale che abbiamo preparato per i mesi a venire e scopriamo che, invece, è proprio quello che ci vuole per questo periodo vacanziero. Il profilo del mese, ad esempio, volevamo tenercelo buono per i numeri autunnali ma le immagini e il racconto erano così entusiasmanti che abbiamo pensato di pubblicarlo subito, così da darvi il tempo di leggerlo con attenzione e in tutto relax.
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- Ezio Rotamartir
A volte ritornano. Anche nell'era della tecnologia evoluta e di Internet ecco che c'è sempre qualcosa che non funziona a dovere oppure dei semplici contrattempi di natura "umana" che ci impediscono di portare a termine un compito nei tempi previsti. È un po' quello che è capitato a noi di od che ci siamo visti costretti a uno slittamento nella pubblicazione per semplici e futili motivi di ritardo di alcune consegne di materiale. Capita e ce ne scusiamo con i nostri lettori. Alla fine, comunque, ce l'abbiamo fatta e siamo qui con un nuovo numero che a nostro avviso è davvero interessante e ricco. Abbiamo incontrato ben due personaggi degni di nota come Andrea Frazzetta, fotografo italiano professionista che pubblica su National Geographic e New York Times (ma soprattutto autore della magnifica copertina qui sopra), e Kelly Thompson, COO di iStockphoto: due diversi modi di intendere la fotografia e di viverla professionalmente, due visioni che abbiamo voluto condividere con voi nel Profilo del mese e nella rubrica Fuori Fuoco.
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- Ezio Rotamartir
Senza grande entusiasmo siamo partiti alla volta del Photoshow 2011, che quest'anno si teneva a Milano, sulla scorta della poco entusiasmante edizione romana dello scorso anno. Eh sì, è passato già un anno e che cosa è cambiato nel mondo della fotografia? Apparentemente nulla o quasi mentre, a guardare bene, qualcosa di diverso c'è, eccome. Come la primavera annuncia il risveglio della natura, anche la nostra amata fotografia e tutto il mondo che le sta intorno sembra essersi svegliata da un torpore che la costringeva da anni. La fiera di Milano ne è una prova: grande entusiasmo del pubblico – ma questo era prevedibile, visto che è l'unica vera manifestazione che abbraccia l'argomento – e palese entusiasmo anche da parte degli operatori che hanno cominciato a registrare numeri positivi e in crescita dopo anni di vacche molto magre. Al di là delle tendenze di mercato, 3D e mirrorless su tutti, sembra diffondersi nel pubblico l'esigenza di migliorare la qualità delle proprie immagini attraverso non solo l'acquisto di apparecchiature più potenti e moderne ma anche con l'iscrizione a corsi e scuole di fotografia. Che ci si avvii verso la fine delle teste mozzate e degli orizzonti sbilenchi? Forse non del tutto, però appariranno sicuramente fuochi più nitidi e colori più contrastati così come migliori tagli di inquadratura e soggetti ripresi meglio. Partecipa a pieno alla realizzazione di questi desideri l'oggetto di cui parla la rubrica ABC di questo mese, il paraluce, dall'inglese hood, un oggetto nero la cui utilità è spesso messa in dubbio, diremmo erroneamente: leggendo capirete perché.
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Bel mese marzo, non c'è che dire, sempre con la mano pronta ad aprire l'ombrello come la protagonista della nostra copertina di questo numero, una Miss Universo fotografata a Venezia da Gianluca Destro, profilo del mese. Sembra che tutto il mondo sia in fermento a proposito di una sola parola che da sempre mette in moto una serie di considerazioni al riguardo: la comunicazione. Capace di cambiare pelle radicalmente entro un intervallo di tempo che sembra predefinito, il modo di dire e trasmettere le informazioni, le notizie, i fatti della vita ci coglie quasi impreparati ma aperti al cambiamento e alle maniere in cui si presenta. Comunicare con le fotografie è sempre stato facile: si dice che un'immagine valga più di mille parole ed ecco allora che oggi gli strumenti tecnologici ci permettono di fruire di questo valore sempre più velocemente e in modo migliore. Le qualità di ripresa è sempre più elevata e la rapidità di condivisione potremmo definirla immediata, avvenga attraverso una pagina di un blog o direttamente sulla scrivania (del computer) dell'art director di una testata giornalistica tradizionale che sta scegliendo l'immagine per un servizio. Comunichiamo in molti modi, modi che credevamo impossibili solo qualche anno fa ma che oggi fanno parte delle nostre abitudini quotidiane.
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- Ezio Rotamartir
Sembra ieri che iniziava l'avventura di osservatoriodigitale ed eccoci qui a festeggiare l'inizio di un nuovo anno, il quinto della nostra storia, un lustro che è letteralmente volato via come una raffica di immagini colta da una potente reflex di ultima generazione. Sotto i nostri occhi si sono avvicendati personaggi, mostre, modelli di fotocamere e obiettivi di cui abbiamo cercato sempre di rendervene conto nel migliore dei modi o, almeno, al massimo delle nostre capacità. Se abbiamo mancato il traguardo ce ne scusiamo sin d'ora, ma siamo consapevoli di aver realizzato sempre un prodotto editoriale di buon senso e in buona fede, nei confronti dei nostri lettori, di noi stessi e dei produttori di hardware e software.
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No, non siamo diventati pazzi all'improvviso, l'immagine di copertina non è sbagliata: è diverso il modo in cui va guardata. Oggigiorno tutti parlano e sentono parlare di 3D, la nuova frontiera della visualizzazione, quella che ci permette di percepire la profondità degli oggetti nelle immagini, di scoprire anche in ciò che ormai è stato fermato, immortalato, archiviato su un qualsiasi mezzo la terza dimensione, quella che ci garantisce la percezione della spazialità degli oggetti: il famoso asse Z che, insieme a X e Y delimita e misura lo spazio, appunto, tridimensionale nelle espressioni matematiche. Un giorno un amico fotografo mi mostra alcuni fogli di carta, delle stampe, a prima vista in bianco e nero, realizzate con una normale stampante da casa: "indossa questi prima di guardarle", mi dice porgendomi degli occhiali rossi e blu (più corretto sarebbe chiamarli magenta e ciano). All'improvviso un mondo si apre davanti a me, fotografie con una profondità incredibile e ricche di dettagli che mostrano realtà sicuramente non recentissime. "E pensa che queste sono stampe che ho realizzato come prova, senza perderci troppo tempo", continua l'amico. Non ho resistito e la mia curiosità, condivisa con tutta la redazione di od, alla fine è stata soddisfatta.
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Chilometri di corsie, ettari di aree espositive, una densità di popolazione superiore a quella della città di Tokyo, clima da stadio, fermento in ogni dove, mini-esposizioni e mostre a ogni angolo e corridoio: no, non si tratta dell'Expo di Shanghai, stiamo parlando dell'evento fotografico dell'anno, il Photokina 2010 che si è appena chiuso a Colonia. osservatoriodigitale poteva forse mancare? La kermesse biennale porta nella cittadina tedesca i professionisti e gli appassionati di tutto il mondo, attirandoli a sé con la promessa di novità che possono essere, oltre che viste, anche toccate con mano, provate dal vivo. L'occhio viene continuamente da rapito da luci e colori, ogni stand è un vero e proprio catalizzatore di interesse: una volta entrati si finisce per sentirsi un po' tutti come Alice nel paese delle meraviglie.
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Bentornati! Dopo le meritate vacanze eccoci di nuovo pronti a servirvi un nuovo numero di osservatoriodigitale, fresco fresco. Il mese di agosto è stato caldo, in parte, e piovoso per il resto lasciandoci tuttavia il tempo di dedicarci al nostro hobby preferito: fare fotografie. Certo gli amici professionisti, tranne quelli che si dedicano al fotoreporting urbano (definiamoli così, per non chiamarli paparazzi), si saranno dedicati ad altro, visto che la fotocamera la maneggiano quotidianamente; ma sicuramente anche loro qualche scatto avranno avuto occasione di farlo.
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L'estate è di nuovo esplosa all'improvviso dopo giornate cupe e piovose che facevano dubitare che il calendario fosse sulla pagina corretta: il sole scalda, scotta, rallenta i movimenti e i pensieri. Com'è difficile scrivere qualcosa di interessante e poi, diciamolo francamente, dove la si trova la voglia con questo afa? Grandi novità tecniche, visto il periodo, non ce ne sono, tutte pronte per essere svelate al prossimo Photokina; quindi, dove si può trovare lo stimolo adatto per ritrovare la forza e la voglia di parlare di Fotografia, sì, proprio quella con la effe maiuscola?
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Si parla di filtri, si parla di Africa, si parla di obiettivi speciali come è normale su osservatorio digitale. Senza tregua la redazione scandaglia quotidianamente il mondo della fotografia per trovare sempre novità, spunti e notizie da proporre ai nostri lettori. Questo meraviglioso mondo, che solo un paio d'anni fa era dato per spacciato, sembra vivere una nuova giovinezza, l'ennesima.
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A un mercato che nel mese di aprile ha serbato poche novità di rilievo nel settore fotografico lasciando i riflettori agli annunci e alle presentazioni che hanno costellato il NAB di Las Vegas (dove peraltro è stato confermato il netto interesse del settore professionale nei confronti delle reflex con capacità di ripresa video, le cosiddette HDSLR), hanno fatto invece eco parecchi aggiornamenti di applicazioni software, plugin e firmware. La sensazione che se ne ricava è quella di un mercato impegnato ad affilare le armi in vista del Photokina di settembre e che, nel frattempo, non dimentica i clienti già acquisiti perfezionando e migliorando quanto già rilasciato nei mesi precedenti. Per quanto la tecnologia digitale ci abbia ormai abituati a cicli di prodotto sempre più stretti e frequenti, pare fortunatamente che molti produttori non si siano dimenticati una delle lezioni di marketing fondamentali per raggiungere e mantenere il successo sul lungo termine: conservare e rafforzare la fiducia del cliente seguendolo anche dopo l'acquisto. La fidelizzazione e l'effetto passaparola che si ricavano da un investimento pur significativo di questo genere si ripagano meglio di tante altre iniziative e campagne.
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Mentre il mese di marzo si chiudeva con il PhotoShow di Roma, di cui diamo un ampio resoconto nella sezione Profili, aprile si apre con un tempo, meteorologicamente parlando, che rientra finalmente nei canoni della primavera. Fresco al mattino, pioggia leggera seguita dal sole e temporale serale. Insomma tutti elementi che aiutano a creare una luce perfetta per uscire a fotografare.
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Se n'è andato un altro PMA e con lui il mese di febbraio: l'inverno volge al termine ed è tempo di fare le pulizie di fino, di pianificare viaggi ed escursioni, forse anche qualche acquisto per integrare o ringiovanire l'attrezzatura. Oppure, perché no?, pensare ad allargare i propri orizzonti frequentando un corso che ci aiuti a capire di più, ad andare più in profondità su un argomento che particolarmente ci appassiona.
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- Ezio Rotamartir
Anno nuovo vita nuova...
Il vecchio adagio si rinnova ogni anno, in prossimità del cambio di calendario. Lo sentiamo da quando siamo piccoli e, nel corso della vita, abbiamo cominciato ad apprezzarne il significato, soprattutto quando gli eventi dell'anno in via di chiusura non fossero stati particolarmente felici. Poi, di solito, una sorta di inerzia, vuoi per consuetudine, vuoi per necessità, ci porta invece a condurre sempre la stessa vita, con le stesse consuetudini per ovviare alle stesse necessità.