Profili

Valeria Lobbia, fotografa

Ezio Rotamartir

Valeria Lobbia è una fotografa ritrattista che si è ricavata un mondo tutto suo dove i ritratti sono solo una parte di quello che si vede del suo lavoro. C'è tanta introspezione in quello che fa e ci mette il cuore (e la mente) in ogni scatto che realizza. Vediamo insieme perché e come lo fa in questa intervista davvero interessante.

Profili

Giovanna D'Ascenzi, Internazionale

Ezio Rotamartir

La figura professionale del photo-editor è ancora sconosciuta a molti, direi misconosciuta. C'è chi pensa sia la persona che modifica le foto per renderle più glam o più accattivanti prima di essere pubblicate oppure chi crede sia chi si occupa della loro pubblicazione nell'ambito commerciale: niente di più lontano dal vero. Photo-editor è la figura che si occupa della scelta delle immagini che accompagnano un articolo, pubblicato su carta o sul web, da parte di una testata giornalistica. Ne parliamo con Giovanna D'Ascenzi, photo-editor del settimanale Internazionale...

Katya Mukhina

Profili

Katya Mukhina

Ezio Rotamartir

Una fotografa di moda prestata al wedding e al viaggio? Sì ed è anche una Canon Ambassador che, con modi spicci e decisi, al recente Photokina ha spiegato come e perché ha fatto questa scelta di vita. Non proprio qualcosa di facile considerando le sue origini russe che – di sicuro – non hanno mai favorito le iniziative professionali declinate al femminile. Sarà stata la sua giovane età e la sua determinazione ma ce l'ha fatta e oggi è un grosso nome nella fotografia mondiale: Ekatherina "Katya" Mukhina.

Ulla Lohmann – OD93

Profili

Ulla Lohmann

Ezio Rotamartir

L'avevamo ascoltata durante una sessione "privata" al Photokina di due anni fa e ci aveva colpito la grande passione per ciò che faceva. L'ho incontrata e intervistata durante l'edizione di quest'anno, tra uno show e l'altro degli Ambassador Canon dove ha riscosso un successo incredibile: signore e signori Ulla Lohmann, la donna del vulcano...

Profili

Photokina 2018

Ezio Rotamartir

Già pronti a intonare il de profundis di una fiera che è ha fatto la storia della fotografia, ci siamo trovati a visitare un Photokina decisamente ristretto in termini di spazi ma assolutamente vivace nel numero degli annunci e delle presentazioni. Lanciamoci insieme nel nostro riepilogo dell'ultima edizione tradizionale che dall'anno prossimo sarà annuale.

Daniel Etter ©Ezio Rotamartir – od91

Profili

Daniel Etter

Ezio Rotamartir

Sempre in occasione di Visa pour l'Image, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare e conoscere un giovane professionista che da molti anni si occupa di fotogiornalismo e che è stato insignito, nel 2016, di uno dei premi più prestigiosi per chi svolge questo tipo di attività, il premio Pulitzer. andiamo a vedere che cosa ci ha raccontato Daniel Etter.

Profili

Marianna Quartuccio

Ezio Rotamartir

Mi vu in gir de chi e de là, mi vu in gir per laurà” cantava una vecchia canzone milanese riscritta e interpretata da moltissimi artisti dove si parlava di una Balilla, l’auto che al tempo fece sognare gli italiani. Qui invece dei parla di un modo diverso di vedere la metropoli nel suo contesto sociale e, perché no, turistico: il tram.

Marco Introini

Profili

Marco Introini

Ezio Rotamartir

È un signore dai modi gentili ed eleganti che va per il mondo a cercare luoghi che, spesso e volentieri, nascondono una grande anima.
Marco Introini, architetto e fotografo.

Profili

Eolo Perfido

Ezio Rotamartir

Il profilo di questo mese è dedicato a un professionista giovane ma già molto conosciuto nel mondo della fotografia come un personaggio di grande spessore e di elevata personalità: Eolo Perfido, fotografo di street, di moda, di advertising e chi più ne ha più ne metta, oltre a essere anche uno dei pochi Leica Ambassador italiani.

Logo Photkina 2016Come di consueto, al ritorno dalla kermesse tedesca, il reportage di questa settimana internazionale di fotografia che ci ha regalato interessanti novità e, come al solito, una visione più chiara di quanto sta succedendo in questo nostro mondo. Iniziamo subito col dire che le parole chiave o i leitmotiv di questa edizione appena conclusa sono stati autofocus, ottiche per il cinema, gimbal e filtri: in queste quattro categoria abbiamo avuto modo di vedere  focalizzato gli sforzi di molte casa produttrici. Una menzione speciale potrebbero averla anche 4K, action camera e medio formato. È ovvio che anche molte novità riguardanti corpi macchina e ottiche, così come nuove soluzioni nel mondo dell’illuminazione controllata hanno fatto parlare di sé ma, se possibile, in modo meno eclatante di quanto ci potessimo aspettare.

Ma vediamo con ordine quanto è successo al Photokina 2016, la più grande e nota manifestazione internazionale dedicata al mondo della fotografia giunta ormai alla sua trentaquattresima edizione.

Cominciata nel 1950 per tre edizioni, fino al 1952, continuò su base annuale prima di diventare, come ancora oggi, una manifestazione biennale. Tra alti e bassi il pubblico è sempre stato tantissimo e l’affluenza di operatori del settore, professionisti e amatori di ogni livello non si è mai fatta desiderare. Vi furono tuttavia alcune edizioni, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, nelle quali si pensò di riservare l’ingresso solo agli operatori di mercato per alcuni giorni e fu proprio quello il periodo in cui si registrò un brusco calo di visitatori che passarono dagli oltre duecentomila a meno della metà.

L’edizione 2016 si è conclusa con numeri che riportano ai fasti del passato: 191.000 visitatori da 133 diversi Paesi per visitare una fiera dove sono intervenute ben 983 aziende da 42 Paesi per presentare i loro prodotti più recenti e innovativi; davvero bei numeri per i tempi che corrono.

L’avventura per la stampa comincia, come sempre, il giorno che precede l’apertura ufficiale della manifestazione; è il giorno dedicato alle conferenze stampa che trovano spazio sia nelle sale riservate sia all’interno dei padiglioni, negli stand, circondati da operai al lavoro che, nel tentativo di ultimare correttamente le loro costruzioni, guardano in modo non sempre amorevole l’orda di giornalisti che invade i loro spazi.

Alberto MaccagnoIl primissimo incontro con Alberto Maccagno e le sue immagini è avvenuto sulla rete dove alcuni scatti facevano capolino richiamando intensamente la mia attenzione al punto di perdermi poi in quegli scatti e ritornandovi spesso col pensiero: sì perché c’ero stato in alcuni di quei luoghi ma non ricordo di aver “visto” quello che è riuscito a vederci lui. L’occasione per ascoltare le sue storie di viaggio l’ho avuto durante lo scorso Stand Out, una giornata di studio e scambi culturali voluta da Phase One a Milano in collaborazione con un suo distributore italiano, Mafer, dove Maccagno ha tenuto una sorta di Lectio magistralis che è stata molto apprezzata e applaudita anche dai molti colleghi presenti alcuni stupiti proprio dall’uso “innaturale” che Alberto sembra fare di questo tipo di fotocamere. Abituati alle immagini patinate e super elaborate che si vedono nei servizi di moda realizzati con le fotocamere a medio formato non è sembrato vero alla platea presente di vedersi investire da colori che raccontavano posti del mondo e dell’anima, catturati sapientemente e con pazienza dal nostro eroe. Ma come, uno va in giro per il mondo a fare foto di panorama e di viaggio con un’attrezzatura simile? Ma siamo pazzi?
A queste e altre domande ci risponderà direttamente lui nell’intervista che segue. Godiamocela.

Luca MasaràTorniamo a Padova per incontrare Luca Masarà, fotografo professionista che si divide tra fashion e fotografia commerciale, intesa come realizzazione di immagini per la pubblicità di alto livello. Le sue immagini, mai banali, si possono trovare qua e là, dal web all’advertising, dalle pagine patinate dei giornali ai luoghi dell’arte visiva, realizzate nel mondo – quando lo richiede il soggetto, oppure scattate a titolo dimostrativo durante workshop di alto livello tenuti a colleghi che vogliono apprendere (almeno ci provano) e spiare le sue tecniche di illuminazione e ripresa. Masarà ha un rapporto importante con la luce, sia essa naturale o controllata, al punto che tende a utilizzarla in ogni sua forma se è quella giusta per ottenere uno scatto corretto. Da molti anni guarda attraverso l’obiettivo quello che poi sarà il risultato finale del suo scatto, passo ultimo della realizzazione materiale di un’idea, di un concetto, di un pensiero che ha sviluppato al momento esatto in cui gli è stato proposto un lavoro o, semplicemente, si è prefissato di fermare un preciso istante di vita. Quella che segue è una lunga chiacchierata a tutto tondo sulla fotografia ma anche sulla filosofia di vita di Luca Masarà, probabilmente ormai due aspetti che sono legati uno all’altro in modo indissolubile.

Massimo SiragusaA definire grande il fotografo il protagonista del profilo di questo numero basterebbero i suoi quattro World Press Photo Awards, un traguardo raggiunto da pochissimi, soprattutto se consideriamo i professionisti italiani. Le sue fotografie sono assimilabili a quadri, a opere che, per sua stessa definizione, appaiono come evanescenti, con una tipica sovraesposizione che lasciano spiazzati al primo sguardo. Poi si scopre che dentro a quelle immagini c’è tutto, nulla è perso o bruciato nelle alte luci: è una cifra stilistica (per usare una frase che oggi è molto in voga) che caratterizza il lavoro di un eccellente professionista della macchina fotografica: Massimo Siragusa. I suoi detrattori vedono nelle sue immagini un eccesso di esposizione: tutto il resto del mondo, critici e amanti della fotografia, vedono e percepiscono un lavoro di concetto e di pazienza che si concretizza proprio nel momento dello scatto. Siragusa non è un fanatico della post-produzione proprio perché si prepara ad affrontare un lavoro con tutta la perizia del caso. La nota critica Renata Ferri ha detto di lui che fa un abile “lavoro di lima”, si prepara meticolosamente al controllo della luce e della prospettiva: due elementi dei quali è decisamente diventato un maestro e come tutti i bravissimi “artigiani” mette a disposizione la sua arte in modo indifferente per il paesaggio o per la fotografia industriale.

Fabio BucciarelliQuesto incontro rappresenta una prima volta per osservatoriodigitale, il racconto professionale e umano di un professionista che racconta la guerra e, soprattutto, i suoi risvolti umani, in termini di sofferenza e umiliazione che i protagonisti involontari dei conflitti sono costretti a subire; ci parla del suo lavoro e delle sue molte iniziative Fabio Bucciarelli, giovane professionista italiano, che ormai ha già alle spalle anni e anni di esperienza sul campo: nel senso più proprio del termine. Le sue foto sono state pubblicate ovunque, dal Time al New York Times ma anche da settimanali italiani come L'Espresso e Vanity Fair, per citarne alcuni. È stato il primo a fotografare il cadavere di Gheddafi dentro una casa alle porte di Misurata, una foto che ha fatto anch'essa il giro del mondo insieme a quelle scattate in Siria, Macedonia e anche a L'Aquila, dopo il disastroso terremoto. Qui non troverete sue foto di conflitti o di città distrutte – di quelle c'è pieno il web – ma un racconto dolce-amaro al tempo stesso, fatto di persone che vivono una vera tragedia umana spesso incompresa ma al tempo stesso un grande sogno: quello di riapproppriarsi di una vita vera e, per quanto sarà mai possibile, in qualche modo serena. Fabio lavora da oltre cinque anni alla realizzazione di The Dream, un libro che racconta l'esodo di un nuovo popolo, il più grande che si è mosso dopo la fine del secondo conflitto mondiale: per questo ha lanciato anche un'iniziativa di crowdfunding di cui ci parlerà nel corso dell'intervista.

ritratto Amleto Dalla CostaAll’alba dei dieci anni dall’apparizione di osservatoriodigitale e di tutte le altre nostre iniziative che parlano di fotografia, è forse la prima volta che incontriamo un professionista che abbia vissuto d’arte in modo così intenso e, direi, a tutto tondo: Amleto Dalla Costa è un esempio per tutti coloro che si già vivono di questa magnifica professione e, ancora di più, per tutti coloro che si accingono a farla diventare la loro ragione di vita professionale. Basterà digitare il suo nome su un qualsiasi motore di ricerca per trovarsi di fronte a una tale quantità di informazioni che non basterà certo questa intervista a raccogliere; probabilmente sarebbe più indicato un libro ma sicuramente dovrebbe essere un tomo di dimensioni molto generose.

Personalmente l’ho conosciuto oltre vent’anni fa e, per me, era un signore molto simpatico che si occupava, per quanto ne sapessi io, di immagine, di arte, di pittura fino al giorno in cui l’ho incontrato con una fotocamera al collo in giro per la città. Era da poco iniziata la nostra avventura editoriale così, con quella scusa cominciai a scambiare due parole in modo più approfondito sull’argomento. Da allora non abbiamo mai più smesso di parlarne e ora è giunto il momento di raccontarvi il perché.

Guglielmo AllogisiDopo tanti professionisti e figure di spicco nel mondo della fotografia, abbiamo scelto di incontrare e farvi conoscere da vicino un personaggio il cui nome a molti di voi, forse, non farà accendere nessuna lampadina ma che di questo mondo e mercato ne sa molto davvero: parliamo di Guglielmo Allogisi, general manager del settore Imaging di Fujifilm Italia SpA. Adesso già alcuni di voi staranno facendo cenni di intesa, magari pensando alla fotocamera che vi siete comprati o che è ai primi posti della vostra lista dei desideri. Allogisi, come spesso accade quando si arriva al vertice di un’azienda, è un dirigente che ha conoscenze profonde delle dinamiche di mercato ma che non incarna la figura del fotografo amatore. Di questo non ne fa mistero quando ci racconta le fasi salienti della sua carriera.

Anna Breda PhotographerAbbiamo incontrato Anna Breda recentemente, a un evento Fujifilm, dove oltre alla presentazione alla stampa del nuovo gioiello di casa, la fotocamera XT-10, venivano svelate due mini-mostre di opere realizzate con la fotocamera in questone. L’autrice di una di queste era proprio la protagonista di questo profilo, una giovane e promettente fotografa che vive a Bologna ma che lavora in ogni parte del mondo. Potrebbe essere anche il caso di dire che il suo lavoro venga apprezzato forse più all’estero che sul patrio suolo ma, non volendo innescare subito una polemica che potrebbe diventare infinita, diciamo solo che potrebbe essere così ma non c’è l’assoluta certezza.

La ragazza ha carattere e lo si evince dallo stile che impone alle sue immagini: poi basta parlarle un po’ per capire che ha idee molto chiare e serie sul futuro che riguarda se stessa e la sua professione. L’intervista è molto recente ma svela risvolti che vengono da anni lontani, fino dalla prima gioventù della nostra Anna.

Edoardo MiolaEdoardo Miola è un fotografo che è forse troppo facile definire: ama ritrarre il bello e tutto ciò che da emozione. Non so perché ma trovo che sia l’aspetto più condivisibile per chi, come me, ama la fotografia prima di tutto come fonte di ispirazione. L’abbiamo incontrato alla Milan Image Art Fair (MIA), l’esposizione milanese che “vorrebbe” essere una vetrina per tutti gli artisti, e le gallerie, che si adoperano per affermare questa forma visiva come arte vera e propria e farne, spesso e volentieri, un teatro di contrattazione e vendita. Non sempre ci si riesce e, come quest’anno, ci si è ritrovati all’interno di uno spazio molto più piccolo rispetto a quello degli anni precedenti, in una location decisamente nuova, nelle fondamenta del nuovissimo palazzo Diamante, nello sfavillante quartiere di Porta Nuova a Milano, adibite all’occorrenza a spazio espositivo. Tra i vari stand ve n’era uno in cui spiccavano delle foto, apparentemente semplici, che però arrivavano dritte al centro del al bersaglio: ecco perché siamo qui a parlarne.

Edoardo RomagnoliSarà sicuramente capitato a tutti di vedere fotografie della luna, l'oggetto forse più nominato in letteratura e, di conseguenza, anche ritratto in fotografia e nell'arte in genere, proprio per le sue presunte qualità e i suoi effetti sulle umane vicende, oltre che sull'andamento delle maree terrestri. Certo un soggetto sfuggente, difficile da cogliere in modo corretto: chi non si è mai cimentato almeno una volta in una foto della luna con risultati spesso pessimi alzi la mano. Il nostro satellite è li nel cielo, a volte sembra addirittura a portata di mano con quel suo disco grande e grosso che poi si allontana e si sposta con l'approfondirsi della notte eppure bisogna capirlo, attrezzarsi con gli strumenti giusti e una buona dose di pazienza per poterla fermare durante il suo perenne movimento. Edoardo Romagnoli, fotografo ma anche scrittore e creatore di doodles, si è innamorato della luna e si è addirittura inventato una "danza" per rapirne l'essenza e fissarla in una fotografia.

 Amedeo Francesco NovelliTrovare il tempo giusto per mettere insieme due professionisti è solitamente difficile ma lo è stato in modo particolare quando si è trattato di incontrare Amedeo Novelli per la nostra intervista. Che nessuno si faccia idee strane perché Amedeo è una persona molto disponibile, davvero, e gentile solo che è come l'Italia, geograficamente parlando, circondata da un immenso mare di attività. Infatti lo si piuò trovare in studio ma dopo mezz'ora lo si incontra "on location" che scatta per una nuova campagna pubblicitaria mentre due ore dopo sta mettendo le basi per un nuovo corso di fotografia così da potersi liberare verso sera per occuparsi delle sue iniziative editoriali. A un certo punto mi sono chiesto se fosse davvero questo il professionista che mi avevano indicato mesi e mesi fa come "uno bravo che fa il fotografo...".

Cerca su Osservatorio Digitale