L'ABC della Fotografia, una raccolta di articoli tematici che passa in rassegna alfabeticamente le voci più significative della tecnica fotografica. Una miniera di informazioni e curiosità curata e realizzata da Monica Cillario.

A come autofocusIl sistema automatico di messa a fuoco, comunemente chiamato Autofocus, è una tecnologia che ha rivoluzionato il modo di fotografare negli ultimi vent'anni. Grazie a un sistema computerizzato e a ottiche dotate di motori interni per la messa a fuoco automatica, controllata dal corpo macchina, si è in pratica risolto il problema di soggetti sfuocati o mossi. Nel corpo macchina sono presenti i sensori di messa a fuoco automatica che elaborano le informazioni da inviare all'ottica che si muove per mettere fisicamente a fuoco il soggetto.

Sembra faB come bollacile, a volte fin troppo semplice ma, alla luce dei risultati, si capisce che fotografare tenendo conto di un orizzonte preciso è più difficile di quanto si immagini. Quante volte è capitato di ritrovarsi tra le mani stampe di scatti decisamente avvincenti ma che denunciavano una indesiderata inclinazione della scena ripresa? Purtroppo accade anche ai fotografi più capaci di incorrere in questo tipo di errore, spesso causato dalla fretta di scattare, quando si è troppo concentrati sul soggetto della foto al punto da dimenticarsi di controllare la perpendicolarità dello stesso sull'orizzonte immaginario.

C come...Come è noto ormai a tutti gli utilizzatori di fotocamere digitali, una delle parti più importanti dopo l'ottica è sicuramente il sensore, il cuore digitale dell'intero sistema. Per la sua produzione vengono utilizzate fondamentalmente due tipologie di semiconduttore, CCD e CMOS, ciascuna con le sue caratteristiche e peculiarità: vediamole.

D come diaframmaIl diaframma è un'apertura circolare o poligonale incorporata nell'obiettivo che ha il compito di controllare la quantità di luce che raggiunge la pellicola (in una fotocamera convenzionale) o i sensori (in una fotocamera digitale) nel tempo in cui l'otturatore resta aperto (tempo di esposizione). Il centro del diaframma coincide con l'asse ottico della lente.Insieme al tempo di esposizione, l'apertura del diaframma determina la quantità di luce che viene fatta transitare attraverso l'obiettivo, che va quindi a impressionare la pellicola o i sensori.

L'esposimetro, una versione ridotta del quale è ormai integrata in tutte le fotocamere moderne, nasce come strumento di precisione per la misurazione della luce che, ancora oggi, viene utilizzato dai professionisti in studio e all'aperto per ottenere valori reali dell'illuminazione sul soggetto ripreso, sia essa diretta o incidente. Sulla misurazione della luce abbiamo già parlato in un'altra puntata della rubrica ABC, quella dedicata al Metering, dove l'esposimetro incorporato della nostra fotocamera misura la luce con una lettura della stessa attraverso l'obiettivo montato (chiamato anche sistema TTL, dall'inglese Through The Lens), ma torniamo volentieri sull'argomento poiché rappresenta uno dei fondamenti della qualità delle nostre fotografie.

F come...I filtri ricoprono un ruolo molto importante in fotografia giocando due ruoli distinti, sia creativo sia tecnico, al fine di ottenere il massimo da ogni esposizione. Per parlare diffusamente delle varie tipologie di filtri avremmo bisogno di molto più spazio e, per questo, torneremo sull'argomento nei prossimi numeri. Ora ci limiteremo a una descrizione generale del mondo che ruota intorno all'uso di questi accessori divenuti negli anni parte integrante del sistema fotografico.

GeotagDa qualche tempo si sente parlare anche in ambito fotografico, sempre con maggior frequenza, di indicazione di posizione detta anche geotagging o posizionamento geografico. Inizialmente utilizzata per scopi militari o scientifici, dava la possibilità di assegnare a ogni immagine il riferimento preciso della posizione in cui era stata scattata.

H come hoodHood o lens hood, che in italiano dovrebbe essere il corrispettivo di paraluce. Diciamo dovrebbe perché si vedono sempre meno fotografi che lo utilizzano: eppure sono sempre montati sulle ottiche utilizzate dai professionisti: perché? Certo molti di questi accessori sono grandi e, anche se leggeri, quelli in metallo o in materiale plastico, essendo rigidi, occupano molto spazio in borsa. Allora ecco che esistono i modelli in gomma, ma anche questi sembrano interessare poco i fotografi di oggi. Eppure è un grande e grave errore poiché il paraluce svolge un compito molto importante, quello di bloccare la luce spuria e indesiderata che entra nel campo di lavoro dell'ottica montata sulla macchina causando effetti indesiderati sull'immagine finale.

I come...Un tempo c'era la fotografia con i dagherrotipi, quella che usava le lastre impressionabili tramutatesi poi nelle più comode, performanti e versatili pellicole. Eppure anche queste ultime non bastavano ancora, il pubblico - ma al tempo stesso anche i professionisti - voleva qualche cosa di più, qualcosa di immediato. Non dobbiamo infatti dimenticare che la fotografia moderna era costituita da tre fasi ben distinte: l'esposizione, lo sviluppo o l'inversione (rispettivamente se le pellicole erano negativi o diapositive), e la stampa (o la proiezione, sempre nel caso delle ultime).

lettera KLord Kelvin, fisico e matematico inglese, è diventato noto al mondo per aver creato la scala di misurazione assoluta della temperatura, nota appunto con il nome di scala Kelvin. Fu proprio lui a determinare che lo zero assoluto venisse fissato a una temperatura di - 273,15 °C proprio quel valore di 0 K da cui parte la scala assoluta. Facciamo attenzione che, quando si parla di questa scala, non ci si riferisce ai valori come a gradi ma solo come Kelvin: chi vi parla di gradi Kelvin probabilmente o cade in un errore grossolano o non conosce la fisica. È sulla base di questi valori che, nel mondo fotografico, viene misurata la temperatura del colore della luce.

 

L come... Latitudine di posaQuando sentiamo parlare di latitudine di posa a che cosa pensiamo? Potremmo immaginare qualcosa che ha a che fare con lo spazio fisico ma non potremmo essere più fuori strada. In realtà con latitudine di posa si intende la capacità del sensore di una DSLR di gestire in maniera corretta gli eventuali errori di sovra o sottoesposizione. Più elevato è il valore di latitudine migliore sarà la capacità della nostra fotocamera di registrare valori di nero più intenso e di alte luci più definite. Si è calcolato che l'occhio umano abbia una latitudine di posa pari a 21 quando i sensori delle migliori fotocamere arrivano forse a 13. Questi valori vengono espressi in fotografia col nome di Stop o EV*.

m come metering Il metering o il sistema di misurazione della luce è quanto di più importante ci sia tra l'elettronica della nostra fotocamera. Sia essa una professionalissima DSLR o una semplice compatta, il principio di misurazione è praticamente lo stesso: la luce passa attraverso l'obiettivo e, mentre noi componiamo lo scatto guardando nel mirino o sul display LCD, il sistema preposto, in frazioni di secondo, ci indica quali sono le coppie ideali di apertura e tempo al fine di ottenere una foto perfettamente esposta.

N comeIl filtro Neutral Density o  ND è un tipo di filtro che riduce la quantità di luce che passa attraverso l'obiettivo senza tuttavia cambiare i colori della scena ripresa. I tipi più comuni sono quelli che hanno una metà chiara e l'ìaltra metà gradualmente sfumata così da permettere, ad esempio, di ottenere cieli più densi e paesaggi più suggestivi ma sono comuni anche quelli completamente colorati, circolari o quadrati. Esistono anche i filtri a densità cosiddetta variabile dove, come nel caso dei filtri polarizzatori, due lenti vengono fatte ruotare per ottenere un grado di filtraggio maggiore.

La sigla OLED, ormai diventata sinonimo di schermi e display ad altissima definizione, in realtà indica una tecnologia LED di tipo organico, da qui l'acronimo O(rganic) LED (light emitting diode o diodo ad emissione di luce). SI tratta di una tecnologia che permette di costruire degli schermi a colori dotati della capaacità di illuminarsi attraverso la propria luce senza bisogno dell'ausilio di un sistema esterno, come avviene per gli schermi LCD, a cristalli liquidi.

Il polarizzatore è un tipo di filtro che serve a bloccare i raggi di luce a una determinata inclinazione, impedendone il passaggio: questo ha effetto sulla luce riflessa da molte superfici (non metalliche). Ad esempio, le fastidiose riflessioni su superfici lisce possono essere ridotte ed è così possibile restituire la trasparenza ad un corso d'acqua illuminato dal sole, che altrimenti apparirebbe bianco o molto chiaro a causa della riflessione della luce.

Sul mestiere del fotografo è stato scritto di tutto e di più e, soprattutto negli ultimi tempi, spesso ci sono state pauca non bona verba. Intendo dire che quello della fotografia è oggigiorno un settore che attraversa una certa crisi o comunque è completamente cambiato rispetto agli anni passati, al periodo in cui non imperava il digitale e non si aveva la più pallida idea che un telefono potesse fare delle fotografie.

R come...Vediamo uno dei formati di file che più fa discutere fotografi professionisti e amatori evoluti: il RAW. Può sembrare strano ma a proposito del suo utilizzo i pareri sono discordi anche tra coloro che, invece, dovrebbero sostenerlo senza discussioni. Sono proprio i professionisti che si occupano di fotografia di azione e di sport che maggiormente osteggiano lo scatto in modalità RAW: e questo fondamentalmente per lo stesso motivo per cui l'amatore evoluto che si avvicina al mondo delle DSLR scopre che, selezionando il tipo di file non compresso (appunto il RAW) al posto del tipico e più familiare JPEG, il numero di scatti disponibili sulla propria scheda di memoria viene ridotto di un buon 35-45%.

R come RetroilluminazioneUn sensore retroilluminato, descritto anche dalla sigla BSI (Back-Illuminated Sensor), è un particolare tipo di sensore d'immagine utilizzato all'interno delle fotocamere digitali che sfrutta una tecnologia la cui diffusione è stata promossa principalmente da OmniVision Technologies e da Sony sui sensori CMOS verso la fine del primo decennio del Duemila.

S come...In termini fotografici gli stop rappresentano l'area dell'apertura del diaframma e la loro misura viene indicata in f.: un f/stop 1,4 indicherà un diaframma molto più aperto rispetto a un f/stop 22. Entrambe le situazioni presentano dei vantaggi e degli svantaggi che, adesso, andremo a vedere insieme. Come tutti sappiamo la fotografia si basa sulla quantità di luce che passa attraverso una lente (quasi sempre) e va a impressionare una superficie sensibile (la pellicola o il sensore delle moderne fotocamere digitali); il diaframma è il meccanismo preposto alla gestione della quantità di luce che passa. Si apre quando la luce è scarsa e si chiude quando la luce è molto forte, ma è possibile intervenire sul suo comportamento al fine di stabilire a proprio piacere quale sarà l'effetto finale dello scatto che si sta effettuando.

I teleconvertitori (o teleconverter) sono lenti speciali che si posizionano tra il corpo macchina e l'ottica vera e propria aumentando la lunghezza focale di quest'ultima: questo significa che è possibile immediatamente moltiplicare la potenza di fuoco a propria disposizione. Il modello più diffuso di teleconvertitore è il 2X che raddoppia la focale a cui si applica. Un tele da 200mm diventa un 400mm, un 500mm diventa un 1000mm e così via. Esistono modelli che moltiplicano la focale in modo meno spinto, di solito con un fattore 1.4X che significa ottenere un 280mm da un 200mm e un 700mm applicandolo a un 500mm. In entrambi i casi la distanza minima di messa a fuoco resta la stessa dell'ottica originale, permettendo così di avvicinarsi davvero molto al soggetto.

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