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Katya Mukhina
Ezio Rotamartir
Una fotografa di moda prestata al wedding e al viaggio? Sì ed è anche una Canon Ambassador che, con modi spicci e decisi, al recente Photokina ha spiegato come e perché ha fatto questa scelta di vita. Non proprio qualcosa di facile considerando le sue origini russe che – di sicuro – non hanno mai favorito le iniziative professionali declinate al femminile. Sarà stata la sua giovane età e la sua determinazione ma ce l'ha fatta e oggi è un grosso nome nella fotografia mondiale: Ekatherina "Katya" Mukhina.
osservatoriodigitale: Come è iniziata per te l’avventura con la fotografia?
Katya Mukhina: Ho cominciato, come capita a molti, per passione, perché avevo il desiderio e la voglia di fare scattare immagini che avessero un impatto forte su chi le vedeva, che ispirassero interesse a prescindere dal soggetto. In seguito, quando “il marketing ha incontrato la fotografia” mi sono concentrata proprio sulla ricerca di soggetti che mi aiutassero ad emergere, a distinguermi dal resto dei fotografi che conoscevo, sia in Russia sia al di fuori del mio Paese d’origine.
od: Quindi l’idea di viaggiare è nata allora?
KM: Mi è sempre piaciuto viaggiare e mi ha sempre appassionato molto l’idea di fotografare il mondo, i luoghi e le abitudini di chi lo abita. Ho pensato che l’idea di coniugare i servizi di fotografia matrimoniale con quelli di viaggio fosse praticamente naturale, una sorta di evoluzione delle due opportunità professionali e così è stato.
Ho iniziato circa quindici anni fa, ero molto giovane avevo vent’anni, con un viaggio in Bolivia, dove avevo in progetto di fotografare un servizio di moda e, per l’occasione, ho parlato con una coppia in procinto di sposarsi, praticamente regalando loro il servizio. È stato davvero piacevole per tutti al punto che, una volta pubblicato il servizio ho cominciato a ricevere delle richieste per replicare lo stesso programma con altre persone e in altri luoghi. Evidentemente si percepiva anche lo spirito positivo che sera vissuto durante gli scatti di quelle foto.
Col tempo ho cominciato a essere identificata con quel tipo di lavoro – la fotografia di wedding – che, oggi, rappresenta la mia attività principale anche se, occasionalmente mi capita di fare servizi di moda o per il mondo del design.
In questi quindici anni ho visitato circa un’ottantina di Paesi; tendo a non fare mai due volte lo stesso viaggio perché c’è il rischio di ripetersi e questo non mi piace per niente poiché si perde spontaneità e quindi in creatività: potrei farlo solo se ci fosse un “vero” e proprio vantaggio economico…
od: Dove è la tua base operativa?
KM: È sempre a Mosca, nel mio appartamento, anche se mi rendo conto di starci ormai davvero poco. Comunque quando non sono in viaggio lo utilizzo come studio per fare l’editing delle immagini quando posso mentre, quando sono troppo impegnata o in viaggio, a volte, sono costretta a farmi aiutare.
Tornando ai viaggi a me piace moltissimo scoprire luoghi nuovi così, spesso mi capita di partire, di mia iniziativa per mete nuove, investendo sia tempo sia denaro alla scoperta di quelle che potrebbero essere delle nuove destinazioni per i miei lavori: credo sia la cosa più importante per una fotografa che fa il mio tipo di attività.
od: E come sei diventata Canon Ambassador?
KM: Proprio così, viaggiando e pubblicando anche le immagini dei miei viaggi di “pura scoperta”. Diventare Ambassador per un marchio così importante è stata un’opportunità incredibile dal punto di vista professionale mi permette di conoscere e provare i prodotti in anteprima, come è successo con la EOS R che mi è arrivata proprio qualche giorno prima di partire per un servizio in Islanda. Ricoprire questo ruolo non ti aiuta a trovare nuovi lavori ma ti spinge sicuramente a fare sempre meglio, a dare il meglio delle tue possibilità, ad alzare l’asticella del tuo traguardo, insomma a provare a imparare sempre, con costanza.
od: Quindi come ti descriveresti come fotografa?
KM: Direi che la mia figura potrebbe essere suddivisa in altre due: una story-maker e una story-teller. La prima mi appartiene prima di tutto come persona mentre la seconda è quella che riguarda il rapporto con i miei clienti, con gli sposi ai quali chiedo sempre quale tipo di storia vogliano che io racconti, a partire dal giorno dell’evento. Le foto di quel giorno sono prevalentemente dedicate e indirizzate agli ospiti della cerimonia, i parenti e gli amici che vogliono per sé un ricordo bello di quell’esperienza. Il viaggio, invece, è proprio quello che gli sposi vogliono davvero come il loro ricordo del matrimonio.
od: Di solito come si svolge il viaggio e il lavoro per il tuo servizio?
KM: La maggior parte dei viaggi è di due giorni – anche perché di solito dopo i neo mariti diventano nervosi e insofferenti alle miei richieste – ma ci sono occasioni, come è accaduto proprio in Islanda, dove il viaggio, e quindi anche le sessioni di shooting, possono durare pi+ù a lungo, come una settimana o addirittura dieci giorni. Spesso la durata dipende anche dalle condizioni del tempo atmosferico.
Tutte le immagini sono ©Katya Mukhina. Vietata la riproduzione in ogni forma e mezzo.
Un grazie particolare a Canon Italia e a Viviana Viviani di Primapagina che hanno reso possibile questa intervista.
Data di pubblicazione: febbraio 2019
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