L'occasione ci è capitata una mattina quando un amico, al ritorno dagli Stati Uniti, ha portato con sé questo obiettivo parlandocene in termini a dir poco entusiastici: sgombriamo subito il campo da ogni possibile polemica, si tratta di un'ottica divertente e che talvolta può rivelarsi utile, ma non è certo all'altezza dei supertele tradizionali. Detto ciò sottolineiamo anche l'aspetto economico dell'investimento che, come si è detto, al cambio attuale si aggira intorno ai 150 Euro, non una gran spesa per mettersi in borsa un'ottica molto potente (anche se poco luminosa) e poco ingombrante.
Anche se l'esemplare in prova aveva l'attacco Nikon e funzionava a meraviglia sulla D2X usata nel test, sono disponibili, anche su Internet (www.adorama.com) gli attacchi per le più note reflex sul mercato, a partire da Canon e Sigma solo per citarne un paio.
L'oggetto è massiccio e fa bella mostra di sé una volta attaccato al corpo macchina, meno di 700 grammi di tecnologia ottica di buona qualità. Con il diaframma fisso a f/6.3 c'è poco da stare allegri in situazioni di luce scarsa: come al solito ottiche di questo tipo, grazie a una serie di specchi che fanno rimbalzare la luce e l'immagine che si sta componendo, permettono di recuperare molto spazio per la loro costruzione ma a costo di sacrificare la luminosità finale. Inoltre non è certo un mistero che anche le lenti utilizzate nel ProOptic non siano ovviamente di qualità eccelsa (e questo lo si vede negli ingrandimenti delle foto scattate) ma, ripetiamo, a questa cifra sul mercato di solito non si compra nulla di buono, mentre in questo caso possiamo sfruttare molto bene questo tele. Nel caso venisse impiegato con reflex dal sensore ridotto, APS-C ad esempio, non dimentichiamo che ci troveremo in mano un'ottica equivalente a 800mm che, in soldoni, sul mercato attuale significa andare ad acquistare oggetti (originali Canon, Nikon e simili) che superano i diecimila Euro fino ad arrivare ai sedicimila: qui si parla di un oggetto che costa circa dalle 80 alle 100 volte meno, ricordiamolo sempre.
Come accade in tutti gli obiettivi a specchio, la messa a fuoco e l'esposizione sono manuali, attraverso la grande ghiera rivestita in gomma nera, e l'operazione risulta morbida e precisa: l'immagine che si compone è caratterizzata da una tendenza ad ammorbidire i contorni verso i bordi, comportamento abbastanza tipico di questo tipo di lente. Certamente queste caratteristiche limitano il campo d'azione dell'obiettivo poiché, laddove serva una profondità di campo maggiore di quella offerta dal diaframma 6,3 o una velocità di messa a fuoco garantita solo dai nuovi motori AF, la scelta dovrà cadere su un'ottica diversa. Al tempo delle pellicole lavorare con obiettivi a diaframma fisso in grado di operare solo in presenza di luce molto forte poneva grossi limiti al loro utilizzo: oggi, con la capacità delle reflex digitali di poter giocare sulla sensibilità di ripresa (ormai i 1600–2000 ISO sono alla portata di tutti) ci si ritrova un oggetto che può essere impiegato in qualsiasi momento, con risultati più che degni e con una grande facilità di messa a fuoco. Un'altra nota positiva di questo tipo di lenti è data dall'assoluta mancanza di aberrazioni cromatiche.
Uno degli aspetti che maggiormente si apprezzano del ProOptic 500 è la sua capacità di riprendere con precisione i soggetti lontani senza dare nell'occhio. Grazie alle sue dimensioni contenute passa quasi inosservato e questo permette di riprendere anche persone o cose molto distanti da voi senza che queste se ne accorgano, lasciando grande spazio alla spontaneità dei gesti oppure, nel caso si vogliano riprendere degli animali, senza che questi si accorgano o vengano disturbati dalla vostra presenza.
L'obiettivo è composto da 7 elementi in sei gruppi e garantisce un angolo visivo di circa 5 gradi. È dotato di una borsa morbida per il trasporto.