Estate, tempo di vacanze, di viaggi, di foto... Quanto ho appena scritto è tutto abbastanza ovvio, anzi, scontato direi; però a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, c'è qualcosa che così scontato non è, no, non lo è affatto. Si tratta del "Museo dei Viaggiatori in Sicilia". Non è scontato prima di tutto per come è organizzato il museo in sé, una vera chicca culturale sia per il luogo in cui si trova, un paesino incantevole, un tempo luogo di villeggiatura dei greci che vivevano a Siracusa e d'estate vi si recavano per sfuggire alla calura della costa, sia per come sono disposte e curate le sale, sia, last but not least, per il materiale raccolto ed esposto. Inoltre non è scontato perché è l'unico museo dedicato ai viaggiatori esistente nel nostro Paese; al viaggio sono stati dedicati musei, ma ai viaggiatori no; sono state fatte mostre temporanee, vi è una ricca ed interessantissima letteratura che se ne occupa, ma un museo, una esposizione permanente a cui far riferimento e in cui recarsi, no, non esiste in nessun altro luogo qui in Italia.

L'ho scoperto per caso, come per caso spesso accadono molte delle nostre esperienze più belle: ero a Siracusa per assistere alle tragedie al teatro greco e scattare fotografie e ho incontrato Antonella Rizza, una gentile e colta signora di Siracusa; chiacchierando chiacchierando mi dice che nel suo paese natale, Palazzolo Acreide, appunto, da qualche tempo ha dato vita, insieme alla cognata, la dottoressa Francesca Gringeri Pantano, al "Museo dei Viaggiatori in Sicilia", un museo  che contiene le mappe della Sicilia che testimoniano l'evoluzione degli studi topografici annessi al viaggio, una preziosa raccolta di libri antichi legati al tema (e fra questi la rarissima prima edizione del "De rebus Siculis" del Fazello) e le incisioni originali, concernenti l'area iblea, dei due più importanti "Voyage Pittoresque" del Settecento accompagnate da foto che riprendono lo stato attuale dei luoghi rappresentati. Tutto quello che Antonella mi stava raccontando era interessante già di per sé, dal momento che sono un'amante di libri antichi e da collezione, che le incisioni sono una mia antica passione e che il viaggio, come filosofia di vita e stato mentale, mi affascina da sempre. Quando però mi ha parlato della contrapposizione tra incisioni dell'epoca e fotografie dello stato attuale dei luoghi, il mio interesse è ovviamente accresciuto.

Museo dei Viaggiatori in SiciliaI viaggiatori a cui il museo è dedicato sono principalmente due: Jean Houel e Dominique Vivant Denon, entrambi francesi; pittore, incisore ed architetto il primo, incisore ed erudito a tuttotondo il secondo. Denon è noto e importante anche perché fu il primo direttore del museo del Louvre: senza la sua intelligenza, il suo acume, la sua attività "predatoria" per le opere d'arte, il mondo non potrebbe godere del Louvre così com'è ora e nemmeno della nuova e moderna concezione museale che, forse non tutti sanno, nacque proprio con lui.

Le stampe e le incisioni e in parte anche gli acquarelli sono in fondo i precursori delle fotografie, sono la testimonianza di quanto la necessità di fissare il momento, il qui ed ora, sia da sempre insita nell'animo umano; personalmente ritengo che stampe ed incisioni vi siano riuscite più degli acquarelli, essendo questi, a mio modo di vedere, un prodotto artistico di gran pregio ma meno puntuale, proprio perché più artististico, più soggettivo. La contrapposizione, o meglio il parallelo, fra le incisioni e le fotografie che riproducono lo stesso luogo rappresentato secoli prima così come appare ai nostri giorni mi sembra un trait d'union affascinante oltre che di estremo interesse culturale come testimonianza storica del mutamento del corso del tempo.

Le fotografie hanno molteplici valenze ed usi, fra questi un posto di primo piano lo occupa la documentazione; le stampe, quando ancora l'apparecchio fotografico non era stato inventato, ne facevano le veci. Allora come oggi, o forse allora più di oggi, (dal momento che attualmente il mondo per noi è diventato molto più piccolo, abbiamo lontane località esotiche a portata di volo e spesso ci curiamo meno di quello che abbiamo in casa), la Sicilia era l'isola del Viaggio e nella seconda metà del Settecento era una tappa di formazione importante per i giovani europei di famiglia altolocata. L'Illuminismo poneva come fondamentale la conoscenza del mondo classico e l'isola, disseminata di monumenti, templi e resti greci, era una fonte inesauribile di conoscenza e di esperienza visiva. Inoltre nel Settecento la Grecia era difficilmente visitabile perché sotto il dominio ottomano, mentre la Sicilia era facilmente raggiungibile e ospitale, e offriva paesaggi e testimonianze monumentali fondamentali per lo studio delle antichità, studio che, portando in risalto il doric revival, porrà i templi del territorio siciliano al centro del dibattito culturale in Europa.

Il Museo è nato da una delle passioni di Antonella Rizza e di sua cognata: le incisioni. Nel corso degli anni ne avevano raccolte un buon numero, inoltre la dottoressa Gringeri Pantano è una studiosa del  tema del viaggio in Sicilia (su cui ha curato diverse mostre in giro per il mondo) e, grazie anche alla sensibilità della giunta comunale di Palazzolo Acreide, sono riuscite a dar vita concreta a questa loro passione creando appunto il museo. Piccolo ma ben organizzato, con bellissime sale espositive, una efficiente organizzazione del personale, un materiale multimediale in continua crescita e un numero di visitatori di tutto rispetto soprattutto se si considera che la notorietà del luogo inizialmente si è sviluppata sul passaparola.

Le incisioni sono tutte originali ed è davvero interessante osservarle con in contrapposizione le fotografie dello stato attuale dei luoghi; interessante perché in un certo senso permette un piccolo, veloce ma molto icastico viaggio nel tempo... un viaggio nel viaggio, se così si può dire. Fra queste troviamo il "Monumento trionfale detto La Guglia", presso Noto, che è uno dei pochi casi in cui il tempo sembra essersi fermato poiché tra l'incisione e la fotografia non compaiono notevoli differenze; l'unico caso simile è quello delle stampe della flora locale, in particolare  delle agavi: allora come oggi la Natura sembra essere rimasta intatta, benigna nel fluire dei giorni. Purtroppo però l'uomo è stato molto meno benevolo e la sua mano si è abbattuta impietosa in molte zone e su molti monumenti. Il caso più eclatante è quello del Santuario rupestre della dea Cibele: le  stampe settecentesche ci svelano le statue ancora nella loro integra bellezza, le fotografie dei giorni nostri ne mostrano lo scempio e il degrado. Antonella mi raccontava che un contadino proprietario del campo in cui si trovava il Santuario, stufo delle visite degli studiosi sul suo terreno, un giorno decise di avventarsi sulle statue e di mutilarle. Da allora (e son passati anni ed anni) nessuno si è curato di restaurare quelle meraviglie e le fotografie testimoniano il degrado laddove le incisioni ne risaltano l'antico e ormai perduto splendore.

Splendore che comunque rimane in molti luoghi di questa zona della Sicilia che consiglio a tutti come magnifico itinerario fotografico e come luogo di notevole interesse culturale non solo per il teatro greco di Siracusa, la cui fama è mondiale, ma anche per i piccoli gioielli culturali che si trovano sparsi qua e là; e, fra questi, il "Museo dei Viaggiatori in Sicilia " è sicuramente fra i più splendenti.

Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia: www.museoviaggiatori.it

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