Un anno fa era l'Expo. Milano ha raggiunto così il livello massimo di appeal a livello internazionale. Anche in fatto di fotogenia, perché ha offerto grandi occasioni di fotografare, ma anche di vedere mostre fotografiche. Chiuso l'Expo è ora la volta del XXI Century Design After Design in programma nel capoluogo lombardo dal 2 aprile al 12 settembre 2016 alla Triennale e in varie altre sedi. Dunque l'appeal fotografico di Milano rimane, con una importante differenza, perché se allora l'attenzione si concentrava in particolare su decumano e cardo, ora, con le mostre diffuse, tutta Milano può essere protagonista davanti all'obiettivo. Addirittura vedendo una esposizione si può insieme scoprire o rivedere una zona di Milano, cogliendo l'occasione di fotografarla.

Così ora l'attenzione si può dividere quasi equamente tra una Milano che si mostra e una che mostra. Ed è appunto quello che vi proponiamo ora con un elenco che non pretende di esaurire le occasioni, ma solo di suggerirne alcune. Le mostre di cui parliamo rientrano nel programma del Photofestival che, dal 20 aprile al 12 giugno, presenta 120 mostre in 80 sedi espositive, di cui 108 a Milano. Qui parliamo di mostre che, oltre a essere molto diverse tra loro, permettono di cogliere quattro aspetti differenti della fotografia e insieme sono una occasione per scoprire delle zone di Milano di valore fotografico.

E sono mostre in programma a maggio, il mese che è iniziato fotograficamente con il Mia Photo Fair. Con sottotitolo La fiera dedicata alla fotografia d’arte, negli spazi di The Mall, secondo il format con gallerie che propongono autori e con proposte Mia con fotografi che espongono il proprio lavoro, ha permesso di vedere foto molto differenti, spesso di forte appeal. Si sono viste immagini famose, foto di architettura, di luoghi, ritratti di personaggi famosi o stile Tamara de Lempicka, presentate in molti casi a dimensioni decisamente grandi, in grado di arredare degli spazi.

Questa la selezione di appuntamenti milanesi che vi proponiamo.

L'Albero della vita. Foto Valeria Prina

1 - L'albero della vita. Ancora lui sì, quanto di più fotogenico abbia offerto Milano. E ancora lo offre, in particolare a chi aveva perso l'Expo l'anno scorso. Sarà ancora possibile vederlo dal 25 maggio alla fine di settembre grazie alla collana di mostre nei due padiglioni prospicienti la piazza di ingresso al Cardo dalla passerella di Cascina Merlata, nell’area che ha ospitato l’Expo. Con il titolo City after the City saranno esposte alcune mostre che proporranno una riflessione sull'idea che la città debba oltrepassare la combinazione di valori e motivazioni che la costituiscono attualmente. A disegnarlo e progettarlo è stato Marco Balich, che racconta di essersi per la prima volta emozionato di fronte ai mosaici del Duomo di Otranto, che gli hanno suggerito questa immagine, che si ritrova anche nel pavimento del Campidoglio di Michelangelo. La realizzazione dell’Albero della Vita ha portato anche alla costituzione in consorzio di 19 imprese bresciane, ulteriore simbolo del saper fare italiano in nome di un progetto comune. In questo caso di architettura.

Palazzo Italia. Foto Valeria Prina

2 - Palazzo Italia. Grazie alle mostre City after the City, di cui parliamo sopra, sarà possibile rivedere il Palazzo Italia e scoprirne la particolare architettura e le caratteristiche del materiale con cui è stato realizzato, dall'alto valore ecologico, che ben si inserisce in questa collana di mostre che riflette sul futuro dell'urbanistica. Alto 35 metri - era l’altezza maggiore all’Expo – presenta una architettura che alterna luci e ombre, di vuoti e pieni. «La superficie esterna – spiegano le note tecniche - è in cemento “i.active Biodynamic” con principio attivo TX Active brevettato da Italcementi ed è costituita da oltre 700 pannelli, tutti diversi tra loro, ingegnerizzati da Styl-Comp. A contatto con la luce del sole, il principio presente nel materiale consente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog. La malta cementizia prevede l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati, in parte provenienti dagli sfridi di lavorazione del marmo di Carrara, che conferiscono una brillanza superiore ai cementi bianchi tradizionali. Davanti all’obiettivo questo si traduce nella possibilità di giocare con la luce, con lo sfondo del cielo, più o meno azzurro, con prospettive colte da punti differenti.

I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Foto di Valeria Prina

3 - I Sette Palazzi Celesti. La 21ª Triennale può essere anche l'occasione per scoprire appieno il Pirelli Hangar Bicocca. Qui, oltre alla mostra Architecture as Art, si può scoprire l'installazione I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Installazione di grandi dimensioni che occupa una gran parte dell’Hangar Bicocca presenta sette torri del peso di 90 t ciascuna e alte tra i 14 e i 18 metri, realizzate in cemento armato utilizzando come elementi costruttivi dei moduli angolari di container. Tra i vari piani di ciascuna torre l'artista ha inserito libri e cunei in piombo che, comprimendosi sotto il peso del cemento, garantiscono maggiormente la staticità delle strutture. Ora sulle pareti si possono vedere dei dipinti realizzati da Kiefer. Le dimensioni della installazione permettono di scattare moltissime foto, tutte differenti, scegliendo punti di ripresa infiniti.

Efemero, murale esterno dell’Hangar Bicocca. Foto di Valeria Prina

4 - Efemero. All'esterno dell'Hangar Bicocca, di cui parliamo sopra, è possibile ammirare il murale Efemero realizzato da Osgemeos, letteralmente “i gemelli”, pseudonimo dei fratelli Gustavo e Otávio Pandolfo, che si sono ispirati al precedente utilizzo dell'hangar, dove venivano costruite locomotive, e alla vicinanza della ferrovia: i due artisti brasiliani hanno dipinto il retro di una locomotiva su cui si arrampica un ragazzino. Si tratta di un grande murale, che come tale è destinato a rovinarsi con il tempo: fotografarlo subito può essere una occasione da non perdere. Bisognerà aspettare invece fino a giugno quando all’Assago Summer Arena, l'area esterna del Forum di Assago nel hinterland milanese, sarà in programma lo Street Art Festival: dal 9 al 12 giugno sarà possibile vedere in azione alcuni tra i più importanti Street Artist a livello internazionale. Ma questa è un’altra occasione, in un ambito differente.

Una delle tante cabine stradali decorate a Milano. Foto di Valeria Prina

5 - Centraline telefoniche. Basta girare Milano con uno sguardo un po' attento e una fotocamera in mano per scoprire degli elementi decisamente fotogenici, anche molto diversi tra loro. Sono centraline telefoniche, cabine elettriche, finora definite «inestetismi necessari», che sono ora diventate dei punti di attrazione. Dipinte da artisti di Street Art si sono trasformate, diventando elementi molto fotogenici, spesso in tema con la zona, che richiedono solo un minimo di curiosità e di attenzione per essere notati. Sono circa 130 e può essere dunque molto divertente cercarle e fotografarle, prima che si rovinino causa pioggia e sole.

Porta Nuova da The Mall. Foto di Valeria Prina

6 - Porta Nuova. Negli ultimi anni Milano ha cambiato volto offrendo una skyline totalmente nuova dall'alto valore fotogenico. Qui si trova quello che è stato considerato il più bel grattacielo al mondo, il Bosco Verticale, che unisce il massimo della modernità con quanto c’è di più ecologico. Una vista davvero insolita si ha uscendo dal teatro Verdi e alzando gli occhi: gli ultimi piani del Bosco Verticale appaiono dietro a palazzi di epoche ben più lontane.  Qui altri grattacieli appaiono dietro l'angolo girando nel quartiere dell'Isola, che accoglie palazzi di un tempo e case di ringhiera. Altre volte gli edifici di un tempo si riflettono sul vetro dei nuovissimi grattacieli.  Questo mix offre visioni davvero affascinanti, che, diversamente dalle occasioni di cui parliamo sopra, sono già state colte da molti, armati di fotocamera.

Gli attori di Manifatture Teatrali Milanesi e le loro case. Cristina Liparoto fotografata da Sofia Masini (da Photofestival 2016)

7 - Gli attori a casa loro. “Tra realtà e finzione gli attori di Manifatture Teatrali Milanesi e le loro case” è il titolo della mostra di Sofia Masini esposta al foyer del Teatro Litta. Curata dall'Istituto Italiano di Fotografia, la mostra, fino al 13 maggio, permette di scoprire qualcosa in più di chi poi si vede sul palcoscenico del Teatro Litta o del Teatro Leonardo. Quanto delle emozioni vissute nel privato, che le mura di casa hanno conosciuto, influenza il modo di stare sul palcoscenico e trasmettere emozioni similari? È una delle domande che, a ragione, ci si può porre vedendo questa mostra. Che, a sua volta, può essere stimolo a vedere o scoprire una zona di Milano, un teatro storico dall'impostazione classica, come il Litta, affiancato dalla Sala Cavallerizza, che rappresenta il recupero di qualcosa di classico per offrire al pubblico spettacoli in controtendenza.

Primo assoluto a Word Press Photo © Warren Richardson - Hope for a New Life (da Photofestival 2016)

8 - World Press Photo. Come è ormai tradizione alla galleria Carla Sozzani, dall'8 maggio al 5 giugno, è possibile vedere come le immagini hanno raccontato avvenimenti e personaggi dell'anno, attraverso le pagine dei giornali: la fotografia diventa così uno strumento per conoscere e per indagare quanto influenza le nostre vite, anche se lontano per spazio e per assuefazione. La galleria è in Corso Como 10 e rappresenta dunque una occasione per scoprire una strada dal sapore vagamente parigino, ormai collaudato punto della movida milanese, ma anche accanto alla modernissima zona di Porta Nuova.

A cantering horse and rider, di Eadweard Muybridge, 1887 (da Photofestival 2016)

9 - Tra scienza e arte. Con le immagini di Eadweard Muybridge che compongono questa mostra la storia della fotografia è in scena alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese dal 19 maggio al 31 luglio. «La celebre fotografia di Muybridge che seziona il galoppo di un cavallo – si legge sul catalogo -, grazie alla neonata fotografia combinata allo scatto continuo di un fucile reinventato per l'occasione, può porsi a buon diritto come origine del cinema e ispirazione di movimenti artistici come il vicino impressionismo. Quando la fotografia nacque non era certo arte, era sperimentazione, era velleità, ma soprattutto era scienza e come tale necessitava di prove e riprove. Muybridge è stato il fotografo che ha inventato il movimento». Per il pubblico di casa nostra è la prima occasione per vedere una mostra di questo autore.

La galleria è in corso Magenta, una delle zone storiche di Milano, di fronte al Cenacolo, a Santa Maria delle Grazie.  Qui i più curiosi, armati di fotocamera, hanno la possibilità di cogliere i turisti in coda in attesa di entrare al Cenacolo: molti di essi vengono dal Giappone, quello stesso Paese che all'Expo aveva «offerto la possibilità» di code di più e più ore a chi voleva vedere il padiglione. La foto può dunque avere un piccolo valore di «vendetta», anche se la coda davanti al Cenacolo è decisamente più ridotta.

Raccontami di te (da Photofestival 2016)

10 – “Raccontami di te” è la mostra esposta alla Galleria Artepassante stazione Venezia del passante ferroviario. Fino al 30 settembre permette di scoprire come i più giovani utilizzano la fotografia per raccontare la propria vita. Per ciascuno degli autori sono stati realizzati 24 fotogrammi che, accostati, raccontano le loro vite. La mostra è anche una occasione per scoprire come si stanno  trasformando gli spazi dei passanti ferroviari, con mostre e iniziative varie. Così ad esempio al Passante Vittoria è stato aperto un nuovo spazio dedicato al teatro. Giustamente  intitolato “Il cielo sotto Milano” è abbastanza vicino ai treni per essere facilmente raggiungibile, sufficientemente lontano per poter fare spettacolo. Nel suo DNA convivono musica e prosa, in italiano e in inglese con i soprattitoli, incontri serali e colazioni, sempre con la certezza che la cultura possa essere un ponte che unisce persone differenti, in contrapposizione ai muri che dividono.

Data di pubblicazione: maggio 2016
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