La domanda è ricorrente tra amici: ti è piaciuto l'Expo? A distanza di mesi il ricordo non si è affievolito: negli smartphone e nelle schede di memoria delle fotocamere restano tante foto scattate durante i sei mesi della manifestazione e altrettanti video, tutti da rivedere e mostrare agli amici come fossero dei trofei, a volte conquistati dopo code più o meno lunghe, ma in molti altri casi realizzati semplicemente percorrendo il decumano. Così, nei mesi precedenti, l’attenzione su osservatorio digitale è stata puntata sulle 10 occasioni fotografiche offerte dall’Expo, le 10 modalità per scoprirlo, l'allegria con cui ha saputo coinvolgere i visitatori attraverso i colori, ma anche tutto ciò che rischiavano di perdere i tanti che si erano ridotti a ottobre a visitarlo. Successivamente l'Expo è stato occasione per 10 riflessioni legate alla fotografia e momento di lancio di altri appuntamenti internazionali. Ora chi scrive queste note si è chiesta quali foto siano più ricorrenti negli archivi personali. Ecco una classifica dei dieci soggetti e relative foto che sembrano più probabili.
1 - L'albero della vita. Difficile contare le foto che sono state dedicate a quello che è stato il simbolo dell’Expo. Si possono però suddividere nei differenti stili: ci sono le foto che lo inquadrano completamente, quelle che lo riprendono insieme alle piante o a un angolo del Palazzo Italia o circondato dal legno di un padiglione davanti. Ci sono le foto scattate di giorno e quelle di notte, che cercano di immortalarlo nei diversi colori ed effetti. E poi ci sono i selfie e le riprese video. Ma sicuramente questo grande classico dell'Expo rimarrà nelle schede di memoria, negli smartphone e nel ricordo di tutti i visitatori.
2 - L'architettura dei padiglioni. La maggior parte dei padiglioni si faceva notare per la bellezza dell'architettura, permettendo di realizzare molte foto dall'esterno senza dover fare code. Molti padiglioni, più che nei precedenti Expo, erano in legno. Tra questi possiamo ricordare i padiglioni del Cile, realizzato con un legno di un albero tipico di quel Paese; del Giappone, con una architettura a incastri senza l'utilizzo di chiodi; della Polonia, realizzato con cassette di legno per la frutta. In altri padiglioni l'architettura ricordava le caratteristiche di quel Paese, così in Malesia l'architettura riproduceva dei semi della foresta in dimensioni gigantesche per ricordare l'importanza della foresta pluviale. Rimandava invece alle dune del deserto, ondulate dal vento, l’architettura degli Emirati Arabi Uniti. E poi vale la pena di ricordare i container con cui era costruito il padiglione del Principato di Monaco e l’acciaio del Kazakistan. Per finire, l'effetto a nido d'ape bianco del Palazzo Italia, fabbricato con un particolare cemento che, a contatto con la luce del sole, consente di «catturare» alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog.
3 - La vista dalle terrazze. «Sempre più in alto», verrebbe la voglia di dire ricordando un vecchio spot pubblicitario. Molti padiglioni offrivano infatti la possibilità di salire su una terrazza: qui ci si poteva trovare nel verde come nei padiglioni di Polonia e Angola, si poteva scoprire qualcosa di tipico come la yurta nel padiglione del Turkmenistan oppure si poteva pranzare come in Romania o ancora si poteva godere la vista sull’Expo come nei padiglioni della Germania, di Stati Uniti, Russia (la terrazza più elevata ma da conquistare con una coda) e Vanke (la terrazza che permetteva di spaziare la vista senza incontrare ostacoli).
4 - I colori della notte. Molto numerosi sono stati i visitatori entrati con biglietto scontato dopo le 19. A essi si è offerta la vista sui padiglioni illuminati con colori accesi, spesso con effetti speciali. È stato possibile vedere lo spettacolo dell'Albero della vita, con musica e luci, concepito proprio per le ore dopo il tramonto. Anche queste sono state occasioni fotografiche sicuramente da non trascurare e che non richiedevano alcuna coda.
5 - Il verde. È stato sicuramente il protagonista dell’Expo: tutti i padiglioni avevano almeno degli angoli con piante e coltivazioni, fino all'Austria che nel proprio spazio aveva allestito un bosco e al Bahrain che aveva reso le piante protagoniste del proprio padiglione con una serie di giardini: durante i sei mesi sono fioriti in modo differente, permettendo di vedere alla fine del semestre fichi, giuggiole e altri frutti. Altri padiglioni, come Israele e Stati Uniti, avevano delle coltivazioni verticali sui lati. In quest'ultimo padiglione era possibile vedere ruotare queste coltivazioni, come se seguissero la luce del sole.
6 - I fiori. Dai fiori sono venute altre note di colore, come i tageti gialli davanti al padiglione della Cina o le rose in altri punti dell'Expo o, ancora, i fiori nel padiglione della Turchia per annunciare la prossima mostra. Hanno permesso di capire la forte correlazione tra fiori, api, impollinazione e continuazione della flora e, come ultima conseguenza, della vita sulla terra. Sono state sicuramente occasione di foto non solo per chi ama la macrofotografia.
7 - Gli specchi. Presenti in molti padiglioni, all'esterno o all'interno, gli specchi hanno attirato l'attenzione dei visitatori, che nella maggior parte dei casi si sono cercati per poi riprendersi. Le foto ottenute rimarranno sicuramente come un personale ricordo della visita all'Expo.
8 - Le installazioni. Realizzate da Dante Ferretti le installazioni sono state al centro del decumano per presentare diversi aspetti della cultura gastronomica, come pane, vino, pesce, carne, mentre all'ingresso era possibile vedere il Popolo del cibo con i vari personaggi realizzati seguendo lo stile dell’Arcimboldo, tra i quali molti si sono fotografati. Se queste erano sicuramente le installazioni più notevoli, non sono state però le uniche: basta ricordare le grandi installazioni realizzate dallo studio Libeskind che delimitavano i quattro angoli del cardo con un effetto di argento contro il cielo blu. E altre installazioni, come le automobili presenti in vari angoli, compresa la Fiat 500 tutta ricoperta di fiori, frutta e verdura.
9 - Gli eventi. Durante i sei mesi gli eventi si sono moltiplicati. Sono stati i national day, che hanno permesso di fotografare esibizioni di danza, di attori e musicisti in abiti del Paese festeggiato oppure sono stati altri eventi, sicure occasioni fotografiche come, ad esempio, gli eventi organizzati nel padiglione del Giappone, al piano superiore, dove era possibile entrare e partecipare senza fare alcuna coda e invece assaporare un po' della cultura giapponese e anche della sua gastronomia. O la festa per il 147° anniversario dell’inizio delle relazioni tra Thailandia e Italia, con esibizioni, assaggi e la presenza di personalità arrivate apposta dal Paese orientale.
10 - Le curiosità. Un visitatore dotato di un briciolo di curiosità con la macchina fotografica in mano poteva scoprire davvero tante situazioni insolite. Poteva fotografarsi usando le diverse sagome presenti in vari punti oppure poteva riprendersi davanti alla vista di Montecarlo che avrebbe poi permesso di raccontare agli amici di una fantomatica giornata trascorsa nel Principato. Poteva anche fotografare una grande carta geografica che presentava il mondo senza l'Italia. Sicuramente un gioco, fotograficamente irripetibile, ma anche un modo per sottolineare l'importanza del nostro Paese. Infatti questo era uno dei tanti commenti che si potevano leggere: «Che aspetto avrebbe il mappamondo senza lo Stivale? È molto semplice: senza stivale non ci sarebbe la gamba, senza gamba non ci sarebbe il movimento e senza movimento non ci sarebbe la cultura mondiale, europea e italiana».
+ 1 riflessione. È stata sicuramente una grande occasione fotografica che ha permesso tantissime foto sia a chi ama riprendere ciò che lo circonda, come a chi lo fa solo saltuariamente. Sono state occasioni di ogni genere, con possibilità di fotografare all'esterno - tante occasioni senza fare alcuna coda - riprendere all'interno, di giorno come di notte, realizzando ritratti, macro, immortalando architettura, paesaggi e tanti altri soggetti ancora. E ora? Il prossimo appuntamento milanese sarà con il XXI Century Design After Design, dal 2 aprile al 12 settembre 2016 alla Triennale e in varie altre sedi. E sarà anche l'occasione per ritornare negli spazi dell'Expo, che verranno utilizzati da maggio a fine ottobre. Ne riparleremo.
(Tutte le foto del servizio sono di Valeria Prina)
Data di pubblicazione: febbraio 2016
© riproduzione riservata