Alexia SinclairIl profilo di questo mese è quello di una donna fotografo che vive e lavora in Australia ma i lavori della quale hanno attraversato il mondo intero: incontriamo Alexia Sinclair. Molti dei suoi lavori sono vere e proprie riproduzioni di immagini prese dalla storia o dalla letteratura, fotografie di personaggi che hanno vissuto a lungo nell'immaginario collettivo e che hanno trovato uno sbocco nella realtà attuale proprio grazie agli sforzi creativi di Alexia. Le fotografie, una volta prodotte e realizzate, assumono l'aspetto di ritratti dipinti con una ricchezza di dettagli che possono anche sfuggire al primo sguardo. È proprio con l'attenzione che si riescono a cogliere le sfumature più evanescenti, più impercettibili che sono proprio il frutto dell'attenzione e della ricerca svolta dalla Sinclair prima di iniziare ogni nuova lavorazione. Premiata più volte in vari contesti, sia fotografici sia squisitamente artistici, l'ospite di questo mese ci sorprende con immagini di rara bellezza e complessità. Andiamo insieme a leggere che cosa ci ha raccontato di sé, rivelandoci qualche dietro le quinte dei lavori già pubblicati e parlandoci del nuovo progetto a cui ha già iniziato a lavorare.

osservatoriodigitale: Chi è Alexia Sinclair? Raccontaci un po' la tua storia.

Alexia Sinclair: Sono una fotografa d'arte e quella che da noi viene definita una digital artist, conosciuta dal grande pubblico per le mie numerose sorie di fotografie storiche The Regal Twelve, The Royal Dozen e A Frozen Tale, nelle quali ho prodotto incredibili ritratti che sono veri e propri pezzi di narrazione, pieni di dettagli intricati e intrisi di simbolismo. Il mio lavoro si basa spesso su personaggi storici oppure mitologici che vengono "dipinti" in un modo nuovo, moderno, sfruttando concetti attuali di moda e bellezza. L'esibirsi e l'interpretare un ruolo sono degli aspetti vitali del modo in cui lavoro e produco le mie fotografie e questo viene direttamente dal mio passato nel balletto e in teatro.

Macbeth ©Alexia Sinclair 2012

od: Qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo desiderio di diventare una fotografa?

AS: Crescendo ho sempre avuto il desiderio di diventare un'artista e la macchina fotografica è diventata lo strumento che mi ha permesso di esprimere al meglio la mia creatività e la mia immaginazione. Non sono mai stata interessata a documentare il mondo, così come inizialmente era lo scopo quando la fotografia fu inventata. Quello che mi ha sempre interessato è stato un processo più ampio, quello che mi coinvolgeva come narratore di storie, un processo che prevedesse anche la realizzazione delle ambientazioni e dei costumi, il coordinamento e la direzione di una scena e delle modelle in essa presenti, il tutto con lo scopo di documentare queste opere di fantasia attraverso la fotocamera.

od: Ovviamente avrai studiato arte a scuola?

AS: Ho frequentato la National Art School a Sydney subito dopo aver finito il liceo. Lì ho conosciuto e studiato tutti gli aspetti tradizionali dell'arte come la pittura, il disegno, la stampa, la scultura e la fotografia analogica. In seguito, all'università, ho seguito un corso di laurea in digital media, una materia che al tempo era decisamente nuova. Infine ho deciso di conseguire un Master in Belle Arti per la tesi del quale ho realizzato la serie di immagini, oggi molto famosa, The Regal Twelve che, oltre a impiegarmi a tempo pieno, ha richiesto anche un investimento notevole, praticamente assorbendo una quantità di denaro davvero notevole.

Compagnie de ballet ©Alexia Sinclair 2010

od: Infatti mi chiedevo come fosse possibile realizzare lavori di questo genere. Quando cominci a lavorare a un progetto hai qualcuno che ti finanzia o sostieni autonomamente tutte le spese per realizzarlo?

AS: No, mi autofinanzio completamente... che è il motivo vero per cui non possiedo una casa! Per questo motivo anche ogni piccola cosa, ogni piccolo particolare è importante per me. All'inizio, quando realizzai la mia prima vera mostra appena uscita dalla scuola d'Arte, mi costò migliaia di dollari solo per le stampe e per le cornici: praticamente mi ci volle un anno di lavoro nel ristorante dei miei genitori per potermi ripagare il tutto. Per molto tempo ricordo di aver cucinato nei fine settimana per potermi pagare il mio lavoro artistico ed è così che mi sono sempre finanziata per tutta la durata dei miei studi. Questo è stato anche il motivo per cui ho iniziato a lavorare nel mondo delle campagne pubblicitarie, al fine di potermi permettere di continuare a produrre le mie mostre e finanziarmi gli studi, proprio perché volevo poter imparare tutto quello che mi fosse possibile apprendere. Devo dire che comunque lavorare nel mondo della pubblicità mi ha davvero insegnato moltissimo. Oggi posso permettermi di lavorare a tempo pieno come un'artista; ogni volta che vendo un'immagine o un tutorial di Photoshop o realizzo una campagna pubblicitaria investo tutti i proventi in un mio nuovo grande progetto. Ovviamente più lavori riesco a portare a termine, maggiore è la dimensione del progetto che voglio realizzare e maggiore è il numero di persone coinvolte nella realizzazione del progetto stesso. È una sorta di catena poiché, per realizzare le mie immagini, mi avvalgo del lavoro e dell'opera di molte persone che, a loro volta, hanno modo di valorizzare e far conoscere le loro qualità e capacità artistiche e realizzative: è come un grande sogno collettivo che si realizza.

Cinderella ©Alexia Sinclair 2010

od: Di solito quanto tempo è necessario per realizzare uno dei tuoi progetti?

AS: Io credo che la parte più impegnativa e lunga sia quella in cui svolgi tutte le ricerche storiche e artistiche a cui fa seguito la fase in cui cominci a fare una stima di ciò che ti serve per realizzare i set. Il tempo necessario a realizzare un'opera finita o una serie completa dipende molto da progetto a progetto ma soprattutto dalla complessità di ogni singola immagine che voglio realizzare. Ad esempio The Regal Twelve mi ha impegnata per tre anni nella sua realizzazione, compreso il tempo necessario per le ricerche sui personaggi storici del periodo e i viaggi in Europa per fotografare gli sfondi da utilizzare nei vari ritratti, la produzione dei costumi, fatta interamente a mano da me, le riprese in studio e la postproduzione delle immagini, spesso composte da centinaia di layer e illustrazioni fatte a mano. Oltre, ovviamente, a scrivere una tesi da ventiduemila parole per conseguire il Master... Quella è stata una serie speciale per me, ricca di abbellimenti e di sperimentazioni che mi hanno preso davvero moltissimo tempo! La mia serie più recente, A Frozen Tale, mi ha occupata per circa nove mesi per realizzare il grosso del lavoro, soprattutto perché in quel periodo, mentre stavo scattando le immagini in un gelido castello in Svezia, ero incinta e volevo assolutamente finire il lavoro prima del parto. Dopo la nascita di Heidi, mia figlia, quando aveva solo diciassette giorni, ho scattato l'ultimo dei lavori della serie, l'unico scatto che è una composizione artistica, intitolato "The Cabinets of Curiosity" (che è la foto di apertura di questo numero di od, NdR), e girato il video del dietro le quinte proprio di questa immagine.

The Feast ©Alexia Sinclair 2013

In precedenza nei miei progetti personali avevo lavorato solo con un piccolo gruppo di persone, mentre in Svezia avevamo solo cinque giorni a disposizione e il lavoro da fare era tantissimo, così abbiamo dovuto chiedere aiuto: otto immagini sono state realizzate sul posto e abbiamo realizzato scatti in dodici set differenti in soli due giorni. Erano presenti quaranta persone, tutti volontari e coinvolti in qualche modo nel progetto: dagli assistenti ai truccatori, dalle guardarobiere alle stiratrici, dagli addetti dei musei per spostare i materiali di scena fino ai curatori e ai modelli. Dato che il castello è in realtà un museo e viene conservato da oltre trecentocinquanta anni, non era permesso portare all'interno né cibo né animali: così tutto quanto appare nelle immagini finali è stato scattato altrove e poi aggiunto in post-produzione. Le oche, il cane, le farfalle, gli uccelli, le foglie e anche l'acqua della giara che si vede in The Feast sono stati aggiunti in seguito. Per arrivare agli scatti delle immagini ho condotto molte ricerche sul castello, i suoi abitanti e le persone famose che vi hanno soggiornato e lo hanno visitato. Ho studiato a fondo la moda e la pittura del XVII secolo al fine di restituire la giusta sensazione del momento storico nelle immagini che avrei realizzato. Artisti come Johannes Vermeer hanno esplorato a fondo la vita della classe media dell'epoca, dipingendo gente normale mentre compie azioni e gesti normali: è proprio su questo che mi sono voluta soffermare e focalizzare mentre scattavo. Ovviamente però non potevo portare macchine per il fumo all'interno del castello per creare quell'atmosfera ritratta in quei dipinti, così quello è un'altra delle componenti che è stata aggiunta in seguito, in post-produzione. Tutti passaggi e azioni che prendono tempo, tempo, tempo! Fortunatamente non tutti i miei progetti prevedono questo tipo di lavorazione ma, quando accade, è una procedura che porta via moltissimo tempo davvero. Io scatto con un dorso digitale da 80 megapixel e stampo in alta definizione con dimensioni grandi e colori ricchi di pigmenti che mi permettono di far risaltare anche ogni piccolo particolare, proprio perché desidero che ogni dettaglio sia visibile e sia perfetto anche col passare del tempo. Amo anche sperimentare così, di norma, un'illustrazione può prendermi da due giorni a un mese di post-produzione e circa altrettanto nella fase di pre-produzione.

The Library ©Alexia Sinclair 2012

od: Parlami del lavoro di fotografa. Che cosa significa essere una professionista in Australia, com'è il mercato?

AS: L'Australia è una grande nazione ma con una popolazione davvero contenuta: così anche il mercato è ridotto e le oppurtunità che offre sono davvero limitate. Ciò significa, in poche parole, che è necessario lavorare davvero strenuamente per poter competere su un palcoscenico internazionale.

od: Pubblicità, mostre: in quale percentuale occupi il tuo tempo professionale lavorandoci?

AS: Cerco di organizzare mostre in tutto il mondo per promuovere il mio lavoro come digital artist e lo faccio in diversi momenti dell'anno. La mia prossima mostra si terrà proprio in Svezia nel castello in cui abbiamo scattato le immagini di A Frozen Tale. Per quanto riguarda le campagne pubblicitarie e i lavori di advertising in genere, li accetto solo quando credo possano rappresentare al meglio il mio stile di artista e, sarò sincera, quando hanno un buon budget: è un aspetto che conta perché, come ti dicevo in precedenza, mi servo di questo tipo di lavoro per finanziare i miei progetti artistici. Infatti è per questo motivo che sono pochi i lavori commerciali che seguo ogni anno, solo quelli in cui credo e per i quali ne vale la pena.

Lorenzo De' Medici ©Alexia Sinclair 2013

od: Ho letto da qualche parte o forse è stato Trey Ratcliff (un amico comune che ha scattato tante immagini di copertina per od negli anni, NdR) a dire che tu stai portando la fotografia a un altro livello, un passo avanti. Che cosa significa questo per te?

AS: Semplicemente non sono interessata, come artista, nello scattare fotografie fine a se stesse, anche se trovo davvero ammirevole il lavoro svolto da molti fotografi documentaristi. Ciò che più mi interessa è l'uso della fotografia o della fotocamera come uno dei miei strumenti di lavoro, dei quali mi avvalgo nel processo creativo. Molto spesso rappresenta il punto intermedio tra il lavoro di pre e di post-produzione.

od: Parlaci della tua scelta di realizzare una App per iPad, Homage, invece di pubblicare un libro.

AS: Tutti vorrebbero che io pubblicassi un libro d'arte, sai di quelli belli e grandi da tavolo ma, si sa, hanno dei costi molto elevati: in media un lavoro fatto bene costa intorno ai 100.000 dollari australiani (68.000 euro circa, NdR) senza la certezza che quel tipo di investimento venga poi ripagato in un tempo ragionevole. È sicuramente qualcosa che farò in futuro perché l'idea mi piace molto, ma al momento è praticamente irrealizzabile. È triste ma è la verità: conosco troppi artisti che devono pagare uno spazio per tenere le copie invendute dei loro libri proprio perché la vendita di quel tipo di oggetti oggi è particolarmente difficile: preferisco aspettare di incontrare un buon editore che mi proponga qualcosa del genere e, prima o poi, capiterà di trovarlo sulla mia strada. Nel frattempo ho deciso di produrre una app, Homage. È come un libro digitale ma con la possibilità di incorporare e riprodurre dei video. Abbiamo preso questa decisione proprio perché quotidianamente ricevo richieste di quel genere, soprattutto a proposito delle mie due serie The Regal Twelve e The Royal Dozen. Molte scuole utilizzano le mie immagini a fini didattici e gli studenti scrivono dei saggi sul mio lavoro e mi mandano spesso un lungo elenco di domande a cui devo e voglio rispondere, anche perché non sono sempre impegnata a produrre immagini artistiche (ride, NdR). Così ho pensato che questo fosse il modo giusto, come un libro ma ancora meglio, dove ogni cosa è documentata su come è stata realizzata una collezione di opere. Quando pubblico qualche lavoro tutto il materiale necessario è già li a disposizione, pronto per essere utilizzato. Ho deciso di pubblicare una app perché lavoro con mio marito che è un ingegnere di software e questa è stata un'opportunità per lui di creare una bellissima app.

od: Parlaci degli strumenti che utilizzi, specialmente delle fotocamere e degli obiettivi che usi.

AS: Investo davvero molto negli strumenti che utilizzo e li noleggio quando non posso comprarmeli. Tutti i miei lavori li scatto in medio formato. Posseggo una vecchia Hasselblad con un dorso digitale ma, sfortunatamente, dopo circa 750.000 scatti ha raggiunto il traguardo e così sono passata a un sistema PhaseOne IQ 180. I dettagli di una fotocamera da 80 megapixel sono a dir poco straordinari. Nel corso degli anni mi sono assemblata il mio parco luci da studio e ora scatto solo utilizzando materiale Profoto. Questo soprattutto perché è materiale professionale affidabile e che mantiene il proprio valore e poi, lasciamelo dire, li trovo anche incredibilmente belli da vedere in quella finitura stealth black! Comunque per avere un quadro compelto della mia attrezzatura, che ormai è diventata davver tanta, invito i tuoi lettori a dare uno sguardo al mio sito, a questo indirizzo: https://alexiasinclair.com/faq

backstage 01 Lorenzo De' Medici ©Alexia Sinclair 2013 backstage 02 Lorenzo De' Medici ©Alexia Sinclair 2013

od: Perfetto, non ci resta che parlare di quello che ti aspetta in futuro...

AS: il prossimo progetto a cui sto iniziando a lavorare si intitolerà "Rococo" e tratterà di figure storiche famose e della moda di quel periodo, ovviamente con quel tocco di moda contemporanea per cui sono diventata ormai celebre e che contraddistingue tutti i miei lavori così come quel tocco di erotico che certo non guasta.

Tutte le immagini presenti nell'articolo sono ©Alexia Sinclair. Tutti i suoi lavori e gli splendidi "backstage" sono visibili sul suo sito web all'indirizzo www.alexiasinclair.com

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