Mercati

2019: il declino continua

Stefano Tieghi

La contrazione del mercato della fotografia digitale è proseguito inarrestabile anche nel 2019. Esaminiamo i numeri di un declino che sembra non avere fine.

La contrazione del mercato della fotografia digitale è proseguito inarrestabile anche nel 2019. Esaminiamo i numeri di un declino che sembra non avere fine.

Lo scorso anno nel commentare gli orribili risultati commerciali del 2018 relativi al mercato mondiale della fotografia digitale titolavamo non a caso ‘2018: Profondo rosso’. Trascorso un anno e ritrovandoci a parlare dell’andamento nel 2019 potremmo benissimo riproporre il medesimo titolo cambiando solamente l’indicazione dell’anno.

Come abbiamo avuto modo di commentare recentemente in questa rubrica, il mercato delle fotocamere a ottica intercambiabile è in profonda crisi, in larga parte per quanto riguarda le reflex (‘Quale destino per le reflex?’) e – in misura nettamente minore ma non per questo irrilevante – relativamente al comparto mirrorless (‘2019: l’anno delle mirrorless’). Per quanto riguarda poi le fotocamere a ottica fissa (‘All weather 2019: le novità’, ‘LSC: update 2019 parte prima’ e ‘parte seconda’, ’Bridge superzoom 2018-2019: le ultime novità’, ‘Travelzoom 2018: il punto della situazione’), la contrazione del mercato mondiale ha ormai raggiunto livelli inimmaginabili. La recente diffusione dei dati commerciali relativi al 2019 da parte della CIPA (Camera & Imaging Products Association) – l'associazione internazionale che raggruppa praticamente tutti i produttori di fotocamere e ottiche – ci fornisce un quadro del settore francamente desolante, che vede i costruttori annaspare per mantenersi a galla (come illustra eloquentemente il grafico riguardante le uscite dei nuovi modelli di fotocamere nel corso degli anni pubblicato nell’editoriale dello scorso numero). Vediamo dunque i numeri della crisi certificati dalla CIPA.

Fotocamere

fotocamere - consegne 2006-2019

Complessivamente nel 2019 la produzione di fotocamere di ogni tipo è calata del 23,8%, attestandosi a poco meno di 14,9 milioni di unità contro i 19,5 milioni circa del 2018. Questo dato ben riflette la contrazione delle vendite, crollate a quasi 15,2 milioni a fronte dei 19,4 milioni del 2018 e all’ottimistica previsione CIPA di 16,9 milioni. Questi dati equivalgono a un calo reale anno su anno del 21,66%, un valore quasi doppio rispetto al 12,9% ipotizzato a inizio 2019. Per quanto riguarda l’anno in corso, le previsioni indicano – manco a dirlo – una nuova contrazione del mercato, che dovrebbe scendere a 11,67 milioni di unità consegnate, valore corrispondente a una riduzione di ben il 23,3%. Il meno che possiamo augurarci è che una volta tanto la CIPA abbia peccato di pessimismo e che il 2020 non sia così fosco per la fotografia digitale come prospettato.

Fotocamere a ottica fissa

fotocamere a ottica fissa - consegne 2006-2019

Questo segmento è in costante e significativa contrazione da quasi un decennio, se escludiamo l’effimero rimbalzo del 2017. Il trend è stato confermato anche nel 2019 dal nuovo ribasso della produzione industriale, scesa di quasi il 23% a poco più di 6,6 milioni di pezzi, circa due milioni in meno rispetto all’anno precedente. In linea con la produzione al ribasso, il 2019 naturalmente ha visto sprofondare nuovamente anche le vendite. In meno di dieci anni le fotocamere a ottica fissa sono passate da oltre 108 milioni ai 6,75 milioni del 2019, in discesa del 22% circa rispetto agli 8,66 milioni del 2018. In questo caso, la CIPA ci aveva quasi visto giusto: le previsioni rilasciate a inizio 2019 – infatti – indicavano un calo stimato del 20,7% a 6,9 milioni di unità. Per quanto tiguarda il 2020, la situazione si prospetta ancora peggiore. Per quest’anno infatti si prevede una contrazione di quasi un terzo: -29% con soli 4,8 milioni di pezzi consegnati. É vero che quelle poche fotocamere a ottica fissa che ormai si vendono sono prevalentemente LSC costose e sofisticate, ma viene da domandarsi per quanto tempo ancora potrà risultare conveniente per qualunque produttore continuare a investire in questa tipologia di fotocamera.

Fotocamere a ottica intercambiabile

fotocamere a ottica intercambiabile - consegne 2006-2019

L’esame dei dati relativi a questo segmento si presta a interessanti considerazioni. Partiamo dalla produzione, che nel 2019 si è fermata a 8,24 milioni, un valore che pur in discesa anno su anno del 24,5% rimane sensibilmente superiore rispetto ai dispositivi a ottica fissa. Riguardo alle consegne, per la prima volta in assoluto il calo registrato – -21,36% con poco meno di 8,5 milioni di unità vendute – ha quasi eguagliato in termini percentuali la flessione delle fotocamere a ottica fissa e questo non è davvero un bel segnale. Si tratta anche della prima volta che il comparto registra una contrazione così cospicua. É significativo anche il fatto che le previsioni della CIPA si sono rivelate largamente sbagliate, ipotizzando un calo per il 2019 di ‘solo’ il 7,4% a 10 milioni di pezzi venduti, un valore purtroppo quasi tre volte inferiore alla realtà. Forse anche alla luce di questo abbaglio, per il 2020 la CIPA ipotizza una contrazione molto più marcata – 6,87 milioni equivalenti a un calo anno su anno del 18,8% – ovviamente con la speranza di non aver peccato di ottimismo.

Reflex e mirrorless

percentuali reflex/mirrorless 2012-2019

Ancora più interessanti le considerazioni che insorgono analizzando i dati relativi alle fotocamere a ottica intercambiabile scomposti nelle loro due componenti: reflex e mirrorless. Innanzitutto, il calo record delle consegne nel 2019 è imputabile in larghissima misura al crollo delle vendite di DSLR, specialmente al confronto con la flessione tutto sommato contenuta delle mirrorless: rispettivamente -31,96% – un record assoluto – e -4,4%, per complessivi 4,5 milioni delle prime contro poco meno di 4 milioni delle seconde. Come mostra chiaramente il grafico, l’andamento negativo delle reflex è ormai un trend consolidato, fin dal 2012 quando per la prima volta la CIPA ha iniziato a fornire dati separati per le due categorie. Mai come nel 2019 però la combinazione di contrazione consistente delle consegne di reflex e contemporanea crescita o flessione contenuta delle mirrorless ha portato i due segmenti ad avvicinarsi tanto nei valori. La CIPA non rilascia stime separate per le due tipologie, ma appare chiaro che un andamento nel 2020 simile a quello degli anni precedenti porterebbe a uno storico sorpasso.

Ottiche

ottiche - consegne 2006-2019

L’andamento del comparto ottiche, per quanto per forza di cose collegato al trend dei corpi macchina, evidenzia dinamiche meritevoli di riflessione. Sul versante produttivo, la flessione anno su anno è stata del 23,55%, pressapoco in linea con quella dei corpi macchina (-24,49%), per complessivi 13,9 milioni circa di unità, un valore comunque nettamente superiore agli 8,2 milioni di corpi prodotti. Le consegne, in nettissima flessione rispetto al 2018 – -21% contro -6,23%, più di tre volte tanto, corrispondenti a 14,2 milioni contro 18 milioni – sono calate a ritmi pressoché identici ai corpi macchina in termini percentuali, ma numericamente le ottiche vendute si mantengono su livelli quasi doppi – 14,2 milioni come detto contro 8,5 milioni – segno evidente che, fortunatamente, anche in un mercato in crisi permane comunque la tendenza a valorizzare i corpi macchina con l’acquisto di più obiettivi. Per il 2020 la CIPA prevede la consegna di 11,9 milioni di ottiche, in discesa del 16,4%, valori che se confermati dai fatti indicherebbero il proseguimento del trend negativo ma con ritmi comunque inferiori sia percentualmente che in valore numerico rispetto ai corpi macchina.

In conclusione

Come emerge chiaramente da quanto detto, la situazione del settore della fotografia digitale è già fosco di per sè e le prospettive per il 2020 sono tutto fourché positive se, piovendo sul bagnato, non si fosse aggiunta anche la pandemia mondiale da nuovo corona virus. Nel proprio documento che illustra i dati relativi al 2019 e le previsioni per il 2020, infatti, la CIPA non fa menzione della situazione sanitaria globale, segno più che probabile che i dati previsionali non ne abbiano potuto tenere conto. Stante la fortissima dipendenza dall’industria cinese da parte di pressoché tutti i produttori di fotocamere e ottiche – numerosi modelli infatti vengono prodotti in Cina, così come molta componentistica – l’impatto sul settore fotografico, come praticamente su ogni altro settore dell’economia, c’è già ed è molto forte. La chiusura delle fabbriche in Cina comporta non soltanto l’interruzione della produzione di quei modelli prodotti nel Paese, ma anche il forte rallentamento della produzione in altri Paesi che dipendono da componenti realizzati in Cina.

L’entità dell’impatto e sopratutto la durata del fenomeno sono quasi impossibili da determinare. In Cina la produzione sembra ripartire gradualmente, comunque bisognerà attendere i prossimi mesi per valutare la portata di un evento che rischia davvero di mettere definitivamente al tappeto un settore già in profonda crisi come quello della fotografia digitale. Una cosa appare al momento pressoché certa: le previsioni prodotte dalla CIPA sull’andamento e l’evoluzione del settore andranno sicuramente riviste al ribasso, ma la portata del danno potrà dirla soltanto il tempo.

Data di pubblicazione: marzo 2020
© riproduzione riservata

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