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Bridge superzoom 2018-2019: le ultime novità

Stefano Tieghi

Nonostante la crisi commerciale che da anni contraddistingue il settore delle compatte, il segmento delle bridge superzoom non si ferma, arricchendosi di poche ma interessanti novità. Scopriamo quali.

Dopo la recente analisi del mercato relativo alle travelzoom, o compatte superzoom che dir si voglia, torniamo a occuparci di bridge superzoom, una tipologia da alcuni data per morta che invece sembra avere ancora molto da dire nonostante la costante contrazione del mercato delle fotocamere a ottica fissa e la crescente propensione degli appassionati per modelli dotati di sensori più grandi e caratteristiche più avanzate – LSC (Large Sensor Compact) e LSC superzoom (si veda in proposito l’articolo LSC (Large Sensor Compact) e LSC superzoom (si veda in proposito l’articolo ‘LSC: update 2017’) – assai più ambite ma sensibilmente più costose.

Certamente le bridge superzoom non avranno il medesimo fascino di mirrorless (Canon, Fujifilm, Leica e Nikon, Olympus e Panasonic e Sony e YI) e reflex ('DSLR update: Canon', 'Nikon', 'Pentax e Sony') ma performance e caratteristiche registrano costanti progressi e, come accade anche per le fotocamere fotocamere all-weather (‘All-weather: update 2018’), esse mantengono ancora oggi un’innegabile validità almeno in alcune situazioni e per esigenze fotografiche ben precise.

Dall’ultima volta che ci siamo occupati della materia nel luglio 2016 (‘Bridge superzoom con sensore piccolo al tramonto?’) il segmento ha registrato poche ma interessanti novità soprattutto in tempi molto recenti, ragione per cui vale la pena ritornare sull’argomento. Volgendo un rapido sguardo al giugno 2015 ('Superzoom per fotografare incredibilmente lontano') o addirittura al giugno 2013 (‘Superzoom: una fotocamera per ogni situazione’), si può apprezzare come non soltanto la varietà di modelli di bridge superzoom in commercio è oggi incomparabilmente più ridotta, ma anche il numero di produttori attivi nel segmento è diminuito drasticamente, con l’uscita di scena di Fujifilm, Olympus, Pentax e Samsung, solo per citarne alcuni. Eppure stiamo parlando soltanto di pochissimi anni fa. La fotocamera bridge superzoom, tuttavia, rimane la scelta pressochè obbligata per che abbisogna di una focale molto elevata ma non vuole imbarcarsi nelle complicazioni in termini di pesi e ingombri dell’unica altra alternativa: un corpo macchina con un corredo di ottiche completo. Certo, rispetto a quest’ultima opzione le limitazioni non sono poche, a cominciare dai sensori di piccolissime dimensioni integrati sulle bridge superzoom, tipicamente 1/2,3 pollici – necessari per mantenere entro limiti ancora gestibili gli ingombri di ottiche che in alcuni casi superano i 2000mm di escursione massima – con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’immagine in condizioni di luce fuor che ottimali e alle massime focali.

Come di consueto nel presente articolo ci limiteremo all’analisi delle novità più recenti, rimandando il lettore agli articoli citati per notizie riguardanti i modelli precedenti ancora in commercio. Rammentiamo inoltre che i dati completi di tutte le fotocamere di cui parleremo, così come di quelle esaminate precedentemente, sono consultabili nel comparatore di Fotoguida.it.

logo canon

Canon PowerShot SX70 HSTradizionalmente ai vertici tra le bridge superzoom, Canon quest’anno ha voluto ringiovanire la gamma con il modello high-end PowerShot SX70 HS, destinata a sostituire la precedente PowerShot SX60 HS di fine 2014 e ad affiancarsi al modello midrange PowerShot SX540 HS del marzo 2016 e alla entry-level PowerShot SX430 IS sempre del 2016. Come abitudine le bridge superzoom targate Canon presentano soluzioni di alto livello e la nuovissima PowerShot SX70 HS (in Italia da novembre 2018) non fa eccezione. Incentrata su un sensore CMOS di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 20,3M supportato da un potente processore di ultima generazione DIGIC 8, la SX70 HS – descritta in dettaglio su Fotoguida – propone EVF da 2.360.000 punti, sistema autofocus a 9 punti AF per soggetti in movimento, zoom ottico 65x (21 – 1365mm) f/3,4 – 6,5 (come sulla SX60), display LCD inclinabile di 3'' da 922.000 pixel, sistema antivibrazione avanzato con guadagno di 5 stop, sistema Zoom Framing Assist per facilitare lo scatto in modalità supertele, sensibilità ISO nativa 100 – 3200, velocità di scatto continuo di 10fps con High Speed One Shot AF e 5,7fps con messa a fuoco continua, supporto Raw nel nuovo formato CR3, capacità video 4K 2160p30 con audio stereo nei formati MPEG4, AVC/H.264 e MP4, flash incorporato, slitta a contatto caldo, ricche funzionalità automatiche e connettività Wi-Fi e Bluetooth. Pesante pronta all’uso 608gr contro i 650gr della SX60, la PowerShot SX70 HS per prestazioni e caratteristiche ben si confronta con le rivali Nikon, Panasonic e Sony, rispetto alle quali presenta al momento un prezzo più elevato essendo più recente: 544 euro di media al lancio. Nel quarto trimestre 2018 le precedenti PowerShot SX60 HS, PowerShot SX540 HS e PowerShot SX430 IS erano acquistabili in media rispettivamente per 439 euro, 279 euro e 221 euro.

logo kodak

Kodak Astro Zoom AZ901Produttore attualmente poco diffuso in Italia, non commercializzando neppure direttamente le proprie fotocamere, Kodak ha in catalogo diversi modelli di bridge superzoom della linea PIXPRO Astro Zoom appartenento a varie fasce di prezzo e sofisticazione, quali Astro Zoom AZ252 del gennaio 2017 (zoom 25x/24 – 600mm, prezzo medio attorno ai 140 euro), Astro Zoom AZ401 del luglio 2017 (zoom 40x/24 - 960mm, prezzo medio attorno ai 170 euro), Astro Zoom AZ527 del dicembre 2017 (zoom 52x/24 - 1248mm, prezzo medio attorno ai 200 euro) e Astro Zoom AZ651 e la praticamente identica Astro Zoom AZ652 del marzo 2018 (65x/24 - 1560mm, prezzo medio attorno ai 320/350 euro), solo per citare le più recenti. Queste e altre fotocamere Kodak sono più o meno facilmente reperibili online non essendo come detto commercializzate direttamente dal produttore nonostante il sito dedicato, tuttavia meritano sicuramente una menzione per il buon rapporto qualità/prezzo. A questa tendenza a coniugare buone prestazioni e prezzi contenuti fa parzialmente eccezione la top di gamma Astro Zoom AZ901 (nella foto). Reperibile in Italia da marzo 2018, la Astro Zoom AZ901 è una bridge superzoom dalle valide caratteristiche e funzionalità, che dispone di un sensore BSI CMOS di 1/2,3" da 20,68M, mirino elettronico integrato, sistema autofocus a 25 punti AF, zoom ottico 90x (22 – 1980mm) f/3,1 – 6,8, tra i più potenti della categoria, display LCD inclinabile di 3'' da 920.000 pixel, sistema di stabilizzazione OIS, sensibilità ISO nativa 100 – 3200, velocità di scatto continuo di 5fps, supporto Raw, capacità video Full HD 1080p30 con audio stereo nei formati MOV e H.264, flash incorporato, numerose funzionalità point-and-shoot e connettività Wi-Fi. Pesante pronta all’uso 777gr, un valore non indifferente rispetto a molte concorrenti, la Astro Zoom AZ901 presenta caratteristiche interessanti sebbene non altezza delle rivali sotto alcuni aspetti (mancano ad esempio la slitta a contatto caldo, il supporto video 4K, la raffica non è eccezionale). Anche il prezzo medio nel quarto trimestre era piuttosto elevato in rapporto alle prestazioni: 462 euro.

Prima di andare oltre è necessario spendere qualche parola sulla Astro Zoom AZ1000. Presentata a Photokina 2018 e non ancora in commercio, queta bridge superzoom promette di migliorare ulteriormente le caratteristiche della AZ901 correggendone le lacune. Tra le caratteristiche note finora spicca naturalmente il potente zoom 102x (19,5 – 1989mm) f/3 – 6.8, cui si aggiungono supporto video 4K fino a 30fps, supporto RAW e raffica di 7fps in JPEG alla massima qualità.

logo nikon

Nikon Coolpix B600Un altro produttore particolarmente prolifico in materia di bridge superzoom è Nikon, che propone ben due linee di prodotti, la gamma entry-medium Coolpix B e la top di gamma Coolpix P. Per quanto riguarda la prima, è di pochi giorni fa l’annuncio della nuovissima Coolpix B600 (nella foto), che va ad inserirsi tra il modello entry-level B500 dell’aprile 2016, prevedibilmente andando gradatamente a sostituirlo, e la midrange B700 dell’ottobre 2016. Come le due ‘sorelle’ più anziane, la nuova Coolpix B600 – descritta su Fotoguida.it – è un’interessante bridge superzoom dalle buone caratteristiche ma con alcune limitazioni decise coscientemente per andarla a inserire tra i due modelli citati. Per esempio, l’alimentazione è con batteria al litio rispetto alle batterie AA utilizzate nella B500 ma il sensore è rimasto con la risoluzione di 16M come quest’ultima anzichè passare ai 20,3 megapixel della ‘sorella maggiore’ B700, della quale mutua invece lo zoom 60x. Chiarito il concetto filosofico che ne sta alla base, possiamo dire che la B600 dispone di un sensore CMOS del consueto formato 1/2,3" da 16M, sistema autofocus a rilevamento contrasto, sistema di stabilizzazione ottico ed elettronico, zoom ottico 60x (24 – 1440mm) f/3,3 – 6,5, display LCD fisso di 3'' da 921.000 punti, sensibilità ISO nativa 100 – 1600 (estesa 100 – 6400), velocità di scatto continuo non comunicata, capacità video Full HD 1080p60 con audio stereo nei formati MP4 e H.264/MPEG-4, flash incorporato e connettività Wi-Fi e Bluetooth 4.1. Pesante pronta all'uso 500gr, la B600 presenta ottime caratteristiche fotografiche, sebbene l’assenza di EVF, supporto Raw, video 4K, display inclinabile e slitta a contatto caldo la avvicinino eccessivamente alla B500 anziché alla B700. La Coolpix B600 dovrebbe essere disponibile a febbraio con un prezzo ancora da comunicare, ma che prevedibilmente si collocherà a metà strada circa tra Coolpix B500 (prezzo medio di 284 euro nel quarto trimestre 2018) e Coolpix B700, che nello stesso periodo poteva essere acuistata mediamente per 432 euro.

Nikon Coolpix P1000La gamma top Coolpix P, che fino a settembre 2018 annoverava l’ammiraglia Coolpix P900, ha registrato l’uscita in commercio della nuova Coolpix P1000. La P900, che dall’uscita sul mercato a fine 2015 era la fotocamera ‘più superzoom’ al mondo, potendo vantare un’ottica 83x (24 – 2000mm), viene ora superata dalla P1000 che sale al fantasmagorico livello 125x (24 – 3000mm)! Descritta su Fotoguida, la Coolpix P900 vanta già eccellenti caratteristiche, fermi restando i limti tipici di qualunque bridge superzoom con sensore di 1/2,3 pollici, ma la nuova Collpix P1000 va ancora oltre, come spiegato diffusamente sempre su Fotoguida. La P1000 si presenta dunque come una fotocamera al top sotto diversi aspetti, l’escursione focale innanzitutto per quanto riguarda i pro, ma sicuramente peso e prezzo per quanto riguarda i contro, come vedremo. Incentrata su un sensore CMOS di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 16M come la precedente P900, la P1000 propone un luminosissimo mirino elettronico da 2.359.000 punti con copertura del 100% circa, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 125x (24 - 3000mm) f/2,8 – 8,0, display LCD inclinabile di 3'' da 921.000 punti, sistema di stabilizzazione a decentramento ottico (immagini) e combinazione di decentramento ottico e VR elettronico (filmati), sensibilità ISO nativa 100 – 1600 estendibile a 6400, velocità di scatto continuo di 7fps, supporto Raw, capacità video 4K 2160p30 con audio stereo nei formati MP4 e H.264/MPEG4 AVC, flash incorporato, slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi e Bluetooth 4.1. Pesante pronta all'uso addirittura 1.410gr a causa dell’enorme ottica, un peso degno di una reflex professionale armata di supertele, la Nikon P1000 presenta un mix di punti forti (primo fra tutti lo zoom che, come sottolinea Nikon, permette di fotografare i crateri lunari) e punti deboli (display di risoluzione appena sufficiente per una fotocamera tanto costosa e non touch, sistema di messa a fuoco inefficiente per soggetti in movimento) che la rendono un’alternativa praticabile quasi esclusivamente per chi desidera a tutti i costi una focale tanto estrema. Considerato infatti anche il prezzo medio nel periodo in esame, ben 1.080 euro, la Coolpix P1000 non è certo una fotocamera economica – per confronto la precedente Coolpix P900 nel quarto trimestre 2018 aveva un prezzo medio inferiore alla metà, 516 euro – e se ci si acconta di uno zoom con estensione inferiore, in commercio esistono rivali dalle caratteristiche complessivamente superiori a prezzi notevolmente più bassi.

logo panasonic

Panasonic Lumix DMC-FZ82Anche Panasonic propone bridge superzoom dalle notevoli caratteristiche, che si affiancano ad eccellenti LSC superzoom quali la Lumix DMC-FZ1000 del 2014 e la Lumix DMC-FZ2000 del 2016. Per quanto riguarda l’argomento in oggetto, Panasonic segue una particolare filosofia commerciale, proponendo due tipologie di bridge superzoom con sensore piccolo: un tipo con zoom di escursione media ma molto luminoso su tutta l’estensione focale e un tipo con zoom ad alta escursione ma giocoforza nettamente meno luminoso. La prima tiologia è incarnata dalla Lumix DMC-FZ300 (FZ330 in alcuni mercati), in commercio dal 2015 e descritta in ‘Bridge superzoom con sensore piccolo al tramonto?’, che propone uno zoom ‘soltanto’ 24x (25 – 600mm) ma con apertura f/2.8 su tutta l’escursione focale. Il secondo tipo è rappresentato dalla Lumix DMC-FZ82, erede della Lumix DMC-FZ72 del 2013. Sul mercato da marzo 2017, la Lumix DMC-FZ82 è una capace bridge superzoom che propone un sensore BSI-CMOS di 1/2,3" da 18,1M integrato da un potente processore Venus, EVF ad alta risoluzione da 1.166.000 punti con copertura del 100%, zoom 60x (20 – 1200mm) f/2,8 - 5,9, sistema autofocus avanzato a rilevamento contrasto a 49 punti AF con tecnologia DFD (Depth from Defocus), display LCD touch fisso di 3'' da 1.040.000 punti, sensibilità ISO nativa 80 – 3200 estendibile a 6400, velocità di scatto continuo di 10fps, sistema avanzato di stabilizzazione ibrido su 5 assi, supporto Raw, capacità video 4K 2160p30 con audio stereo nei formati MP4, AVCHD Progressive e AVCHD, ricche funzionalità fotografiche avanzate quali Focus Stacking, Post Focus, Light Composition e 4K Live Cropping, flash incorporato, slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi. Pesante pronta all'uso 616gr, la FZ82 è un’ottima bridge superzoom, inferiore ad altre per estensione focale ma più ricca di funzionalità e dalle eccellenti performance fotografiche. Il prezzo della Lumix DMC-FZ82, inoltre, è molto concorrenziale – solo 284 euro di media nel quarto trimestre 2018 – confrontandosi validamente con rivali più costose. Nello stesso periodo la Lumix DMC-FZ300 aveva un prezzo medio di 419 euro.

logo sony

Sony Cyber-shot HX350Concludiamo la nostra panoramica del mercato delle superzoom con Sony, che anche in questo segmento rimane fedele alla propria filosofia: modelli numerosi per presidiare ogni nicchia e soddisfare ogni esigenza e longevità commerciale prolungata, con modelli del 2013/2014 ancora commercializzati direttamente e diffusamente disponibili in commercio. Ciò vale per le bridge superzoom sia della linea che possiamo definire ‘entry-midrange’ Cyber-shot H che della linea ‘midrange-high’ Cyber-shot HX. La prima vede ancora in commercio la entry-level Cyber-shot H300 (zoom 35x/25 – 875mm, alimentazione con batterie AA) del febbraio 2014 e la midrange Cyber-shot H400 (zoom 63x/24,5 – 1550mm, batteria al litio) dell’aprile successivo; la seconda annovera invece la midrange Cyber-shot HX300 risalente addirittura al marzo 2013 e la high-end Cyber-shot HX400 del marzo 2014, entrambe descritte in ‘Bridge superzoom con sensore piccolo al tramonto?’, tra le quali dal gennaio 2016 si è inserita la Cyber-shot HX350. Le bridge superzoom targate Sony non sono particolarmente sofisticate ma presentano tutte valide caratteristiche. La HX350 propone dunque un sensore CMOS Exmor R di 1/2,3" (6,08 x 4,56mm) da 20,4M integrato da un processore Bionz X, EVF di soli 201.600 punti di risoluzione con copertura del 100%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 50x (24 – 1200mm) f/2,8 – 6,3 come sulle consorelle, display LCD inclinabile di 3'' da appena 921.000 punti, sistema antivibrazione SteadyShot ottico intelligente, sensibilità ISO nativa 80 – 3200 (80 – 12800 estesa), raffica di 10fps, capacità video Full HD 1080p60 con audio stereo nei formati AVCHD e MP4, flash incorporato e connettività integrata assente. Con un peso equipaggiato di 652gr, pressapoco uguale alle due ‘sorelle’, la HX350 è una bridge superzoom dalle caratteristiche buone ma non eccezionali, forse perché Sony non nutre eccessivo interesse per questo segmento di mercato tale da riversarvi le eccellenti tecnologie viste in altri modelli di fotocamere a ottica fissa, come le LSC della serie RX100 e le LSC superzoom della serie RX10. Si spiegano probabilmente così incomprensibili assenze quali supporto Raw, video 4K, slitta a contatto caldo e addirittura la connettività Wi-Fi! Detto questo, le bridge superzoom Sony offrono ottime capacità fotografiche con un output eccellente, sempre tenute presenti le limitazioni tipiche dei sensori di piccole dimensioni. Nel quarto trimestre 2018 Cyber-shot H300 e Cyber-shot H400 avevano un prezzo medio rispettivamente di 220 euro e 279 euro, mentre Cyber-shot HX300, Cyber-shot HX350 e Cyber-shot HX400 erano acquistabili mediamente per 298 euro, 318 euro e 423 euro rispettivamente.

In conclusione

Come abbiamo visto il segmento delle bridge superzoom offre ancora una varietà piuttosto ampia di proposte, anche se siamo ben lontano dai fasti di un tempo. Considerato il fatto che per chi necessita di un’ottica con grande escursione focale, come l’appassionato di fotografia naturalistica, si tratta dell’unica alternativa alla combinazione corpo macchina più ottiche separate, la bridge superzoom sembra destinata a mantenere la propria validità a dispetto della continua contrazione del mercato delle fotocamere a ottica fissa. Alcuni potrebbero obiettare che esistono in commercio LSC superzoom dotate di ottiche che raggiungono focali piuttosto elevate anche se ben lontane dai livelli delle bridge superzoom. Per esempio, Canon PowerShot G3 X (zoom 25x/24 - 600mm), Panasonic DMC-FZ2000 (20x/26 – 520mm) e Sony Cyber-shot DSC-RX10 III o IV (zoom 25x/24 - 600mm) rappresentano sicuramente delle eccellenti alternative in termini di qualità e prestazioni, ma i relativi prezzi sono notevolmente più elevati: 765 euro di media nel quarto trimestre 2018 per la G3 X, 922 euro per la FZ2000, 1.377 euro per la RX10 III e addirittura 1.777 per la RX10 IV.

Queste sintetiche considerazioni sono sufficienti per spiegare perchè ci saranno sempre appassionati di fotografia che desidereranno fotocamere con alte escursioni focali senza però essere disposti a pagare cifre tanto elevate per LSC superzoom che raggiungono nel migliore dei casi la metà dell’escursione focale di una bridge superzoom, pur fornendo performace fotografiche sensibilmente superiori grazie ai sensori da 1 pollice di cui dispongono. Il vero quesito a cui trovare risposta è semmai il seguente: con il costante declino del mercato della fotografia digitale, in misura nettamente maggiore in termini numerici ma pur sempre notevole anche in termini economici, quanti produttori avranno ancora la volontà di continuare a investire e produrre nel settore delle bridge superzoom, un mercato comunque piuttosto ristretto e non particolarmente redditizio, considerati i prezzi generalmente abbastanza contenuti? In altri termini, nei prossimi anni ci saranno ancora produttori disposti a soddisfare una domanda che, seppure piccola in termini assoluti e non particolarmente redditizia economicamente, continuerà comunque a esistere derivando da un’esigenza fotografica reale, o invece l’appassionato di fotografia naturalistica sarà costretto a rivolgersi a LSC superzoom o corpi macchina+tele, spendendo molto di più? Personalmente propendiamo per la seconda ipotesi ma naturalmente speriamo caldamente di sbagliarci.

Data di pubblicazione: febbraio 2019
© riproduzione riservata

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