Per le imminenti vacanze vi proponiamo qualche lettura fotografica rilassante, da godersi sotto l'ombrellone oppure nella frescura montana o, ancora, comodamente seduti a casa vostra in città, nella quiete offerta da questi giorni di vacanza... Si parte con un libro di Ferdinando Scianna che tocca argomenti trattati già anche in altri articoli di questo numero, per passare a un saggio del compianto Ando Gilardi per finire con un'opera autocritica di Gabriele Basilico sul modo di interpretare una fotografia.
Sono letture che fanno pensare ma anche divertire, proprio quello che ci vuole nei giorni di riposo per tenere sveglia la mente senza, però, affaticarla troppo.
Ferdinando scianna
lo specchio vuoto
Fotografia, identità e memoria
128 pagine
fotografie e illustrazioni
brossura
laterza
€ 12,00
Niente è più astratto e sfuggente della nostra identità e nello stesso tempo niente è più esposto al giudizio altrui, è più concreto e visibile. A cominciare dal volto, la prima immagine di noi stessi. Da quasi due secoli la fotografia è legata alla nostra stessa idea di identità. Tutti portiamo con noi un documento con il nostro volto e abbiamo fotografie delle persone che più amiamo. Il rapporto emozionale che stringiamo con queste immagini è talmente complesso da farci rifiutare, qualche volta, i nostri stessi ritratti. Non ci riconosciamo, anche se bastano pochi anni per trovare sorprendentemente migliorate fotografie che prima detestavamo. Perché la fotografia è come la memoria: cambia. Non resta immobile, ma si trasforma sulla base della storia di ciascuno e dell’idea che si ha di se stessi.
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Ando Gilardi
La stupidità fotografica
12,0 x 16,5 cm
107 pagine
brossura
johan & levi
€ 8,50
Ma perché al giorno d'oggi tutti fotografano? Prima possibile risposta: perché ora è facilissimo, no? Seconda possibile risposta, più romantica e subdola: perché un'immagine vale più di mille parole – nessuna delle quali però è realmente leggibile in un senso solo. Ma allora perché non disegnare con una semplice matita o una penna, se non si vogliono spendere soldi per dipingere; perché non proprio adesso che la pittura, dopo un secolo di avanguardie artistiche, si è liberata dal dogma della rappresentazione fedele della realtà o di espressione del Bello per farsi pura portatrice del pensiero dell'artista?
In La Stupidità Fotografica, libro postumo di Ando Gilardi, lo storico italiano torna frequentemente alla sua citazione preferita di Nadar: la Fotografia è quel mezzo che consente anche a un idiota di ottenere qualcosa per cui prima occorreva del genio. D'altra parte, è opinione diffusa che, fatto meramente statistico, ora che i mezzi di comunicazione e/o creazione sono alla portata di un numero più ampio di persone rispetto a cinquant'anni fa, per la proprietà transitiva anche la quantità di stupidi che ne usufruisce aumenti. Ma l'analisi di Gilardi è, seppur divertita, anche rigorosa, conscia di dover portare dati inappuntabili. Innanzitutto dunque, una definizione di stupidità da Carlo M. Cipolla: stupido è chi causa un danno a un'altra persona, o gruppo di persone, senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. Come sempre l'idiozia è sinonimo di mancata comprensione delle cose e anche in fotografia questo fenomeno si realizza in una serie di equivoci ben consolidati.
Ando Gilardi (1921-2012) è stato un pioniere degli studi italiani sulla fotografia e il fondatore della Fototeca Storica Nazionale. Partigiano, giornalista e fotoreporter nell'Italia degli anni cinquanta, precursore dei tempi, ricercatore e artista digitale, Gilardi è da sempre una figura controversa, provocatoria e poco in linea con l'ortodossia dei salotti della fotografia ufficiale, ma con un'ampia base di appassionati lettori che lo hanno seguito fedelmente nelle sue pubblicazioni, mostre e spiazzanti incursioni nei social network. Autore di testi sulla storia della fotografia tra cui: "Storia sociale della fotografia" (1976), "Wanted!" (1978), "Storia della fotografia pornografica" (2002), "Meglio ladro che fotografo" (2007), ha anche creato le riviste "Photo 13", "Phototeca", "Storia Infame."
Gabriele basilico
leggere le fotografie
In dodici lezioni
132 pagine
copertina rigida
abitare Editore
€ 25,00
Come si "legge" una fotografia? Gabriele Basilico prova in questo libro a dare una risposta attraverso una panoramica dei suoi lavori. Un racconto costruito come un film, fotogrammi su cui vengono messi in evidenza tracciati, annotazioni e affinità visive.
Data di pubblicazione: luglio 2016
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