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Riprendiamo a parlare di fotografia glamour affrontando un elemento chiave come la luce, questo pennello immateriale che costituisce uno dei segreti di un'immagine ben riuscita. Anche senza avere a disposizione studi fotografici o attrezzature da far impallidire i professionisti più affermati, è possibile infatti ottenere risultati di grande impatto visivo impiegando luci semplici che possiamo avere tutti. Parafrasando le parole di un vecchio spot televisivo si potrebbe dire "no luce, no foto": in effetti senza questo elemento un po' magico e inafferrabile non potremmo "scrivere" - naturalmente in congiunzione con il cuore e con la mente - le nostre fotografie.

Per prima cosa è utile riassumere le varie tipologie di luce che si utilizzano solitamente.

Luce solare. Come dice la parola, è la luce del sole o luce naturale. Da molti fotografi è ritenuta per vari motivi la luce migliore, tanto che anche in studio viene spesso impiegato solamente un punto luce per simulare, con un'unica fonte di illuminazione come il sole, l'effetto della luce naturale. Lavorare in esterno con la luce solare è estremamente interessante: basti pensare al fatto che la medesima foto scattata in ore differenti restituisce risultati completamente diversi a causa della variabilità di intensità, direzione, colore e dimensione apparente della fonte di illuminazione. Compete al fotografo valutare l'ora del giorno più adatta per scattare a seconda della location nella quale si trova e del risultato che desidera ottenere.

Esempio di luce naturale in esterni

Per fornire un esempio pratico, pensiamo alla classica foto sulla spiaggia. Qui il consiglio è di scattare nel tardo pomeriggio, quando il sole è più basso sull'orizzonte producendo una temperatura colore dai toni più caldi e una luce decisamente più morbida. Questo accorgimento fa sì che la modella non abbia ombre troppo nette e decise sul corpo o sul viso, e consente di approfittare che l'atmosfera stessa crei un proprio effetto glamour; occorre però tenere conto del fatto che la luce solare cambia – per intensità e colore – tanto più velocemente quanto più si avvicina al tramonto, costringendo a lavorare con una certa rapidità e con la flessibilità necessaria per adeguarsi a condizioni in rapido mutamento. Ovviamente non è necessario aspettare una bella giornata di sole splendente: anche la luce naturale di un cielo nuvoloso ha le sue particolarità che possono essere ben sfruttate, come nella foto qui sopra.

Esempio di luce naturale in interni

Lavorando invece in un edificio abbandonato privo di corrente elettrica, come un casolare o una vecchia fabbrica dismessa, come nel caso dell'immagine qui sopra, è opportuno invece scattare nelle ore del giorno più luminose in modo da illuminare la location il più possibile. Per programmare al meglio una sessione fotografica in luce naturale può essere utile una app come LightTrac, disponibile per Android, iPad, iPhone e iPod Touch, che consente di conoscere in anticipo direzione e altezza della luce solare in qualunque luogo del pianeta: ideale per sapere quando verrà illuminata una particolare finestra, ad esempio, o quanto lunghe risulteranno le ombre a una certa ora di un certo giorno.

Nelle macchine fotografiche digitali la luce solare è indicata da un'icona a forma di sole.

Luce a incandescenza. Per intenderci, si tratta della cara vecchia lampadina a filamento, ormai articolo di modernariato in quanto dal 1' settembre 2012 ne è proibita la vendita in tutta l'Unione Europea anche per i modelli inferiori a 60W. La luce a incandescenza possiede generalmente una temperatura colore calda; non è sufficientemente potente per essere utilizzata come luce primaria, ma è ottima invece come luce d'appoggio per riempire la scena. Se prestate attenzione alle classiche foto degli ambienti di hotel noterete come i punti luce siano sempre tutti accesi, un accorgimento che serve per dare effetto, riempire l'immagine e creare quel certo tocco magico.Nelle macchine fotografiche digitali la luce ad incandescenza è indicata da un'icona a forma di lampadina.

Luce a fluorescenza. Si tratta del tubo neon, proprio quello che un tempo faceva venire le foto in perfetto "stile ospedale" e che oggi, invece, è molto amato dai fotografi che ne hanno rivisto e corretto l'utilizzo. I neon vengono impiegati sia in fotografia che nel cinema, due campi che dall'introduzione delle reflex digitali con capacità video risultano sempre più unificati.I neon più famosi e diffusi sono i famosi LUPO inventati dall’ingegner Lupo che producono una luce morbida ma molto bella specialmente per il nudo. Gli effetti cambiano ovviamente in funzione della dimensione e del numero di tubi neon montati sull'illuminatore. Chi ha dimestichezza con il fai da te può provare a costruirsi il proprio illuminatore al neon, magari dopo aver sperimentato il tipo di tubo più indicato tra le varie tipologie disponibili in commercio, ciascuna con le proprie caratteristiche di colore.

Nelle macchine fotografiche digitali la luce al neon è indicata da un'icona con il simbolo di un tubo irradiante.

Esempio di illuminazione con flashLuce flash. Con i flash si entra in un mondo complicato. Per nostra fortuna (o sfortuna, a seconda dei punti di vista) ve ne sono disponibili numerosissimi e con le più varie caratteristiche: ogni produttore vanta il modello migliore, il più potente, il più semplice, il più irrinunciabile. Andando oltre le consuete iperboli commerciali, che in fotografia fanno comunque parte del gioco, il consiglio che sentiamo di darvi è quello di non ricorrere ai flash a meno che non possediate uno studio vero e proprio e quindi degli illuminatori di categoria professionale.

Una buona illuminazione, infatti, è come una buona post-produzione: non si deve notare! Purtroppo con le unità a slitta, anche quelle dotate dei vari sistemi TTL, il colpo di flash è molto evidente, e a maggior ragione quello dei flash incorporati nelle fotocamere o montati direttamente sul corpo macchina. Se proprio non ne potete fare a meno, la raccomandazione è quella di acquistare tre o quattro piccoli flash economici e adoperarli con delle servocellule che potrete trovare su Internet o presso qualche buon fotonegoziante. Questi piccoli flash esterni - preferibilmente dotati di impostazione manuale per variarne la potenza a seconda delle necessità - potranno essere usati come alternative ai flash di studio per illuminare sia la modella che il set. Applicando sul fronte del flash delle gelatine colorate (vanno bene anche quelle nel formato campione, a patto di riuscire a trovarle: negli ultimi anni i produttori sono stati tempestati di così tante richieste di blocchetti di campioni gratuiti che ormai si rifiutano di spedirli se non di fronte a buone motivazioni professionali) si possono creare ulteriori effetti interessanti.

Un esempio di illuminazione con flash è qui a lato. Questo genere di luce, ovviamente, non è un'opzione percorribile da chi volesse girare anche video.

Luce LED. Il LED rappresenta la nuova frontiera dei sistemi di illuminazione, e sta vivendo in questi anni una rapida evoluzione tecnica. Rispetto alle soluzioni esaminate sinora, il LED vanta dimensioni molto piccole, consumi bassissimi, assenza di emissioni termiche, una vita utile pressoché infinita, possibilità di regolazione (dimming), grande precisione e stabilità della frequenza luminosa (e quindi del colore), selezione del funzionamento in modalità luce continua piuttosto che flash, e disponibilità immediata senza bisogno di tempi di riscaldamento o di carica. Di contro, i LED sono ancora discretamente costosi e con una potenza individuale relativamente limitata: un fotografo non professionista che voglia rimanere entro un budget contenuto dovrà accontentarsi di pannelli di piccole dimensioni, giocoforza utilizzabili solo molto vicino al soggetto ripreso dal momento che un singolo LED illumina quanto una lampadina da 1 o 2 watt.

Occorre però ricordare come la ricerca in questo settore stia procedendo molto rapidamente, tanto che nella primavera 2012 sono stati resi disponibili LED capaci di emettere individualmente circa 420 lumen, ovvero quanto una lampadina a incandescenza da 40 watt. La loro diffusione a livello commerciale inizierà sotto forma di flash per smartphone, ma non bisognerà attendere molto prima di averli disponibili anche per l'illuminazione fotografica - e in tal caso un pannello da 36 LED di questo genere produrrebbe – oltretutto a freddo – la stessa luce di una lampada da 1500 watt!

Qualunque sia il tipo di luce che avete a disposizione sperimentate fino a farla rendere al massimo. Non esiste infatti una singola luce “giusta” per ogni occasione, perché ognuna fornisce un risultato diverso. È solo con la pratica -  iniziando magari con la luce continua, più facile da gestire - che si acquisisce familiarità con le varie possibilità di illuminazione, consentendo quindi di scegliere di volta in volta la soluzione dal comportamento più adatto per l'effetto che si desidera ottenere.

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