Canon 1D Mark IVL'ultima nata in casa Canon, evoluzione della già apprezzata versione III, provata da od nel numero di Aprile 2008, presenta alcune caratteristiche innovative come la capacità di ripresa video full HD e di registrare note vocali durante gli scatti ma non solo. Volendo essere pignoli, la 1D Mark IV rappresenta la quinta evoluzione del modello originale apparso nel 2001, essendoci stata anche una versione, chiamata II N, presentata nell'agosto 2005 che introduceva per la prima volta l'utilizzo del display LCD da 2,5" mantenendo quasi inalterate le caratteristiche tecnologiche della Mark II. Dopo questa chiosa da perfettini diciamo subito che la Mark IV presenta invece notevoli innovazioni rispetto al modello precedente dal quale, tuttavia, mutua dimensioni e peso del corpo.

Canon 1D Mark IV vista frontaleGuardandole una di fianco all'altra si noteranno piccole differenze, soprattutto nella parte frontale destra dove c'è una nuova area convessa in prossimità dell'appoggio del pollice della mano sinistra al fine di facilitare l'impugnatura dell'ottica utilizzata. Resta la capacità di scattare raffiche di 10 fotogrammi al secondo in RAW ma, adesso, le dimensioni dell'immagine ripresa sono molto più grandi (4.896 x 3.264) e i megapixel del sensore APS-H sono diventati 16,1 contro i 10,7 del modello precedente: tutto questo grazie anche all'impiego di due potenti processori Digic IV. Stranamente, mentre il numero di immagini (in formato JPEG) da riprendere di continuo prima di riempire il buffer di memoria sale da 110 a 121, quello delle immagini in formato RAW scende da 30 a 28: non una grossa differenza, ma non si capisce il perché. Nel nuovo modello anche la scelta dei formati RAW aumenta e, ai due precedenti, si aggiunge anche il tipo mRAW, capace di immagini da circa 9 megapixel: il formato sRAW rimane ma le dimensioni del suo file vengono ridotte fino a "soli" 4 MP.

La batteria è la stessa utilizzata per il modello Mark III (LP-E4) e Canon assicura che, con una piena carica, l'utilizzatore è in grado di scattare circa 1.500 foto che però potrebbero diventare meno di un quinto utilizzando la composizione dell'immagine con la funzione Live View o durante le riprese video, cose che potrebbero non interessare particolarmente ai professionisti che utilizzano questo tipo di macchina; il display LCD, sempre da 3.0", è ora del nuovo tipo a 920.000 punti con 7 livelli di regolazione della luminosità e la possibilità di operare con o senza l'ausilio di una griglia, selezionabile tra due tipi.Menu selezione griglia Interessante, invece, l'implementazione della funzione che permette di registrare note vocali (già vista sulla 1Ds Mark III e sulla 5D Mark II) relative allo scatto che si sta effettuando: basta tenere premuto il tasto di registrazione e protezione per un paio di secondi per attivare la possibilità di registrare una nota vocale, lunga fino a 30 secondi, il cui file, in formato .WAV, verrà "applicato" all'immagine prendendone lo stesso nome.

Un'area in cui la 1D Mark III non aveva certo brillato era quella che riguardava le sue capacità di messa a fuoco, fino ad allora punto di forza del marchio giapponese: in particolari condizioni di luce l'intero sistema di messa a fuoco automatica andava in tilt, non riuscendo a discernere quale fosse il soggetto inquadrato e reagire di conseguenza. Anche con il rilascio di nuovi firmware dedicati il problema non fu mai veramente risolto. Per questo motivo il sistema AF della Mark IV è stato completamente ridisegnato e dotato di ben 45 punti con 39 punti a croce contro i soli 19 della Mark III; i punti sono capaci di reagire sia in senso orizzontale sia in quello verticale. Allo stesso modo il sistema di selezione dei punti AF è stato completamente riprogettato, così per la selezione manuale che per quella automatica con la capacità di seguire il soggetto inquadrato attraverso il nuovo sistema AI-Servo II. Come sulla 7D è ora possibile selezionare il modo in cui questi punti si comportano attraverso delle funzioni dedicate selezionabili via software. Anche il numero delle funzioni personalizzabili, infatti, è salito da 57 a 62: insomma c'è da sbizzarririsi. Il sistema di riduzione del rumore, che prima agiva o meno sui valori elevati di sensibilità, ora può lavorare su quattro differenti livelli di impostazione; la sensibilità ISO è rimasta invariata con una scala che spazia dai 100 ai 12.800, valori che possono diminuire fino a 50 o aumentare addirittura fino al valore di 102.400 attivando la funzione C.Fn I-3 nell'apposito menu di sistema.

Meu di selezione videoLa caratteristica tecnica che rende unica nel suo genere la Mark IV è la funzione di ripresa video in modalità Full HD (1920 x 1080). Trovare il modo di filmare non è, tuttavia, semplice. Prima di tutto si deve selezionare la modalità video nel menu dedicato alla funzione Live View dopodiché, attraverso il tasto FEL, quello che serve normalmente a bloccare l'esposizione in modalità Flash, si può avviare e interrompere la registrazione video; Canon ha spiegato che questa caratteristica è stata ideata per evitare di incorrere in registrazioni video indesiderate. Inutile dire che a mano libera diventa difficile gestire il grande e pesante corpo macchina in maniera precisa ed è per questo che stanno apparendo ogni giorno nuovi accessori che servono a facilitare l'utilizzo di questa funzione con questo tipo di fotocamere; il risultato finale, comunque, oltre che sorprendente dal punto di vista tecnologico, produce una qualità d'immagine fantastica. Restiamo dell'idea che questo tipo di capacità vada oltre le esigenze del target professionale di questa fotocamera: difficilmente un fotografo impegnato in un evento sportivo di grande rilevanza o nella ripresa di una sfilata di moda troverà l'occasione per girare un filmato, almeno a quanto ci è stato detto dai professionisti del settore. È comunque indubbio che il sensore di grandi dimensioni, la possibilità di filmare utilizzando un parco ottiche vastissimo e il grande controllo sulla profondità di campo che una reflex può offrire rendono molto appetibile l'utilizzo di questo tipo di fotocamere anche ai videomaker più smaliziati. Per quanto riguarda l'audio, la Mark IV possiede un ingresso stereo separato per il microfono, così da isolare completamente i possibili rumori generati dai movimenti sulle ottiche durante le riprese e garantire una qualità sonora molto più elevata.

Canon 1D Mark IV vista dall'altoLa fotocamera con il suo grande corpo che integra, come da tradizione, i due grip (le due impugnature che permettono di scattare sia orizzontalmente sia in modo verticale mantenendo i controlli principali a portata di mano) è destinata a un impiego da parte di professionisti decisi, pronti a catturare gli eventi più rapidi mentre stanno per accadere: certamente può anche rappresentare l'oggetto del desiderio di facoltosi amatori che, però, si troveranno spiazzati dalla complessità del software di gestione. Ben 16 delle 62 funzioni selezionabili via software sono infatti destinate alla personalizzazione dell'ambiente di lavoro, cioè alla configurazione dei tasti e dei controlli dell'intero corpo, al fine di rendere il più veloce possibile l'utilizzo del sistema per compiere al meglio il proprio lavoro. Una mano inesperta troverebbe inutile e anche d'intralcio tutta questa complessità e poi, diciamolo chiaramente, dieci fotogrammi al secondo non sono una qualità adatta a tutti i fotografi anche perché c'è un prezzo da pagare (e non si tratta solo di una questione di denaro) fatto di ore spese nel tentare di scegliere un'immagine tra tante che sembrano tutte uguali, una capacità che solo i professionisti sanno sviluppare. Il solo peso del corpo, inoltre, potrebbe far scappare la voglia di fotografare a quasi tutti, soprattutto a coloro che non sono abituati a portarsi al collo o in spalla qualche chilo per tutto il giorno...

Canon 1D Mark IV vista posterioreDurante la prova abbiamo avuto la netta sensazione che il file RAW prodotto dai corpi macchina della serie 1D sia molto più complesso ed evoluto rispetto a quello prodotto dalle altre serie, anche le più moderne: le differenze cromatiche e i neri sono tra le prime caratteristiche che balzano all'occhio. Questo grazie all'elevato livello di progettazione e alla qualità dei componenti utilizzati che, ovviamente, sono sempre i più ricercati e selezionati, proprio per offrire le prestazioni migliori sulle macchine top di gamma e garantirne l'utilizzo perfetto in ogni condizione d'uso. La nostra sensazione è stata in seguito confermata anche dai valori rilevati durante lo sviluppo digitale dei file stessi, sia con il software proprietario a corredo, Digital Photo Professional, sia con Aperture o con Lightroom; l'impatto visivo di un'immagine scattata con la nuova 1D paragonata con una simile scattata con la pur sempre ottima 5D Mark II è davvero sorprendente: dai colori alla profondità di campo la differenza è sostanziale così come lo è il prezzo d'acquisto del solo corpo, quasi doppio rispetto alla sorellina a pieno formato. Di grande aiuto, in molte situazioni – soprattutto se si lavora con l'idea di produrre foto in HDR – la possibilità di correzione EV da ±3 in segmenti da ±1/3: nelle fotocamere semi professionali e in quelle amatoriali la gamma va solo da ±2 e la differenza si vede.

Nel mercato delle reflex superveloci, capaci di prestazioni come quelle della 1D Mark IV, non ci sono molte altre proposte, praticamente solo la Nikon D3s, che si avvicina per prezzo e prestazioni differenziandosi nella grandezza del sensore, a pieno formato, e nel numero di megapixel (12) utilizzati per formare l'immagine finale. Dopo il mezzo passo falso realizzato con il modello precedente e il successo ottenuto da Nikon con la D3, Canon ha dovuto per forza progettare e realizzare una nuova fotocamera che rasentasse la perfezione tecnologica, e sembrerebbe esserci riuscita così da provare a riconquistare una fascia di mercato che, per alcuni decenni, è stata di suo esclusivo controllo.

Cerca su Osservatorio Digitale