Taccuino

Una, nessuna? 100 mila foto in vari festival

Valeria Prina

L’autunno 2019 è occasione di scoperte fotografiche attraverso vari festival, che offrono visioni contrapposte e alcune mostre che consentono di avvicinare meglio il mondo di alcuni fotografi o come questi hanno affrontato un tema.

Si annuncia un autunno di festival legati alla fotografia. Sono occasioni per coinvolgere una città offrendo una visione attraverso la fotografia e permettendo confronti e contrapposizioni tra autori diversi. In altri casi parliamo di mostre che ugualmente coinvolgono più fotografi permettendo raffronti, pur non coinvolgendo più spazi espositivi. Parliamo di una esposizione con un tema unico e molti fotografi che lo hanno affrontato e un’altra che unisce più linguaggi per una scoperta più articolata di un fotografo molto famoso, grazie alla esposizione di foto, dei video in cui è lui stesso a consigliare come avvicinarsi alla fotografia e una collezione di libri. E non manca uno sguardo oltre confine, per scoprire delle mostre con lunga tenitura e più autori coinvolti, anche attivi in epoche differenti.

Voghera. Questa seconda edizione di Voghera Fotografia, dal 14 settembre al 6 ottobre 2019, per quattro fine settimana, si presenta come un incontro nazionale dedicato alla fotografia d’autore. Diretta da Arnaldo Calanca si presenta come un evento diffuso sul territorio che coinvolgerà l’intera città con un programma ricchissimo di iniziative: cinque progetti fotografici con le opere di oltre 20 fotografi italiani e stranieri, fra cui Olivo Barbieri, Harry De Zitter e Sara Munari, più di 200 fotografie esposte, una mostra dell’Associazione Culturale Cacciatori d’Ombra sulla via Appia, una collettiva sui “Transiti” contemporanei, una finestra su "I Giganti del Jazz" con sei progetti fotografici e quattro incontri, oltre a corsi e workshop, visite guidate, letture portfolio, videoproiezioni a cura di ImmaginIria e Spazio 53. E non è tutto, perché il programma prevede la prima “Camera Obscura” permanente in Europa, ideata e realizzata da Beppe Bolchi e Spazio 53 nella Torre nord-ovest del Castello Visconteo e una mostra realizzata con la fotocamera a foro stenopeico, visite guidate in aziende che hanno fatto la storia del territorio vogherese, una “sala di posa” itinerante nel cuore della città, la possibilità di visitare musei e palazzi storici della città eccezionalmente aperti al pubblico, attività collaterali in collaborazione con le Associazioni Commercianti e Artigiani, due concorsi fotografici rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori, oltre a incontri-studio per far scoprire ai più giovani il mondo della fotografia e riflettere sull’uso e abuso dei social.

Novafeltria. Semplicemente Fotografare Live (20-22 e 28-29 settembre 2019) è definito «il festival suo malgrado: un evento che nasce da un gruppo e una pagina Facebook volutamente anticonformisti, dissacranti e provocatori. La specificità di questo festival, più che in quel che si fa, sta nel come lo si fa». Negli ultimi due weekend di settembre nella cittadina in provincia di Rimini sono in programma oltre sessanta mostre gratuite, presentazioni di libri fotografici, dibattiti, seminari e workshop con la possibilità di incontrare i fotografi le cui opere sono esposte. L’evento coinvolge tutti gli spazi del comune dell’entroterra romagnolo con mostre che, pur non essendo previsto un tema sono legate da un sottile fil rouge, che parla di muri, differenze, contrapposizioni e somiglianze. Al centro del programma sono i lavori di Francesco Cito, occasione per riflettere sui muri reali e virtuali, Francesco Comello (nella Cuba del dopo Castro), Simone Cerio (sul tema LGBT), Lorenzo Zoppolato sulle vicende visionarie di un domatore di cavalli.

Lodi. Il Festival della Fotografia Etica di Lodi festeggia quest’anno la sua decima edizione. Dal 5 al 27 ottobre 2019 questa edizione della rassegna internazionale si è data l’obiettivo di «diffondere sempre più maggiormente il linguaggio fotografico, e la sensibilità culturale che ne consegue, tra i non addetti ai lavori» spiegano Alberto Prina e Aldo Mendichi che, con il Gruppo Fotografico Progetto Immagine, organizzano la manifestazione.

«Il successo e la partecipazione sempre crescenti (90 mila le presenze lo scorso anno, un vero e proprio boom) al Festival – aggiungono – premiano la scelta di raccontare il mondo con immagini che possano parlare ad un vasto pubblico attraverso il filtro dello sguardo di fotografi pluripremiati a livello internazionale. A volte questo sguardo può essere crudo e privo di filtri, altre invece viene mediato da una sorta di poetica visiva che smussa leggermente gli angoli della realtà per restituire comunque una idea di speranza e condivisione. In ogni caso, il Festival è la conferma della fotografia come linguaggio principe della nostra epoca. Raggiunge velocemente e con immediatezza la sensibilità di chi la fruisce, accendendo la lampadina della riflessione e della discussione».

Tra le varie mostre, per la sezione Master, si potrà vedere il reportage Dreamers di Darcy Padilla, portfolio sulla riserva indiana di Pine Ridge, considerato il posto più povero in America, dove la comunità sta lottando con il flagello dell'abuso di alcol e delle metanfetamine.

Trieste. Martin Parr e Nick Turpin sono i superospiti internazionali di Trieste Photo Days, festival internazionale di fotografia urbana che si terrà dal 22 ottobre al 10 novembre 2019 in un circuito di sedi espositive del capoluogo giuliano. Il programma prevede mostre, esposizione di libri, premiazioni di concorsi, workshop. Inoltre in sala del Giubileo sarà allestita una mostra di Salvatore Matarazzo, che quest’anno sarà il regista dell’iniziativa “on the road”: Salvatore realizzerà a prenotazione dei “ritratti audaci” sul Molo, proprio di fronte alla Sala del Giubileo. Qui i protagonisti potranno ritirare subito i ritratti stampati in tiratura unica.

Tra le altre mostre, la collettiva del progetto dedicato alla Città ideale di Leonardo allo spazio espositivo DoubleRoom. Strettamente legata ai giorni nostri è invece la mostra “Milano La città che sale” di Giorgio Galimberti con 20 scatti dalle inquadrature geometriche, che hanno per protagonista la torre Allianz di Milano.

Lucca. Mondi | New Worlds è il tema attorno a cui ruoterà la quarta edizione di Photolux Festival in programma a Lucca dal 16 novembre all’8 dicembre 2019. Sono previste oltre 20 mostre, diffuse in sei sedi espositive nel centro della città toscana. Tra le anticipazioni si legge «La celebrazione del 50° anniversario del primo uomo sulla Luna, ricordata attraverso una mostra collettiva multimediale e transmediale, dal titolo 2:56 AM. To the Moon and Back, che coinvolge il lavoro di numerosi artisti e in cui saranno presenti anche le immagini dell’archivio NASA, oltre a installazioni video e sonore, oggetti e sculture, fungerà da pretesto per rileggere la storia dell’uomo, fatta di sfide, di sforzi individuali e collettivi che ne hanno cambiato il corso: piccole e grandi rivoluzioni che hanno abbattuto muri e costruito nuovi Mondi. Le iniziative di Photolux Festival 2019 documenteranno il desiderio umano di spingersi al di là dei propri limiti e di scoprire nuovi pianeti attraverso l’esplorazione spaziale e, allo stesso tempo, analizzeranno le rivoluzioni sociali e politiche di questi ultimi cinquant’anni - dall’Iran alla Cina, dall’Est Europa a Cuba – che hanno consegnato alla storia luoghi diversi da quelli fino ad allora conosciuti, superando confini e convenzioni».

Torino, Camera Doppia. Due mostre allestite in contemporanea negli spazi della galleria principale di via Delle Rosine 18 mettono in dialogo e a confronto due autori, di generazioni diverse e formazione differente. Fino al 29 settembre 2019 è possibile vedere la mostra antologica di Larry Fink (Brooklyn, New York, 1941), Unbridled Curiosity e il progetto di Jacopo Benassi (La Spezia, 1970) intitolato Crack. Entrambi i fotografi usano il banco e nero e «adottano l’uso del flash per focalizzare l’attenzione sul soggetto della rappresentazione, esaltandone atmosfera, forma e contenuto», come spiega il direttore di Camera Walter Guadagnini, che ha curato l’esposizione.

Di Larry Fink sono presenti oltre novanta immagini, realizzate tra gli anni Sessanta e oggi. «La selezione – è il commento - in bianco e nero e di grande potenza estetica, mira a evidenziare quei legami tra le persone e tra le persone e i luoghi che Fink, nel corso di tutta la sua carriera, ha saputo immortalare con occhio attento e “sfrenata curiosità”, mischiandosi ai contesti, rubando momenti di intimità e mettendo in evidenza l’anima dei soggetti ritratti. Le grandi battaglie civili, i party esclusivi tra Hollywood e i grandi musei, la vita rurale, le palestre pugilistiche» sono il soggetto fotografico.

A queste si contrappongono le sessanta immagini del progetto Crack, che «Jacopo Benassi ha realizzato mettendo al centro della sua riflessione il rapporto tra classicità e contemporaneità nei corpi e nei legami che gli individui instaurano con uomini e ambienti. Crack - commenta Walter Guadagnini - è un atlante del corpo, elaborato tra gli estremi della plastica antica e della flagranza fisica contemporanea. Il risultato è la sottolineatura non solo della decadenza in agguato tanto per il corpo umano quanto per il corpo scolpito, ma anche, e forse più, della possibilità di ricomposizione delle fratture, delle rotture e del fascino che anche questi elementi assumono nella nostra lettura del corpo e della forma».

San Benedetto del Tronto. Non è un festival, ma una mostra che coinvolge più autori e più linguaggi espressivi quella proposta a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Fino al 6 ottobre 2019 alla Palazzina Azzurra è esposta la mostra Vedo nudo. Arte tra seduzione e censura. Si propone, spiegano, «di coinvolgere il visitatore in un gioco di seduzione sottile che cresce in stretta connessione con le opere; il tutto senza mai dimenticare l’aspetto ironico, e in alcuni casi la componente di sensibilizzazione verso un tema che può anche essere identificato come controverso ma che da sempre ha stuzzicato la mente e la fantasia umana». Per la parte fotografica si possono vedere lavori di Gian Paolo Barbieri, Piero Gemelli, Giuseppe Mastromatteo, oltre al nudo inquietante di Oliviero Toscani per la campagna contro l’anoressia.

Modena. Un solo autore è protagonista alla Sala Mostre delle Gallerie Estensi di Modena, ma in questa occasione Steve McCurry indaga un tema di forte rilievo: la mostra esposta dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 si intitola infatti Leggere. Comprende 70 immagini realizzate in quarant’anni di carriera. Comprendono la serie che egli stesso ha riunito in un volume, pubblicato come omaggio al grande fotografo ungherese André Kertész, uno dei suoi maestri.

Non è un festival, ma a Modena c’è la possibilità di conoscere meglio il famoso fotografo americano, grazie all’ulteriore presenza di sei video con i consigli di McCurry sull’arte di fotografare e la sezione Leggere McCurry, dedicata ai libri pubblicati a partire dal 1985 con le sue foto.

Locarno. Spingiamoci oltre confine per quello che non è un festival che in un numero ridotto di giorni presenta più autori, ma una grande mostra che con una lunga tenitura raccoglie sotto un tema univoco il lavoro di molti fotografi famosi: così si presenta la mostra Look at me! con sottotitolo Il Corpo nell’Arte dagli anni ’50 a oggi, in programma a Locarno, in Svizzera, presso la Fondazione Ghisla Art Collection dall'8 settembre 2019 al 5 gennaio 2020. «In passato – spiega Annamaria Maggi, curatrice della mostra insieme ad Angela Madesani - la figura umana è stata l'imprescindibile strumento per comunicare storie e per dare forma visibile a sentimenti, credenze e concetti; ancor oggi, nonostante il moltiplicarsi di tendenze e prassi non figurative succedutesi nell’ultimo secolo, il corpo rimane ancora il protagonista della ricerca di molti degli autori contemporanei più radicali e interessanti: il corpo continua a venir chiamato dall'arte ad esser simbolo».

Dall’immagine di Irving Penn, datata 1949-1950, che introduce la mostra si passa ai nudi maschili di Robert Mapplethorpe, le immagini provocatorie di David Lachapelle, le donne in pose inequivocabilmente erotiche di Nobuyoshi Araki a quelle dure dell’americana Nan Goldin, alle donne, anche in declinazioni erotiche e voyeuristiche di Bettina Rheims, ai tableaux vivants di Vanessa Beecroft, alle immagini piene di contrasti di Andres Serrano. Soggetti delle fotografie di grandi dimensioni di Spencer Tunick sono gruppi di persone nude ritratte in contesti spiazzanti, come nel lavoro in mostra, che ha come sfondo il grande ghiacciaio dell’Aletsch in Svizzera. E molto altro questa mostra permette di scoprire.

Rimaniamo in Svizzera, pur se su un altro lago, per immergerci in una atmosfera lontana. È una scoperta dalle molte sfaccettature quella che permette il Museo delle culture Musec di Lugano. Nello spazio Maraini fino al 20 febbraio 2020 è possibile vedere una mostra che raccoglie antiche fotografie fine '800-inizi ‘900, con qualche punta fino agli anni ’50, di vari autori, da Wilhelm von Gloeden ad altri meno noti o anonimi. Racconta come venivano conosciuti allora i Paesi cosiddetti esotici: luoghi, ma soprattutto abitanti. Per loro era un primo incontro con l'obiettivo, per il pubblico europeo era la prima occasione di scoprire un mondo e un modo di vivere lontani. Le foto, finora mai esposte, vengono dalla collezione Musec a Zurigo e dalla collezione di Marco Fagioli. Il Musec si propone di rinnovare periodicamente l’esposizione proponendo altre foto per far conoscere la collezione e far scoprire il significato dell'esotismo allora e l'influenza che ebbe su varie arti.

Data di pubblicazione: settembre 2019
© riproduzione riservata

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