Dietro lo scatto
Pechino, Cina
Camilla Ferrari
La prima volta che ho messo piede nel quartiere di Shichahai, a Pechino, era notte. Il lago Houhai, uno dei tre di questa zona, era percepibile soltanto grazie ai riflessi dei lampioni e dei locali che ne costeggiano il perimetro.
La prima volta che ho messo piede nel quartiere di Shichahai, a Pechino, era notte. Il lago Houhai, uno dei tre di questa zona, era percepibile soltanto grazie ai riflessi dei lampioni e dei locali che ne costeggiano il perimetro. Concentrandosi si potevano vedere i profili neri delle piccole barche turistiche che ne solcano le acque.
Era anche la prima volta che ho sentito un senso di respiro in una città a me sconosciuta e, per molti versi, aliena. Ho scattato alcune fotografie quella sera, ho esplorato per un paio d’ore i dintorni, ma sapevo che avrei avuto bisogno di più tempo e, soprattutto, ero curiosa di capire cosa succedesse in quella zona quando il sole non era ancora tramontato.
Il giorno dopo sono tornata e ho passato una giornata intera a scoprire quelle vie e quel lago, la vita che si costruisce attorno ad esso e le persone che lo popolano. Sulla riva alcuni uomini si divertono a tuffarsi in acqua e rilassarsi con una nuotata, mentre nelle vie più interne alcuni carpentieri restaurano locali e ne costruiscono di nuovi.
Verso il tramonto i locali iniziano ad accendersi, il volume della musica si alza e i banconi dei bar cominciano a brulicare di ragazzi cinesi appassionati di karaoke.
Improvvisamente ho perso il senso di respiro che avevo provato il giorno precedente: il rumore dei bar era diventato assordante e, il vociare della gente, da confortante è diventato destabilizzante. Ho iniziato a camminare lontano dalla musica e dalla folla, lungo il lago, finché non ho notato alla mia destra un bagno pubblico; dalla porta usciva una luce gialla che come un faro illuminava la strada, e un uomo, in lontananza, fissava un punto nel vuoto degli hutong - stretti vicoli tipici della capitale cinese.
Mi sono fermata in attesa che la persona perfetta per la fotografia uscisse da quel bagno. Il giusto attore per la scenografia che avevo davanti agli occhi, per l’atmosfera di sospensione e alienazione che percepivo in quel momento.
Per circa un’ora ho aspettato, finché non ho visto una donna entrare con delicatezza tra le tende di plastica per poi uscire con un’espressione meditativa, quasi malinconica. Era lei il soggetto ideale per la mia storia.
La fotografia che ho scelto di raccontarvi per il ritorno di Dietro lo scatto, dopo due mesi di assenza, fa parte di un progetto che ho realizzato quest’estate, a Pechino. Ed è proprio l’atmosfera di cui vi ho parlato che dà il titolo al progetto: Aquarium. Un acquario dove, a volte, vieni osservato, come un pesce e, a volte, come una bambina curiosa, osservi.
Data di pubblicazione: ottobre 2017
© riproduzione riservata