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Come salvarsi la vista davanti al monitor

ODLab

Anche questo mese abbiamo a che fare con qualcosa di tangibile, di reale, qualcosa con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente: l'affaticamento degli occhi, con tutto ciò che ne consegue, dovuto alla lunga permanenza davanti a un monitor. Il nostro mago Visivig purtroppo non ha soluzioni ma, ancora una volta, noi abbiamo scoperto che c'è grande differenza tra i monitor e i loro effetti sulla nostra vista.

 
Quante ore passiamo in media davanti a un computer, per lavoro o per diletto? Bene, in certi casi estremi si arrivano a toccare anche le quattordici ore: sì, davvero troppo per occhi e salute mentale in generale. Non lo scopriamo certo noi adesso che lavorare al computer affatica, e non poco, la vista: è purtroppo un effetto inevitabile e l'impatto che ha sulla vista è ben più marcato rispetto al tempo trascorso davanti ad altri a dispositivi elettroluminosi e non. Che cosa si può fare quindi di concreto per ovviare a questo tipo di problema? EIZO, insieme all'Università giapponese di Kitasato, ha condotto una ricerca che ha analizzato a fondo le cause dell'affaticamento della vista anche al fine di sviluppare monitor in grado di proteggere gli occhi da questi effetti nocivi.

Vediamo che cosa si è evinto da questo studio. Per prima cosa ci si è chiesti se è la retroilluminazione dei monitor a LED ad affaticare maggiormente la nostra vista, dato che questo è un dato di fatto, emerso soprattutto da quando i monitor con questa tecnologia si sono decisamente diffusi sul mercato. Molti utenti, soprattutto quelli molto sensibili, percepiscono il lampeggiamento dei LED della retroilluminazione come un vero e proprio effetto di sfarfallio, effetto che, subdolamente colpisce la vista anche di coloro che non risentono direttamente di questo fenomeno.

Ma  cerchiamo di capire che cosa provoca lo sfarfallio nei monitor.

Sono due le tecnologie che stanno alla base della regolazione luminosa dei pannelli a LED dei monitor: la Pulse Wave Modulation o PWM (modulazione a impulsi) e la Direct Current o DC (corrente continua). La prima regola la luminosità gestendo gli intervalli di lampeggiamento dei pannelli a LED; ovviamente ci sono dei vantaggi nell'impiego di questa tecnologia (come la maggiore capacità di regolazione della luminosità e una circuitazione più semplice) ma anche svantaggi (l'on/off rapido dei LED può provocare proprio l'effetto di sfarfallio). Per ovviare a questo problema si è cercato di aumentare la frequenza di scansione dei monitor (prima 100Hz, poi 200Hz) ma l'effetto si ripresentava riducendo la luminosità del monitor, quando venivano visualizzate le immagini più scure.

La tecnologia a corrente continua DC invece regola la luminosità attraverso l'adattamento del pannello proprio alla quantità di corrente. Ma, anche in questo caso, si presentano dei vantaggi dal suo impiego (nessuno sfarfallio) e degli svantaggi (insorgenza di problemi di visualizzazione delle immagini scure).

A questo punto è stato effettuato un test visivo su un campione rilevante di utenti che hanno risposto, in gran parte, che effettivamente lo sfarfallio causava disturbi e affaticamento della vista. È stato per questo motivo che EIZO ha deciso di sviluppare una nuova tipologia di monitor che, in maniera ibrida, utilizzasse il meglio delle due tecnologie, per fare in modo che in presenza di luminosità intensa venga impiegata la tecnologia DC con corrente continua mentre con luminosità ridotta si attivi la tecnologia PWM.

Un altro punto importante riguarda proprio la luminosità del monitor che stiamo utilizzando. Apparentemente se il monitor è molto chiaro, cioè molto luminoso, le immagini riprodotte, così come i testi ovviamente, ci appaiono più leggibili ma l'eccessiva luminosità dei monitor è proprio una delle cause di maggior affaticamento della vista: lo sapevate? Ovviamente la risposta non sarà quella di lavorare d'ora in poi con monitor più scuri, poiché quella scelta li renderà meno leggibili affaticando altrettanto i nostri occhi. Come dicevano i saggi latini "in medio stat virtus", e cioè è nel mezzo che si trova la giusta posizione – adattando il motto al nostro discorso, ma non con un valore qualunque, ma sfruttando un sistema che sia in grado di valutare le condizioni luminose ambientali e regoli di conseguenza la luminosità del monitor. EIZO, per fare questo nel miglior modo, ha sviluppato per i suoi monitor la funzione Auto EcoView: la luminosità viene adattata automaticamente, riducendo l'affaticamento visivo provocato da una luce troppo intensa.

Altra fonte di affaticamento che fa molto parlare di sé ultimamente è la famigerata luce blu. Anche in questo caso EIZO ha condotto delle ricerche approfondite, prima di tutto per comprendere e posizionare correttamente la luce blu all'interno dello spettro luminoso.

La luce blu rappresenta una parte dello spettro luminoso visibile e la sua lunghezza d'onda confina direttamente conquella della luce ultravioletta.

I raggi ultravioletti sono costituiti, per il 99%, da raggi UVA dotati di una lunghezza d'onda compresa tra i 315 e i 400 nm e, nonostante la luce blu costituisca  un elemento visibile dello spettro luminoso, questa può comunque influenzare l'affaticamento della vista. Ciò dipende dal fatto che le lunghezze d'onda della luce blu e dell'irradiazione ultravioletta sono quasi equiparabili. Dagli studi EIZO sul legame tra tecnologia a LED e luce blu è emerso che l'apporto di luce blu nei dispositivi con retroilluminazione a LED e a CCFL (Cold Cathode Fluorescent Lamps – un altro metodo di retroilluminazione) è praticamente uguale.

Quindi che cosa si può fare al riguardo? Partendo dal presupposto che la luce blu può incidere negativamente sulla vista, sono stati effettuati dei test specifici per capire in che misura sia possibile ridurre l'apporto di luce blu attraverso la calibrazione del monitor.

Riducendo la temperatura colore la percentuale della luce aumenta (percentuale della luce rossa, nella prima immagine dello spettro visivo). Se diminuiamo la temperatura colore originaria dei nostri monitor (pari a 6.500-7.000 K) su valori di 5.000 K la percentuale di luce blu emessa diminuisce di circa il 20%. Ma c'è di più: riducendo la luminosità del monitor dal suo valore massimo a un valore medio (circa 120 cd/m²) e la temperatura colorie a un valore di 5.000 K l'emissione di luce blu si riduce a 1/6 del valore originale, un bel risultato, non c'è che dire!

Con l’ausilio di diverse tecnologie, EIZO ha notevolmente ridotto la luminosità e la temperatura dei colori dei propri monitor per ridurre efficacemente l'affaticamento della vista dovuto alla luce blu. Tramite il controllo automatico della luminosità di Auto EcoView e le preimpostazioni FineContrast Modalità carta (Paper Mode) si è riusciti a dare all'ambiente di visione il giusto comfort, tra l'altro con un effetto collaterale molto interessante: riducendo la luminosità dello schermo si riduce anche il dispendio energetico globale del monitor.

Per maggiori informazioni e tutti i diagrammi specifici vi invitiamo a visitare il sito di EIZO nella sezione Nozioni pratiche. Le immagini a corredo dell'articolo sono ©EIZO.

Arrivederci alla prossima!

 

 

Data di pubblicazione: novembre 2018
© riproduzione riservata

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