analisi csc mirrorless prima parteSecondo diversi esperti le mirrorless sono destinate nel corso del tempo a soppiantare completamente le reflex tradizionali. Si tratta di un'opinione certamente non condivisa da molti, che però guardando ai dati di mercato trova sicuramente almeno alcuni elementi a sostegno. Quello delle CSC è infatti l'unico segmento del grande mercato delle fotocamere digitali a non avere conosciuto flessioni o, quanto meno, ad avere limitato largamente i danni. La grande dinamicità di questo settore è confermata dai numerosi nuovi modelli introdotti sul mercato da quando ci siamo occupati dell'argomento, ovvero negli ultimi dodici mesi circa.

Le fotocamere a ottica intercambiabile prive di pentaspecchio, questa la lunga e tortuosa interpretazione in italiano del ben più intuitivo e memorizzabile termine inglese 'mirrorless', non cessano infatti di incontrare i favori del mercato e quasi tutti i produttori continuano a sfornare a ritmo (relativamente) sostenuto nuovi modelli sempre più sofisticati, nonostante la generale contrazione del mercato globale della fotografia digitale abbia portato anche in questo segmento a una notevole razionalizzazione dell'offerta di prodotti. Il risultato di questa evoluzione tecnologica è che oggi troviamo in commercio una varietà di modelli di CSC (Compact System Camera), altra diffusa denominazione delle mirrorless, largamente superiore alle reflex tradizionali, i cui modelli di punta – le mirrorless full frame – hanno ormai ben poco da invidiare per performance e caratteristiche alle DSLR più moderne, di cui ci siamo occupati ultimamente ('Reflex parte prima e seconda). DSLR che pressate da un lato dalle mirrorless, dall'altro dalle LSC (Large Sensor Compact), segmento in forte crescita su cui ci siamo soffermati recentemente ('Large Sensor Compact: all'avanguardia nella fotografia digitale'), sembrano oggi se non in declino quanto meno in forte affanno.

Rammentato al lettore che come sempre le specifiche tecniche complete di tutte e fotocamere di cui parleremo sono consultabili nel comparatore di Fotoguida.it e che – per ragioni di spazio – abbiamo limitato questa nuova analisi ai modelli rilasciati successivamente a quelli esaminati nello studio precedente ('Il mercato delle Compact System Camera. Prima, Seconda, Terza, Quarta parte), esaminiamo il panorama mondiale delle mirrorless di ultima generazione, rimandando il lettore alla lettura degli articoli suindicati per la descrizione dei modelli meno recenti ma certo non meno interessanti.

logo canon

 

 

Canon EOS M3Scarsamente entusiasta nei confronti delle mirrorless, come dimostra la solitaria e poco riuscita EOS M di metà 2012 (descritta in 'Il mercato delle Compact System Camera. Prima parte'), Canon sembra ora avere cambiato opinione al riguardo e, dopo la fugace apparizione della EOS M2 del 2013, riservata al mercato asiatico-giapponese e giunta col contagocce negli altri Paesi, nel volgere di pochi mesi ha rilasciato il successore di quest'ultima, la EOS M3 (nella foto), e un modello entry-level denominato EOS M10. Annunciate rispettivamente a febbraio e ottobre 2015, le CSC targate Canon beneficiano di un sensore di grandi dimensioni, nella fattispecie in formato APS-C (22,3 x 14,9mm), che assicura loro performance avanzate grazie anche al processore di ultima generazione DIGIC 6. EOS M3 (descritta su Fotoguida.it) e M10 (annunciata recentemente) incarnano al meglio il concetto di moderna CSC. Leggere e compatte, in particolare la entry-level M10, si caratterizzano per un sensore CMOS da 24,2M (18 megapixel), EVF opzionale (solo EOS M3), sistema autofocus a rilevamento di fase a 49 punti AF con tecnologia Hybrid CMOS AF III, che ha risolto i problemi del mal riuscito sistema AF della EOS M, display LCD touch inclinabile di 3'' da 1.040.000 punti, attacco obiettivo Canon EF-M, supporto Raw, sensibilità ISO nativa 100 – 12800 (estesa 100 – 25600), velocità di scatto continuo di 4,6fps, capacità video full HD 1080p30 con audio stereo nei formati MPEG4 e AVC/H.264, flash incorporato, slitta a contatto caldo (solo EOS M3) e connettività Wi-Fi con NFC. Pesanti pronta all'uso rispettivamente 366gr e 301gr, le nuove CSC Canon sembrano avere superato i difetti della capostipite EOS M, essendo finalmente attrezzate per contrastare l'agguerritissima concorrenza. In particolare la EOS M3 appare essere per molti versi una EOS 750D priva di pentaspecchio e integrata in un corpo più leggero e compatto, mentre la entry-level EOS M10 sembra avere tutte le carte in regola per surclassare le rivali equipaggiate con sensori di minori dimensioni. Nel terzo trimestre 2015 la EOS M3 aveva un prezzo medio di 629 euro per il kit con zoom 18-55mm mentre la nuovissima EOS M10 aveva un prezzo medio iniziale di 594 euro per il kit con il nuovo zoom 15-45mm.

logo fujifilm

 

 

Fujifilm X-A2Tradizionalmente molto attiva nel segmento mirrorless, Fujifilm ha aggiornato recentemente la fascia entry-level con la X-A2, erede dell'ancora recente capostipite X-A1 dell'ottobre 2013, descritta su Fotoguida.it. Come la progenitrice, la X-A2 è il modello base delle CSC con il marchio Fujifilm e utilizza un sensore basato su un tradizionale array di filtri colore tipo Bayer anziché sulla tecnologia X-Trans caratteristica delle fotocamere Fujifilm X, presente invece sulla X-M1 del luglio 2013, di cui abbiamo parlato sia su Fotoguida sia nel nostro precedente studio sulle mirrorless ('Il mercato delle Compact System Camera. Prima parte'), al quale rimandiamo per maggiori dettagli. La Fujifilm X-A2 è una mirrorless compatta incentrata su un sensore CMOS APS-C (23,6 x 15,6mm) da 16,3M coadiuvato da un moderno processore EXR II. Un efficace sistema autofocus a rilevamento di fase a 49 punti AF, display LCD inclinabile di 3'' da 920.000 punti, attacco obiettivo Fujifilm X, supporto Raw, sensibilità ISO nativa 200 – 6400 (estesa 100 – 25600), velocità di scatto continuo di 5,6fps, capacità video full HD 1080p30 con audio stereo nei formati H.264 e MOV, flash incorporato, slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi completano le caratteristiche di questa CSC leggera (peso equipaggiato di 350gr), intuitiva e 'selfie-friendly', che rappresenta una valida scelta per l'appassionato che si avvicina per la prima volta al mondo mirrorless. Nel terzo trimestre 2015 la Fujifilm X-A2 aveva un prezzo medio di 478 euro per il kit con zoom 16-50mm di seconda generazione mentre la precedente X-A1 era acquistabile mediamente a 404 euro per il kit con zoom 16-50mm di prima generazione. Per completare il quadro delle CSC Fujifilm di fascia bassa, la X-M1 nello stesso periodo aveva un prezzo medio di 448 euro per il kit con zoom 16-50mm di prima generazione.

Fujifilm X-T10Anche la fascia midrange delle mirrorless Fujifilm ha registrato recentemente un'interessante novità con l'uscita a giugno 2015 della X-T10, sorella minore dell'ammiraglia X-T1 della quale riprende molte caratteristiche. La X-T10 sembrerebbe essere andata a sostituire in questa porzione di mercato l'eccellente X-E2 di fine 2013 (di cui abbiamo parlato sia su Fotoguida.it sia nel precedente articolo 'Il mercato delle Compact System Camera. Prima parte'). Annunciata recentemente, la X-T10 come detto si presenta come una versione più leggera della professionale X-T1, della quale mantiene il sensore X-Trans CMOS II in formato APS-C da 16,3M supportato dal processore EXR II e l'EVF ad alta risoluzione da 2.360.000 punti con copertura del 100%, integrandoli con una versione ulteriormente migliorata del sistema autofocus a rilevamento di fase a 49 aree AF di precisione/77 aree AF per soggetti in movimento, display LCD inclinabile di 3'' da 920.000 punti, attacco obiettivo Fujifilm X, supporto Raw, sensibilità ISO nativa 200 – 6400 (estesa 100 – 51200), velocità di scatto continuo di 8fps, capacità video full HD 1080p50/60 con audio stereo nei formati H.264 e MOV, flash incorporato (sulla X-T1 è solamente esterno), slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi. Rinunciando ad alcune caratteristiche, quali la tropicalizzazione e la presa per microfono esterno, la X-T10 ha visto ridursi il peso equipaggiato a 381gr contro i 440gr della X-T1 mantenendo però il robusto corpo in lega di magnesio e i controlli manuali completi con tre ghiere superiori. La X-T10 sembra dunque avere tutte le carte in regola per bissare il successo dei precedenti modelli della serie X, grazie anche un prezzo medio molto favorevole: 664 euro per il solo corpo nel terzo trimestre di quest'anno contro i 637 euro sempre solo corpo della X-E2.

Per completare il panorama delle mirrorless Fujifilm l'ammiraglia X-T1, di cui abbiamo parlato sia Fotoguida.it sia in 'Il mercato delle Compact System Camera. Prima parte', al quale rimandiamo per il confronto con la X-T10, ad agosto ha registrato l'annuncio della versione X-T1 IR caratterizzata da una versione del sensore in grado di percepire anche la porzione UV e infrarossa (IR) nella fascia 380nm – 1000nm dello spettro luminoso. Nel terzo trimestre 2015 la X-T1 aveva un prezzo medio solo corpo di 1.059 euro mentre la X-T1 IR, non ancora disponibile, dovrebbe avere un prezzo solo corpo di circa 1.700 dollari.

logo leica

Leica SL (Typ 601)La più recente, interessante e per certi versi controversa novità nel segmento delle mirrorless giunge da Leica, che alla APS-C Leica T (Typ 701) di maggio 2014 ha affiancato recentemente la full frame Leica SL. Mentre la Leica T, già descritta su Fotoguida.it oltre che nel precedente articolo 'Il mercato delle Compact System Camera. Prima parte', è una CSC di notevoli caratteristiche ma tutto sommato tradizionale, pur con l'eccellenza della qualità Leica, la Leica SL (Typ 601) appare per alcuni aspetti esagerata se non controversa. Caratterizzata come detto da un sensore CMOS full frame (36 x 24mm) da 24M simile a quello presente sull'eccezionale SLC Leica Q (Typ 116), qui in variante priva di filtro passa-basso, integrato da un potente processore d'immagine Maestro II, la Leica SL si contraddistingue per l'EVF ad altissima risoluzione XSGA da 4.400.000 punti con copertura del 100%, il sistema autofocus a rilevamento contrasto a 49 aree AF, il corpo tropicalizzato in allumino monoblocco fresato, il display LCD touch fisso di 2,95'' da 1.040.000 punti, l'attacco Leica L compatibile tanto con gli obiettivi full frame tropicalizzati dedicati Leica SL quanto con gli obiettivi APS-C Leica T (ri-denominati per l'occasione Leica TL), tutti stabilizzati (i corpi macchina Leica infatti sono privi di stabilizzazione), il supporto Raw in formato DNG, la sensibilità ISO nativa 50 – 50000, la velocità di scatto continuo di 11fps, la capacità video 4K 2160p24/30 con audio stereo nei formati MP4 e MOV, le connessioni complete (HDMI, USB 3.0, microfono, cuffia, x-jack, slitta a contatto caldo), il GPS e la connettività Wi-Fi integrata. Pesante pronta all'uso addirittura 847gr (a titolo di paragone la Leica T pesa soltanto 384gr), valore che supera il chilogrammo con grip esterno opzionale, la Leica SL è caratterizzata dall'assenza dei classici controlli dedicati, sostituiti da controlli contestuali personalizzabili dall'utente secondo le proprie preferenze, una scelta quantomeno controversa e non intuitiva almeno nell'immediato. Ineccepibile in quanto a performance e caratteristiche, come è lecito attendersi da una fotocamera Leica, la SL (Typ 601) è però ingombrante e pesante quanto una DSLR professionale e quasi altrettanto costosa della DSLR medio formato Pentax 645Z: il prezzo iniziale solo corpo dovrebbe essere infatti superiore a 7.000 euro! Per completezza d'informazione, l'eccellente Leica T (Typ 701) nel terzo trimestre 2015 aveva un prezzo medio solo corpo di 1.580 euro.

logo nikon

 

 

 

A differenza della storica rivale Canon, Nikon ha proposto fin dall'inizio una gamma completa di mirrorless articolata su modelli entry-level, midrange e high-end, tutti basati su un formato sensore da 1'', una scelta che se da un lato consente di realizzare fotocamere più leggere e compatte rispetto alle concorrenti dall'altro ne penalizza le performance rispetto ai più grandi formati APS-C o Quattro Terzi. L'esponente più recente della famiglia Nikon 1 e anche l'unico rilasciato successivamente al precedente articolo in cui abbiamo descritto le CSC Nikon ('Il mercato delle Compact System Camera. Seconda parte'), al quale rimandiamo per maggiori dettagli al riguardo, è la Nikon 1 J5 annunciata ad aprile 2015. Quest'ultima si posiziona nella porzione superiore della fascia entry-level, andando ad affiancare la precedente Nikon 1 J4 (descritta anche su Fotoguida.it) e collocandosi un gradino al di sopra della basica Nikon 1 S2 (annunciata su Fotoguida) e al di sotto della contemporanea high-end Nikon 1 V3 (descritta sempre su Fotoguida).

Nikon 1 J5La Nikon 1 J5, di cui si è parlato anche su Fotoguida.it, estremamente compatta e leggera (peso equipaggiato di 265gr contro i 230gr circa delle precedenti J4 e S2), rispetto a queste ultime guadagna una seconda ghiera di controllo superiore e un nuovo sensore CMOS retroilluminato Nikon CX da 1,0" (13,2 x 8,8mm) di 20,8M di risoluzione, privo di filtro passa basso come nella J4, coadiuvato da un moderno processore Expeed 5A. Il sofisticato ed efficace sistema autofocus ibrido a 171 aree a rilevamento di contrasto e 105 aree a rilevamento di fase, il display LCD touch inclinabile di 3'' da 1.037.000 punti, l'attacco obiettivo Nikon 1, il supporto Raw, la sensibilità ISO nativa 160 – 12800, la velocità di scatto continuo di 20fps con AF continuo o 60fps senza, la capacità video 4K 2160p15 o full HD 1080p60 con audio stereo nei formati MOV, H.264 e MPEG4, il flash incorporato (assente la slitta a contatto caldo per il supporto di flash esterno) e la connettività Wi-Fi con NFC completano le caratteristiche di questa CSC molto completa e ricca di funzioni per la fascia di appartenenza, che ne fanno una concorrente particolarmente agguerrita per le dirette rivali, segnatamente Canon EOS M10, Fujifilm X-A2, Olympus PEN PL-7, Panasonic Lumix DMC-GF7, Pentax QS-1, Samsung NX3000 e Sony A5100, che però dispongono tutte di sensori più grandi (eccettuata la Pentax QS-1 che incorpora un sensore ancora più piccolo di 1/1,7"). Da ricordare tra le CSC Nikon anche la Nikon 1 AW1, prima e, al momento unica, mirrorless subacquea, descritta in 'Il mercato delle Compact System Camera. Seconda parte'. In tema di prezzi, la Nikon 1 J5 si posiziona favorevolmente, con una media nel terzo trimestre 2015 di 471 euro per il kit con zoom 10-30mm PD. Nello stesso periodo le precedenti e contemporanee (maggio 2014) Nikon 1 S2, Nikon 1 J4, Nikon 1 V3 e Nikon 1 AW1 avevano un prezzo medio rispettivamente di 318 euro (kit con zoom 11-27,5mm), 398 euro (kit con zoom 10-30mm PD), 896 euro (kit con zoom 10-30mm) e 704 euro (kit con zoom 11-27,5mm).

logo olympus

 

 

Olympus, fin dal principio uno dei principali sostenitori del concetto mirrorless, propone due linee di CSC ricche di modelli: la famiglia PEN dallo stile vintage e la famiglia O-MD dal look più moderno. La razionalizzazione dei modelli che ha contraddistinto negli anni recenti un po' tutti i produttori ha riguardato anche Olympus, che rispetto al precedente articolo al riguardo ('Il mercato delle Compact System Camera. Seconda parte') ha aggiornato solamente la linea O-MD, lasciando quale ultimo esponente in ordine di tempo della famiglia PEN l'ottima midrange E-PL7, annunciata a Photokina 2014 e in commercio da ottobre 2014. A essa si affiancano la valida entry-level E-PM2 (sul mercato da ottobre 2012), le precedenti e ancora moderne midrange E-PL6 (giugno 2013) e E-PL5 (settembre 2012) e l'ottima high-end E-P5 (in commercio da giugno 2013, descritta anche su Fotoguida.it), delle quali abbiamo parlato nell'articolo suindicato e al quale rimandiamo per maggiori informazioni. Quanto meno una citazione è d'obbligo anche per la nuovissima Olympus Air A01, una 'camera unit' esterna per smartphone e tablet con sensore Quattro Terzi da 16,1M, confrontabile con la 'lens style camera' Sony QX1. Annunciata a giugno 2015, questa interessante CSC non è però ancora disponibile in Italia e non se ne conosce il prezzo. In tema di prezzi, nel terzo trimestre 2015 le citate E-PM2, E-PL5, E-PL6, E-PL7 ed E-P5 erano contraddistinte da prezzi medi rispettivamente di 467 euro, 457 euro e 492 euro (sempre per il kit con zoom 14-42mm), 552 euro (kit con zoom 14-42mm di seconda generazione) e 730 euro (solo corpo).

Olympus O-MD E-M10 Mark IILa linea O-MD come detto è stata invece aggiornata recentemente con la entry-level O-MD E-M10 Mark II, che è andata ad affiancare la O-MD E-M10 di febbraio 2014 descritta su Fotoguida.it oltre che nel precedente articolo citato. Sul mercato da settembre 2015, la O-MD E-M10 Mark II riprende le caratteristiche della progenitrice aggiornandole con altre mutuate dalla recente O-MD E-M5 Mark II. Mantenendo il medesimo sensore Live MOS nel classico formato Quattro Terzi (17,3 x 13mm) di 16,1M e il moderno processore TruePic VII che caratterizzano la O-MD E-M10, la Mark II (annunciata su Fotoguida) propone un più sofisticato sistema di stabilizzazione a 5 assi rispetto ai tre della progenitrice, un più capace EVF da ben 2.360.000 punti di risoluzione con copertura del 100%, un efficace sistema autofocus a 81 punti AF, un sofisticato otturatore elettronico che consente tempi di scatto fino a 1/16000, un display LCD touch inclinabile di 3'' da 1.037.000 punti e un attacco obiettivo Micro 4:3. Supporto Raw, sensibilità ISO nativa 100 – 25600, velocità di scatto continuo di 8,5fps, capacità video full HD 1080p50/60 con audio stereo nei formati MPEG4, AVC/H.264 e MJPEG, flash incorporato, slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi integrata completano le caratteristiche di questa CSC molto completa e sofisticata per la fascia di appartenenza. Pesante pronta all'uso 390gr, la O-MD E-M10 Mark II è una mirrorless dalle ottime caratteristiche con un prezzo iniziale solo corpo di 570 euro, mentre la precedente O-MD E-M10 nel terzo trimestre aveva un prezzo medio sempre solo corpo di 477 euro.

Olympus O-MD E-M5 Mark IIAnche la fascia midrange delle CSC Olympus è stata aggiornata in tempi recenti con l'uscita della O-MD E-M5 Mark II, che è andata a sostituire la progenitrice O-MD E-M5 del settembre 2012, già descritta su queste pagine oltre che nel precedente articolo 'Il mercato delle Compact System Camera. Seconda parte'. La O-MD E-M5 Mark II, annunciata a gennaio 2015, si posiziona un gradino al di sotto della professionale O-MD E-M1 di ottobre 2013, descritta su Fotoguida.it oltre che nell'articolo succitato. La O-MD E-M5 Mark II integra un sensore Live MOS Quattro Terzi da 16,1M coadiuvato da un processore di ultima generazione TruePic VII, un sofisticato sistema di stabilizzazione a 5 assi (contro i 3 della O-MD E-M5), un più capace EVF da 2.360.000 punti di risoluzione con copertura del 100%, un efficace sistema autofocus a 81 punti AF, un display LCD touch inclinabile di 3'' da 1.037.000 punti e naturalmente un attacco obiettivo Micro 4:3. Supporto Raw, sensibilità ISO nativa 100 – 25600, velocità di scatto continuo di 10fps (contro 4,2fps della O-MD E-M5), capacità video full HD 1080p50/60 con audio stereo nei formati MPEG4, AVC/H.264 e MJPEG, flash incorporato, slitta a contatto caldo e connettività Wi-Fi integrata completano le caratteristiche di questa CSC molto sofisticata, contraddistinta anche come la progenitrice dal corpo in lega tropicalizzato. Pesante pronta all'uso 496gr contro i 425gr della O-MD E-M5, la O-MD E-M5 Mark II si presenta come una delle migliori CSC del momento, particolarmente completa nei controlli e nelle funzionalità, che nel terzo trimestre 2015 aveva un prezzo medio solo corpo di 985 euro, in linea con le pari classe. Nello stesso periodo la precedente O-MD E-M5 aveva un prezzo medio solo corpo di 657 euro, mentre la professionale O-MD E-M1 era acquistabile mediamente a 1.085 euro sempre solo corpo.

Data di pubblicazione: dicembre 2015
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