Editoriale

Marzo - Aprile 2020, Anno XIV, N. 103

Ezio Rotamartir

La prima parte di questo editoriale era stata scritta quasi tre settimane fa. Voleva essere un'esortazione a tornare a vivere, un augurio per tutti e anche scritto per scacciare i cattivi pensieri che cominciavano a farsi largo anche nella mia testa. Poi è successo quello che sappiamo quindi le riflessioni hanno preso una strada diversa...

Westside sunset - ©Ezio Rotamartir 2020 - osservatoriodigitale di marzo-aprile 2020 - n.o 103

Come in tutte le cose di questo mondo ci sono due facce della stessa medaglia: anche per la fotografia ai tempi del coronavirus vale la stessa legge ed è per questo che assistiamo a comportamenti distopici in questi giorni di psicosi diffusa e paura del contagio. C'è chi è fatalista e se ne impipa degli allarmi e chi muore di paura ancor prima di aver capito che cosa in raealtà sta accadendo.

Come tutti saprete la nostra redazione ha sede a Milano che, negli ultimi tempi, è sembrata la nuova Gomorra mediatica, centro di tutti mali e le paure a causa dell'infezione diffusa di quel Covid-19 arrivato dalla Cina attraverso l'apparato respiratore di uno sconosciuto paziente zero (forse ora identificato con un cittadino tedesco) e diffusosi grazie all'altissima attività sociale del paziente uno, l'ormai famoso viaggiatore di Codogno di ritorno proprio dalla terra del dragone.
Come risposta al bombardamento a cui siamo stati sottoposti da giornali, televisione e web ognuno ha risposto come ha creduto meglio ma, di certo, la città non si è svuotata come hanno voluto far credere e la popolazione si è divisa in due grandi fazioni di pensiero e attitudine: i pessimisti e le persone che hanno continuato a vivere la vita di tutti i giorni. Così abbiamo avuto modo di riscontrare che molti hanno bellamente continuato ad andare al lavoro oppure in giro magari, abbiamo visto anche quelli, con la fotocamera al collo.

Tanti i turisti che con la loro mascherina vagavano per le vie del centro città facendo fotografie a questo o quello scorcio con un pizzico di disappunto perché il Duomo e altre meraviglie erano chiuse su ordine delle autorità competenti. La vita però ha continuato il suo corso e, in moltissimi, hanno deciso di seguirlo. Al contrario c'è stato anche chi, temendo di andare incontro a morte sicura, si è chiuso in casa azzerando ogni attività, non prima di aver fatto incetta di genere alimentari e altro come se davvero non ci fosse un domani.

Scene di ridicolo quotidiano, che si sono svolte davanti ai nostri occhi, con famiglie che si dividevano alla guida di carrelli della spesa stracolmi, pronti per affrontare chissà quale calamità, così da rendere felici solo i gestori dei supermercati che, per qualche giorno, hanno visto stravolte le statistiche d'incasso e le previsioni di reintegro delle scorte. Il peggio è alle spalle? Non lo sappiamo ma di certo andiamo verso un bellissimo periodo dell'anno per la fotografia. Numerosi gli annunci e le presentazioni di prodotto – controtendenza proprio riguardo a quanto detto nell'editoriale dello scorso mese di febbraio – a garantire qualcosa di nuovo per tutte le tasche così da poter affrontare pronti il periodo più luminoso e pieno di colori dell'anno: l'imminente primavera.

Sembra che solo da un paio di settimane gli italiani abbiano imparato a lavarsi le mani: o siamo davvero un popolo di esseri sudici oppure veniamo trattati come degli imbecilli ed è per questo che esorto tutti a essere resilienti (per usare un termine molto in voga) e a sfruttare quest'occasione per riflettere, va bene, ma anche continuare a vivere.

Abbiamo del tempo libero che non ci aspettavamo? Quale occasione migliore per fare un po' di editing e riordinare le moltissime foto che "riposano" lì, tra schede di memoria e dischi rigidi? Oppure, se siete tra quei pochi super organizzati e ordinati che hanno il proprio catalogo in perfetto stato, perché non prendere il corredo e andare a visitare qualche luogo mai visto o semplicemente fare una gita al mare, in montagna o anche solo in campagna per fare qualche scatto?

Questo è quanto scrivevo circa due settimane e mezzo fa vedendo che cosa stava accadendo intorno a noi. Le autorità tendevano a sdrammatizzare, a sottolineare che la città non si sarebbe fermata e invitava alla calma ma anche alla ripresa della normalità; si pensava che tutto sarebbe ritornato entro i normali limiti di qualche tempo prima nel giro di poco tempo, una settimana, massimo due.

Oggi sappiamo benissimo invece come è andata. Mezzo Paese è ridotto a zona rossa o arancione, comunque sottoposto a vincoli e ristrettezze che rasentano la legge marziale: non pensiate che stia esagerando, c’è proprio l’Esercito a presidiare i punti nevralgici delle zone più a rischio e se il giro di vite dovesse farsi ancora più stringente nessuno ci vieta di pensare che possano essere introdotte misure ancor più drastiche.
Speriamo di no.

L’esortazione è quella di restare a casa, in casa, senza avere contatti con un gran numero di persone affinché si possa scongiurare il diffondersi della patologia: anche qui la medaglia ha due volti e ai “pessimisti” iniziali si sono aggiunte le persone ragionevoli e di buona volontà e senso civico contrapposte a tutti coloro che, come dicevo prima, se ne impipano di allerte e segnali e altrettanto dei divieti continuando a fare la loro vita “normale”.

Forse non si sono accorti che di normale ormai non c’è più niente. Sono quelli che pensano che “tanto accadrà a qualcun altro, non a me”.

È ovvio che quello che ci viene chiesto è un sacrificio. Ieri il sole splendeva e il cielo era terso: sembrava proprio una buona opportunità per fare una bella gita e fare un po’ di foto. Niente da fare, meglio rinunciare anche se ci costa uno sforzo di volontà notevole.

Per parlare, infine, di notizie che riguardano il mondo della fotografia c’è ancora un altro aspetto negativo, rappresentato dalla carenza di prodotti alla quale si deve già far fronte. Come tutti sappiamo la stragrande maggioranza dei produttori si avvale di parti costruttive o di terzisti cinesi e, ormai da quasi un trimestre, le attività produttive in Cina sono scese drammaticamente (si parla di cifre comprese tra il 16 e l'87%) costringendo tutti i settori a rivedere stime di vendita e di approvvigionamento. Facciamo due esempi, la recente X-T4 di Fujifilm e la Nikon D6 il cui arrivo sul mercato era previsto proprio per marzo potrebbe essere vittime illustri di questa situazione: non che gli altri marchi siano tranquilli, visto che il Giappone utilizza su ampia scala le manifatture cinesi per i suoi prodotti.

Ci sarà davvero da avere pazienza, pensando a tutti i risvolti economici negativi che dovremo affrontare. Dico dovremo perché in un’economia così globalizzata i problemi li dovremo affrontare in qualche modo tutti. Prima di salutarvi voglio ricordare che anche questo mese potrete leggere osservatoriodigitale nella versione impaginata scaricabile e stampabile così come su issuu.com

Quindi per il bene di tutti vi esorto a rispettare le direttive e le restrizioni che ci vengono imposte.

E in un momento così stringiamoci tutti in un abbraccio virtuale. Coraggio!

Ezio Rotamartir

 

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