Dietro lo scatto

Sol de Mayo & Giorgio

Marianna Quartuccio

Per essere credibili, bisogna sempre essere onesti e chiari: io e Gianluca ci conosciamo da molti anni; abbiamo condiviso un percorso simile; ci confrontiamo sui nostri progetti e nonostante questo c’è un però… Un però che riguarda la sua capacità di entrare nelle storie e di posare lo sguardo su ciò che gli altri non notano; un però, legato alla sua decisione di non cercare la spettacolarizzazione, ma di voler raccontare una storia.

 ©Gianluca Colonnese 2019 – Gauchos – OD96

Per essere credibili, bisogna sempre essere onesti e chiari: io e Gianluca ci conosciamo da molti anni; abbiamo condiviso un percorso simile; ci confrontiamo sui nostri progetti e nonostante questo c’è un però...

Un però che riguarda la sua capacità di entrare nelle storie e di posare lo sguardo su ciò che gli altri non notano; un però, legato alla sua decisione di non cercare la spettacolarizzazione, ma di voler raccontare una storia

Lo ha dimostrato con il lavoro di “Giorgio”, con il quale, si è classificato al terzo posto al concorso internazionale “MI.FA. 2018”, che ha come protagonista Giorgio, un ragazzo di 20 anni, affetto da sclerosi multipla. Lo scopo di Gianluca è stato quello di raccontare Giorgio come ragazzo e non come disabile: non ha posto l’accento sulla malattia, ma ha raccontato la sua quotidianità, in un modo così semplice e diretto, da arrivare direttamente al cuore. All’effetto Grande Fratello ha preferito l’entrare far parte della vita di Giorgio e di raccontarla dall’interno, annullando la distanza con il mondo della disabilità.

©Gianluca Colonnese 2019 – Gauchos – OD96

Lo ha confermato con il lavoro “Sol de Mayo El gaucho y la ganadería” che è in mostra presso Villa Brivio a Nova Milanese: la mostra è stata promossa dalla Libera accademia di Pittura e curata da Raoul Iacometti, autore dell'anno 2015 FIAF.

In Argentina Gianluca è andato con la curiosità di chi vuole andare oltre l’ovvio e la consapevolezza di essere in grado di trovare la chiave per farlo; e ci è riuscito parlando delle tradizioni, partendo dal forte legame che gli argentini hanno con le proprie origini. Se paragoniamo l’Argentina a un albero, le tradizioni, raccontate da Gianluca, sono le radici, che la nutrono e le permettono di crescere.

L’immagine di apertura della mostra è un’immagine di speranza e di fiducia verso il futuro; la scelta di realizzare questo lavoro a colori fa leva sulle emozioni e sul senso di appartenenza di un popolo, su un senso di comunità, che negli ultimi tempi sembra essersi perso.

Conoscendolo sono sicura che il rapporto di Gianluca con l’Argentina non si può dire concluso.

©Gianluca Colonnese 2019 – Gauchos – OD96

Capirete quindi i miei “però” e la decisione di parlarvene: “conflitto di interesse” a parte, sono dell’idea che i lavori di Gianluca meritino di essere conosciuti e sostenuti. E quando mi dicono che nel mondo della fotografia, c’è solo competizione e invidia penso a Gianluca e alla mia fortuna di averlo incrociato: a tutte le emozioni che mi hanno regalato i suoi scatti; a tutte le sue critiche, che mi hanno aiutato a crescere.

Potrei continuare con la lista dei motivi per cui la mostra va vista ma rischierei di fare la lista della spesa, per cui lascio spazio alle sue foto, suggerendovi di visitare il suo sito https://gianlucacolonnese.myportfolio.com

Data di pubblicazione: marzo 2019
© riproduzione riservata

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