Camera con vista - W. Meregalli

Camera con vista

Aurora boreale e dintorni

Walter Meregalli

Ritorniamo a parlare di fotografia di viaggio riguardando gli appunti di una spedizione che ci ha portato fin nella parte settentrionale della già settentrionale Norvegia a caccia di uno dei più emozionanti spettacoli della Natura.

Aurora boreale – ©Walter Meregalli 2019 – OD96

Il freddo non fa sconti e, oltre ai miei polpastrelli, cominciano a farne le spese anche le batterie della mia Nikon e i cristalli liquidi del display, che sembrano addirittura affaticati nel formare l’immagine appena scattata. Oltre l’orizzonte, sopra l’orlo azzurrognolo delle montagne innevate, le lame di luce verde acida danzano al ritmo di una musica muta.

Mi torna in mente a qualcosa che ho letto sul magazine della compagnia aerea, mentre volavamo da Copenhagen a Tromsø. Quelle luci nel cielo sono le piume in fiamme dei cigni che hanno osato volare oltre l’atmosfera terrestre.

So bene che non è così, come so che le luci dell’aurora boreale non siano le anime dei morti che danzano, né tantomeno gli spiriti che mostrano il loro disappunto per i comportamenti erranti dei mortali. Lo so bene, ma mentre inquadro, sembra davvero che le superstizioni popolari vogliano prendere il sopravvento sulla scienza, merito anche di quello spettacolo surreale ed unico che imperversa sulla mia testa. Siamo arrivati a Tromsø qualche giorno fa e, più del freddo, a impressionarmi è stato fare i conti col buio, che ti sorprende poco dopo l’ora di pranzo e indugia ben oltre le nove del mattino. È una condizione singolare, che ti costringe a riprogrammare con cura e attenzione tutte le attività, fotografiche e non.

Siamo qui fuori da ormai quasi un’ora e le luci del nord hanno dato spettacolo per tutto il tempo. Sciami colorati, spirali, raggi improvvisi, si rincorrono nel cielo trapuntato di stelle e spesso mi ritrovo i pensieri impacciati, che, invece ragionare di tempi e diaframmi, si ritrovano a fare voli pindarici tra le superstizioni locali e le fantasie di bimbo. Penso a quanto abbia atteso questo momento magico e a come anni di attesa e di continui rimandi siano stati largamente ripagati dalla natura - e se invece fossero davvero le anime dei morti?

Ogni fotografo dovrebbe inserire nella propria personalissima lista di cose da fotografare almeno una volta nella vita l’aurora boreale, poiché né la paura del freddo né i costi decisamente alti della Scandinavia, dovrebbero avere alcun potere di veto.

Aurora boreale 2 – ©Walter Meregalli 2019 – OD96

Siamo fuori, nel freddo e nel buio, da quasi un’ora e i miei compagni di viaggio stanno sperimentando tutte, ma proprio tutte, le difficoltà di questo tipo di fotografia.

Chi non riesce a mettere a fuoco, chi inveisce contro il freddo, chi se la prende coi tempi troppo lunghi o col sensore che tira dentro troppo rumore.

Ahimé questa è la dura sorte che spetta ai fotografi che osano affrontare la fotografia notturna e scelgono di portarla a latitudini estreme, in senso geografico, anche.

Una ricetta per l'aurora.

Odio le scorciatoie, odio i bigini e a dirla tutta sono piuttosto a disagio quando qualcuno guarda una mia foto e mi rivolge la classica domanda "come l'hai scattata?".

Sono per usare la testa, sempre, ma ammetto che a meno venticinque, esposti ai venti glaciali della notte scandinava, contare su qualche ricetta pratica può fare comodo.

Ed ecco dunque la ricetta: ISO 3200, 5” di tempo di posa e ƒ/2.8, con un bel grandangolo montato sul corpo macchina, a sua volta, saldamente agganciato ad un cavalletto.

Ecco! L'ho scritto ormai, anche se chiaramente questi parametri vanno presi come punto di partenza, perché fotografare l'aurora boreale è soprattutto un percorso fatto di tentativi.

Siate rapidi, siate pronti.

Questi sono i primi due consigli che mi sento di dare, dopo la prima notte che abbiamo passato col naso all'insù.

Nel buio tutto si fa più difficile ed è fondamentale che sappiate sempre dove si trovino pulsanti e ghiere sulla vostra attrezzatura, ma soprattutto come fare per impostare rapidamente questo o quel parametro. Siate rapidi, perché l'aurora può indugiare sulle vostre teste per ore, come può scomparire dopo appena una manciata di minuti.

Il freddo frustra la capacità di attenzione, la spunta, l'anestetizza.

Siate rapidi! Fotografare l'aurora boreale è proprio come fotografare le stelle, valgono le stesse regole di composizione.

Evitate di inquadrare soltanto il cielo, includete sempre alcuni elementi di paesaggio che sappiano ancorare visivamente le luci del nord. Usate un albero o un monte, una baita, un falò. Disinserite tutti gli automatismi, dall'autofocus ai vari sistemi di riduzione delle vibrazioni, ma soprattutto lasciate pure nello zaino il flash - a meno che non puntiate ad un approccio molto creativo che sconfini nel light painting.

Mettere a fuoco è di sicuro un lavoro arduo, ma lo potrete portare a termine usando un'ampia profondità di campo e aiutandovi con qualche elemento illuminato sul fondo - no autofocus, ripeto.

Aurora boreale 3 – ©Walter Meregalli 2019 – OD96

Tromsø su tutti

Per anni ho rimandato e tergiversato, finalmente quest'anno ho deciso di partire e puntare a nord, alla caccia dell'aurora boreale.

Dove andare?

La scelta, anche per chi come noi ha voluto restare in Europa, è vasta. Tra tutte le mete ne spiccano una manciata in Norvegia: le isole Lofoten, Alta, le isole Svalbard e Tromsø. Personalmente ho scelto quest'ultima. Tromsø è molto più facilmente raggiungibile, vanta un'aria più secca, che quindi garantisce un cielo più terso e sgombro da nubi e inoltre offre anche qualche alternativa, nel caso l'aurora boreale tenda a non manifestarsi.

Quando andare?

Se le temperature medie del periodo non vi spaventano, scegliete qualche giorno tra la fine di gennaio e la prima settimana di febbraio, quando cioè le ore di buio sono tali da assicurarvi abbastanza tempo utile per assistere alle luci del nord. Preparatevi a spendere una cifra considerevole perché la Scandinavia non è un luogo dove la vita è a buon mercato, ma consideratelo un investimento. Presentatevi con un abbigliamento consono alle latitudini e armate l'animo di pazienza - oltre a incrociare le dita, naturalmente.

Data di pubblicazione: marzo 2019
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