EZ Photo-reality
A lezione di empatia
Eugenio Zamengo Pontrelli
Ci sono molti fattori nella fotografia che determinano la buona riuscita di uno scatto; ovviamente c’è la gestione della luce, l’inquadratura, l’impostazione del tempo e del diaframma oppure il valore degli ISO. Tuttavia, la cosa più importante, secondo me, non riguarda l’aspetto puramente tecnico ma piuttosto il lato umano dell’azione: è importantissimo...
In fotografia ci sono molti fattori che determinano la buona riuscita di uno scatto; ovviamente c’è la gestione della luce, l’inquadratura, l’impostazione del tempo e del diaframma oppure il valore degli ISO. Tuttavia, la cosa più importante, secondo me, non riguarda l’aspetto puramente tecnico ma piuttosto il lato umano dell’azione: è importantissimo riuscire a capire quando sia il momento giusto per scattare, comprendere quando il soggetto si senta a proprio agio, considerando sia il momento sia se l’ambiente circostante è favorevole a far sentire a suo agio proprio la persona che stiamo per fotografare.
Credo che ogni persona (in un determinato periodo della sua vita oppure magari potrebbe mantenere per sempre questa predisposizione) si trovi meglio a posare in un determinato contesto, per una specie di caratteristica innata che renda, come per magia, equilibrato il difficile rapporto che c’è tra lo sfondo e chi viene fotografato così come quello che c’è tra l’obiettivo e chi gli sta davanti.
In questo periodo di forzata impossibilità di uscire per realizzare qualche progetto, per sperimentare le mie teorie ho deciso perciò di prendere come “cavie” le mie sorelle e sottoporle a una sessione di shooting, accontentandomi di ciò che avevo a disposizione: la natura intorno a casa. Provando a fare qualche foto sono subito rimasto colpito nel vedere come due persone con uno stile di vita e un vissuto decisamente simile si trovassero a loro agio in due ambienti molto diversi, al punto di costringermi a fare due scelte stilistiche, diametralmente opposte.
Con Elettra ho scattato solo in bianco e nero e in un ambito direi il più possibile urban mentre con l’altra, Alice, ho preferito scattare in mezzo a fiori e alla natura, producendo fotografie molto saturate.
A mano a mano che scattavo balzava immediatamente all’occhio come ognuna di loro prediligesse uno stile invece dell’altro; il modo di porsi davanti alla fotocamera le rendeva impacciate o sciolte, a seconda dell’ambiente circostante in cui si trovavano.
Penso che l’insegnamento che si possa imparare su tutto ciò è che, prima di tutto, un fotografo deve sviluppare un senso di empatia e cercare di approfondire un legame (per quanto sia possibile ovviamente in una sessione di shooting realizzata con qualcuno che si conosce appena) con una persona così da riuscire a metterla a proprio agio ancora prima che si trovi, come soggetto, davanti a noi e alla nostra fotocamera.
Data di pubblicazione: maggio-giugno 2020
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