analisi mercato fotocamere bridge superzoomQuale fotografo non ha mai sognato una fotocamera capace di offrire quasi integralmente le funzionalità di una DSLR, con ingombri comparabili a una reflex midrange, però con un'unica ottica integrante tutti gli obiettivi che normalmente un fotografo deve portare con sé, il tutto senza compromessi eccessivamente penalizzanti sulle performance e a prezzi accettabili? Ebbene, una simile fotocamera esiste, si tratta della bridge superzoom, una tipologia di apparecchio fotografico che sta conoscendo un crescente successo grazie a prestazioni e caratteristiche sempre più sofisticate.

Naturalmente, come sempre accade nella vita, anche una fotocamera in grado di fare tutto non potrà mai fare quel tutto egualmente bene e i compromessi cui una superzoom deve sottostare sono numerosi, talvolta eccessivi, in altri casi incomprensibili per il livello tecnologico raggiunto dalla moderna fotografia digitale e spiegabili unicamente da motivazioni commerciali. Se infatti un produttore di fotocamere, superati gli ormai pochi vincoli tecnici che ancora limitano una superzoom, legati soprattutto alle prestazioni dell'ottica in relazione alle dimensioni del sensore, e abbandonata ogni remora di carattere commerciale decidesse di realizzare una superzoom vicina all'ideale, probabilmente in commercio non rimarrebbe altro spazio se non per fotocamere di nicchia come le all-weather di cui abbiamo parlato nel numero scorso di questa rubrica.

Ma quali sono le caratteristiche salienti di una moderna superzoom high-end? Innanzitutto il corpo bridge, magari tropicalizzato, obbligatorio per un apparecchio che deve ospitare un'ottica integrata che oggi viaggia su fattori di ingrandimento abbondantemente superiori a 50x e lunghezza focale superiore a 1000mm, considerato il fatto che ormai le travelzoom top di gamma incorporano ottiche anche di 750mm/30x. Poi un sensore molto capace, magari di dimensioni leggermente maggiori al classico 1/2,3" (6,08 x 4,56mm) per fornire migliori prestazioni in condizioni di luce scarsa e a numeri ISO medio-alti. Infine accorgimenti tecnici avanzati per ottimizzarne l'impiego: sofisticati sistemi antivibrazione per rendere possibile lo scatto a focali tanto elevate, EVF integrato, opzioni complete per la connettività, ricchi controlli manuali, capacità video avanzate e innumerevoli funzionalità automatiche.

Di bridge superzoom ci eravamo già occupati nel giugno 2013 (Superzoom: una fotocamera per ogni situazione) e all'appassionato consigliamo di consultare quell'articolo per apprezzare appieno l'evoluzione del settore negli ultimi due anni, con una proliferazione di modelli tale da costringerci per ragioni di spazio a limitare la presente analisi ai modelli top di gamma. Rammentato come consuetudine al lettore che per un maggiore approfondimento delle specifiche tecniche delle singole fotocamere può consultare il comparatore di Fotoguida.it, scopriamo cosa offre attualmente il mercato delle bridge superzoom high-end.

logo Canon

 

 

Canon PowerShot SX60 HSLa superzoom di punta targata Canon è rappresentata oggi dalla PowerShot SX60 HS, annunciata a Photokina 2014 quale erede della PowerShot SX50 HS dell'ottobre 2012, che si affianca ad altre ottimi modelli quali le recenti PowerShot SX410 IS (annuncio febbraio 2015, 24 – 960 mm/40x) e PowerShot SX530 HS (gennaio 2015, 24 – 1200 mm/50x). In commercio da ottobre 2014, ultima esponente in ordine di tempo della capostipite SX1 del 2008, la PowerShot SX60 HS come tradizione Canon si colloca tra le migliori superzoom del momento come già la SX50 HS (dati tra parentesi). Incentrata su un sensore CMOS retroilluminato di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 16,8M (12,1 megapixel) supportato da un potente processore DIGIC 6 (DIGIC 5), la SX60 HS offre EVF da 922.000 punti (202.000 pixel) con copertura del 100%, sistema autofocus a 1 punto AF (9 punti AF), zoom ottico 65x (21 – 1365mm) f/3,4 – 6,5 (24 – 1200mm/50x f/3,4 – 6,5), display LCD inclinabile di 3'' da 922.000 pixel (2,8 pollici da 461.000 punti), sistema antivibrazione Intelligent IS avanzato a otto modalità di funzionamento, sistema Zoom Framing Assist per facilitare lo scatto in modalità supertele, sensibilità ISO nativa 100 – 3200 (80 – 6400), velocità di scatto continuo di 3,8fps (2,2fps), supporto Raw, capacità video full HD 1080p60 (1080p24) con audio stereo nei formati MPEG4, AVC/H.264 e MP4 (solo H.264), flash incorporato, GPS opzionale e connettività Wi-Fi e NFC. Pesante pronta all'uso 650gr (595gr), in linea quindi con gli ingombri che ci si aspettano da una bridge superzoom, la SX60 HS, così come la precedente SX50 HS, è una superzoom che offre un ottimo compromesso di caratteristiche, la cui mancanza più sentita è costituita dalla velocità di scatto continuo incomprensibilmente bassa per una fotocamera di questa fascia e dal sensore nel classico formato 1/2,3", che comporta prestazioni non esaltanti in condizioni di luce scarsa e a numeri ISO appena medi. Nel primo trimestre di quest'anno la PowerShot SX60 HS aveva un prezzo medio di 452 euro contro i 396 euro della PowerShot SX50 HS.

logo Fujifilm

 

 

Fujifilm FinePix S1Fujifilm è certamente il più prolifico produttore di superzoom, proponendo intere famiglie di modelli atte a soddisfare ogni tipo di esigenza: si tratta di FinePix S8xxx (esponente più capace la S8400W del marzo 2013 con zoom 24 – 1056 mm/44x), FinePix S9xxx (ultimi componenti in ordine di tempo S9800 e S9900W di gennaio 2015, entrambe dotate di zoom 24 – 1200 mm/50x) e FinePix SLxxxx (rappresentante più recente la SL1000 di gennaio 2013 con zoom 24 – 1200 mm/50x). La superzoom top di gamma attuale è però la Fujifilm FinePix S1, che spicca per essere la prima (e al momento unica) superzoom tropicalizzata in commercio. Quest'ultima si affianca a due eccellenti modelli già trattati nella nostra precedente analisi delle superzoom, quindi da più tempo in commercio, entrambi basati sulla tecnologia dei sensori X-Trans: parliamo della FinePix HS50EXR (sul mercato da febbraio 2013, equipaggiata di sensore EXR-CMOS leggermente più grande del consueto 1/2" o 6,4 x 4,8 mm, zoom 24 – 1000mm/42x e pesante pronta all'uso 808gr) e soprattutto della ''mastodontica'' X-S1 (peso equipaggiato 945gr), in commercio da gennaio 2012 e caratterizzata ''soltanto'' da uno zoom 26x (24 – 624mm), ma dotata però di un sensore di maggiori dimensioni - 2/3" (8,8 x 6,6 mm) - che le assicura ancora una qualità delle immagini superiore rispetto alle concorrenti equipaggiate di sensore 1/2,3".

Caratterizzata da un sensore BSI-CMOS nel classico formato 1/2,3" da 16,4M, la Fujifilm FinePix S1 offre EVF da 922.000 punti con copertura del 97%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, luminoso zoom ottico 50x (24 - 1200mm) f/2,8 – 5,6, display LCD inclinabile di 3'' da 922.000 pixel, sistema antivibrazione avanzato su 5 assi, sensibilità ISO nativa 100 – 3200 (estesa 100 – 12800), velocità di scatto continuo di 10fps, supporto Raw, capacità video full HD 1080p60 con audio stereo nei formati MOV e H.264, flash incorporato e connettività Wi-Fi. Pesante pronta all'uso 680gr, quest'eccellente bridge superzoom tropicalizzata sarebbe praticamente perfetta se disponesse del sensore della X-S1 o della HS50EXR. La FinePix S1 aveva nel primo trimestre 2015 un prezzo medio favorevole di 367 euro mentre HS50EXR e X-S1 si attestavano rispettivamente a 354 euro e 474 euro.

logo Nikon

 

 

 

Nikon Coolpix P900Nikon propone la superzoom high-end più recente in assoluto, che è anche il modello cui attualmente spetta il titolo di regina in fatto di potere di ingrandimento dell'ottica: ben 83x! Annunciata ad aprile 2015 la Coolpix P900 si affianca all'altrettanto recente Coolpix P610, annunciata un mese prima, e alla precedente (febbraio 2014) Coolpix P530, un'ottima fotocamera dotata di zoom 24 – 1000mm/42x. Coolpix P900 e P610 (della quale riportiamo i dati tra parentesi quando differenti) condividono un sensore CMOS retroilluminato di 1/2,3" (6,17 x 4,55 mm) da 16M e un potente processore d'immagine Expeed C2, cui si aggiungono un EVF da 921.000 punti con copertura del 100%, un sofisticato sistema autofocus a rilevamento contrasto, un potentissimo zoom ottico 83x (24 - 2000mm) f/2,8 – 6,5 (24 – 1440mm/60x f/3,3 - 6,5), un display LCD inclinabile di 3'' da 921.000 pixel, un sistema antivibrazione avanzato Dual Detect Optical VR integrato dal pulsante Side Zoom Control per consentire scatti nitidi in modalità supertele, controlli manuali completi, un utile pulsante posizionato sull'ottica per consentire di uscire dalla modalità zoom e di tornarvi automaticamente se si perde l'inquadratura del soggetto, sensibilità ISO nativa 100 – 6400 (estesa 100 – 12800), velocità di scatto continuo di 7fps, capacità video full HD 1080p60 con audio stereo nei formati MPEG4 e AVC/H.264, flash incorporato, GPS e connettività Wi-Fi e NFC. Pesanti pronte all'uso rispettivamente 899gr e 565gr, Coolpix P900 e P610 si differenziano fra loro essenzialmente per l'ottica e i pesi e gli ingombri conseguenti. Tra le migliori bridge superzoom del momento per caratteristiche complessive, P900 e P610 hanno quale unico neo l'assenza del supporto Raw, presente invece su altre agguerrite concorrenti, oltre alle ridotte dimensioni del sensore che penalizzano le performance in condizioni di luce scarsa e la qualità dell'immagine a valori ISO medio-alti. Nel primo trimestre 2015 Coolpix P900 e P610 avevano un prezzo medio rispettivamente di 607 euro e 426 euro.

logo Olympus

 

 

Olympus Stylus SP-100EEOlympus non è massicciamente impegnata in questo segmento di mercato, proponendo un unico modello si superzoom, la Stylus SP-100EE, dalle buone caratteristiche e soprattutto dal prezzo interessante. Sul mercato da marzo 2014, la SP-100EE è incentrata su un sensore BSI-CMOS di 1/2,3" da 16M supportato da un potente processore di ultima generazione TruePic VII, EVF da 920.000 punti con copertura del 100% e dot sight esterno per consentire di mantenere inquadrato il soggetto anche in modalità supertele, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 50x (24 - 1200mm) f/2,9 – 6,5, display LCD inclinabile di 3'' da 460.000 punti, sistema antivibrazione avanzato, sensibilità ISO nativa 125 – 6400, alta velocità di scatto continuo (7fps), capacità video full HD 1080p60 con audio stereo in formato MJPEG, flash incorporato e connettività Wi-Fi opzionale. Pesante pronta all'uso 589gr, la Olympus SP-100EE presenta alcuni punti deboli rispetto a rivali più sofisticate, quali l'assenza del supporto Raw, un display a bassa risoluzione, capacità video non al top, cui si aggiungono i limiti nella qualità delle immagini imposti dalle dimensioni ridotte del sensore, un punto debole questo comune però anche a rivali più blasonate. Interessante invece il prezzo medio nel primo trimestre 2015: 377 euro.

logo Panasoniclogo Leica

 

 

I loghi Leica e Panasonic affiancati stanno a simboleggiare l'accordo commerciale risalente a qualche anno fa che ha introdotto le ottiche tedesche sulle fotocamere giapponesi e, in contropartita, ha portato alcuni modelli di compatte del Sol Levante a vestire il marchio Leica: Panasonic DMC-FZ150 (Leica V-Lux 3) nel 2011, Panasonic DMC-FZ200 (Leica V-Lux 4) nel 2012 e Panasonic DMC-FZ1000 (Leica V-Lux (Typ114)) nel 2014, solo per rimanere nell'ambito bridge. A rigore di termini, sia le nuove DMC-FZ1000 e V-Lux (Typ114) che le meno recenti DMC-FZ200 e V-Lux 4 non sarebbero ormai etichettabili come ''superzoom'', disponendo queste ultime di un'ottica ''soltanto'' 24x (25 – 600mm) e le prime addirittura 16x (25 – 400mm), entrambi valori inferiori ormai a quelli di molte ben più compatte travelzoom, ma le caratteristiche per certi versi eccezionali che offrono fanno ampiamente perdonare loro questa ''limitazione''. Per quanto riguarda Panasonic non va inoltre dimenticata la Lumix DMC-FZ72, in commercio da agosto 2013 (sensore CMOS di 1/2,3" da 16,1M, zoom 20 – 1200mm/60x f/2,8 - 5,9, supporto Raw, prezzo medio nel primo trimestre 2015 di soli 299 euro), una bridge superzoom più tradizionale rispetto all'innovativa FZ1000 ma non meno interessante.

Panasonici Lumix DMC-FZ1000Panasonic Lumix DMC-FZ1000 e Lumix DMC-FZ200 (dati fra parentesi), così come le rispettive controparti Leica, presentano caratteristiche molto diverse fra loro. Sensore HS MOS di nuova concezione da 1'' (13,2 x 8,8 mm), quasi quattro volte più grande rispetto al tradizionale 1/2,3'', da ben 20,1M (CMOS di 1/2,3" da 12,1M) integrato da un potente processore Venus Engine quad-core di nuova concezione (Venus Engine VII FHD); EVF OLED da 2.359.000 pixel (1.312.000 punti) con copertura del 100%; luminosissimo zoom 16x (25 – 400mm) f/2,8 – 4,0 (25 – 600mm/24x f/2,8 sull'intera escursione); sistema autofocus avanzato a 49 aree AF (23 punti AF); stabilizzazione ibrida sui cinque assi; display LCD touch di 3" da 921.000 punti inclinabile (3" da 460.000 punti fisso); sensibilità ISO nativa 125 – 12800 (100 - 3200) ed estesa 80 – 25600 (100 - 6400); raffica di 12fps; supporto Raw; capacità video 4K (QFHD) a 30/25fps - una novità assoluta per la categoria - con audio stereo nei formati MPEG4 e AVCHD (full HD 1080p50); flash incorporato; supporto GPS tramite dispositivi esterni e connettività Wi-Fi e NFC (assenti). Pesanti pronte all'uso rispettivamente 831gr e 588gr, a conferma di quanto le superiori dimensioni del sensore comportino un'ottica più ingombrante e quindi pesi maggiori, nonostante l'escursione dell'ottica relativamente modesta sulla FZ1000, Panasonic Lumix DMC-FZ1000 e Leica V-Lux (Typ114) si collocano sicuramente al vertice fra le bridge superzoom più sofisticate: le eccellenti caratteristiche sotto tutti gli altri aspetti compensano infatti abbondantemente l'escursione limitata dello zoom. Tutto questo però comporta costi elevati: nel primo trimestre del 2015, infatti, se per la prima erano necessari ben 782 euro, per la seconda ne occorrevano ben 339 in più (1.121 euro) in considerazione del blasone Leica. Per contro, per la Panasonic Lumix DMC-FZ200 nello stesso periodo occorrevano soltanto 373 euro (792 euro per la Leica V-Lux 4).

logo Pentax

 

 

Pentax XG-1A somiglianza di Olympus, anche Pentax non è particolarmente attiva in questo segmento di mercato, proponendo un unico modello di bridge superzoom, ancorché abbastanza recente, che ha sostituito la X-5 del 2012. Sul mercato da agosto 2014, la Pentax XG-1 è una bridge superzoom di valide caratteristiche proposta a un prezzo molto interessante. Incentrata su un sensore CMOS retroilluminato nel classico formato 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 16M, la XG-1 propone un mix di caratteristiche avanzate e modeste: EVF di soli 200.000 punti, sistema autofocus a rilevamento contrasto, luminoso zoom ottico 52x (24 - 1248mm) f/2,8 – 5,6, display LCD fisso di 3'' da appena 460.000 punti, sistema antivibrazione avanzato SR Shake Reduction, sensibilità ISO nativa 100 – 3200, alta velocità di scatto continuo di 9fps, capacità video full HD 1080p30 con audio stereo nei formati H.264 e MOV, flash incorporato e connettività Wi-Fi soltanto opzionale e senza NFC. Pesante pronta all'uso 567gr, la XG-1 è una superzoom dalle buone caratteristiche ma con alcuni aspetti tecnici non all'altezza delle rivali (EVF e display a bassa risoluzione, supporto Raw assente, connettività opzionale) che, unitamente alle dimensioni ridotte del sensore, ne penalizzano le performance. Per contro nel primo trimestre di quest'anno la Pentax XG-1 aveva un prezzo medio di soli 279 euro.

logo Samsung

 

 

 

Samsung WB2200FPure Samsung non è massicciamente impegnata nel segmento delle bridge superzoom, proponendo un solo modello che si affianca alle ottime midrange WB2100 del maggio 2013 (sensore BSI-CMOS di 1/2,3" e 16,3M, zoom 25 – 875mm/35x) e WB1100F di gennaio 2014 (sensore CCD di 1/2,3" e 16,2M, zoom 25 – 875mm/35x). In commercio da marzo 2014, la Samsung WB2200F è una bridge superzoom dall'aspetto massiccio e dal look professionale a causa del doppio grip, caratterizzata da un sensore CMOS retroilluminato di 1/2,3" da 16,3M, EVF di appena 201.600 punti con copertura del 100%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, luminoso zoom ottico 60x (20 - 1200mm) f/2,8 – 5,9, display LCD fisso di 3'' di soli 460.000 punti, controlli manuali completi (anche se raggruppati in un unico comando), sensibilità ISO nativa 80 – 6400, alta velocità di scatto continuo di 8fps, capacità video full HD 1080p30 con audio stereo nei formati MPEG4 e AVC/H.264, flash incorporato, capacità i-Function mutuata da fotocamere e ottiche NX che fornisce una live preview dell'immagine al variare dell'esposizione e connettività Wi-Fi e NFC. Pesante pronta all'uso 608gr, la WB220F è una superzoom dalle buone caratteristiche ma con alcune limitazioni (EVF e display a bassa risoluzione, supporto Raw assente) che non la posizionano favorevolmente rispetto a concorrenti più performanti anche se equipaggiate di sensore 1/2,3". Per diversi aspetti la Samsung WB220F si contrappone più direttamente alla Pentax XG-1, però con un prezzo medio nel primo trimestre sensibilmente più elevato: 351 euro.

logo Sony

 

 

Sony Cyber-shot DSC-HX400VLa nostra panoramica delle bridge superzoom high-end, in ordine rigorosamente alfabetico, si chiude con Sony, che come consuetudine è altamente prolifica anche in questo segmento di mercato. Sony propone infatti una famiglia di bridge superzoom midrange, caratterizzata dalla presenza di sensori CCD, i cui esponenti più recenti sono la ottime Cyber-shot DSC-H300 di febbraio 2014 (sensore 1/2.3" da 20M, zoom 25–875 mm/35x) e la contemporanea Cyber-shot DSC-H400 (identico sensore ma zoom 25–1550 mm/63,3x), che si affiancano alle bridge superzoom high-end della serie HX, la recente Cyber-shot DSC-HX400V e la precedente Cyber-shot DSC-HX300. Sul mercato rispettivamente da marzo 2014 e marzo 2013, HX400V e HX300 (dati fra parentesi) sono caratterizzate da un sofisticato sensore EXR-CMOS retroilluminato di 1/2,3" (6,08 x 4,56mm) da 20,4M integrato da un potente processore Bionz X (Bionz di generazione precedente), EVF con copertura del 100%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 50x (24 – 1200mm) f/2,8 – 6,3, display LCD inclinabile di 3'' da 921.000 punti, sistema antivibrazione SteadyShot ottico intelligente (SteadyShot ottico), sensibilità ISO nativa 80 – 3200 (80 – 12800), alta velocità di scatto continuo (10fps), eccellenti capacità video full HD 1080p60 (1080p60) con audio stereo nei formati AVC/H.264 e MP4 (solo AVCHD), flash incorporato, controlli manuali completi e connettività Wi-Fi e NFC integrate (assenti). Pesante pronta all'uso 660gr (650gr), in linea con le dirette concorrenti, la HX400V, così come la precedente HX300, è una bridge superzoom che offre un ottimo compromesso di caratteristiche, la cui mancanza più sentita è costituita dall'assenza del supporto Raw, presente invece su altre concorrenti, e dal sensore 1/2,3", impossibilitato a fornire alte prestazioni in condizioni di luce scarsa e a numeri ISO medio-alti. Nel primo trimestre di quest'anno la Cyber-shot DSC-HX400V aveva un favorevole prezzo medio di 382 euro mentre la Cyber-shot DSC-HX300 era ancora più concorrenziale: solo 311 euro.

In conclusione

Come naturale che sia, la bridge superzoom perfetta o ideale non esiste nella realtà e, dall'analisi dei modelli che abbiamo fatto, dovrebbe avere il sensore di grandi dimensioni di Fujifilm X-S1 o Panasonic DMC-FZ1000 integrato nel corpo tropicalizzato della Fujifilm S1 unitamente a uno zoom almeno 50x, anche se ciò darebbe sicuramente vita a una fotocamera dal peso superiore a 1.000 grammi. In attesa che ciò accada, l'appassionato di fotografia naturalistica, bird-watching e, in generale, di ogni tipo di scatto che richieda un'ottica a lunga focale ma che non desidera portarsi appresso tutto il corredo di ottiche richieste da una fotocamera a ottica intercambiabile, anche oggi ha la possibilità di trovare la bridge superzoom di caratteristiche avanzate più confacente alle proprie esigenze, con l'avvertenza, come abbiamo più volte ricordato, che un sensore di 1/2,3" non può essere in grado di assicurare immagini di alta qualità, stampabili o osservabili a piena risoluzione, se non catturate in condizioni di luce ottimali e a bassi numeri ISO.

Data di pubblicazione: giugno 2015
© riproduzione riservata

alt

Cerca su Osservatorio Digitale