La possibilità di selezionare una parte dell’immagine e di sovrapporre più immagini permette una grande libertà creativa per chi vuole miscelare in modo vario le immagini di partenza. Alle immagini fotografiche si possono inoltre aggiungere grafiche generate con altri programmi. Tanta versatilità porta a volte a qualche eccesso e l’immaginatore deve sapersi trattenere…

La creatività è certamente figlia della fantasia ma anche degli strumenti di cui il creativo può disporre. A volte si tratta di strumenti meccanici, che vengono aggiunti a quelli tradizionali inventando tecniche nuove alla ricerca di effetti che nessuno aveva ancora provato.

Si pensi ad Andy Warhol, che dalle progressive al torchio dei fotolitisti inventa il celebre polittico con Marilyn Monroe: una immagine stilizzata e variamente virata. I suoi lavori con base fotografica fanno oggi parte del patrimonio culturale di tutti. La grandezza dell’artista, ovviamente, non è nella realizzazione dell’opera, che tecnicamente non avrà richiesto nulla di speciale, ma nella stessa idea di trattare un’immagine al limite delle sue linee costitutive e renderla quindi un modo nuovo di intendere la realtà.

Oggi le possibilità di trattamento delle immagini hanno raggiunto livelli tali da rendere disponibile a tutti la sperimentazione in materia. E questo, naturalmente, rende qualsiasi lavoro di duplicazione e viraggio cromatico solo una citazione artistica nel migliore dei casi, nel peggiore una banale scopiazzatura.

L’arte moderna ha parzialmente inglobato la fotografia e, d’altra parte, il lavoro del fotografo ha potuto avvantaggiarsi di questa vicinanza diventando esso stesso una vera e propria arte.

Nel trattamento dell’immagine fotografica con gli strumenti digitali avviene la stessa contaminazione a doppio senso: se è vero che lo strumento permette di imitare e riprodurre tecniche artistiche pittoriche o fotografiche, è anche vero che da questa vicinanza può generarsi una vera e propria espressione artistica.

Nei rudimenti di queste contaminazioni molto incide il principio di sommare o variamente far interferire più immagini. A ogni livello di immagine si può quindi affidare un compito specifico e questo, se da un lato rende più semplice l’elaborazione dell’immagine, dall’altro solletica la voglia di continuare ad aggiungere elementi con il rischio di eccedere e di produrre immagini la cui complessità va a detrimento dell’effetto generale.
Per evitare questo rischio, una volta che si sia appresa la tecnica e che la si riesca a padroneggiare sufficientemente, la “progettazione” della singola immagine deve essere effettuata prima di iniziare il lavoro. Sconsiglio il lavoro in progress, con tentativi alla ricerca di effetti privi di una progettualità definita, perché spesso questa è una metodica che, se può dare risultati esaltanti, più spesso si rivela un metodo pieno di vicoli ciechi che difficilmente conduce a risultati soddisfacenti.

Come è ormai tradizione proviamo un lavoretto che dimostri le potenzialità del trattamento digitale limitandoci alle caratteristiche della mascheratura e del lavoro con più livelli.

Avrei scelto l’immagine banale di una automobile alla quale, in omaggio al citato Andy Warhol, applicheremo una carrozzeria a fiori.
L’immagine di partenza è quindi questa:



Per i fiori che voglio “applicare” alla carrozzeria prendiamo una foto di un campo fiorito:



Intanto l’effetto che abbiamo deciso di creare riguarda solo la carrozzeria. Pertanto la prima cosa da fare è generare una maschera dell’area su cui intendiamo operare. In Photoshop si tratta di operare con un poco di pazienza sfruttando inizialmente la bacchetta magica e successivamente perfezionando la maschera con gomma e pennello sul canale alfa. Il risultato del lavoro sarà:



dove la maschera ha il colore rosso con una opacità dell'80%. In modo selezione apparirà invece così:



Naturalmente sarà necessario salvare la selezione con un nome in modo da poterla richiamare al bisogno. Passiamo quindi a scegliere un’area conveniente dell’immagine del campo fiorito:



La parte che ci serve risulterà più piccola dell’area dell’auto, ma la ridimensioneremo al bisogno. La selezione va trascinata sul file con l’auto, dove verrà automaticamente creato un nuovo livello.

Adesso ridimensioniamo i fiori fino a quando la loro area non si sovrapponga con un poco di abbondanza alla carrozzeria dell’auto.



A questo punto sul livello con i fiori richiamiamo la maschera precedentemente realizzata e memorizzata e la invertiamo in modo da selezionare l’esterno della carrozzeria. Cancelliamo e otteniamo la sagoma della carrozzeria composta di campo fiorito:



È ovvio che questa soluzione non è ancora soddisfacente in quanto si sono persi i dettagli delle modanature e delle ombre della carrozzeria. Per recuperarli torniamo sul livello originale dell’auto e, richiamando ancora una volta la nostra maschera, selezioniamo la sola carrozzeria. Con un bel “copia ed incolla” creiamo un nuovo livello in cui abbiamo soltanto la carrozzeria originaria. La posizione di questo livello va portata al di sopra del livello con la carrozzeria fiorita, che per un attimo divenuta quindi invisibile. Ma adesso variamo il modo con cui questo terzo livello si somma a quelli sottostanti nell’apposito menu scegliendo “scurisci” (o Darken).

Con questo risultato abbiamo “recuperato” i particolari della carrozzeria e si intuisce il prato fiorito. Ma non ci siamo ancora. Il livello più in alto si somma a quelli inferiori scurendo ciascun pixel. Ma la carrozzeria grigia è troppo invadente nei toni medi. Bisogna quindi cambiarne i connotati contrastandola e mutandone il colore in modo che la sua “addizione” al livello inferiore (che a sua volta invece maschera completamente l’immagine di base) ottenga l’effetto voluto. Apriamo quindi il controllo della luminosità e del contrasto ed esaltiamo il contrasto aumentando la luminosità. L’effetto finale si vede sul video e quindi è possibile regolarsi sulla base di quello che sarà il risultato finale. Se è necessario si può anche intervenire sulla tonalità complessiva di questo livello fino a raggiungere un risultato accettabile.



Ma ancora non ci siamo. L’effetto va rafforzato ancora per dare maggiore definizione all’immagine.
Per ottenere ciò utilizziamo un altro livello duplicando quello che abbiamo appena trattato. E ne impostiamo su Soft Light il metodo di fusione con i livelli inferiori. Con questo sistema restituiamo luminosità e brillantezza a quelle parti più luminose che erano state “mortificate” dal livello precedente. Alla fine quello che si ottiene è:



Anche questa volta, per chi abbia voglia di provare, basterà scaricare il documento a livelli con cui rifare il lavoro o addirittura provare nuove ipotesi di lavoro.

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