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Calibrazione o profilazione? Questo è il dilemma

ODLab

È noto che un monitor ben calibrato e profilato rende il lavoro di editing, di fotoritocco, più semplice e migliore, soprattutto se si finisce con la fase di stampa delle fotografie attraverso l'utilizzo di una buona stampante a getto d'inchiostro. Per fare ciò sono spesso necessarie attrezzature che vanno oltre le possibilità di spesa dei fotografi non professionisti. Eppure ci sono delle soluzioni per ovviare a questo inconveniente: vediamo quali.

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Parlando di fotografia e di fotoritocco sono due le "parole" chiave che vengono subito in mente: monitor e calibrazione. Soprattutto se il risultato finale deve realizzarsi attraverso la stampa a getto d'inchiostro. La catena, ne abbiamo già parlato in precedenza, dev'essere allineata e, appunto, calibrata in modo che un colore catturato con la fotocamera venga visualizzato (monitor) e poi trasformato (stampante) sempre in modo corretto.
Sui monitor si è detto molto e, qualche numero fa proprio in questa rubrica, si è detto approfonditamente come e perché è bene dotarsi di un monitor fedele e cromaticamente corretto, per molti motivi, il primo dei quali – prima ancora della resa cromatica – è la salute dei nostri occhi. Vi rimandiamo a quella puntata per rinfrescarvi le idee.

C'è però un altro strumento che, spesso tra gli addetti ai lavori, viene citato quasi come una panacea, come un ineluttabile mezzo per raggiungre la "verità" cromatica rivelata: il calibratore. Ormai se ne trovano sul mercato di ogni foggia e prezzo ma, è comprensibile, che non siano strumenti per tutte le tasche; lo sappiamo che la fotografia può rivelarsi un hobby costoso e, di solito, si preferisce investire in un'ottica o in un corpo macchina più moderno (poi c'è il monitor e, ancora, la stampante) prima di pensare a un sistema di calibrazione. Insomma anche quel paio di centinaia di Euro possono risultare difficili da trovare per molti di noi.

Non disperiamo perché qualche soluzione la si trova sempre.

Ovviamente ogni professionista vi dirà che i dispositivi di tipo "fisico" sono ineguagliabili ed è impossibile, al fine di ottenere un risultato valido, prescindere dal loro utilizzo ma, sappiamo fin troppo bene, che gran parte del mercato mondiale delle immagini le raccoglie e le vende senza far uso di sistemi di taratura o di "normalizzazione" (intesa come una standardizzazione cromatica globale) del proprio parco fotografico. Inoltre dobbiamo considerare che ci sono ancora molti dispositivi che non rientrano nella catena di lavoro calibrata, al di là di monitor e stampanti, come molti sistemi di acquisizione datati che non possono essere calibrati in modo comune (ad esempio molti scanner anche professionali): questo rende ancora oggi le operazioni di calibrazione e profilazione qualcosa di non propriamente perfetto. Ma vediamo, prima di tutto, qual è la differenza tra calibrazione e profilazione di un monitor.

Utilizzando un sistema di calibrazione come un colorimetro si può, appunto, calibrare il nostro monitor così da crearne un profilo che descriva il comportamento del monitor affinché i programmi di gestione delle immagini e dei colori che andremo a utilizzare possano mostrarli in modo corretto. Tra le impostazioni che verranno impostate correttamente (cioè calibrate) troviamo il livello del bianco (contrasto) e del nero (luminosità), il punto di origine del bianco (temperatura del colore) e l'estensione della gamma cromatica. Il profilo personalizzato indica con precisione il modo di operatività del nostro monitor, indicando cioè il suo gamut o l'area dello spazio RGB coperta.

Senza un'unità di calibrazione è tuttavia possibile procedere alla calibrazione manuale del monitor anche se non si potrà crearne il profilo. Bisogna considerare inoltre che ci sono degli svantaggi nel calibrare un monitor manualmente poiché la precisione dell'occhio umano non è certo paragonabile a quella di un calibratore dedicato e non permette mai di calibrarlo perfettamente allo stesso modo, cioè replicando sempre gli stessi valori. Nonostante ciò per molte situazioni sarà possibile "accontentarsi" di una calibrazione manuale e risparmiare i fondi per un colorimetro destinandoli a qualche altro investimento ma, invece, ci sono situazioni in cui sarà bene procurarsene uno: vediamo quali.

Qualora si stampino le proprie foto, come abbiamo già detto in apertura, su una stampante a getto d'inchiostro è importantissimo che i profili colore di monitor e stampante siano i più precisi possibile e siano allineati tra loro, affinché le immagini catturate ed elaborate vengano stampate in modo preciso. Oppure, nel caso, vi occupiate di fotografia di moda o di complementi di arredo, dove tutto dev'essere perfettamente rappresentato pena l'ira del cliente. Allo stesso modo se siete degli utilizzatori dei programmi Adobe (quindi in grado di sottoscrivere e pagare i loro fee mensili) potreste beneficiare sicuramente della fedeltà cromatica offerta da un monitor ben calibrato e non spaventarvi davanti al costo di acquisto di un sistema dedicato. In Photoshop CC, se si vuole lavorare con i colori certificati è obbligatorio avvalersi di un monitor profilato così come di un profilo per l'unità di stampa.

Al contrario se è vostra abitudine avvalervi di centri di stampa esterni allora il fatto che la vostra catena di lavoro sia calibrata oppure no farà davvero poca differenza proprio perché i sistemi di stampa saranno assolutamente non in linea con il vostro flusso di lavoro.

Un altro paio di considerazioni. Di solito i monitor risultano sempre troppo chiari, troppo luminosi, quando si installano il che li rende inadatti all'editing fotografico e accorciano sensibilmente la vita dell'unità di retroilluminazione, quindi è bene regolare subito questo valore. Inoltre, nel caso si voglia calibrare un monitor per l'editing di immagini in bianco e nero, sarà bene fare meno regolazioni possibili: i professionisti, di solito lasciano invariati i valori di gamma e di punto di bianco che si trovano già impostati all'origine.

Un aiuto importante per la calibrazione del proprio monitor può venire dai software di sistema oppure da software (gratuiti) dedicati.
Alla prima categoria appartengono le funzionalità di sistema, proprie dei sistemi più evoluti e diffusi come MacOS e Windows, che permettono all'utente di calibrare il proprio monitor attraverso una routine di test da svolgere: i risultati non sono sempre eccellenti ma, come si suol dire, è sempre meglio di niente; per ottenere una calibrazione accettabile è necessario prestare molta attenzione ai vari passaggi, alcuni dei quali possono essere davvero difficili da interpretare a prima vista.

Si trova poi tutta una serie di software per la calibrazione che vanno dal completamente gratuito (la maggior parte) a quelli che chiedono una donazione di poche decine di Euro. Sono tutti più o meno interessanti e googolando in rete se ne trovano a decine. Come avevamo già visto in precedenza, però, noi vi consigliamo di dare prima un'occhiata a questa pagina dove ci sono molti strumenti completi e davvero ben fatti anche perché studiati e realizzati da chi di monitor ne capisce davvero moltissimo:

https://www.eizo.it/tutti-i-monitor/accessori/software/

Buona calibrazione e arrivederci alla prossima!

 

Data di pubblicazione: giugno 2019
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