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Canon EOS R5

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La nuova Canon R5, presentata la scorsa estate insieme alla sorella minore R6, rappresenta il modello top di gamma delle mirrorless della casa giapponese; grazie al suo potente sensore full frame da 45 megapixel e a tutta la tecnologia di cui è stata dotata rappresenta una valida alternativa ai corpi macchina a medio formato con il grande vantaggio della portabilità estrema...

Canon EOS R5 e R6 per osservatoriodigitale n.o 108
La nuova Canon R5, presentata la scorsa estate insieme alla sorella minore R6, rappresenta il modello top di gamma delle mirrorless della casa giapponese; grazie al suo potente sensore full frame da 45 megapixel e a tutta la tecnologia di cui è stata dotata rappresenta una valida alternativa ai corpi macchina a medio formato con il grande vantaggio della portabilità estrema. Il corpo, sebbene non piccolissimo, sta nella tasca di un giaccone mentre nell’altra si può tenere uno degli zoom con attacco RF disponibili. Anche per questi diciamo subito che le dimensioni non sono proprio ridotte a causa della scelta di utilizzare solo lenti di ottima qualità che, ovviamente, ne fanno lievitare l’ingombro.

La R5 è dotata del sistema autofocus Dual Pixel Raw di seconda generazione, con ben 1053 punti di messa a fuoco, che implementa anche il sistema Deep Learning che permette di seguire (e apprendere) i movimenti di persone e animali mentre si scatta. La copertura è pari alla totalità dell’immagine inquadrata, copre cioè il 100% dell’area del sensore, una novità assoluta. La stabilizzazione dell’immagine ora non è più delegata solo alle ottiche ma viene coadiuvata anche da un sistema interno a 5 assi che riduce le vibrazioni fino a un massimo di 8 diaframmi.

Canon EOS R5 per osservatoriodigitale n.o 108

Anche le raffiche di scatti sono aumentate, rispetto ai modelli precedenti, arrivando fino a 20 con l’otturatore elettronico e 12 con quello meccanico, entrambe in modalità di messa a fuoco continua.

Il mirino è elettronico ma di altissimo livello, con una risoluzione di quasi 5,8 milioni di pixel; l’immagine può essere composta anche sullo schermo OLED touch da 2,1 milioni di pixel e 3,2” di grandezza, completamente ribaltabile e orientabile. Il corpo macchina è completamente resistente all’acqua e alla polvere e offre due slot per le memorie, uno per le schede SD e l’altro per le CF Express, risolvendo il “problema” che molti si erano posti alla presentazione della EOS R, dotata di un solo slot di memoria…

Per la cronaca diciamo anche che la fotocamera possiede un sistema wifi dual band per il trasferimento veloce (rapidissimo) delle immagini e può girare video fino a 8K o 4K fino a 120fps.

Diciamo che questo tipo di fotocamera rappresenta, per Canon, la naturale evoluzione della gamma ormai mitica delle reflex della serie 5D.

Il sensore da 45 megapixel della R5 è completamente nuovo e si accompagna a un altro processore, il Digic X, che già equipaggia la top di gamma EOS 1D X Mark III. Qualche parola va spesa per le capacità di buffering della R5. Utilizzando lo slot con una scheda CFExpress si possono scattare circa 180 immagini Raw prima che la macchina cominci a dare segni di rallentamento; utilizzando invece una scheda SD nell’altro slot disponibile gli scatti scendono a soli 90 circa. Considerando che ogni scatto occupa circa 40 megabyte possiamo dire che non è niente male davvero.

Canon EOS R5 back, per osservatoriodigitale n.o 108

Su questo corpo macchina debutta il primo sistema Canon di stabilizzazione sul sensore (cosiddetto IBIS, In-Body Image Stabilizer) che promette fino a 8 stop di correzione, a seconda del tipo di ottica che viene utilizzata: il sistema scambia informazioni anche con il sistema IS delle ottiche stesse, rendendo ancora più efficace l’intero processo di stabilizzazione (e grazie anche alla potenza di calcolo del processore Digic X…).

Parliamo del mirino e del display LCD Touch. La EOS R5 possiede un mirino OLED da 5,8 milioni di punti con un ingrandimento pari a 0,76. Lo schermo LCD da 3,2” da 2,1 milioni di punti è completamente ribaltabile. Il mirino elettronico si può impostare per un refresh a 60 o 120 fps: la seconda scelta è talmente valida da far dimenticare che si sta utilizzando un evo e non un mirino ottico; certo a questa risoluzione si drena un po’ di più la batteria ma potrebbe valerne la pena (anche se, a dire il vero, anche a 60fps si ha un risultato ottimo).

Tra le nuove funzionalità della R5 c’è anche il riconoscimento facciale e degli occhi del soggetto inquadrato: niente di che, si potrà pensare visto che oggi lo fanno già in molte fotocamere, ma il bello è che qui si può scegliere tra persone, animali (alcuni) oppure la modalità di riconoscimento automatica (che funziona benissimo, tra l’altro). Il riconoscimento sfrutta degli algoritmi che “insegnano” alla fotocamera come e quando riconoscere ciò che si sta inquadrando, migliorandone le prestazioni sempre più.

A proposito del sistema di messa a fuoco automatico possiamo dire che è davvero di livello superiore, paragonabile a quello implementato sulla 1 DX Mark III, che con il nuovo sistema Dual Pixel Raw di seconda generazione e la copertura totale (100%) del sensore garantisce delle prestazioni impressionanti, anche in condizioni di luce quasi impossibili. Il successo nel mettere a fuoco correttamente i soggetti in movimento è avvenuto sia con la selezione di un singolo punto AF centrale sia quando abbiamo selezionato la modalità Viso e Tracking; ottimi risultati sia con l’uso dell’otturatore meccanico sia con quello elettronico.

Veniamo all’aspetto esteriore ed ergonomico della fotocamera.
Si presenta un po’ più grande della EOS R originale ma ci si trova immediatamente a proprio agio quando la si impugna anche per la prima volta: è una sorta di via di mezzo tra una mirrorless e una normale DSLR. Il grip è più pronunciato e quindi molto confortevole e in generale la EOS R5 è decisamente più compatta e leggera di una normale “sorella” reflex.
Guardandola da dietro si nota subito il joystick per muovere il punto di messa a fuoco, azione che si può svolgere anche con il dito sullo schermo LCD touch mentre si continua a guardare nel mirino (soluzione non sempre ovvia o comoda, diciamolo). L’uso del joystick è comunque rapido a sufficienza da non far rimpiangere l’uso del touch: attenzione perché l’utilizzo è vincolato all’attivazione dello stesso nel menu apposito se no vi sembrerà di muovere un inutile oggetto di plastica. Strano ma vero.

Canon EOS R5 lato sinistro, per osservatoriodigitale n.o 108

Sulla parte superiore si trova, insieme a un dial configurabile, il tasto Mode, che permette di scegliere il modo in cui utilizzare la fotocamera; se si utilizza un’ottica RF con la sua ghiera di controllo si avrà la possibilità di controllare completamente la R5 con quattro ghiere, così da poter modificare al volo i valori di diaframma, tempi di scatto, valori di compensazione dell’esposizione il valore degli ISO, giusto per fare un esempio.

Il corpo macchina e le ottiche RF L sono tutte garantite come resistenti all’acqua e alla polvere almeno allo stesso livello di protezione garantito sulla EOS 5D Mark IV.

Anche la EOS R5, così come la sorellina R6 o la DSLR EOS 1 DX Mark III, è in grado di catturare immagini HDR a 10 bit, nel formato HEIF ma utilizzando il nuovo standard PQ: questo perché si pensa che le immagini catturate possano essere visualizzate su uno schermo adeguato, HDR compatibile in grado di mostrare a pieno i valori di brillantezza più ampi rispetto a uno schermo standard. Nel caso non ne possediate uno potrete sempre ricorrere al programma, proprietario di Canon, Digital Photo Professional che oltre a farvi sviluppare i file raw scattati in modalità Dual Pixel vi permetterà anche di trasformare questo formato di immagini in più utilizzabili (almeno per ora) file Jpeg. Sorprendente è il modo in cui le immagini risulteranno sviluppate rispetto ai Jpeg visualizzati sul display dopo lo scatto: colori migliori e profondità maggiore, un lavoro davvero eccellente.

Per dovere di cronaca diciamo anche che la R5 è in grado di girare video nativi in 8K e tutti i formati più contenuti, anche in modalità HDR. Il modo di ripresa più alto comportava sia un surriscaldamento della fotocamera, che è stato parzialmente corretto con un aggiornamento formare ma si sta lavorando per fare in modo che questo scompaia totalmente, sia un consumo eccessivo della batteria. Situazioni che scompaiono lavorando a livelli più bassi, cioè in 4K o in Full HD.

Canon EOS R5 top, per osservatoriodigitale n.o 108

Conclusioni

Da subito ci siamo accorti che stavamo lavorando con una fotocamera di qualità superiore. Anche il prezzo di listino, intorno ai 5 mila Euro lo conferma, anche se oggi la si trova sul mercato a cifre di poco inferiori ai quattromila, per il solo corpo.
La domanda che sorge spontanea è se questo tipo di fotocamera potrà o potrebbe sostituire le nostre amate reflex e spesso e volentieri la risposta è stata positiva.
La messa a fuoco è impressionante, in qualunque situazione, anche quando si vuole riprendere un evento sportivo e, con l’otturatore meccanico, si vogliono sfruttare i 12 scatti al secondo per catturare il pieno dell’azione.
I 45 megapixel di risoluzione fanno in modo che le immagini catturate siano sempre adatte allo scopo finale, qualunque sia il lavoro che ci si appresta a fare, sia all’aperto sia in studio.

Forse per la gran parte dei fotografi che guarda a questo mondo con interesse sempre maggiore la scelta giusta potrebbe cadere sul modello R6, un po’ meno risoluto e performante ma al tempo stesso decisamente più accessibile a livello di prezzo.
La EOS R5 segna comunque il punto nell’agone delle mirrorless di alto profilo e si pone senza dubbio al vertice della gamma Canon, mirrorless e non.

Data di pubblicazione: gennaio-marzo 2021
© riproduzione riservata

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