Through My Eyes

Tre fotografie per conoscermi

Erik Colombo

Cosa mi ha spinto ad avvicinarmi alla fotografia? La scoperta della fotografia è stata casuale, diciamo che ho sempre amato viaggiare e scoprire nuovi posti. È stata una piacevole ventata di aria fresca terminati gli studi di beni culturali nel 2013, quando mi sono affacciato al mondo “dei grandi” senza una meta precisa.

©Erik Colombo 2019 - Cascata Islanda

Cosa mi ha spinto ad avvicinarmi alla fotografia?

La scoperta della fotografia è stata casuale, diciamo che ho sempre amato viaggiare e scoprire nuovi posti. È stata una piacevole ventata di aria fresca terminati gli studi di beni culturali nel 2013, quando mi sono affacciato al mondo dei “grandi” senza una meta precisa. Iniziai a fotografare per gioco, un po’ come tutti del resto, mi ricordo sempre la mia prima fotografia, un ritratto del mio ormai defunto cane. Mi piacque subito il feeling con la fotocamera, non la sentivo come uno strumento, ma più come un prolungamento del mio sguardo, delle mie mani e del mio essere. Col tempo decisi di affiancare alle mie innumerevoli gite in montagna la mia prima fotocamera, una Canon 550D, che mi accompagnò fino al mio primo concorso fotografico in una galleria d’arte legnanese, dove mi classificai primo su oltre 80 fotografi con una foto di paesaggio, e una fotografia di reportage a Milano. Capii quindi l’importanza della fotografia nella mia vita e decisi di volerne fare un lavoro. Venni assunto nel primo studio di fotografia all’età di 19 anni, dopo un piccolo corso per non presentarmi totalmente impreparato, a Legnano. Iniziai con fotografia di nudo, glamour e cataloghi di moda, portando sempre avanti nella sfera privata l’amore per i viaggi, per gli sconfinati paesaggi e il mio rapporto con gli animali. Da quello studio non so nemmeno ora quanta strada ho fatto, ma se mi guardo indietro sono felice di tutto quello che ho realizzato e che continuerò a fare. Molti mi hanno chiesto perché non ho scelto di specializzarmi in un campo, perché continuo ancora oggi a lavorare per aziende di moda, per brand che in seguito citerò e mi dedico all’insegnamento, e la mia risposta sarà sempre la seguente: “io mi sono approcciato alla fotografia quasi per gioco, ed è stata per me una salvezza. Ogni soggetto io ritraggo per me ha un’importanza unica, a prescindere dal fatto che sia un meraviglioso tramonto islandese, una bellissima modella o un cane. Per me fotografia è trasmettere e raccontare, ed io non mi sento un fotografo quando più un’artista e, come tale, non voglio specializzarmi in nessun ambito, perché fotografia è un’arte a 360° e non voglio pormi barriere. So bene che spesso si dice che chi sa fare tutto in realtà non sa fare nulla, ma la vita è lunga e di tempo ne ho, col tempo affinerò ogni campo, per ora mi sto concentrando su paesaggistica e ritrattistica, anche se il mio sogno nel cassetto sarà sempre reportage”.

Ora lavoro per alcuni brand mondiali: ho il piacere di essere X-rite Coloratti italiano, collaboro con BenQ nel test di monitor fotografici per fotografici e videomaker, lavoro insieme a Gaspare Silveri allo sviluppo come beta tester del suo plug-in di Photoshop, e di recente ho intrapreso un percorso come docente special guest per Canon Academy, con un filone di workshop che si protrarrà per tutto il 2020. Inoltre stiamo lavorando all’organizzazione di alcuni tour esteri sempre per il 2020, le mete saranno Tenerife, Norvegia e Islanda.

Vi mostrerò tre delle fotografie al quale sono più affezionato, indipendentemente dai concorsi vinti con esse o riconoscimenti. 


La prima foto (in apertura) raffigura una cascata molto famosa in Islanda, Seljalandsfoss, durante uno stupendo tramonto.

Questa foto è la mia idea perfetta di paesaggistica: rappresenta per le il connubio perfetto tra colori caldi e colori freddi, la danza armonica tra linee guida e fughe prospettiche, e un bellissimo ricordo che porterò sempre con me.

©Erik Colombo 2019 - Tenerife

La seconda fotografia invece rappresenta una via lattea recente, parliamo di maggio 2019, quando ero a Tenerife per lavoro. Questa invece è la mia idea di notturna: il primo piano costellato di margherite rispecchia l’immensità delle stelle, perfettamente visibili anche a occhio nudo. É stata una fotografia molto complessa tecnicamente, ma le sfide le ho sempre amate.

©Erik Colombo 2019 - Progetto sul maltrattamento degli animali La terza fotografia invece rappresenta il mio primo progetto fotografico, ed è la mia produzione fotografica del quale vado più fiero in assoluto. Un progetto contro il maltrattamento sugli animali, con la pretesa di dare voce a chi non ne ha, con il bisogno di esternare una realtà spesso celata. Magari ve ne parlerò meglio, ma questo è stato il mio primo rapporto con il reportage nudo e crudo, esposto in diverse gallerie d’arte e devo dire che la riposta del pubblico è stata notevole.

Permettetemi di ringraziare osservatoriodigitale per avermi dato la possibilità di scrivere questo articolo e di gestire questa rubrica, i miei genitori e la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e tutti i brand – italiani e non – che danno fiducia a un ragazzo così giovane ma con così tanta voglia di crescere e affermarsi, in un panorama dove purtroppo la giovane età è vista come inesperienza.

Data di pubblicazione: dicembre 2019
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