Kenro IzuKenro Izu è un fotografo giapponese che da decenni vive negli Stati Uniti. Classe 1949, ha frequentato la scuola d’arte all’Università Nihon di Tokyo dal 1969 al 1972. È annoverato fra i 20 più grandi fotografi di sempre e al Foro Boario di Modena si è da poco conclusa una sua mostra dal titolo “Kenro Izu. Territori dello spirito”.

Quando era ancora al secondo anno di corso all’università e studiava la fotografia artistica, sentì parlare di New York come della città della fotografia per eccellenza; così decise di prendersi una breve vacanza e andò nella Grande Mela per constatare di persona gli sbocchi che poteva offrire questa metropoli.

Dopo circa una settimana aveva già finito il poco denaro con cui era partito, ma fortunatamente trovò lavoro come assistente di un fotografo (erano gli anni Settanta e trovare un lavoro presso uno studio fotografico era ancora una cosa possibile). Divenne così l’assistente di Ken Morie per un anno, poi passò alla fotografia di moda e vi lavorò per circa tre anni. Dopo quest’esperienza formativa aprì uno studio fotografico tutto suo.

New York era molto diversa dalla campagna giapponese in cui era cresciuto e quindi agli inizi il cambiamento fu drastico ed ambientarsi non fu semplicissimo.

Kenro IzuPer sbarcare il lunario, nei primi anni si dedicò alla fotografia commerciale ma nel suo animo era alla fotografia artistica che mirava, benché non avesse la minima idea di dove cominciare. Quello che sapeva era che doveva esplorare, tentare, cercare. Dopo aver aperto il suo studio cominciò a specializzarsi nella fotografia di nature morte. A partire dal 1979 Kenro Izu cominciò a dedicarsi seriamente, oltre che alle foto commerciali che gli permettevano di guadagnarsi il pane, anche alla fotografia d’arte, girando il mondo per fotografare i monumenti sacri nel loro habitat naturale.

Così ha visitato l’Egitto, la Siria, la Giordania, ma anche l’Inghilterra, la Scozia, il Messico, la Francia e l’Isola di Pasqua. Si è sempre interessato anche al buddismo e ai monumenti indù nel Sud Est dell’Asia e quindi ha fotografato i templi della Cambogia, della Birmania, dell’Indonesia, del Vietnam e dell’India.

Con la sua macchina fotografica capta la bellezza profonda di queste opere d’arte nel loro stato naturale e in alcuni casi anche nella loro decomposizione.

Izu è ormai completamente a suo agio nel mondo occidentale, ma come ammette lui stesso, quando fotografa dei luoghi religiosi, li guarda con l’occhio di un asiatico giapponese. Ha probabilmente un lato orientale anche nello studio del tempo, di quel tempo che scorre e che ci sfugge; questa ricerca di ciò che è il tempo, lo ha probabilmente portato a scegliere di fotografare i grandi monumenti: sono infatti ciò che più si avvicina a qualcosa capace di durare in eterno. Da conoscitore del buddismo sa però che tutto è transitorio e che quindi nemmeno la pietra è eterna. Le sue fotografie sono comunque un tentativo di dialogo con il tempo; un tentativo molto sofisticato, come sofisticata è la tecnica di stampa da lui preferita: la platinotipia (considerata il punto di arrivo qualitativo della fotografia in bianco e nero).

Kenro Izu ha fondato l’Associazione “Amici Senza Frontiere”, che raccoglie fondi per gli ospedali pediatrici in Cambogia e tutti i guadagni che derivano dalla vendita delle sue fotografie e del suo libro Light Over Ancient Angkor sono donati a questa causa.

Data di pubblicazione: aprile 2015
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