Fotografare la felicità è davvero difficile, forse più complicato che fotografare la miseria o le tragedie. È qualcosa d’impalpabile, una bolla di sapone che scivola tra le mani, che si fa fatica ad acchiappare perché dentro ci siamo noi e un gesto maldestro potrebbe farla scoppiare. Quando si è felici non si ha davvero voglia di fotografare, ma semmai di lasciarsi andare all'ebbrezza del momento, di bere, mangiare, baciare, sollevare corpi nel vortice di tutti i sensi. Non è come in letteratura, dove si può descrivere il profumo della pelle di una donna, il colore dei suoi occhi, anche se si è da soli in una stanza d’albergo. Con la fotografia bisogna astrarsi un attimo per pensare alla luce, all'inquadratura, alla composizione, agli oggetti ingombranti e fastidiosi, per comunicare quella felicità. E talvolta, se non funziona e l’armonia intorno a noi sfuma e scompare, allora, bisogna dirsi che è necessario rispettare questa legge di natura, non combatterla: non serve a niente imbrogliare in fotografia.

Sono parole di Claude Nori, fotografo ed editore francese.

A Parigi ha creato le edizioni “Contrejour”, la rivista “Camera International” e i “Quaderni di Fotografia” e nel 1999 ha fondato il festival “Terre d’immagini” che si svolge a Biarritz, dove attualmente risiede.

Era destinato a diventare regista, ma a 19 anni, grazie a Patrick Chapuis, scopre la fotografia: per lui è una vera e propria rivelazione che gli indica la strada da seguire, il cammino da percorrere.

Lasciata Tolosa per Parigi, comincia la sua avventura fotografica ed editoriale: con l’amico fotografo Bernard Plossu fonda “Contrejour”,  al tempo stesso rivista, casa editrice e galleria di Montparnasse, che diviene rapidamente un importante centro di incontri e di diffusione della fotografia francese.

Fotografo appassionato di fotografi, ha pubblicato la maggior parte delle monografie di grandi nomi della fotografia contemporanea quali Guy Le Querrec, Bernard Plossu, Arnaud Claass, Pierre et Gilles, Sebastiao Salgado, Luigi Ghirri, nonché Robert Doisneau, Edouard Boubat, Sabine Weiss.

Si fa le ossa lavorando per Vogue e per il Daily Telegraph Magazine e, dopo anni di lavoro,  nel 1976 pubblica il suo primo libro di fotografie: “Occhiali” a cui poi segue un romanzo dedicato alla fotografa americana Donna Ferrato.

Per un lungo periodo ha lavorato ad un progetto di ricerca “foto-biografica”, ruotante intorno all’adolescenza, all’Italia e alla felicità.

Nel 1984 ha partecipato al progetto “Viaggio in Italia”, con Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Guido Guidi e Giovanni Chiaromonte (recentemente riproposto in una mostra al Museo di Roma in Trastevere).

Le sue fotografie sono esposte in diverse gallerie nel mondo e, se fossi un collezionista di foto d’autore, prenderei in seria considerazione alcuni suoi scatti.

In un periodo in cui molte riviste chiudono i battenti per via della crisi, Claude Nori è andato controcorrente lanciando nel 2011 delle nuove edizioni di Contrejour e raccogliendo un notevole successo di pubblico perché, evidentemente, non imbrogliare in fotografia è una filosofia che paga.

(data di pubblicazione: ottobre 2014)

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