Logo Photokina 2012Anche su Colonia sembra abbattersi la tendenza alla crisi delle manifestazioni fieristiche di cui si parla nell'Editoriale: nonostante sia una delle poche fiere di fotografia dal respiro davvero internazionale e abbia cadenza biennale, anche il Photokina ha subito una leggera frenata in termini di interesse e crescita. Partiamo dai numeri: quelli comunicati dagli organizzatori, per i quali l'edizione appena conclusa è stata un ennesimo successo, ma che a un'analisi più attenta raccontano una storia abbastanza diversa. Il primo dato che balza all'occhio è il rallentamento nella crescita dei visitatori, solo 4.000 in più rispetto ai 181.000 del 2010, quando l'incremento dal 2008 era stato pari a tre volte tanto; il secondo riguarda la progressiva riduzione del numero di aziende presenti o rappresentate: 1158 complessivamente in quest'ultima edizione (con 803 espositori effettivi), contro le 1523 di quattro anni fa. Sono due parametri che appaiono in controtendenza rispetto al crescente interesse generalizzato verso la fotografia intesa sia come hobby che come professione, senza contare la prepotente diffusione dell'imaging mobile intervenuta nell'ultimo biennio, che ha richiamato alla manifestazione di Colonia una nuova fascia di pubblico e di produttori.

joerg niggliUn video online che diventa virale. Una città italiana inconfondibile. Una passione che ha coinvolto diverse decine di migliaia di utenti in tutto il mondo. Così comincia il nostro racconto di Jörg Niggli, un fotografo e videomaker svizzero che, al di là di altri lavori di sicuro valore, ha avuto un notevole aumento di popolarità proprio grazie al video in time-lapse realizzato a Venezia intitolato "Venice in a Day" che riassume (quasi) una giornata della città lagunare da numerosi punti di vista, alcuni dei quali davvero inusuali, per nulla da turista e con una sensibilità visiva del tutto unica. (Disclaimer: chi scrive è per metà veneziano, per cui 'di parte'). Il video, realizzato con una Canon G10 (proprio la super-compatta di Canon!) è stato poi montato con una notevole esperienza. Abbiamo intervistato Jörg per scoprire qualcosa di più sui suoi lavori, sulla sua visione della fotografia, del video e dell'immagine.

Thomas LeuthardDefinire la street photography è decisamente difficile: un tentativo per approssimazione potrebbe essere quello di classificarla come 'fotografia della vita quotidiana, delle strade, delle persone reali'. Durante tutto il XX secolo, anche se non sempre classificate con questo nome, molti maestri della fotografia si sono confrontati con queste tematiche, hanno cercato di fotografare la vita di tutti i giorni senza preparare la posa, la scena e le persone coinvolte. In passato, spesso armati di Leica, di rangefinder molto semplici o di fotocamere usa e getta, gli street photographers hanno dovuto difendere la loro scelta, anche fisicamente, di fronte a quella che spesso viene vista come una violazione della privacy personale e non una forma di espressione fotografica. Tra i sinonimi di street photography vi è l'inglese 'candid' che tuttavia non rende, almeno in italiano, l'idea di quanto semplice, immediato e a volte sarcastico riesca ad essere questo tipo di foto.Tra i fotografi che si stanno affermando, soprattutto grazie all'avvento del digitale e ai social media, od ha scelto di intervistare lo svizzero Thomas Leuthard, street photographer svizzero di 40 anni che insegue la sua passione per l'immagine viaggiando nelle principali città del mondo (anche se per lavoro si occupa di IT nella pubblica amministrazione locale).

Mosè FranchiConversare di fotografia con Mosè Franchi è probabilmente il modo migliore per rendersi conto di come uno scatto sia semplicemente un punto intermedio di un lungo percorso creativo, culturale, tecnico e narrativo; e di come ogni volta che impugniamo la nostra fotocamera preferita non facciamo che metterci in relazione, consapevoli o meno, con un piano nel quale la comunicazione visiva va ben oltre il “qui e ora” del soggetto ripreso inserendosi in un contesto ben più complesso e coinvolgente di quanto appaia a occhi frettolosi. Approfittiamo della recente pubblicazione di un suo libro per affrontare con Mosè - fotografo e storico della fotografia, autore, giornalista, docente e professionista del settore con oltre vent'anni di esperienza in Canon Italia alle spalle - alcune tematiche di estrema attualità in un mondo che sa costantemente attirare a sé nuovi cultori ma che altrettanto facilmente perde coloro che vi si inoltrano privi di mappe e bussole adeguate.

Alessandro MaricontiI fotografi non finiscono mai di stupirmi e Alessandro Mariconti non fa eccezione. Incontrandolo ci si trova davanti a un giovane sempre allegro e, sembrerebbe, uno spensierato professionista che sicuramente ama il suo lavoro. Parlandoci si scopre che dietro al viso pulito e gioviale si cela una persona con grande sensibilità e disponibilità verso la vita in generale. Alessandro è un ragazzo alla mano, di quelli senza grilli per la testa che pensa a far bene quello che gli piace perché sostiene sia "più facile farlo e il risultato da ancora più soddisfazione". Lo incontriamo nel suo regno milanese, uno spazio dedicato alla fotografia ma anche all'altra sua grade passione, il vintage: "mi piace molto osservare i progressi della tecnica e della tecnologia in campo fotografico ma, allo stesso modo, adoro le macchine fotografiche di un tempo. Oggi ho una Nikon D3s ma ti confesso che per me la "macchina fotografica" resta la mia prima Nikon F."

Andrea FrazzettaAndrea Frazzetta è giovane e fa questo lavoro relativamente da poco tempo, sette anni, ma l'ha talmente voluto che i risultati non si sono fatti attendere. È riuscito a vincere il concorso Canon Giovani Fotografi nel 2007, a essere chiamato come giurato allo stesso due anni dopo, a pubblicare sul National Geographic e, proprio di recente, anche sul New York Times Magazine: insomma non proprio cose da poco. Tra un lavoro e l'altro lo abbiamo incontrato per fare due chiacchiere delle quali siamo felici di rendervi partecipi.

Come ogni anno, l'arrivo della più grande manifestazione dedicata alla fotografia suscita tra gli addetti ai lavori una ridda di discussioni, commenti e giudizi a dir poco contrastanti. Nel mondo di Internet ha ancora senso una fiera incentrata sui prodotti? Quali stimoli può ricevere un appassionato che si aggiri tra stand che esibiscono veri e propri oggetti del desiderio protetti da due centimetri di plexiglass piuttosto che sfilze infinite di cornici e album? E per le aziende ci può essere un ritorno adeguato da un investimento che, tra costi di partecipazione, allestimento, trasferta, pubblicità e personale, raggiunge cifre significative? Le ultime edizioni, con vistosi spazi vuoti nei padiglioni o addirittura interi stand abbandonati, avevano restituito una notevole sensazione di tristezza: un segnale tangibile della congiuntura economica che andava a toccare anche un intero comparto messo tutto sommato meglio di tanti altri, come testimoniato dai dati che regolarmente raccogliamo e commentiamo nella rubrica Mercati. All'appuntamento del 2011, dimezzato nelle dimensioni espositive e con alcune assenze di peso annunciate, gli operatori si sono avvicinati avendo ancora negli occhi le immagini del Photokina di settembre: solo sei mesi di distanza, ma un mondo di differenza. Come sempre ci siamo andati anche noi di od: ecco le nostre impressioni e, proposte in un modo del tutto nuovo per il nostro mensile, i giudizi di alcuni nomi noti dell'industria fotografica sullo stato del mercato e sulla loro specifica esperienza di questo Photoshow.

Gianluca DestroIn linea con quello che sembra essere il tema del numero, anche il professionista di questo mese è, in qualche modo, coinvolto con la comunicazione. Ovviamente, direte voi, per un fotografo non è molto difficile esserlo ma, nel caso di Gianluca Destro, il discorso è più complesso e completo di quanto si possa immaginare. La sua non è una storia comune, di quelle che potrebbero raccontare molti giovani professionisti dell'immagine, ma parte da una professione diversa dove, comunque, l'immagine è tutto: il controllo di qualità nella produzione delle banconote a livello internazionale. Un punto di partenza che lasciava presagire tutto tranne che una vita da fotografo...

Logo Museo Fotografia ContemporaneaDal 2004 è aperto a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, il Museo Fotografia Contemporanea. Oltre a luogo di aggregazione culturale a livello locale, il Museo è il primo della sua specie in Italia. È situato all'interno di Villa Ghirlanda, una bella costruzione dell'600 opera di uno degli architetti più validi dell'epoca, il Richini, che era intervenuto, a sua volta, su un edificio preesistente del 500, addirittura attribuito al Palladio. Agli inizi degli anni ’70 la villa fu acquistata dall’Amministrazione Comunale di Cinisello e adibita a biblioteca, sede di uffici, sale per riunioni e per cerimonie, sale mostre. Il Museo Fotografia Contemporanea occupa l'ala sud del complesso anche se, in futuro, potrebbe espandersi negli spazi oggi occupati dalla biblioteca e da altre sale.

Marco MelloniMarco Melloni, fotografo milanese dedito alla fotografia industriale e architettonica sin dagli inizi della sua professione, ha una nuova passione o, meglio, un vero e proprio nuovo amore, il 3D. "Non è una questione di moda" – mi dice subito, "è da quando sono piccolo che sono abituato a guardare fotografie tridimensionali realizzate da mio nonno, ma purtroppo solo ora ho trovato il modo di rivalutarne i contenuti anche storici e renderne possibile la visione anche a un pubblico più ampio". Comincia così l'intervista al profilo di questo mese, quasi per caso, trovandoci da amici comuni che si occupano di fotografia trattata, elaborata e stampata. Ci siamo infatti incontrati da Apotema, uno spazio creativo e collaborativo di Milano, dove opera una nostra vecchia conoscenza, Gabriele Dardanoni, autore per od della serie de L'Immaginatore: Melloni era venuto da Gabriele proprio per cercare di capire quali fossero le soluzioni migliori, a livello di inchiostri e carte, per realizzare alcune prove di stampa di queste immagini meravigliose di cui dispone in archivio. Il sottoscritto che si trovava da quelle parti quasi per caso (quando sono in zona passo sempre volentieri con la scusa di un caffè per vedere qualche immagine stupefacente...) vedendo Marco intento a scegliere delle immagini non ha saputo trattenersi dall'invitarlo a fare una chiacchierata per od, e quello che segue ne è il resoconto.

Se la biennale attesa del Photokina ruota solitamente intorno alla curiosità relativa ai nuovi annunci e alle nuove presentazioni, l'edizione di quest'anno era circondata da aspettative di altro genere: in particolare, verificare sul campo lo stato di salute di un settore che ha vissuto due anni di grande intensità nei quali sono coincisi fattori come maturazione del mercato e differenziazione tecnologica dei produttori in un quadro di crisi economica generalizzata. I numeri comunicati dagli organizzatori della manifestazione suggeriscono già una prima interpretazione: a fronte di un aumento dei visitatori, passati da 169.000 a 180.000, gli espositori sono visibilmente diminuiti scendendo dai 1523 del 2008 (considerando sia quelli diretti che le aziende rappresentate) ai 1251 di quest'anno, conseguenza sì di qualche fusione avvenuta nel frattempo ma soprattutto un segnale di difficoltà da parte delle aziende più piccole nel sostenere un impegno oneroso - in termini di costi, di logistica e di impegno diretto - come una sei giorni di questa portata.

Viola Cajo De CristoforisViola è una fotografa nuova con una personalità decisa, spiccata, tipica di una giovane professionista che sembra sapere esattamente quello che vuole. Studia e si forma allo IED dove Roberto Tomesani, profilo dello scorso numero di od, è supervisore dell’area fotografica. Per questo e altri mille motivi l’abbiamo voluta conoscere e intervistare per osservatorio digitale, per dare voce così a uno di quei professionisti di cui ci aveva parlato proprio Tomesani, quei fotografi che vivono la professione in modo nuovo, diverso, forse più a tutto tondo rispetto ai loro colleghi più attempati. Con lei abbiamo avuto modo di parlare di come si vive la fotografia da un punto di vista professionale oggi, in un'epoca fatta di scatti e di tanta post-produzione, a volte, o spesso purtroppo, senza metterci troppo la mente o il cuore. Viola la vede in modo differente: andiamo a capire perché.

Roberto TomesaniQuesto mese, visto che il numero è doppio e il tempo non dovrebbe mancarvi, abbiamo pensato di darvi la possibilità di leggere e leggere molto perché il personaggio protagonista del profilo è davvero una fonte inesauribile di idee, legate prevalentemente al mondo della fotografia professionale: Roberto Tomesani, coordinatore di Tau Visual, l'associazione italiana dei fotografi professionisti  che, come se fosse un ordine professionale, unisce e osserva l'evolversi del proprio settore ma, a differenza di molti ordini capaci solo di chiedere una quota senza dare nulla in cambio, è estremamente attiva nel supportare i propri soci. Tomesani è una persona solare e pacata che ispira subito simpatia e fiducia: una di quelle persone a cui non avresti difficoltà a dare le chiavi di casa, insomma una figura davvero positiva in questo mondo di avatar.

DPF Photocenter MilanoIn una delle più belle zone di Milano, verdi, eleganti e di grande prestigio, c'è la sede del nostro profilo di questo mese. No, non si tratta di un professionista ma di un gruppo di persone che lavorano nell'ambito della fotografia professionale. È un centro che definire di rivendita è poco o quasi offensivo: dall'aria che si respira entrandoci sembra di essere quasi in un circolo privato, in un ambiente rilassato dove la fretta non è certo di casa. Ci sono persone che passano di qui anche solo per farsi spiegare dei concetti sulla luce oppure per discutere delle impostazioni d'uso di un illuminatore: sono sicuri di trovare qualcuno disposto ad ascoltarli e a dialogare con loro. Stiamo entrando in via Bandello 6 a Milano da DPF Photocenter. Ci accoglie e ci fa da guida Alessandro Bonetti, una delle due anime dell'azienda, insieme all'altra Patrizio Danova.

Lino OlmoLino Olmo nasce a Clusone, in Val Seriana, in una bella giornata di novembre. Il sole, il cielo limpido e l'affascinante contorno delle prealpi Orobiche, già imbiancate di neve, hanno probabilmente influenzato da subito la sensibilità paesaggistico-cromatica di quello che un giorno sarebbe diventato un amante della natura e, in seconda battuta, un esperto fotografo. Ma non un fotografo qualunque. Sin da ragazzo, come molti altri giovani della sua zona, Lino ha una forte passione per le escursioni e per il fuoristrada. In Val Seriana, non dimentichiamolo, sono cresciuti fior di campioni del mondo del cross e della regolarità, quella che oggi chiamano enduro, come Elia Andrioletti, Alessandro Gritti, Ivan Alborghetti, Pierluigi Rottigni, Franco Gualdi, Andrea Marinoni e moltissimi altri, gente che su due ruote artigliate ha portato in alto nel mondo il nome dell'Italia*.

Come tutti gli abitanti di montagna anche Olmo ha la caratteristica ritrosia nel parlare, non perché voglia fare il prezioso, anzi è una persona cordiale ed estremamente gentile, ma perché è tipica di chi ha nel DNA il "fare più del parlare", soprattutto se si tratta di parlare di sé.

Reduci dall'ultima edizione romana del PhotoShow vogliamo rendervi partecipi di quelle che sono state le nostre impressioni durante la visita. Questa rappresenta l'unica manifestazione italiana organizzata per il mondo della fotografia. Purtroppo, a nostro avviso, anche se l'ambizione degli organizzatori sarebbe quella di proporre al pubblico italiano una versione locale del Photokina, l'impressione finale che se ne trae è quella di aver partecipato a un evento che rasenta la sagra di paese. Cerco di spiegarmi facendo un esempio che parla di automobili. Nei lontani anni Settanta si scherzava volentieri a proposito di un marchio che veniva dall'Est, la cecoslovacca Skoda. Le sue vetture, non certo di successo nel libero e consumista Ovest, avevano un aspetto a dir poco ridicolo, con tutti quegli spigoli e quelle forme da scatola con le ruote. Ma perché, si chiedevano in molti, costruiscono auto così brutte? Perché costano poco, perché la lamiera piegata ad angolo costa meno di quella modellata lungo linee curviformi, perché c'era la necessità di dare la possibilità a tutti di avere un'auto. Così sembra essere il PhotoShow: una manifestazione fieristica dedicata al nostro mondo che, se organizzata in modo più accurato, costerebbe molto di più obbligando gran parte degli espositori a rinunciare.

Beppe RasoQuando si dice il buongiorno si vede dal mattino, è ovvio, si utilizza una metafora per sottolineare quando l'inizio di qualche cosa è andato bene e ciò sarà di buon auspicio per la riuscita finale. Allo stesso modo ci si sente incontrando Beppe Raso, non solo fotografo bravissimo ma anche persona intelligente e simpatica, di quelle a cui presteresti l'auto anche solo dopo il primo incontro; immediatamente ci si rende conto di avere a che fare con qualcuno di straordinario, non solo dal punto di vista delle capacità professionali. Con Beppe parliamo di architettura, di interni, di design; ma soprattutto di quasi un trentennio trascorso a sperimentare, perfezionare e ricercare ovunque quel connubio di forme e luci divenuto tratto essenziale del suo modo di fotografare.

Fabio Nosotti intervistato da Osservatorio DigitalePer conoscere Fabio Nosotti e quello di cui si è interessato e ha fotografato nella vita ci vorrebbe un'edizione speciale di od e non sarebbe sufficiente. Dinoccolato e apparentemente svagato, si muove a suo agio tra le pop star più famose al mondo così come tra le catwalk più esclusive. Ma non lo spaventano neppure gli assignment in cui si scatta sotto la pioggia torrenziale...

Fabio Nosotti, fotografo e giornalista, è nato a Milano e svolge la sua attività in Europa ed in America. Inizia nei primi anni Settanta a collaborare come giornalista alla rivista musicale Suono Hi-Fi Stereo, per la quale esegue anche i primi servizi fotografici imprimendo così una piega alla sua attività in direzione della produzione di immagini.

Alessandra SoresinaBiologa, scrittrice, fotografa, soprattutto fonte di storie ed esperienze, si può dire che Alessandra Soresina sia "fotografa per caso". Milanese di nascita, appassionata di genetica, finisce per scegliere l'indirizzo zoologico sulla scia della sua passione per gli animali. Come spesso accade, Alessandra viene "folgorata" dall'Africa durante un viaggio in Namibia e Botswana nel 1995, durante i primi anni di università. L'esperienza di quel viaggio straordinario la convince che la vita che fa per lei non è quella del laboratorio ma quella a contatto con la natura più selvaggia.

Cinquant'anni sono un bel periodo nella vita di un uomo perché rappresentano un traguardo che presuppone un momento di riflessione, di consuntivi, di ricordi di quello che è stato e di verifica di quello che sarà e potrà essere; per un'azienda commerciale, in questo caso verrebbe da dire l'Azienda – sia per dimensioni sia per fatturato – il cinquantennale segna una tappa, importante certo, ma comunque solo un momento di una lunga vita. Canon compie a maggio 50 anni, mezzo secolo di successi basati soprattutto sulle soluzioni tecnologicamente avanzate nate all'interno del suo reparto di ricerca e sviluppo, un R&D che, forse, non ha eguali al mondo. Percorriamo insieme le fasi principali di questa magnifica storia attraverso alcuni modelli di fotocamera che ne hanno segnato le tappe.

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