Se la biennale attesa del Photokina ruota solitamente intorno alla curiosità relativa ai nuovi annunci e alle nuove presentazioni, l'edizione di quest'anno era circondata da aspettative di altro genere: in particolare, verificare sul campo lo stato di salute di un settore che ha vissuto due anni di grande intensità nei quali sono coincisi fattori come maturazione del mercato e differenziazione tecnologica dei produttori in un quadro di crisi economica generalizzata. I numeri comunicati dagli organizzatori della manifestazione suggeriscono già una prima interpretazione: a fronte di un aumento dei visitatori, passati da 169.000 a 180.000, gli espositori sono visibilmente diminuiti scendendo dai 1523 del 2008 (considerando sia quelli diretti che le aziende rappresentate) ai 1251 di quest'anno, conseguenza sì di qualche fusione avvenuta nel frattempo ma soprattutto un segnale di difficoltà da parte delle aziende più piccole nel sostenere un impegno oneroso - in termini di costi, di logistica e di impegno diretto - come una sei giorni di questa portata.

Rilevante d'altra parte il "premio" che attende i partecipanti a quella che rimane tuttora la più importante vetrina a livello mondiale, specie considerando il rapporto tradizionalmente elevato tra visitatori professionali e consumatori (nel 2008 era stato di quasi due terzi a favore del primo gruppo) e l'enorme impatto mediatico della manifestazione con una copertura assicurata a livello mondiale da oltre 6.000 giornalisti accreditati. Non è dunque un caso se al Photokina vengono riservati annunci di rilievo o mostrati per la prima volta nuovi prodotti. Le anteprime che puntualmente si materializzano a mesi di agosto alterni sotto forma di comunicati stampa non servono altro che a generare attesa - ciò che nel settore della comunicazione si chiama "buzz" - destinata ad avere il proprio compimento di lì a qualche settimana nei padiglioni della Kölnmesse.

In questo senso l'edizione appena conclusa ha corrisposto pienamente alle aspettative. Rispetto a due anni prima gli annunci sono aumentati significativamente: escludendo le novità destinate al mercato consumer, i corpi e gli obiettivi presentati dai principali marchi commerciali sono infatti più che raddoppiati, mettendo oltretutto in evidenza una forte differenziazione a livello tecnologico e strategico. Gli apparecchi mirrorless o quelli in formato Micro Quattro Terzi non sono più semplici tentativi di conquistare una nicchia di sopravvivenza in un mercato schiacciato da pochi giganti; la combinazione tra fotografia e video è entrata a pieno titolo tra le caratteristiche irrinunciabili di ogni reflex digitale; e tecnologie (ri)emergenti come lo specchio traslucido hanno attirato ben più attenzione di quanto si potesse prevedere.

Se nel 2008 il punto interrogativo riguardava il completamento della transizione verso il digitale da parte di numerose Case fotografiche tradizionali e il posizionamento dei marchi più spiccatamente dedicati all'elettronica di consumo, oggi possiamo affermare che lo scenario pare essere molto meglio delineato. Canon e Nikon continuano a dettare legge nel comparto delle DSLR lasciando agli altri il difficile ma stimolante compito di competere sperimentando con soluzioni meno convenzionali. Per tutti, comunque, la chiave del successo sembra trovarsi sempre più nei corpi a obiettivi intercambiabili: da un lato la disponibilità di ottiche e accessori permette di proseguire il rapporto commerciale col cliente anche successivamente all'acquisto dell'apparecchio, dall'altro è palese che a fronte di un investimento legato a un certo tipo di attacco o sistema il cliente intenzionato a sostituire o aggiornare il corpo macchina difficilmente sceglierà un prodotto completamente differente che lo costringa a ripartire da zero. Si tratta di un meccanismo certamente non nuovo ma che sta riprendendo quota con l'ingresso di un numero sempre maggiore di Case nel settore degli apparecchi a obiettivi intercambiabili, tanto più da quando la tecnologia EVIL o mirrorless ha tagliato i costi di sviluppo e fabbricazione di macchine di questo genere.

Lo conferma indirettamente la presenza al Photokina di una quantità di nuovi obiettivi decisamente superiore all'edizione 2008. Si sono rivisti anche nuovi extender, e financo un interessantissimo accessorio di Lensbaby che permette di montare un normale obiettivo Nikon su un corpo Micro Quattro Terzi o NEX per trasformarlo in obiettivo tilt & shift approfittando del notevole margine esistente tra il cerchio d'immagine richiesto da un sensore MFT o NEX e quello offerto da un'ottica per formato 35mm. Accessori di questo genere possono svolgere un ruolo non indifferente nel promuovere l'affermazione di piattaforme fotografiche alternative, ferma restando la responsabilità primaria del posizionamento di prezzo e della capacità distributiva da parte dei produttori stessi.

Altrettanto significativa è stata la scelta di Sony di progettare i propri apparecchi NEX con la lunghezza di flangia posteriore più corta (18mm) di tutti gli altri sistemi attualmente sul mercato: questo accorgimento, che peraltro riprende la strategia che Miranda aveva messo a punto mezzo secolo fa, permetterà di utilizzare qualunque obiettivo previo apposito adattatore. Il sistema NEX potrà dunque essere proposto a chi già possegga un parco ottiche qualsiasi e sia magari interessato a un secondo o terzo corpo ultracompatto.

Che vi sia interesse verso apparecchi di qualità professionale o semiprofessionale dalle dimensioni compatte è infatti stato provato ancora una volta dal grandissimo interesse che macchine di questo genere hanno suscitato durante il Photokina: le due Panasonic LX5 e FZ100, le rispettive versioni targate Leica (D-Lux 5 e V-Lux 2), la Canon G12 e soprattutto la Finepix X100 - un prodotto che Fujifilm ha presentato ancora sotto forma di prototipo e che sarà commercializzato a prezzi in linea con quelli di una reflex APS-C di buon livello. Questa fascia di apparecchi "premium" potrebbe sostituire quella delle bridge evolute come nuovo segmento ad alta redditività per i produttori, ed è dunque lecito attendersi ulteriori sviluppi.

A proposito di reflex, chi si aspettava qualche novità di taglio professionale dell'ultimo minuto da parte di Canon e Nikon ha dovuto accontentarsi delle preannunciate 60D e D7000, che rappresentano comunque due validissime soluzioni di media fascia cui si è affiancata la Pentax K-5. È confortante vedere come nella fascia di prezzo dei 1500 euro siano disponibili tre kit corpo+obiettivo (anche quattro se si è disposti ad aumentare un po' il budget, con la Olympus E-5) di qualità più che sufficiente per chi voglia impegnarsi seriamente nella fotografia digitale o per ampliare a costi accessibili un parco macchine professionale già esistente. Restando nell'ambito delle DSLR in formato APS-C, ecco poi la Sigma SD1 con il suo sensore Foveon da 15,3 megapixel equivalenti, macchina di cui si attende ancora un prezzo ufficiale e qualche prova sul campo in condizioni di illuminazione subottimale, ovvero dove il sistema Foveon è stato sinora più debole rispetto ai più comuni sensori a matrice Bayer. E per restare nell'ambito delle tecnologie alternative, come non citare la svolta di Sony con i suoi nuovi apparecchi SLT (Single Lens Translucent), tanto più che il digitale con i suoi luminosi display LiveView posteriori promette di risolvere il problema forse più sofferto dai possessori delle vecchie reflex analogiche di questo genere, ovvero l'insufficiente luminosità del mirino specialmente oltre una certa apertura.

Ricorderete come il Photokina 2008 abbia fatto da cornice alla presentazione della prima DSLR con capacità di registrazione video, la Canon 5D Mk II. In pochissimo tempo le funzionalità video si sono estese praticamente a tutte le reflex digitali - insieme con i display LiveView, preferibilmente snodati - chiudendo ufficialmente la "guerra dei megapixel" che aveva caratterizzato i primi anni della fotografia digitale per aprire invece il "fronte HD" a suon di risoluzioni "i" e "p", frame rate e codec A/V. La gara in questo settore va avanti e promette future scintille con le voci di corridoio che darebbero alcuni produttori già pronti a incorporare capacità di registrazione video 4K non appena le condizioni di mercato lo consentano; ma al momento l'esigenza più sentita sembra essere quella di accessori che rendano più fruibili le reflex in campo video dal lato sia tecnico che ergonomico. Molti produttori se ne sono resi conto e a Colonia si è iniziata a vedere una gamma eterogenea di mirini elettronici, teste video, obiettivi e supporti di ripresa destinata alle HDSLR. Molto rimane ancora da fare prima di giungere a una reale e completa integrazione in questo ambito, in particolare per quanto riguarda il software di post-produzione: anche se il mondo digitale gira più velocemente di quello analogico, un biennio non è certamente sufficiente per mettere a fuoco tutte le sfide che una piattaforma videofotografica ibrida comporta; certamente il Photokina 2012 offrirà risposte ben più definitive in questo senso.

Un'altra categoria che era particolarmente attesa al varco dopo due anni di fusioni, acquisizioni e fallimenti è stata quella degli apparecchi medio formato. In questo settore la guerra dei megapixel è ancora in corso, e i 39MP del nuovo dorso Sinar non sembrano impressionare più di quel tanto specialmente di fronte alla presentazione del dorso Leaf da 80MP e all'annuncio del sistema multishot Hasselblad capace di acquisire immagini da 200MP mediante un sensore da "soli" 50MP. Il rovescio della medaglia è come sempre un alleggerimento dei prezzi per i modelli di fascia più bassa: un kit Hasselblad H4D-31 con obiettivo 80mm può essere acquistato oggi a meno di 10.000 euro (IVA esclusa), all'incirca come l'annunciato kit Pentax 645D da 40MP con obiettivo 55mm. Il punto di convergenza economica tra DSLR di fascia alta e medio formato entry-level si fa dunque sempre più vicino, con ricadute che promettono di essere estremamente interessanti.

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