Roberto TomesaniQuesto mese, visto che il numero è doppio e il tempo non dovrebbe mancarvi, abbiamo pensato di darvi la possibilità di leggere e leggere molto perché il personaggio protagonista del profilo è davvero una fonte inesauribile di idee, legate prevalentemente al mondo della fotografia professionale: Roberto Tomesani, coordinatore di Tau Visual, l'associazione italiana dei fotografi professionisti  che, come se fosse un ordine professionale, unisce e osserva l'evolversi del proprio settore ma, a differenza di molti ordini capaci solo di chiedere una quota senza dare nulla in cambio, è estremamente attiva nel supportare i propri soci. Tomesani è una persona solare e pacata che ispira subito simpatia e fiducia: una di quelle persone a cui non avresti difficoltà a dare le chiavi di casa, insomma una figura davvero positiva in questo mondo di avatar.

od: Parlaci di come “nasce” professionalmente Roberto Tomesani

Roberto Tomesani: In modo ibrido direi, un incrocio tra due anime. Nasco come fotografo visto che amavo la fotografia al punto di desiderare che diventasse la mia professione. All’epoca, però, avevo circa vent’anni ero anche figlio di una figura importante, mio padre, che era un consulente aziendale e voleva per me una formazione che seguisse le sue orme. Fatto tutto il percorso formativo e seguito tutti i corsi necessari a qualificarmi come consulente venne stabilita la data del mio esordio professionale, il giorno in cui avrei cominciato a lavorare nella società di consulenza di cui mio padre era anche uno dei soci fondatori. Proprio nello stesso giorno, tuttavia, capii che non sarebbe stata quella la mia strada, anche perché in quel contesto sarei sempre stato – in caso di successo così come di disfatta – non me stesso ma sempre quel Tomesani figlio di Tomesani. A quel punto decisi di intraprendere la vita del fotografo.

Roberto Tomesani nel suo studio

od: La scelta di una vita…

RT: Sì, anche perché allora, e stiamo parlando dei primi anni '80, mi piaceva molto ricercare, provare e sperimentare; scrivevo per Progresso Fotografico, dove ho fatto per dodici anni il caporedattore, e per Tutti Fotografi; al tempo stesso però già insegnavo all’Istituto Europeo di Design. L’insieme di queste attività mi ha anche fatto crescere il desiderio di differenziare un po’ la mia attività di fotografo cominciando a fare l’agente. Grazie ai miei contatti e alle varie attività che svolgevo, riuscii a procurarmi i nomi di molti giovani fotografi ai quali riassegnavo lavori che mi venivano proposti. Facendo l’agente di fotografi mi resi conto che mancava completamente una documentazione che raccogliesse le informazioni sulle consuetudini contrattuali, i prezzi, le modalità dei rapporti tra i fotografi stessi e il cliente. Fu così che nacque una raccolta di questo tipo di documentazione, frutto di una serie di ricerche che avevo fatto nel tempo più per me che per altri ma che si rivelò molto utile, tanto che da quei documenti, riveduti in modo che potessero essere utilizzati anche da altri, scaturirono le prime dispense che vennero diffuse. Dalle dispense e dalla loro pubblicazione raccolsi davvero un grande numero di professionisti e, dopo aver percorso tutti i passaggi di cui ho raccontato finora, con alcuni amici fotografi si pensò di creare l’associazione, nata da una serie di esigenze a cavallo tra il fotografico e l’organizzativo.

od: Oggi continua a essere così?

RT: Il mio lavoro di oggi si svolge prevalentemente all’interno dell’associazione perché mi assorbe davvero tanta energia e tanto tempo. Nel frattempo sono diventato anche il coordinatore dei corsi di fotografia allo IED, l’attività giornalistica si è per forza rallentata dopo aver pubblicato un numero infinito di articoli e libretti, ma svolgo ancora il ruolo di perito per il tribunale e per la Camera di Commercio così come sono nella commissione esperti dell’Agenzia delle Entrate dove svolgo il ruolo di rappresentante di categoria per gli studi di settore.

od: Quando è stata fondata Tau Visual?

RT: nel 1991 ed è cresciuta costantemente nel tempo. Oggi abbiamo una base di associati che supera i duemila iscritti circa. Dico così perché c’è la possibilità di associarsi in qualunque periodo dell’anno, quindi il numero dei soci varia giorno per giorno.

Staff Photo-link

(Nella foto: lo staff di Photo-Link, l'iniziativa tenutasi in occasione del Click Up di Brescia, per generare contatti fra fotografi e potenziali interlocutori)

od: Un numero ragguardevole, considerando che sono tutti professionisti di un settore molto specifico e specializzato.

RT: È vero, considerando anche il momento atipico che sta vivendo il mondo della fotografia, e di conseguenza anche quello delle associazioni professionali. Quello che sta accadendo ora è che, in questo mondo, coesistono contemporaneamente uno “zoccolo duro” di professionisti che vengono dalla fotografia tradizionale (non intesa solo come fotografia analogica ma dal concetto di attività fotografica svolta da un professionista che fa il fotografo, con la f maiuscola) e c’è un gruppo emergente di professionisti dell’immagine che non sono solo interessati alla fotografia.
Al primo gruppo appartiene una nutrita schiera di soci, che rappresentano appunto il modo più puro di interpretare il lavoro di fotografo e tra questi colleghi c’è la più grande moria di attività professionali proprio perché sono quelle non riconvertite in maniera efficace oppure sclerotizzate sul loro modo d’essere che non funziona più, che ha perso il proprio mercato; da questa parte di soci vengono spesso richieste di aiuto che non possono certo essere disattese ma che richiedono attività che sono anch’esse parzialmente morenti o, comunque, non certo proiettate verso il futuro.
Dall’altra parte c’è l’ingresso nella professione di una serie di operatori che in gran parte provengono da formazioni orizzontali, quindi non hanno competenze specifiche fotografiche ma in comunicazione d’immagine, cioè nell’uso dell’immagine. Questo significa una conoscenza approfondita di pacchetti applicativi: magari sono webmaster che sviluppano qualche CGI e lavorano con le immagini di sintesi, oppure ne sanno di grafica e, ancora, conoscono la fotografia ma la utilizzano come una componente della loro professionalità. Questo modo di essere è quello che attualmente si adatta meglio alle richieste del mercato; questi nuovi soci però non sono particolarmente interessati alla tipica “parrocchietta” fotografica come esisteva una volta, e quindi assolutamente refrattari alle iniziative che invece tanto piacciono allo zoccolo duro di cui si parlava prima.

od: La professione vive un vero e proprio dualismo al suo interno.

RT: Sì, ed è in qualche modo piuttosto imbarazzante per l'associazione perché non è possibile stabilire a priori quale sia o sarà l’atteggiamento nei confronti dei diversi modi d’essere dei soci. Inoltre c’è il problema che i nuovi associati, quelli che in massima parte sostituiscono le attività che chiudono, giungono sul mercato con un’idea di sé diversa da quella che aveva il fotografo, la percepiscono con un diverso “sapore” che li spinge a chiedere anche cose diverse all’associazione che, anch’essa, viene vissuta in modo diverso da quello con cui forse era stata concepita. Queste nuove professionalità fatte di multi-competenze sono anche più difficili da definire e, di conseguenza, da rappresentare.

Lettere di protesta dai soci

(Nella foto: le lettere scritte dai soci e raccolte dall'associazione per contestare la decisione dell'antitrust di sospendere il tariffario di riferimento, e che ha portato allo sviluppo del sistema www.tariffario.org)

od: Perciò ha senso dire che la fotografia viene vissuta come una competenza, uno strumento in più da utilizzare per realizzare il proprio lavoro.

RT: È esattamente così. Ancora oggi la sola competenza fotografica rimane una componente molto valida e ben vendibile ma purtroppo, al giorno d’oggi, sempre più raramente ti è richiesta da sola.

od: Mi sembra che le figure che tu descrivi siano un po’ il prototipo dello studente di questi nuovi corsi che offrono scuole proprio come lo IED di cui si parlava prima. Li si tengono anche veri e propri corsi di fotografia?

RT: Sì, c’è un corso triennale di fotografia poi c’è un corso serale annuale. Ora sta partendo un corso di fotografia artistica. Come livello d’ingresso è richiesto sempre un diploma di scuola superiore e poi ci sono dei colloqui attitudinali che servono ad aiutare lo studente a capire se quel corso può fare al caso suo oppure no. Il problema non si pone nel caso del corso triennale perché a quello si accede anche senza avere competenze di base in materia. L’accesso al mondo della fotografia attraverso questo corso è di tipo tradizionale, si presta un’attenzione particolare alla parte artistica della fotografia molto più pronunciata di quanto avvenisse in precedenza. Inoltre anche l’attenzione al lato creativo della professione è alta, proprio perché viene vista come uno dei modi per esprimersi e viene vissuta come la possibilità di accedere a questo mestiere.

Stand Tau Visual al Photoshow 2009 a Milano

od: Come è cambiata l’immagine della professione?

RT: Nel corso degli ultimi anni si è proprio notato un sapore diverso nei confronti dell’accesso alla professione: un tempo diventava professionista colui che era un amatore evoluto e che, siccome spendeva troppo per il suo hobby, pensava di trasformarlo in una professione. Tuttavia spesso era un amatore evoluto dal punto di vista tecnico e si portava con sé un bagaglio di conoscenze acquisite col tempo. Fondamentalmente era maschio con una capacità creativa secondaria in rapporto alla tecnica. Quindi un tempo l’accesso alla professione era così: adesso è ribaltato perché spesso accade che ci sia un avvicinamento da parte di chi ha un interesse creativo e comunicativo della fotografia rispetto a quello tecnico e, di fatto, anche da parte di persone che non hanno competenze tecniche di ripresa ma magari sono più orientate alla post-produzione. Per quanto riguarda il genere femminile ci sono degli anni in cui gli uomini ai corsi sono in netta minoranza. La stessa cosa vale anche per il mondo degli assistenti, che l’associazione segue con un portale dedicato (assistenti.org), dove c’è una percentuale intorno al 40% di assistenti femminili.

od: È sempre valida la figura dell’assistente?

RT: Ce ne sono di due tipi sul mercato. I primi, sono pochi ma sono quelli che si vendono, lo fanno di mestiere, possono avere quarant’anni e fare l’assistente, se vogliamo fare un paragone sono un po’ come un infermiere che lavora nel mondo della sanità senza essere un medico ma che svolge ruoli a volte altrettanto importanti. Poi c’è la valanga di aspiranti fotografi o di innamorati comunque dell’idea che pensano di fare un po’ di “bottega” per imparare, guadagnare qualche soldo e poi diventare fotografo. Tra questi ci sono molti illusi e qualcuno destinato a diventare un neo-fotografo ma, proprio in virtù di questo loro essere neo-fotografi, spesso, trovano con difficoltà spazio anche in studio perché vengono visti come dei veri e propri concorrenti – talvolta molto in gamba– dai loro datori di lavoro.

od: Facci un esempio di quello che organizzate per i vostri soci, magari quelli di tipo tradizionale.

RT: Tengo molto a menzionare il canale video che Tau Visual ha su YouTube, dove si possono reperire una cinquantina di video su chiacchierate informali che introducono al mondo della fotografia e dell’associazione stessa. Per quanto riguarda le iniziative organizziamo incontri gratuiti tenuti da professionisti su vari temi, mentre i corsi si tengono online. Andando a ritroso nelle attività svolte nelle ultime settimane possiamo citare come esempi: il volumetto sui diritti e i doveri di un fotografo, la preparazione del compendio di elementi contrattuali e di rapporto riferito verticalmente alla post-produzione e la fotografia, la raccolta dei contratti tipo così come delle lettere di autodifesa oppure, ancora, dei contratti in forma amichevole che hanno più l’aspetto di un accordo amichevole che di un contratto vero e proprio. Stiamo aprendo un censimento sugli studi di post-produzione affermati, fotografi validi come postproduttori e aperto anche agli assistenti che abbiano questo tipo di attitudine.

Sempre in questi giorni abbiamo aperto una collaborazione con l'iniziativa che si chiama Creatives Are Bad (www.creativesarebad.com) dove, attraverso mostre e pubblicazioni, vengono raccolte le campagne di comunicazione che sono state rifiutate non per la scarsa qualità ma per il loro forte impatto o perché rituenute troppo provocatorie. Di questi giorni è la pubblicazione del libro del Premio Fotografico e abbiamo recentemente fatto partire l’iniziativa Ag.it, che raggruppa gli agenti di rappresentanza (www.photoagency.org oppure www.ag-it.org) in cui anche grandi agenzie si impegnano in modo comune a sottoscrivere un codice di comportamento corretto nei confronti dei clienti.

Stiamo facendo partire l’iniziativa La creatività non ha limiti (www.cretivisenzalimiti.org) basata su un’operazione volontaria in tutta Italia dove al socio viene dato un brief, un’indicazione di base, per contattare delle strutture di persone disagiate ai quali offrire un micro corso di pochi incontri per imparare a fotografare: i creativi senza limiti sono proprio queste persone che vengono considerate limitate dal mondo esterno mentre invece si rivelano dei bravi fotografi, capaci di cogliere situazioni interessanti. A loro viene data poi l’opportunità di raccogliere e mettere in mostra le loro opere. Ci è sembrato un bel modo di fare qualcosa sotto il profilo del sociale che coinvolgesse al tempo stesso anche i nostri iscritti.

Triennale di Milano – Premiazione Premio Fotografico 2009

od:  Vedo un certa cura anche nelle vostre pubblicazioni come il Repertorio.

RT: Ci teniamo, anche se i costi di pubblicazione a un certo livello qualitativo stanno diventanto insostenibili. Per ora il Repertorio Fotografico rappresenta uno strumento che viene inviato ai soci, alle agenzie e agli agenti ma che, forse, nel tempo verrà sostituito dal libro del Premio annuale.

Il "mondo" di Roberto Tomesani lo si può esplorare e scoprire attraverso le attività importanti dell'associazione:
Database dei soci: www.fotografi.tv
Sistema gratuito per fotografo e cliente di stima on-line delle tariffe professionali: www.tariffario.org
Premio della qualità creativa: www.premiofotografico.org
Portale di collegamento fra assistenti e professionisti: www.assistenti.org
Iniziativa a favore nuovi talenti fotografia di moda: www.cool-book.org
Informazioni di base sulla professione: www.fotografi.org
Attivita' associazione fotografi artisti: www.artvisual.tv
Progetto contatti nel design: www.design-book.org
Gruppo agenti di rappresentanza: www.photoagencies.org

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