La recensione di Capture One Pro 9 | Osservatorio DigitaleRegolarmente considerato tra i migliori software per lo sviluppo digitale presenti sul mercato, Capture One chiude il 2015 con l'arrivo della versione 9 che, come consuetudine delle ultime release, combina una approfondita messa a punto di talune funzionalità preesistenti con l'aggiunta di ulteriori novità. Vediamo di cosa si tratta, anche perché dietro il lavoro di sviluppo di questa applicazione c'è un po' di Italia.

Fai partire Capture One Pro 9 e subito ti accorgi che la nuova versione ha una marcia in più in quanto a velocità di esecuzione. Dalla generazione delle anteprime - una fase molto impegnativa in presenza di grandi quantità di fotografie, dove anche una piccola percentuale di miglioramento può avere ricadute più che apprezzabili - fino all'elaborazione finale delle immagini postprodotte, si percepisce un'ottimizzazione complessiva del codice anche se a spese di un maggior impegno della memoria: un'area alla quale gli sviluppatori di software per lo sviluppo digitale in genere dovranno prestare sempre più attenzione in futuro in vista dell'incremento della risoluzione media (e probabilmente anche della profondità colore) delle fotocamere digitali full-frame.

La recensione di Capture One Pro 9 | Osservatorio Digitale

L'impianto della versione 9 resta generalmente fedele a quello delle release precedenti, con modifiche e aggiunte incrementali che si fondono in modo del tutto trasparente senza sconvolgere le abitudini di workflow già consolidate. Il cambiamento più appariscente apportato all'interfaccia utente riguarda la ruota dell'editor colori, rivisitata per rendere più evidente a colpo d'occhio la gamma selezionata, mentre per quanto concerne le azioni base dello sviluppo digitale sono stati perfezionati gli engine del contrasto, della luminosità e della saturazione che restituiscono ora risultati molto più naturali e precisi: lo si può notare immediatamente caricando fotografie già elaborate con Capture One Pro 8 per poi attivare il passaggio al nuovo motore nello strumento Caratteristiche di Base -   un'azione che, come sempre, deve essere svolta esplicitamente se si desidera aggiornare l'engine per le immagini già lavorate su release precedenti.

La recensione di Capture One Pro 9 | Osservatorio DigitaleNon tutti i fotografi ricorrono allo strumento Curva, la cui potenza richiede una grande attenzione nell'utilizzo e idee molto chiare circa le variazioni che si vogliono ottenere. Per chi ha imparato a maneggiare questa funzione, Capture One Pro 9 aggiunge alle consuete curve RGB, Rosso, Verde e Blu anche l'interessante curva Luma che consente di intervenire sulla componente di luminanza dell'immagine permettendo ad esempio di variare con precisione il contrasto sulle zone dell'immagine desiderate (a questo scopo è presente anche un contagocce che riporta sulla curva i punti selezionati sulla foto) senza modificare la saturazione. Altra grande novità è l'estensione del raggio d'azione dello strumento Curva anche ai livelli, accorgimento che aumenta enormemente la granularità di questa funzione permettendone l'impiego per le correzioni locali.

Parlando di livelli tocchiamo un'altra area alla quale Phase One ha dedicato non poco lavoro allo scopo di migliorare la gestione delle maschere. Tra le impostazioni del pennello, richiamabili col tasto destro del mouse (menu contestuale) mentre si disegna o si cancella una maschera, si possono infatti notare le nuove voci Flusso e Aerografo: la prima permette di assegnare a ogni passata del pennello una certa proporzione dell'opacità definita mediante l'omonimo slider. Per esempio, definendo 20 per Flusso e 80 per Opacità, occorreranno cinque (100/20) passate del pennello per arrivare all'80% di opacità complessiva. Queste due impostazioni si combinano in modo incrementale selezionando la modalità Aerografo, facilitando la creazione di maschere complesse e la modifica selettiva dell'esposizione mediante funzioni che rimandano agli strumenti Scherma/Brucia presenti nelle applicazioni grafiche. La voce Collega le Impostazioni di Pennello e Gomma sincronizza invece le dimensioni e il grado di opacità di questi due strumenti in modo da potersi spostare facilmente tra l'uno e l'altro conservandone l'uniformità delle caratteristiche per una perfetta reciprocità delle funzioni di tracciamento e cancellazione.

Con il pennello di Capture One Pro 9 è infine possibile tracciare linee dritte in maniera immediata: è sufficiente fare click con il tasto sinistro del mouse sul punto di partenza della linea per poi spostarsi al capo opposto e rifare click tenendo premuto anche il tasto Shift della tastiera. Continuando in questo modo si disegnano facilmente poligoni che possono essere quindi riempiti mediante la voce Riempi Maschera presente nel menu contestuale del livello selezionato.

La recensione di Capture One Pro 9 | Osservatorio DigitaleLe maschere, appunto. Se fino a ieri la creazione di una maschera poteva richiedere un lungo lavoro di precisione - specie nel caso delle fotocamere dotate di sensore non-Bayer (è il caso dei modelli Fujifilm con sensore X-Trans) o di immagini disponibili in formati non-RAW (per esempio DNG e TIFF) per le quali la funzione Maschera Automatica non ha effetto dal momento che la sua implementazione sfrutta determinate informazioni a livello di subpixel presenti nelle informazioni RAW prodotte dalla matrice RGB Bayer - oggi invece Capture One Pro 9 velocizza in modo significativo questo processo permettendo di creare automaticamente nuovi livelli contenenti maschere corrispondenti a un determinato intervallo di colore. Anche in questo caso un contagocce permette di riportare il colore desiderato riportandolo sull'apposita ruota dove è quindi possibile variare il campo selezionato allargandolo o restringendolo in termini di tonalità e saturazione per poi creare un livello mascherato conseguentemente. La maschera può naturalmente essere rifinita manualmente con pennello e gomma, arrivando a un risultato particolarmente accurato in una frazione del tempo richiesto in passato. Intervenire sul cielo o sulla vegetazione di un paesaggio, per esempio, o sull'incarnato di un ritratto è davvero questione di pochi minuti.

 

La recensione di Capture One Pro 9 | Osservatorio DigitaleNon mancano infine alcuni ritocchi dedicati alla gestione, importazione ed esportazione di fotografie. Innanzitutto è stata migliorata la resa cromatica nella conversione dei file DNG, così come l'algoritmo di ridimensionamento delle immagini è stato rinnovato con un nuovo approccio al downsampling che restituisce risultati di qualità superiore in particolare con rapporti di riduzione significativi. Già disponibile in modalità Sessione, l'esportazione EIP - un comodo formato che riunisce immagine e regolazioni all'interno di un singolo package per facilitarne il passaggio a un differente computer - in Capture One Pro 9 è stata estesa anche alla modalità Catalogo: non direttamente dal menu File, come avviene nelle sessioni, bensì dal pannello di elaborazione delle immagini originali (File -> Elabora Immagini -> Originali).

A proposito di cataloghi, è stata rivisitata e potenziata la gestione delle parole chiave associabili alle fotografie: allo strumento Parole Chiave, già presente nella versione 8, è stata affiancata la Libreria di Parole Chiave ampliando le capacità di organizzazione e ricerca delle immagini offerte da Capture One.

Ultima novità funzionale, senz'altro apprezzata da chi è solito scattare in modalità cablata, è il comodo indicatore di carica residua della batteria della fotocamera. La licenza standard di Capture One Pro 9 comprende tre attivazioni, riconoscendo in questo la necessità dei fotografi di poter installare l'applicazione non solo sul computer di studio e su un computer portatile per il lavoro sul campo ma anche su un eventuale terzo computer di riserva. Le attivazioni vengono gestite in autonomia tramite il sito Web di Phase One, dove è possibile ad esempio disattivare la copia associata a un computer non più utilizzato per poterla attivare su un nuovo PC. Sono disponibili anche licenze multiutente, licenze in abbonamento più le versioni Pro ed Express riservate alle fotocamere Sony e la versione gratuita DB (Digital Back) per possessori di dorsi Phase One.

Ma in tutto questo cosa ha che fare l'Italia di cui si parlava in apertura di articolo? È che nel team di sviluppo di Capture One - una ventina di persone in tutto - non mancano i nostri connazionali: tre ingegneri che, dopo la laurea, hanno deciso di conseguire un Ph.D. presso l'Università Tecnica della Danimarca venendo in questo modo a contatto con Phase One, la cui sede è a pochi chilometri dall'ateneo. La pattuglia tricolore è formata da Marco Zamarin, specializzato in elaborazione foto/video tridimensionale e attivo sulla versione Mac di Capture One dal 2013, anno in cui sulla sponda Windows è arrivato Nino Burini, che ha ottenuto il proprio dottorato di ricerca nel campo degli LCD a retroilluminazione dinamica; a loro si è poi affiancato nel 2014 Matteo Salmistraro, che ha svolto la propria ricerca sulle codifiche video e oggi è parimenti impegnato sulla versione Windows dell'applicazione.

Nel corso dello sviluppo della versione 9 abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con loro insieme con Jacob Frost, R&D Manager for Application Software, e Niels V. Knudsen, Vice-President for Innovation & Application conosciuto dal pubblico come l'autore della serie di tutorial video "The Image Quality Professor", per capire meglio come viene prodotto un software che, nato originariamente per supportare i file creati dai dorsi digitali medio formato Phase One, ha quindi allargato il proprio campo d'azione a una grande quantità di altre fotocamere - oggi sono circa 400 - di altri formati, dal full-frame all'APS-C fino ai Quattro Terzi.

Scritto in C# per la versione Windows e in Objective-C per la versione Mac con i componenti comuni alle due piattaforme in C/C++, Capture One ha vissuto una svolta epocale nel 2007 con l'arrivo della versione 4 caratterizzata da una radicale riprogettazione dell'interfaccia utente e dell'architettura sottostante. Negli ultimi due anni il ciclo di sviluppo si è ispirato alla metodologia Agile, un particolare approccio alla stesura del software che privilegia la frequente messa a punto di versioni incrementali allo scopo di ottenere rapidamente iterazioni sempre nuove evitando i ritardi tipici dei modelli di sviluppo tradizionali che "licenziano" il software solo dopo il suo totale completamento. Il team di Capture One lavora dunque con una successione di cosiddetti "sprint", finestre di produzione di due-quattro settimane che hanno lo scopo di creare versioni aggiornate del software con meno bug e nuove funzionalità secondo un elenco concordato anzitempo. Al termine di ciascuno sprint si passa alla fase di test e correzione dei bug, e tipicamente dopo una serie di sprint si ottiene una nuova versione rilasciabile al pubblico.

La decisione relativa alle funzionalità di nuova introduzione dipende in gran parte dal feedback ricevuto dalla community dei fotografi e degli utenti dell'applicazione, per quanto alcune tra le soluzioni più innovative presenti in Capture One siano nate internamente grazie a competenze tecnologiche e fotografiche approfondite che appartengono più al bagaglio professionale di un ingegnere che non a quello di un fotografo. Le funzioni dall'impatto maggiore, non occorre dirlo, sono quelle che vengono sviluppate prioritariamente.

Le applicazioni di sviluppo digitale come Capture One richiedono un continuo lavoro di aggiornamento e perfezionamento della parte relativa alla demosaicizzazione, ovvero il processo che trasforma i dati acquisiti dal sensore in immagini correttamente visibili dall'occhio umano e che deve essere realizzato su misura per ciascun modello di fotocamera esistente. Si tratta di una disciplina estremamente tecnica che tuttavia costituisce uno dei principali elementi di differenziazione tra le varie applicazioni presenti sul mercato: dal tipo di approccio scelto e dal modo in cui viene implementato dipende infatti una parte sostanziale della qualità finale dell'immagine.

Non sorprende più di quel tanto il fatto che il team di sviluppo non voglia rilasciare informazioni che permettano di capire da quali accorgimenti dipenda una demosaicizzazione unanimemente riconosciuta tra le migliori esistenti. Alcuni colleghi sono impegnati su questa tecnologia da decenni, e a loro favore gioca certamente il fatto che Phase One - non dimentichiamolo - è anche un produttore di hardware che non si limita ad assemblare la componentistica di terze parti ma che svolge un importante lavoro di sviluppo congiunto con coloro che fabbricano materialmente i sensori adottati sui propri dorsi digitali. Disporre di una tale esperienza a 360 gradi sul cuore dell'imaging digitale permette certamente di affrontare un'area critica come la demosaicizzazione con un grado di competenza che non tutti possiedono.

Un discorso simile vale per un altro elemento distintivo dello sviluppo digitale come la sequenza nella quale vengono elaborate le varie operazioni all'interno dell'applicazione. Se infatti un utilizzatore è in grado di stabilire liberamente attraverso l'interfaccia la sequenza del proprio workflow personale variandola e correggendola all'occorrenza, il software mantiene tuttavia al proprio interno un rigoroso ordine di priorità eseguendo sempre determinate azioni prima di altre. Possiamo pensare alle funzionalità come agli ingredienti di una ricetta che può essere realizzata mediante passaggi differenti per ottenere piatti dal sapore altrettanto differente. Conoscere questa sequenza (tecnicamente chiamata pipeline) può aiutare il fotografo a ottenere risultati migliori o comunque più in linea con le proprie aspettative, quasi come se vi fosse una sorta di sua "collaborazione" con i meccanismi interni del software. A questo scopo il modo in cui viene organizzata l'interfaccia utente delle applicazioni - e Capture One non fa eccezione - tende a riflettere la natura della pipeline interna. Per esempio, le modifiche apportate sul canale Master del nuovo strumento Bilanciamento Colore vengono applicate a monte di quelle eseguite attraverso il canale 3-Way; così come un effetto "di contorno" come la vignettatura viene effettuato al termine della pipeline. Il consiglio di Phase One è quello di allineare il workflow all'interfaccia utente di default con le Schede Strumenti da sinistra a destra e i relativi controlli interni dall'alto verso il basso.

Capture One Pro 9 può essere scaricato nella versione completa in prova per 30 giorni dal sito Phase One.

Data di pubblicazione: dicembre 2015
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