Mercati
Il settore della fotografia digitale tenta il rilancio
Stefano Tieghi
I dati CIPA relativi al mercato di giugno lanciano timidi segnali di ripresa e i produttori sembrano crederci.
I dati CIPA relativi al mercato di giugno lanciano timidi segnali di ripresa e i produttori sembrano crederci.
A giugno il settore della fotografia digitale ha lanciato timidi segnali di ripresa, che pur lasciando sostanzialmente inalterato un quadro francamente desolante dal punto di vista commerciale, segnano quanto meno una salutare inversione di tendenza. E anche i produttori, almeno la maggior parte di loro, sembrano credere in una ripresa almeno parziale del settore, tanto è vero che dall’ultima volta che ci siamo occupati dell’argomento sono stati ben 5 i nuovi modelli annunciati dai produttori. Purtroppo tra le novità annunciate spicca anche la prima vittima della pandemia di Covid-19 nella fotografia digitale. Olympus , infatti, ha deciso di lasciare, cedendo la propria divisione che si occupa di fotografia a un fondo d’investimenti giapponese. Ciò significa che dopo altre vittime illustri – una su tutte Samsung – un altro storico marchio è destinato a scomparire e dunque la OM-D E-M10 IV annunciata poche settimane fa, con ogni probabilità appare destinata a chiudere una genealogia risalente a ben oltre mezzo secolo fa.La disponibilità dei dati CIPA (Camera & Imaging Products Association) – l'associazione internazionale che rappresenta praticamente tutti i produttori di fotocamere e ottiche – relativamente al periodo gennaio-giugno 2020, ci consente di tirare le somme relative a questa tribolatissima prima metà dell’anno, già oggetto recente delle nostre riflessioni (‘2020: un futuro oscuro per la fotografia digitale’). Come illustrato chiaramente dal grafico diffuso dalla CIPA, dopo la flessione di maggio a giugno le vendite complessive di fotocamere digitali sono aumentate da 369.730 a 511.517 unità, una vera e propri boccata d’ossigeno nonostante tale valore equivalga soltanto al 40,8% di giugno 2019. Il totale complessivo per il periodo gennaio-giugno 2020 sale così a poco meno di 3,51 milioni, all’incirca la metà (-51,9%) rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.Per quanto riguarda i singoli segmenti, nella prima metà dell’anno le fotocamere a ottica intercambiabile vendute nel mondo sono state poco più di 2 milioni di unità – il 48,8% in meno rispetto al 2019 – ripartite in maniera pressoché uguale fra le due categorie – reflex e mirrorless. Il milione circa di pezzi venduti rispettivamente rappresenta però una flessione del 53,8% per le DSLR mentre le fotocamere a ottica intercambiabile senza pentaspecchio hanno contenuto il calo al 42,5%: un’indicazione significativa della crescente preferenza per questa tipologia di fotocamera. Restando in tema, se i corpi macchina hanno dato un segnale seppur lieve di ripresa, le ottiche non sono state da meno: a giugno infatti sono stati consegnati poco meno di 598.000 obiettivi di ogni tipo, un bel segnale rispetto ai 349.000 circa di maggio ma pur sempre il 43% in meno rispetto a giugno 2019.Come ormai consuetudine, il tasto più dolente è rappresentato dalle fotocamere a ottica fissa. Anche qui a giugno c’è stata una flebilissima ripresa – 185.00 unità contro le 155.000 circa di maggio – ma a giugno 2019 le consegne avevano quasi raggiunto quota 612.000, corrispondente a un pauroso -69,7%.
I produttori tentano il rilancio
Se la crisi conseguente la pandemia di Covid-19, come abbiamo visto, ha mietuto la prima vittima tra i produttori del settore, nella fattispecie Olympus, gli altri stanno provando a uscire dal tunnel puntando sull’unico segmento che sembra ancora appetire gli appassionati: le mirrorless. Da quando è iniziata la pandemia, infatti, non vi sono tracce di nuove DSLR così come di fotocamere a ottica fissa, con l’eccezione della ‘v-logging camera’ Sony ZV-1 di cui ci siamo occupati recentemente.
Esaminiamo dunque brevemente le novità annunciate in questi ultimi due mesi, con l’impegno di ritornare prossimamente sull’argomento con l’approfondimento che merita. Partiamo innanzitutto da Canon, che ha arricchito la gamma delle mirrorless full-frame EOS R con ben due modelli: l’ammiraglia EOS R5 – controparte della reflex 5D Mark IV – una sofisticatissima mirrorless a pieno formato da 45MP con tutto quanto la moderna tecnologia mirrorless è attualmente in grado di offrire; e la EOS R6, ‘sorella minore’ della R5 con il medesimo sensore da 20MP della EOS 1D X Mark III, che pur sacrificando qualche caratteristica di punta rispetto all’ammiraglia si presenta come una delle migliori mirrorless attualmente sul mercato.
Alla coppia di EOS R di fascia medio-alta, Nikon risponde con la R5, mirrorless full-frame Z-mount che va a completare nella porzione inferiore una gamma comprendente le ‘sorelle’ medium/high-end Z6 e Z5 (ricordiamo che la Z50 è in formato APS-C). Questa mirrorless da 24MP, ideata per confrontarsi con la Canon EOS RP, promette di rendere economicamente accessibile a tutti la fotografia senza pentaspecchio a elevate prestazioni.
Dopo l’ammiraglia OM-D E-M1 Mark III presentata prima della pandemia, Olympus ha annunciato la entry-level OM-D E-M10 Mark IV, quella che ogni probabilità sarà l’ultima di una serie risalente fino agli anni ‘30 del secolo scorso. Come ricordato, la vendita del divisione che si occupa di fotografia digitale a un fondo d’investimenti giapponese appare destinata a fare della OM-D E-M10 Mark IV il canto del cigno delle mirrorless MFT targate Olympus, che negli ultimi vent’anni si erano ritagliate un rispettabile mercato di appassionati. Ma purtroppo l’epidemia di Covid-19 costa e costerà vittime non soltanto sul piano umano.
Panasonic, l’altro storico fondatore del formato Quattro Terzi insieme a Olympus, propone invece la Lumix DC-G100 (G110 in alcune regioni) una MFT (Micro Four Thirds) estremamente compatta rivolta ai vlogger. Ultimo esponente in ordine temporale della vasta famiglia di mirrorless Lumix G, la G100 strizza l’occhio al mercato di nicchia del vlogging proponendosi come una rivale agguerrita della ricordata Sony ZV-1.
E concludiamo questa rapida carrellata proprio con Sony, che ha appena presentato la video-oriented top di gamma A7S III, che va affiancarsi alle precedenti A7S II del 2015 e A7S del 2014 – ricordiamo la consuetudine commerciale di Sony di far coesistere sul mercato per diversi anni le differenti generazioni di un determinato modello di fotocamera. In quanto apparecchio specializzato per il video-recording, la A7S III offre tutto quanto l’appassionato video possa desiderare da una foto/videocamera di altissima gamma.
In conclusione
Il quadro che emerge da queste note è il fermo impegno dei produttori di contrastare una crisi economica globale conseguente la pandemia mondiale, che è andata a sommarsi a uno stato di sofferenza per il settore della fotografia digitale che si trascina ormai da un decennio almeno. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, come sempre ogni grande cambiamento – e la pandemia di Covid-19 è realmente epocale - comporta enormi difficoltà ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo e rinnovamento per chi possiede la forza, la lungimiranza e la capacità di affrontare una situazione piena di incognite e insidie. Quello che è certo è che questa corsa a ostacoli purtroppo provoca vittime, anche illustri, come abbiamo visto nel caso di Olympus. La speranza è che si tratti almeno di un caso unico, per quanto doloroso.
Data di pubblicazione: settembre 2020
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