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Canon EOS R

Ezio Rotamartir

La nuova e rivoluzionaria mirrorless Canon EOS R potrebbe far pensare alla naturale evoluzione della già vasta offerta di fotocamere digitali della casa giapponese. Di mirrorless negli ultimi anni ne aveva già presentate molte ma una versione a pieno formato, in effetti, mancava: niente di più sbagliato poiché la R altro non è che la punta di un iceberg decisamente immerso che rappresenta il futuro prossimo e remoto della fotografia secondo Canon. Vediamo perché.

La nuova linea di prodotti Canon EOS R e RF – od91

Con la presentazione della EOS R ci troviamo davanti a un evento straordinario, rivoluzionario direi come quello che accadde trent'anni fa, nel 1987, quando Canon decise di "rompere" con il passato per muovere un passo importante verso il futuro, un'azione che le sarebbe valsa la storia dei seguenti tre decenni; fu proprio allora che la casa giapponese decise di abbandonare l'attacco a baionetta FD per passare al più moderno e performante EF. Anche allora non si trattò di un mero cambio di innesto ma di un vero e proprio cambio di passo per trasporre il mondo della fotografia in una nuova realtà. Allo stesso modo, oggi, assistiamo alla nascita di un sistema volto a garantire un avvenire sicuro alle novità di casa Canon che verranno.

Tutto ciò avviene attraverso una linea di prodotti alla quale fa capo proprio una fotocamera mirrorless dal sensore a pieno formato e un poker di ottiche davvero interessanti.

Canon EOS R – od91

Che la chimera mirrorless interessasse tutto il mondo dei produttori di fotocamere non è certo né una novità né un mistero: da anni infatti sono apparsi nei vari cataloghi dei modelli con questa caratteristica anche se, bisogna dirlo, non sempre con un successo tale da giustificarne il costo per lo sviluppo. Il fenomeno era partito un po' in sordina e si era sviluppato soprattutto nei mercati interno giapponese e nei paesi del sud-est asiatico: quei popoli, più minuti nelle dimensioni degli oversized occidentali e nord americani, preferivano dei corpi macchina di dimensioni più contenute e fu così che le mirrorless cominciarono la scalata verso il successo.

Quasi da buona ultima, e forse senza crederci troppo, anche Canon propose la sua EOS M, mirrorless con ottiche dedicate, addirittura in grado di utilizzare con un adattatore anche tutte le ottiche dell'immenso catalogo EF. Il risultato fu a dir poco disastroso, con un sistema di autofocus a dir poco ridicolo. La versione 2 vide la luce solo in Giappone ma con lo stesso livello di successo mentre fu solo con la versione M3 che si ottenne qualche soddisfazione in più. Più di recente apparvero delle buone fotocamere con la generazione M5/M50, sempre tutte con sensore APS-C e con attacco dedicato EF-M.

Però, alla luce di quanto stava accadendo nel mercato, il potente reparto R&D ha pianificato il progetto di una fotocamera mirrorless a pieno formato che si basasse su un nuovo sistema di innesto delle ottiche e tutta un'altra serie di caratteristiche innovative che rivoluzionassero l'offerta professionale della casa di Tokyo. E così è stato fino a quando il 5 settembre è stato rivelato al mondo il nuovo sistema R/RF che di novità ne ha in serbo parecchie davvero.

Ma andiamo con ordine partendo proprio dalla fotocamera EOS R.

La Canon EOS R ha un sensore CMOS da 30,3 megapixel reali, coadiuvato dal nuovo e potente processore Digic 8. Quello che però cambia le regole del gioco sta nascosto dentro al nuovo innesto R che, con i suoi 12 pin introduce un nuovo paradigma nel trasferimento dei dati. Tutta la struttura è stata ripensata e riprogettata da zero rispetto alle fotocamere reflex professionali: l'unico dato in comune con il "passato" è il diametro dell'innesto, 54 mm. Tutto il resto è diverso a partire dal tiraggio, o distanza di flangia, di 20mm e dal sistema interno di comunicazione ottica-corpo, un bus completamente nuovo capace già oggi di performance 40 volte superiori a quelle della reflex professionale più evoluta e recente, la 5D Mark IV.

EOS R vs EOS 5D Mark IV – od91

All'esterno, visto dalla parte frontale, il corpo è pulito senza fronzoli e, oltre al marchio e all'indicazione del modello c'è il solo tasto per lo sblocco dell'ottica. Le novità stanno tutte nella parte superiore e sul retro del corpo. Al di là del tasto di scatto, il pulsante M per la funzione personalizzata e la ghiera di selezione che sono rimasti pressocché invariati, la parte superiore del rastremato corpo della EOS R non ha più la ghiera di selezione del modo di scatto diventato ora un tasto all'interno della seconda ghiera di selezione; è sparita la levetta di accensione, sostituita da un selettore rotante e, al di là della slitta per il flash o altri accessori, c'è un display LCD che mostra alcuni valori impostati, una piacevole novità nel mondo delle mirrorless (a dire il vero è presente anche sulla concorrente Nikon Z). Restano poi tre altri tastini che servono a illuminare il piccolo display, a far partire la registrazione video e al blocco del valore AE. Chi è abituato alla disposizione tradizionale sui corpi macchina Canon dovrà farci l'abitudine ma è cosa davvero di poco conto.

Guardando la R da dietro non ci sarebbero grandi cambiamenti se non fosse per quella strana barretta con due frecce alla destra del mirino: la touch bar. La sua funzione può essere scelta tra le decine e decine a disposizione ma può anche essere utilizzata per aprire o chiudere il diaframma, cambiare un tempo di scatto o scorrere tra le immagini in memoria, giusto per citarne qualcuna.

Il display è super ribaltabile e anche touch con la possibilità di scegliere il punto di messa a fuoco primcipale con un dito mentre si compone l'immagine. Se siete maniaci dei selfie e non avete problemi di budget potreste scegliere la EOS R anche per questa funzione...

Parliamo brevemente del mirino che è elettronico: sì ma una chicca da 3,69 milioni di punti senza effetti ghost o latenze fastidiose quando ci si sposta o si cambia in fretta di focale con uno zoom, difficile da riconoscere quando si prende la macchina e si comincia a inquadrare. Ma torniamo un attimo all'interno del corpo per scoprire che il sistema autofocus dispone di 5.655 posizioni, come le chiamano i tecnici, cioè quasi seimila punti di messa a fuoco che permettono di lavorare con un tempo di reazione praticamente nullo, solo 0,05 secondi, con la possibilità di lavorare in totale automazione fino a f/11 (con i sistemi attuali il limite è f/8, giusto per ricordare). Ovviamente stiamo parlando di una fotocamera che ha un sensore evoluto che lavora in modalità DualPixel e, udite udite, con una gamma che si spinge fino a -6EV, praticamente capace di lavorare al buio.

Canon EOS R Back – od91

Alla presentazione si è parlato di stabilizzazione su cinque assi (da approfondire) e 5 f/stop con uno scatto davvero discreto che può trasformarsi in totalmente silenzioso garantendo così la possibilità di lavorare davvero senza limiti in ambienti difficoltosi come teatri, set cinematografici ma anche ambienti particolari come luoghi di culto o in situazioni particolari come cerimonie o riti esoterici presso popolazioni e civiltà remote, come ha spiegato bene Brent Stirton, Ambassador Canon, in un suo video girato in Africa, dove mostrava degli scatti realizzati in un silenzio totale.

Tra le novità anche un nuovo formato di scatto, il 4:3, fino a oggi disponibile solo sulle 5D S e 5D SR, e per chi fa video, il Canon Log. Per la cronaca si può girare anche in 4K a 10 bit via HDMI.

I più attenti potrebbero obiettare che però, essendo una mirrorless, quando si cambiano le ottiche, il sensore rimane particolarmente esposto alla polvere e agli agenti atmosferici: è vero, potrebbe ma hanno pensato anche a questo. Nel momento in cui il corpo "sente" che l'ottica sta per essere tolta alza una specie di tendina davanti al sensore, proprio per proteggerlo dagli agenti esterni.

Quando si è saputo che gli slot per le schede di memoria erano in numero dispari inferiore a 2 c'è chi ha subito sgranato gli occhi: diciamo subito che, a differenza di alcuni concorrenti, Canon ha scelto di rendere la fotocamera compatibile con le schede SD del tipo UHS2 di grande e facile reperibilità ma, quello che non è stato detto è che si può usare la connettività della macchina per trasmettere le immagini in tempo reale su un'unità esterna collegata, fosse pure un iPhone con 256Gb di memoria. Ma le belle notizie non finiscono qui. Continuando a parlare, appunto, di connettività, la nuova EOS R dispone di capacità sia wi-fi sia Bluetooth, così che oltre ad assicurare una connessione continua con un'unità esterna (tablet, smartphone o computer che sia) permette anche l'accesso alla memoria interna anche a macchina spenta: si avete letto bene. Per sopperire alla mancanza di un secondo slot SD, si possono trasferrire direttamente le immagini scattate su una memoria esterna oppure facendone una copia di sicurezza. Non ci sembra una funzione da poco; al momento in cui scriviamo è stata annunciata anche la versione di Digital Photo Professional denominata Express per tablet con sistema operativo iOS (iPad) disponibile dal prossimo mese di ottobre. A seguire anche la versione per i dispositivi Android.

In Canon avrebbero potuto stupirci ancora con effetti speciali a proposito delle potenzialità di questo nuovo sistema: e l'hanno fatto. Il mondo R/RF garantisce infatti una totale retrocompatibilità con la galassia di ottiche EF ma anche EF-S attraverso l'impiego di un adattatore che, per l'occasione, si è fatto in tre.

Diciamo innanzitutto che una delle caratteristiche delle nuove ottiche RF è una nuova ghiera, la seconda per le ottiche fisse e la terza per gli zoom, personalizzabile a piacere dell'utilizzatore. Per poter utilizzare le ottiche EF ed EF-S abbiamo detto che è necessario un adattatore che può essere semplice oppure, in un secondo modello, riportare questa ghiera che, ai nostalgici come chi scrive, è subito venuto in mente di personalizzarla con il controllo delle aperture, dei diaframmi, come avveniva un tempo con le ottiche analogiche: una vera e propria libidine ritrovarsi il diaframma agli ordini della mano sinistra!
Terzo e ultimo modello di adattatore è quello che prevede anche la possibilità di inserire un filtro, neutro, polarizzatore o ND variabili. Mai provato a utilizzare un polarizzatore con un fish-eye? Ecco adesso si può.

Per dovere di cronaca parleremo qui anche delle quattro ottiche che Canon ha presentato per completare la gamma iniziale del nuovo sistema R e sono:

  • 50mm f/1,2L USM
  • 35mm f/1,8 IS Macro USM
  • zoom 28-70 f/2,0L USM (lo zoom più luminoso al mondo)
  • zoom 24-105 f/4,0L IS USM con funzionalità nano-USM

Abbiamo avuto la possibilità di provare la EOS R in due sessioni distinte, con ottiche RF e EF, e la sensazione che ne abbiamo ricevuto è stata quella di una macchina pronta da subito per un utilizzo anche professionale, con un autofocus impressionante e una rapidita e facilità d'esecuzione quasi inediti. Nelle poche ore d'uso quello che ci ha colpito è stata anche la bontà del mirino, la maneggevolezza unita alla sensazione di avere tra le mani una fotocamera brillante, ben bilanciata che fa dimenticare da subito i corpi delle reflex che, di colpo, sembrano balzare in un'altra epoca.
Di mirrorless ne abbiamo viste e provate ma questa di Canon sembra davvero una game-changer, a tutti i livelli; una bella sfida per tutto il mercato.

La Canon EOS R sarà disponibile dal prossimo 9 ottobre nei negozi, a un prezzo di listino di 2.629 Euro al pubblico, per il solo corpo macchina. A breve saranno resi noti anche i prezzi in kit, con il 24–105 f/4L e con il 50mm f/1.2L; entro breve tempo saranno disponibili anche il battery grip (BG–E22) per l'impugnatura in verticale e una maggior autonomia di scatto vista la possibilità di utilizzare due batterie, oltre agli adattatori per l'utilizzo delle ottiche EF ed EF-S.

Grazie allo staff Canon e, in particolare, a David Metalli e Alessandro Ravazzani.

Data di pubblicazione: settembre 2018
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