Ulla Lohmann – OD93

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Ulla Lohmann

Ezio Rotamartir

L'avevamo ascoltata durante una sessione "privata" al Photokina di due anni fa e ci aveva colpito la grande passione per ciò che faceva. L'ho incontrata e intervistata durante l'edizione di quest'anno, tra uno show e l'altro degli Ambassador Canon dove ha riscosso un successo incredibile: signore e signori Ulla Lohmann, la donna del vulcano...

Sul vulcano – ©Ulla Lohmann – OD93

osservatoriodigitale: Come nasce questa voglia di girare il mondo in cerca di vulcani e di avventure in generale?

Ulla Lohmann: Tutto nasce dalla mia voglia di raccontare delle storie, di come è la vita e di riflesso ciò che vedo. Infatti volevo fare la scrittrice e ho partecipato a un concorso che ho vinto. Il premio in denaro ho pensato bene di investirlo in viaggi dove potevo vedere e raccontare il mondo, la natura, anche a coloro che non potevano essere li con me.
Nel frattempo mio nonno mi aveva regalato una macchina fotografica e così è cominciato tutto.
L’editore che organizzava il concorso è rimasto stupito dalla mia volontà di investire il denaro in quel modo e mi ha offerto allora di pubblicare un resoconto proprio dei miei viaggi per i lettori della sua rivista. E così ho fatto. Siamo andati avanti un bel po’ e quello che guadagnavo mi serviva per continuare a viaggiare e a scoprire nuove mète.

La terra dei vulcani – ©Ulla Lohmann – OD93

od: È stato facile trovare chi pubblicasse le tue fotografie, così belle ma anche molto insolite?

UL: Non credere. Ad esempio sono stata chiamata da un editor del National Geographic dopo che avevo pubblicato alcune delle fotografie dei miei viaggi in Papua Nuova Guinea ma, dopo la terza foto che visionava, ha chiuso il mio laptop e mi ha detto che la luce era sbagliata quindi la mia avventura, con il suo giornale, finiva li. Purtroppo è stato così anche la seconda e la terza volta che ci siamo incontrati: è evidente che la luce delle mie foto non faceva proprio al caso suo…
Per capirci le foto sono quelle che raccontano il processo di mummificazione che avviene nelle tribù locali quando un anziano muore, le stesse che ho portato qui (allo show Canon al Photokina) e in altre occasioni per il mondo…

La tribù in festa – ©Ulla Lohmann – OD93

od: E come si diventa Ambassador per un grande marchio come Canon e, soprattutto, come ti aiuta nel tuo lavoro?

UL: Sono diventata Ambassador quando Canon ha deciso di creare la categoria Explorer: sono stata la prima di questo gruppo e ormai lo sono da oltre dieci anni. Entrare a far parte di una grande "famiglia" come quella degli Ambassador offre senza dubbio dei vantaggi e dei privilegi. Primo fra tutti avere a disposizione tutta una serie di attrezzatura che prima era impossibile anche solo da immaginare. Nei nostri viaggi abbiamo sempre una quantità di materiale da portare e dobbiamo sempre fare i conti con il peso e gli ingombri: anche poter contare su un corpo macchina più compatto e leggero come quello della nuova EOS R può sembrare strano ma fa la differenza perché su tre corpi macchina è come se ne lasciassi uno a casa, a parità di peso. Inoltre possiamo contare su un supporto incredibile – che poi è quello del CPS (Canon Professional Service, ndr) – che ti segue e ti accudisce in ogni parte del mondo. Come Ambassador Explorer mi confronto anche con i progettisti per dare loro le mie impressioni sull'utilizzo delle attrezzature e spiego che cosa mi piacerebbe vedere implementato sui modelli futuri: credo che sia davvero un'iniziativa fantastica.

Foresta – ©Ulla Lohmann – OD93

od: Parlaci della tua passione per i vulcani.

UL: Il Vulcano… a Vanuato. È stata un’idea che ho avuto sin da ragazza, la voglia di entrare in contatto con la natura ma un contatto ravvicinato, così da poterlo sentire sulla mia pelle, da poterlo raccontare in modo completo e chiaro. All’inizio ho cercato di andare dove ci fosse un vulcano e la prima esperienza è stata quella di imbarcarmi con una spedizione per il Pacifico del Sud come… cuoca. Peccato che non sapessi cucinare ma il posto disponibile era quello e, con l’occasione, ho anche imparato ad arrangiarmi in cucina. In quell’occasione ho conosciuto la realtà di una tribù locale e, piano piano, sono entrata in contatto sempre più profondo con loro fino a diventare quasi un membro della tribù stessa: hanno addirittura chiamato Ulla una bambina che è nata quando mi trovavo li.
Ho avuto la fortuna di vedere e sentire il vulcano che “si muoveva” e la seconda volta di vederlo anche eruttare ma non mi bastava. Ovviamente, con il mio gruppo, siamo andati sulla vetta ma io volevo vedere come fosse all’interno del cratere e, dopo un altro paio di volte ce l’ho fatta e ho realizzato il documentario e il servizio fotografico che è stato pubblicato.
Certo non è qualcosa che si improvvisa. Per realizzare quel sogno ho aspettato anni, ho imparato una lingua sconosciuta (Ulla ne parla otto, ndr), ho imparato a vivere con tribù che non hanno nessun contatto con il nostro “mondo civilizzato”, ho dovuto imparare a scalare le pareti delle montagne, a calarmi con le funi da rocce a strapiombo, insomma ho avuto il mio bel da fare in questi anni; quello che dico sempre è non sognatelo, fatelo.
È sempre così in tutte le cose che si fanno, se davvero si vuole raggiungere un obiettivo bisogna perseguirlo con tutti i mezzi possibili, poi arriveranno i risultati, in termini di soddisfazioni e di denaro, ma bisogna provarci.

Sul vulcano in eruzione – ©Ulla Lohmann – OD93

od: Nel mezzo di tutto ciò pensavi che la fotografia diventasse una parte importante della tua vita, fino a trasformarla in una professione?

UL: Anche diventare fotografa professionista è stato parte di un percorso. All’inizio la trovavo solo un modo per raccontare le mie storie e,com'è noto a tutti, le fotografie sono molto più immediate delle parole nel comunicare qualsiasi cosa. In seguito ho approfondito sia le mie ricerche sia la mia conoscenza tecnica e l’utilizzo delle apparecchiature fino a quando, anni dopo, mi sono trovata a essere un soggetto al quale la gente prestava attenzione per quello che faceva e diceva. Da li è poi partita la professione ma la passione iniziale è sempre la stessa, forse si è addirittura incrementata.

Ulla Lohmann entusiasma con i suoi racconti ed è sempre sorridente ma il sorriso più grande è quello che ha dentro e che traspare attraverso un entusiasmo che si percepisce da come racconta le sue imprese e del quale sono permeate le sue immagini.
Il suo lavoro sul vulcano l’avevo visto proprio due anni fa al Photokina 2016 quando, quasi per errore, ero entrato alla conferenza stampa Canon per il mercato tedesco. In quell’occasione Ulla presentava proprio quel lavoro e, ricordo, rimasi letteralmente stupito da quelle immagini: non avrei mai immaginato che oggi, due anni dopo, avrei avuto l’opportunità di intervistarla per osservatoriodigitale...

Tutte le immagini sono ©Ulla Lohmann. Vietata la riproduzione in ogni forma e mezzo.

Un grazie particolare a Canon Italia e a Viviana Viviani di Primapagina che hanno reso possibile questo incontro.

 

Data di pubblicazione: novembre 2018
© riproduzione riservata

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