Taccuino

PhotoEspaña 2017, a Madrid in un giro foto/turistico

Valeria Prina

Le più significative mostre fotografiche di PhotoEspaña 2017 visitabili fino a fine agosto - inizi di settembre in un giro fotografico turistico di Madrid

514 autori per un totale di 100 esposizioni che hanno il clou a Madrid, ma spaziano anche in altre città e non solo spagnole. PhotoEspaña 2017 è una grande festa della fotografia in occasione del 20º anniversario della manifestazione e si annuncia che tra quest'anno e il prossimo, che segnerà l'anniversario della nascita del festival, «si porteranno avanti nuove idee e si effettueranno investimenti che si tradurranno nel consolidamento del Festival, sia a livello nazionale che internazionale».

Il festival anche in questa edizione ha come centro focale Madrid, pur arrivando a toccare città anche molto lontane come Pechino, Melbourne e Chicago. Dal 31 maggio fino al 27 agosto, e in molti casi anche fino ai primi giorni di settembre, nella capitale spagnola è possibile perdersi tra le tante mostre, con uno spirito (e amore) per la fotografia, ma anche il piacere di girare per Madrid, perché per raggiungere molte mostre si entra nel cuore della città. È proprio questo spirito che ci ha guidato nella scelta, puntando soprattutto a scoprire un passato fotografico, perché la fotografia immortala un momento inevitabilmente passato. È testimone e lo è ancora oggi, quando, grazie al digitale, tra lo scatto e la visione possono passare pochi secondi. Così abbiamo cercato soprattutto le mostre che guardano al passato e che, insieme, rappresentano qualcosa di unico. Imperdibile, potremmo dire. Si tratta comunque sempre di mostre che uniscono la qualità alla possibilità di scoperte, in grado di offrire qualcosa in più all'osservatore. E sono tutte mostre in bianco e nero.

Vale la pena di iniziare questo giro fotografico turistico di Madrid dando uno sguardo dall'alto sulla città. Il Mirador Madrid alla sommità di Palacio de Cibeles nella omonima piazza offre una vista panoramica a 360°: le scritte sui vetri permettono una facile identificazione dei vari palazzi del centro madrileno. Scendendo di qualche piano, fino al 17 settembre, conviene non perdere la mostra di Anders Petersen. Il titolo Café Lehmitz indica dove sono state scattate tutte le foto: si tratta di un piccolo bar ad Amburgo, scoperto per caso nel 1967 dal fotografo svedese mentre studiava fotografia. Non è un bar qualsiasi, perché era il ritrovo di prostitute, delinquenti, travestiti, drogati e gente di malaffare. A poco a poco il fotografo svedese riuscì a stringere rapporti di buona amicizia con i frequentatori del locale: al Café Lehmitz realizzò il suo primo lavoro fotografico guardando questi personaggi con autentica sensibilità, priva di voyeurismo e compassione e cogliendo quella bellezza che la gente abitualmente non riesce a vedere in loro. La mostra si compone delle fotografie che diedero vita alla prima esposizione nel 1970 proprio al Café Lehmitz, per un totale di 350 immagini che furono anche raccolte in un libro, a disposizione per sfogliarlo di chi visita la mostra. Il lavoro di Petersen durò tre anni, così la mostra al CentroCentro Cibeles permette di vedere anche i provini con evidenziate le immagini scelte. A ulteriore riconoscimento internazionale di questo progetto Tom Waits scelse una di queste foto per la copertina del disco Rain Dogs.

Anders Petersen era alunno e amico di Christer Stromholm, una cui foto è stata scelta per la locandina, come emblematica di un'altra mostra di PhotoEspaña alla Fundación Telefonica. La incontreremo presto in questo giro fotografico turistico.

Da qui il giro continua inevitabilmente lungo la Gran Via. All'interno del negozio Loewe, al piano -1, fino al 28 agosto si può vedere la mostra Metaforas di Minor White, prima esposizione individuale in Spagna dedicata a uno dei fotografi americani di maggior rilievo del 20º secolo. La mostra raccoglie 42 foto che spaziano dal 1946, dopo la fine della guerra, fino alla morte nel 1976 e comprendono paesaggi, nudi maschili, che l’autore aveva tenuto segreti per non svelare l’omosessualità che allora non sarebbe stata accettata. A completamento vi sono alcune foto che lo ritraggono. «Con questa esposizione eccezionale – spiegano in Loewe – la Fundación Loewe si propone di mettere in risalto il valore internazionale di una figura artistica chiave, il cui lavoro fu decisivo per dar forma estetica alla fotografia del dopoguerra».

Continuando per la Gran Via nella traversa di calle Fuencarral alla Fundación Telefonica fino al 10 settembre è possibile vedere la mostra Con gli occhi bene aperti. 100 anni di fotografia Leica. 400 fotografie, documenti, oggetti, macchine fotografiche dall’archivio Leica per la prima volta in mostra in Spagna: con le immagini di 100 fotografi, spaziando da Oskar Barnack, il padre della Leica, a Werner Bischof e, per citarne solo alcuni, Korda, autore della foto più conosciuta e pubblicata della storia della fotografia (il ritratto del Che, stampata anche sulle magliette), compreso i tre italiani Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Paolo Roversi.

La mostra è divisa in otto sezioni, permettendo di vedere le immagini che hanno fatto la storia della fotografia, ma anche di scoprirne di meno note, spaziando tra reportage, street photography, moda, ritratto.

Salendo di un piano è possibile visitare fino al 22 ottobre la grande mostra dedicata alla stampa in 3D, piena di informazioni e di esempi pratici, che consentono di vedere la realizzazione davanti ai nostri occhi di oggetti con la stampante.

In fondo alla Gran Via, in Plaza de España, troviamo il monumento a Cervantes, che si erige al centro dal 1927, ottimo soggetto fotografico (del resto il nostro è anche un giro fotografico/turistico). Attraversata la piazza troviamo il Museo Cerralbo. La mostra che accoglie è di quelle sicuramente da non perdere, soprattutto in un giro alla scoperta della fotografia, ma anche della Spagna. Ne è autore uno dei suoi registi più famosi, Carlos Saura, che, non ancora ventenne, girò la Spagna per fotografarla. La mostra España Años 50 fino al 3 settembre permette di dare uno sguardo su una Spagna molto diversa da quella di oggi, fatta di povertà, di difficoltà economiche che toccavano la gente ma anche i luoghi, unita però a fierezza e determinazione. Oltre a essere una mostra particolarmente significativa del valore della fotografia come testimone di un'epoca passata, permette di vedere anche delle foto davvero belle e significative, prova del valore intrinseco del bianco e nero, pieno di chiaroscuri e di espressività, come tutte le altre foto di cui abbiamo parlato, ugualmente in bianco e nero.

Anche il luogo di esposizione, vicino alla statua di Cervantes, in un certo senso ci porta ancora in tema di esposizioni fotografiche, perché la mostra di Carlos Saura è stata precedentemente esposta, fino al 5 gennaio di quest'anno, ad Alcalá de Henares, in occasione del conferimento al regista e fotografo del premio Ciudad de Alcalá de las artes y las letras in occasione del quarto centenario della morte dell'autore del Don Chisciotte, che qui era nato per morire a Madrid. Ed ecco dunque che siamo di nuovo in tema. Faremo ancora di più continuando il giro fino a Palacio Real e al Teatro Real, due appuntamenti da non perdere, ma questo è un altro giro fotografico/turistico.

 Data di pubblicazione: luglio–agosto 2017
© riproduzione riservata

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