Quanto sia diffusa e contagiosa la voglia di fotografia si evince da indicatori di ogni tipo: la salute del mercato delle fotocamere e relativi accessori; la frequenza che si registra in occasione di corsi, mostre e workshop; la vivacità dell'offerta (e della domanda) di prodotti editoriali e applicazioni informatiche per ogni livello di abilità; il numero di fotografi che si incontrano sempre più spesso anche al di fuori delle aree turistiche, nei contesti di normale vita quotidiana. E in tutto questo si molitplicano i fotoamatori interessati a compiere il salto verso il professionismo, così come i professionisti che ricercano nuovi sbocchi commerciali in un mercato nel quale la competizione si fa via via più folta e dinamica. Non sorprende dunque che alla convergenza di queste due tendenze abbia trovato grande rilievo la cinque giorni internazionale che iStockphoto ha organizzato a Milano a immediato ridosso della settimana della moda. Un appuntamento che ha suscitato l'entusiasmo dei partecipanti e ispirato qualche riflessione a più di un osservatore.

iStockalypse Milano 2011 (c) osservatorio digitale

“iStockalypse” è un nome che rende bene l'idea della manifestazione che uno dei maggiori servizi di microstock del mondo, a sua volta inserito all'interno di un gigante come Getty Images, propone periodicamente in città sempre diverse allo scopo di fare del sano team building tra i suoi collaboratori (elemento essenziale per controbilanciare il rischio di perdersi nel virtuale), offrire aggiornamenti tecnici e di mercato, assicurarsi una produzione di materiale visivo in linea con la domanda del momento e, naturalmente, ottenere visibilità per interessare nuovi, potenziali contributor. E proprio di team building iniziamo a parlare con Nicola Ghezzi, da pochi mesi alla guida della nuova sede italiana di iStockphoto: “È stata la prima iStockalypse alla quale ho partecipato, ma dai giudizi che ho raccolto dai veterani di questo evento e dai miei colleghi internazionali pare sia stata l'edizione meglio riuscita finora, che per noi è un buon modo di iniziare. E in particolare mi ha colpito proprio il senso di community che lega i nostri contributor con un senso di appartenenza abbastanza insolito in questo settore. Siamo tradizionalmente abituati a fotografi dotati di un forte senso di appartenenza per i quali è difficile che la reciproca conoscenza o lo scambio di informazioni vadano oltre i 'paletti' con cui ciascuno delimita il proprio territorio professionale e commerciale. Qui invece ho notato l'esatto contrario: sono stati cinque giorni di travaso di idee creative, spunti di collaborazione, indicazioni per essere più efficaci sul mercato, e uno spirito che ha accomunato tutti rendendoli colleghi anziché concorrenti”.

iStockalypse Milano 2011 (c) osservatorio digitaleIl lancio dell'evento italiano si è avuto con una giornata di interventi di clienti, contributor ed esperti dello staff di iStockphoto: ve ne proponiamo in esclusiva la registrazione, secondo l'ordine in cui si sono tenuti. Il podcast integrale è disponibile su iTunes, mentre i singoli interventi sono disponibili in formato MP3 sui nostri server ai link più oltre indicati. Il workshop “Alla ricerca della foto ideale” è stato aperto da Sergio Poma dell'agenzia 8com srl di Bergamo, che ha raccontato in inglese delle proprie esperienze sul campo per riassumere le necessità pratiche che si incontrano nella scelta e nell'utilizzo di un'immagine per progetti di comunicazione come pubblicità o brochure. Gli ha quindi fatto eco Gianluca d'Angelo, responsabile del team grafico multimedia di Mediaset, che ha spiegato (in italiano con la traduzione a seguire in inglese di Nicola Ghezzi) come TGCom e Sport Mediaset ricorrano alle immagini stock per le loro esigenze. Ha chiuso questa parte Cosimo Pancini di 1802.it che, dati e cifre alla mano, ha offerto sempre in inglese alcuni interessanti retroscena circa l'impatto che una fotografia adeguata può avere sulle vendite di un prodotto.

Con Simon Moran, photography director, content di iStockphoto, si è invece parlato di “Come vendere stock”: la sua presentazione (tenuta in lingua inglese) è stata la più lunga dell'intera giornata, ma indubbiamente ricca di consigli di prima mano che scaturiscono dalla conoscenza diretta dell'andamento del mercato. Altre indicazioni utili sono state fornite, questa volta in italiano, dai componenti del gruppo ZoneCreative, quattro fotografi di Biella ai vertici delle classifiche del microstock per le loro immagini controcorrente ben progettate e ancor meglio realizzate. In conclusione il punto di vista di chi il microstock lo segue come attività secondaria: Michele Galli, grafico pubblicitario di Livigno specializzatosi per quanto riguarda la fotografia in una nicchia ben precisa come quella degli sport invernali.

Le altre giornate della iStockalypse sono state dedicate alla produzione vera e propria, con alcuni gruppi di fotografi accompagnati per Milano e dintorni per diversi assignment e ripresa libera alternandosi agli scatti (e alla produzione di stock video) in studio all'interno di una grande location milanese predisposta per l'occasione.

“Il ritorno di questa manifestazione sotto tutti i punti di vista è stato tale che abbiamo senz'altro intenzione di ripetere eventi simili a livello locale una volta all'anno toccando anche altre città: l'obiettivo è quello di offrire un'occasione periodica di ritrovo, produrre contenuti insieme e approfondire tematiche di interesse per mezzo di qualche seminario”, ci rivela Ghezzi. “Nei prossimi mesi cercheremo poi di creare nuove situazioni che ripropongano questo spirito di 'apprendimento tra colleghi' per stimolare bravi fotografi a entrare in contatto col mondo di iStock e capire i meccanismi che lo animano. Devo dire che anche chi produce microstock con noi come attività secondaria lo fa con entusiasmo, proprio perché entrare nella community e trovare altre persone che condividono la stessa passione e sono disposte a collaborare a viso aperto è considerato un valore aggiunto. All'aspetto finanziario si affianca dunque un altro importantissimo benefit che riguarda la crescita delle proprie capacità individuali”.

iStockalypse Milano 2011 (c) osservatorio digitaleCapacità che andranno sempre più affinate, considerando il numero di fotografi professionisti che, superando una iniziale diffidenza nei confronti del modello di microstock, si stanno dedicando sempre più a questo ambito producendo volumi consistenti di contenuti di qualità, vuoi con concept realizzati apposta, vuoi caricando materiale già realizzato in passato. Le dinamiche del mercato stanno cambiando e molti fotografi trovano più convenienza a vendere sì a un prezzo più basso ma a una clientela più ampia, mentre dall'altra parte si assiste a una moltiplicazione dei potenziali acquirenti proporzionalmente all'accessibilità dei costi proposti: tanto che il confine tra stock e microstock sta facendosi via via più labile. “Una volta il microstock era la nicchia, mentre adesso è il mainstream”, afferma Nicola Ghezzi. “Non siamo più visti come un'alternativa di ripiego ma come una risorsa nella quale è possibile trovare veramente di tutto e rispondere alle esigenze di tutti, avendo clienti che vanno dalla grande agenzia pubblicitaria fino al grafico freelance che deve produrre una brochure a basso costo”.

E le prospettive di iStockphoto stanno andando in direzione di una risorsa di contenuti multimediali completa, nella quale è già possibile trovare illustrazioni e grafica vettoriale, clip audio e contributi video – settore quest'ultimo su cui l'azienda sta puntando (non a caso vi è stata dedicata una parte della produzione realizzata durante la iStockalypse) approfittando anche della diffusione dei corpi reflex dotati di capacità video. Grande attenzione infine sarà rivolta al segmento editoriale, area aperta di recente ma che sta già crescendo in maniera nettamente superiore rispetto agli altri settori di iStockphoto.

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