Fotografi professionisti e fotoamatori evoluti sono abituati a dirigere il loro sguardo appassionato verso apparecchi reflex e medio formato, prestando a volte un'attenzione più o meno convinta ai tentativi dell'industria di proporre nuove tipologie di macchine come le non-reflex a ottiche intercambiabili (le cosiddette EVIL) o le Micro Quattro Terzi. Restare aggiornati anche solo in questi ambiti richiede non poco tempo, e la conseguenza pratica è un quasi totale disinteresse su quanto accade in un segmento di mercato totalmente differente ma che presenta alcune delle sfide tecnologiche e commerciali più interessanti. Parliamo delle fotocamere compatte e delle cosiddette bridge, apparecchi destinati principalmente al consumatore o al fotografo casuale, e che proprio per questo motivo impongono grandi sforzi di progettazione e sviluppo affinché la tecnologia possa sopperire nel modo più intuitivo e trasparente possibile alla mancanza di esperienza e competenza fotografica che contraddistingue l'utilizzatore-tipo di questo genere di macchine lungo l'intera catena che parte dalla composizione per arrivare attraverso lo scatto fino alla stampa o alla visualizzazione dell'immagine finale. Tutto questo, oltretutto, cercando di differenziarsi all'interno di un mercato affollato come pochi altri, che impone margini risicati e che concede solo pochi mesi di vita commerciale a ciascun modello.

Per affrontare questo argomento abbiamo scelto un marchio che, pur vantando una buona tradizione in campo fotografico e alcuni modelli indubbiamente particolari per le loro caratteristiche, non è tuttavia tra i nomi che più immediatamente vengono associati a questo settore. Con Massimo Vaghi, Product Manager Digital Imaging della filiale italiana, cerchiamo di approfondire i "dietro le quinte" di un'azienda come Casio.

od: Imporsi sul mercato fotografico essendo noti più per le calcolatrici, gli orologi e gli strumenti musicali non è impresa facile.

Massimo Vaghi: Effettivamente il mercato fotografico è talmente ancorato agli schemi tradizionali da far fatica a riconoscere il brand elettronico come player di settore a tutti gli effetti. Nessun grande produttore di elettronica ha ancora sfondato in questo mercato, tanto che si è pensato di sganciare in qualche modo i marchi elettronici da quelli fotografici creando e promuovendo linee apposite come Exilim per Casio, Lumix per Panasonic o Cybershot per Sony. Eppure Casio, che pure è oggi l'unico produttore privo di modelli a lenti intercambiabili, non è proprio l'ultimo arrivato: pensa che la QV-10, apparsa nel 1995, è stata la prima macchina digitale dotata di display TFT posteriore aprendo la strada alla possibilità di rivedere l'immagine immediatamente dopo lo scatto senza doverla scaricare su un computer. Oltretutto questa novità scaturì proprio perché Casio all'epoca produceva anche mini televisori portatili e quindi disponeva dei display adatti per poter realizzare una fotocamera con schermo incorporato. Oggi è qualcosa che diamo per scontato, ma per allora fu una vera e propria rivoluzione - ed è nata proprio grazie al fatto che Casio era un produttore di elettronica.

od: Come spesso accade, il fatto di essere dei pionieri non significa automaticamente conquistare e mantenere quote di mercato sul lungo termine. Qual è la vostra strategia in merito?

MV: A livello locale Casio ha deciso di intervenire direttamente sul mercato italiano rilevando lo scorso anno il ramo d'attività del suo distributore storico ICAL. L'Italia era ancora l'unico Paese senza una filiale Casio, e questo ci permette ora di allineare l'attività a livello europeo senza eccezioni, con riflessi positivi sul marketing e sulla comunicazione di prodotto.  Poi, più in generale, la nostra è un'azienda che si muove seguendo il proprio motto "creatività e contributo", e questo significa essere attenti a immettere sul mercato prodotti che presentino aspetti di innovazione e utilità effettivi: solo così possiamo raggiungere il necessario grado di differenziazione dalla concorrenza. Non solo: in un mercato ormai maturo come quello della fotografia digitale, dove i nuovi acquisti sono in gran parte di sostituzione, occorre davvero riuscire a creare domanda per mezzo di funzioni innovative. Nella sua prima fase evolutiva il digitale ha puntato a rimpiazzare l'analogico; ora è tempo di iniziare ad allargare le capacità di questi apparecchi anche verso direzioni non convenzionali.

od: Su quali aree di differenziazione si sta muovendo Casio?

MV: Stiamo seguendo alcune linee guida tecnologiche molto interessanti. La prima riguarda l'autonomia delle batterie, e qui siamo gli unici a proporre ben due modelli di fotocamera, H10 e H15, in grado di effettuare 1.000 scatti (secondo lo standard CIPA) con una sola ricarica. Nella pratica significa poter documentare un viaggio o una vacanza senza più doversi preoccupare di caricabatterie, adattatori per le prese di corrente e tempi di ricarica, il che è un vantaggio non da poco. In secondo luogo, da quest'anno abbiamo iniziato a trasferire alle macchine fotografiche l'esperienza maturata negli orologi digitali G-shock proponendo l'Exilim G1, il nostro primo apparecchio impermeabile, antipolvere, antiurto e con schermo LCD corazzato per utilizzo professionale all'interno di ambienti "difficili" come cantieri o industrie. C'è poi il nostro fiore all'occhiello rappresentato dalla tecnologia High-Speed, ora disponibile sui modelli prosumer FH25 e FH100, che ci consente di scattare raffiche fino a 40 foto al secondo alla risoluzione di 9 MP e di riprendere filmati fino a 1.000 frame al secondo. Si tratta di fotocamere che aprono scenari applicativi del tutto inediti rimasti finora appannaggio di apparecchiature specializzate decisamente molto più costose.

Per esempio stiamo registrando un crescente interesse da parte del mondo dello sport, dove maestri e allenatori filmano ad alta velocità i loro allievi per poi rivedere i movimenti al rallentatore in maniera da capire dove sono gli errori e quali correzioni intraprendere per migliorare. Per praticità, la funzione di ripresa video può essere configurata in tempo reale così da poter filmare a velocità normale per passare all'alta velocità solamente quando serve: questo non solo per non sprecare memoria, ma soprattutto per evitare inutilmente tempi di visualizzazione moltiplicati rispetto al normale. Dato che la riproduzione del video avviene sempre a 30 fps indipendentemente dalla frequenza di acquisizione, un secondo ripreso a 420 fps equivale infatti a 14 secondi di visualizzazione - in questo caso parliamo di un effetto moviola 14:1. E anche se l'aumento della frequenza impone un abbassamento della risoluzione, anche a 1.000 fps rimane informazione sufficiente per studiare in dettaglio anche i movimenti più rapidi. Lo scoppio di un palloncino pieno d'acqua o il proiettile che trapassa un oggetto materiale sono gli esempi più classici di questa applicazione, ma ovviamente il limite è solo la fantasia.

od: Per la parte fotografica dicevi invece che la raffica di 40 scatti non impone l'abbassamento della risoluzione. A 9 MP per immagine occorre un discreto buffer di memoria.

MV: Effettivamente non esistono ancora schede di memoria capaci di sostenere un trasferimento dati sufficientemente veloce, e quindi il buffer interno alla macchina è una scelta obbligata. Che però ci ha consentito di realizzare una ulteriore funzione, denominata Multimotion, che interviene quando la raffica viene eseguita su sfondo fisso (quindi con l'apparecchio montato su uno stativo) riconoscendo il soggetto in movimento per comporre, dal tetto massimo di 40 scatti, un'unica immagine con i cinque movimenti più significativi, ovvero quelli che corrispondono al massimo scostamento tra le 40 riprese del soggetto. L'effetto è quello di una tradizionale foto multiposa, ma realizzabile istantaneamente e con grande semplicità.

esempio di multimotion Casiood: A proposito di riconoscimento del movimento, avete previsto qualche funzione supplementare per assistere in analisi di questo genere?

MV: Per l'analisi del video esistono varie applicazioni commerciali od open source. Quella che utilizziamo per le nostre dimostrazioni è Dartfish, realizzata da una omonima software house svizzera. Si tratta di un programma professionale che permette di caricare il filmato High-Speed sul PC e quindi eseguire una serie di misurazioni su velocità, angoli, ampiezza e altezza del movimento oppure sovrapporre più filmati in trasparenza per evidenziare lo scostamento tra le varie ripetizioni. Dartfish può ricavare il movimento dello scheletro, determinare di quanto un atleta è riuscito a saltare e così via. Soluzioni di questo genere si stanno diffondendo specialmente nelle discipline sportive che più dipendono dalla perfezione tecnica come tennis e golf, ma posso dire che Casio sta già fornendo apparecchi High-Speed a diverse squadre di calcio di ogni serie dalla A in poi, dove sono apprezzati in particolare per la preparazione dei portieri.

od: Ma funzionalità di questo genere sono sufficienti per conquistare e mantenere posizioni di mercato adeguate?

MV: In termini di unità vendute, sembra che il 2010 stia dando segnali di ripresa rispetto all'anno precedente anche qui in Italia; c'è ovviamente un problema di dimezzamento del valore dei prodotti, ed è per questo che i fatturati sono in flessione. Gli analisti parlano di un mercato che ha spazio per non più di cinque o sei produttori, con una partita che si gioca soprattutto sul terreno delle nuove tecnologie, dei nuovi standard e dei prodotti professionali. Da qui derivano poi le proposte più marcatamente consumer, anch'esse soggette a una necessaria evoluzione tecnica e stilistica.

Exilim G1od: Parliamo proprio di design, e in particolare il colore. È così necessario proporre il medesimo apparecchio compatto in cinque, sei, otto colori differenti?

MV: Assolutamente sì. C'è una fascia di consumatori che è molto attenta a questo aspetto tanto che, a parità di caratteristiche tecniche, nelle compatte "vince" chi può offrire il colore più alla moda. Poi è ovvio che il colore si deve abbinare a una linea estetica piacevole, come Casio ha sempre cercato di fare proponendo il look adeguato a ogni target: un esempio lo si trova proprio nel modello G1 di cui parlavo prima, dove la tecnologia G-shock è complementata da un inconsueto taglio aggressivo.

od: Restando nel consumer, sul fronte tecnico sembra che la sfida riguardi sempre più la capacità di mettere funzioni avanzate nelle mani di un'utenza il più delle volte inesperta.

MV: È così. Pensa al fotoritratto, una delle pose più gettonate in assoluto. Il primo passo è stato quello di inserire nei menu delle fotocamere una modalità di scatto dedicata; dai menu interni, questa è stata successivamente spostata sui pulsanti esterni per renderla più accessibile, e ancora non è bastato. Ecco allora arrivare la funzione Face Detection per il riconoscimento automatico dei volti, mentre oggi Casio propone anche la funzione Makeup Mode che applica un filtro di fotoritocco - comprensivo di anteprima sul display - per ottenere quell'effetto levigato dell'incarnato che richiederebbe altrimenti un software di fotoritocco su PC. Non è finita: con la funzione Premium Auto è la macchina che decide se applicare il filtro e quanto. Andiamo ancora oltre, e con la funzione Dynamic Photo permettiamo di creare fotomontaggi per realizzare biglietti di auguri direttamente stampabili dalla fotocamera. E tutto questo inizia a essere proposto non solo all'utente occasionale, ma anche all'appassionato o al professionista che non per il fatto di essere tale deve essere sempre costretto a muoversi con un intero parco di attrezzatura né, magari, ha tempo e voglia di curare lo sviluppo digitale delle foto delle sue vacanze. Per semplificare diciamo che una reflex non esclude una compatta e viceversa.

od: Proporsi come corpo secondario a un fotografo esperto richiede però caratteristiche più allineate alla richiesta dell'appassionato rispetto a una funzione di fotomontaggio.

MV: Per questo stiamo attenti a offrire qualcosa di specifico anche alla clientela prosumer. I nostri modelli High-Speed FH25 e FH100, ad esempio, montano un sensore CMOS retroilluminato e possono salvare in formato RAW. Ma direi che ogni prodotto in catalogo offre un mix indovinato di caratteristiche per la fascia di prezzo. Anche se i numeri maggiori si fanno sulle piccole compatte economiche, per un marchio è essenziale riuscire a presidiare più livelli di mercato con proposte capaci di distinguersi e attirare l'acquirente. Per questo la ricerca - tecnologica, ergonomica e di design - deve marciare senza sosta: chi produce non può permettersi di fermarsi un attimo, con l'indiscutibile vantaggio per il consumatore di poter scegliere prodotti sempre più capaci a prezzi sempre più contenuti.

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