Mercati
Quale destino per le reflex?
Stefano Tieghi
È questa la ‘grande domanda’ che serpeggia nel settore della fotografia digitale non certo da oggi ma che, nel 2020 più che mai, appare di attualità. Ma qual è la risposta?
È questa la ‘grande domanda’ che serpeggia nel settore della fotografia digitale non certo da oggi ma che, nel 2020 più che mai, appare di attualità. Ma qual è la risposta?
Non pretendiamo certo di possederla noi la risposta a questa domanda, quando ormai da diverso tempo gli esperti più autorevoli del settore si interrogano sul futuro di quel tipo di dispositivo che – da sempre – è la fotocamera per antonomasia. Tuttavia gli spunti di riflessione sull’argomento non mancano di certo.
Come abbiamo visto nella nostra ultima analisi riguardante le mirroroless, il 2019 è stato contrassegnato dall’uscita sul mercato di un numero enorme di nuovi modelli, specialmente considerando l’andamento non certo entusiamante del relativo segmento: ben 24 modelli! Il mercato delle reflex, come ben sappiamo, è in costante declino ormai da anni. Prossimamente la CIPA rilascerà i dati relativi all’anno da poco concluso e purtroppo non si prospetta niente di buono, anzi! Nel 2018 (per maggiori informazioni rimandiamo il lettore all’articolo ‘2018: Profondo rosso’) il mercato delle fotocamere a ottica intercambiabile si è contratto del 7,84% rispetto all’anno precedente e tale calo è stato dovuto integralmente alle DLSR, in flessione di quasi il 13% a fronte di una crescita, seppur modesta, dell’1,44% delle mirrorless. Le previsioni per il 2019 indicavano un andamento non molto diverso da quello suesposto e c’è da augurarsi che la CIPA non abbia peccato ancora una volta di ottimismo. A novembre però i dati relativi alle vendite di reflex e mirrorless nel periodo gennaio-settembre 2019 indicavano un calo nell’ordine del 23% rispetto allo stesso periodo del 2018... Ma cos’è accaduto nel 2019 e cosa si prospetta per il 2020 per i produttori di reflex? Vediamo la situazione, rammentando al lettore che le caratteristiche complete delle fotocamere di cui parleremo sono consultabili comodamente nel comparatore di Fotoguida.it.
Partiamo da Canon iniziando da un dato eloquente: per il secondo e terzo trimestre di esercizio 2019-2020, Canon ha comunicato di aver venduto 2,06 milioni di fotocamere a ottica intercambiabile, con un calo del 16% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Si tratta di un valore migliore rispetto al settore nel suo complesso ma assolutamente preoccupante. Come naturale, l’andamento delle vendite non può che riprecuotersi sulla composizione del portafoglio prodotti. Vediamo dunque com’è la situazione in casa Canon. Il segmento entry-level è stato rinnovato nel 2019 con l’uscita della EOS 250D (prezzo medio solo corpo nel 2019 di 470 euro), un’ottima DLSR APS-C ultra-compatta da 24M destinata a sostituire la EOS 200D (430 euro circa) del 2017. Per quanto riguarda le reflex di formato, diciamo così, più tradizionale, nel 2018 sono state rilasciate la entry-level EOS 4000D da 18M (la più economica delle reflex Canon con un prezzo medio attorno ai 250 euro), e la di poco superiore, per caratteristiche, EOS 2000D da 24M (280 euro circa). Salendo di categoria, ancora in circolazione la EOS 750D del 2015 e praticamente scomparsa la coeva EOS 760D, l’esponente economicamente più abbordabile è la EOS 800D del 2017 (prezzo medio 2019 attorno ai 530 euro), meritevole di un successore che però al momento non si vede all’orizzonte.
Salendo ulteriormente di livello, alla low-midrange EOS 77D (640 euro) del 2017 si è affiancata nel 2019 la EOS 90D (nella foto, prezzo medio al lancio 1.100 euro circa), erede designata della EOS 80D del 2016 (700 euro di media) ancora facilmente reperibile in commercio. Analizzata approfonditamente nel numero scorso, la EOS 90D è un’eccellente midrange APS-C da 32,5M che ben rappresenta lo stato dell’arte della categoria. Da sottolineare il fatto che che l’allora top di gamma delle reflex APS-C targate Canon, l’eccellente EOS 7D Mark II del 2014 non è mai stata sostituita e, nonostante le voci diffuse periodicamente riguardanti la versione Mark III, sembra proprio destinata all'estinzione.
Passando al pieno formato, la entry-level EOS 6D Mark II del 2017 (la più economica delle full-frame Canon con un prezzo medio attorno ai 1.300 euro) è tuttora affiancata dalla coppia EOS 5DS/5DS R del 2015 (1.700/1.900 euro circa) e dalla EOS 5D Mark IV del 2016 (all’incirca 2.300 euro). A questi modelli, davvero ottimi, è destinata ad affiancarsi la nuova top di gamma professionale EOS 1D X Mark III, chiamata a sostituire la EOS 1D X Mark II del 2016 (4.700 euro). Condensando al meglio tutto quanto la moderna tecnologia fotografica digitale è in grado di offrire, la EOS 1D X Mark III (nella foto) dovrebbe avere un prezzo di lancio attorno ai 7.800 euro, naturalmente solo corpo. Da questa rapida analisi emerge chiaramente come Canon, nonstante il forte impegno nelle mirrorless (in proposito rimandiamo il lettore alla recente analisi sull’argomento), mantenga inalterato il focus sulle fotocamere a ottica intercambiabile con pentaspecchio. Come abbiamo visto la gamma Canon, per quanto razionalizzata nella varietà rispetto al passato, è complessivamente abbastanza moderna, salvo qualche eccezione nella parte alta della gamma. In particolare, come detto si avverte la mancanza di un erede per la APS-C EOS 7D Mark II; la mai particolarmente amata full-frame EOS 6D Mark II meriterebbe un sostituto e anche la linea EOS 5D appare ormai pronta per il rinnovamento, magari sotto forma di un’ipotetica EOS 5D Mark V in veste di ‘sorella minore’ della fenomenale EOS 1D Mark III.
In casa Nikon la situazione delle reflex è più complessa e caratterizzata da luci (poche) e ombre (tante). Forse anche per colpa dell’impegno nel comparto mirrorless, negli ultimi tempi l’attività nel settore DSLR ha segnato un po’ il passo. Partendo come sempre dal basso della gamma, troviamo la entry-level D3500 del 2018 (prezzo medio solo corpo nel 2019 di 350 euro circa), cui si affianca la precedente D3400 del 2016, ancora reperebile in commercio all’incirca con lo stesso prezzo per il kit con zoom 18-55mm. La fascia upper entry-level è presidiata dalla D5600 del 2016 (450 euro), una valida APS-C che però risente ormai del peso degli anni e meriterebbe un sostituto in tempi rapidi. Sparita dal mercato la D5500 del 2015, sorprendentemente continua a essere in commercio l’ormai datata D5300 del 2013, reperibile in kit con zoom 18-55mm approssimativamente per lo stesso prezzo. Salendo di fascia troviamo la D7500 del 2017, un’ottima low-midrange che nel 2019 aveva un prezzo medio solo corpo di 750 euro circa. La midrange D780 annunciata a inizio 2020 rappresenta la novità più recente targata Nikon. Destinata a sotituire l’eccellente APS-C D750 del 2014 (1.100 euro circa), la D780 (nella foto) si presenta come una degna sostituta, ereditando diverse caratteristiche della mirrorless Z50 ma proposta a un prezzo decisamente elevato, si dice ben superiore ai 2.000 euro. Con un prezzo simile, non è chiaro quale dovrebbe essere l’erede effettiva della D750, ammesso che Nikon intenda procedere in questo senso. La D750 infatti, pur ottima sotto tutti i punti di vista, comincia ad avvertire il peso di una concezione risalente a sei anni fa. Discorso simile anche per la top di gamma midrange, l’ottima D500 (1.700 euro), che risalendo al 2016 avrebbe bisogno di un erede in tempi brevi.
Spostando l’attenzione al pieno formato, la poco riuscita D610 del 2013, contraltare della Canon 6D, non è mai stata sostituita e la situazione non sembra destinata a cambiare. Sparita dal mercato la poco amata Df sempre del 2013, la full-frame Nikon ‘base’ è l’eccellente D850 del 2017 (prezzo medio 2019 2.300 euro circa), diretta rivale delle Canon 5D. Unica novità nelle reflex a pieno formato targate Nikon è l’ammiraglia D6, annunciata a settembre 2019 e non ancora uscita sul mercato. Erede designata della D5 del 2016 (prezzo medio 2019 attorno ai 5.400 euro), la D6 (nella foto) – sebbene le specifiche definitive non siano state ancora rese note – promette meraviglie, come è lecito attendersi da una reflex professionale di questo livello. Ancora ignoto il prezzo, che comunque non si dovrebbe discostare dai 7.800 previsti per la rivale EOS 1D X Mark III.
La situazione generale di Nikon appare dunque ricca di incognite, alla luce soprattutto dei risultati commerciali. Per quanto riguarda le fotocamere a ottica intercambiabile, infatti, nella prima metà dell’esercizio 2019-2020, Nikon ha annunciato di avere venduto 800.000 unità – corrispondenti a un calo del 25% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente – un dato molto preoccupante, soprattutto alla luce della previsione di una calo complessivo del 28% per l’intero esercizio. Si tratta di un risultato nettamente peggiore rispetto all’arcirivale Canon, che non lascia presagire niente di buono. La sostituzione dei modelli bisognosi di un erede, D5600, D500 e D610 su tutte, dunque, rimane un punto interrogativo.
Pentax e Sony
E che dire di Pentax e Sony, gli altri due produttori di DSLR, almeno formalmente? Diciamo formalmente perché – partendo da Pentax – l’ultimo ‘segno di vita’ in ambito reflex, e anche in ambito fotografico in generale, è l’ammiraglia K-1 Mark II del 2018 (prezzo medio 2019 attorno ai 1.700 euro), preceduta dalla midrange K-P del 2017 (1.000 euro circa). Fine, tutto qui. E la mancanza di segnali riguardanti uno sviluppo qualsiasi di nuovi modelli suona tanto come un rintocco funebre per questo iconico produttore di fotocamere.
Situazione generale completamente differente per Sony ma identica per per quanto riguarda le reflex. Il gigante giapponese infatti è attualmente tra i maggiori produttori di mirrorless e leader del mercato con le full-frame della serie A7/A9, oltre a commercializzare con successo le fotocamere a ottica fissa delle serie RX1, RX10 e RX100. L’ultima DSLR targata Sony è, come nel caso di Pentax, l’ammiraglia – in questo caso la A99 II (prezzo medio 2019 2.400 euro circa) – che però risale addirittura al 2016. Per la midrange A77 II (1.000 euro) è necessario tornare addirittura al 2014, mentre è poco più giovane (2015) la entry-level A68 (approssimativamente 450 euro). É evidente che tutti e tre i modelli sarebbero più che pronti per trovare un sostituto ma tutto tace in casa Sony al riguardo e, alla luce delle fosche previsioni relative al futuro commerciale delle reflex e ai successi nel segmento mirrorless, appare difficile immaginare che Sony voglia impegnarsi ancora nel settore.
In conclusione
La situazione nel campo delle reflex al momento è dunque questa: Canon che tiene botta, Nikon che arranca con difficoltà e Pentax e Sony che sembrano aver mollato il colpo. Riguardo gli sviluppi futuri, se in passato erano i nuovi modelli di mirrorless a essere derivati e a mutuare caratteristiche dalle reflex, almeno nel caso di chi le produceva, oggi la tendenza sembra quella di realizzare coppie di fotocamere simili per caratteristiche e prestazioni – almeno per quanto tecnicamente fattibile– una con e l’altra senza pentaprisma, come dimostrano i casi recenti: la nuova Nikon D780 ha una forte somiglianza con la mirrorless Z6, così come nel caso di Nikon D850/Z7 e Canon EOS D90/M6 Mark II.
Se questa tendenza si confermasse, potremmo dunque sperare di vedere una versione reflex della mirrorless Nikon Z50 e forse una Canon EOS RP trasformata in DSLR, ma poco altro. Nessuno dunque si stupirebbe se nel volgere di un paio d’anni rimanessero soltanto Canon e Nikon a produrre fotocamere con pentaspecchio, probabilmente limitandosi a una entry-level e una midrange APS-C e a una high-end/semipro e una professionale full-frame.
Data di pubblicazione: febbraio 2020
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