Una Stella per l'Arte

Fiat Lux

Maristella Ciminella

Notte e giorno. Buio e... Luce. Ovvero la prima cosa creata da Dio che dà forma alle cose, altrimenti tutto rimane nell'indistinto. Il famoso "Fiat Lux".

caravaggio_vocazione_di_san_matteo_od102Notte e giorno. Buio e... Luce.

Ovvero la prima cosa creata da Dio che dà forma alle cose, altrimenti tutto rimane nell'indistinto. Il famoso "Fiat Lux".

Sappiamo tutti quanti cosa sia la luce. Quasi un concetto banale, intuitivo.

Eppure, così complesso che per essere spiegato e definito a livello di proprietà fisiche intrinseche bisogna aspettare un'intuizione del 1900.

Ovviamente il suo potere era già noto prima.


E non stiamo parlando solo di innovazioni tecnologiche, fra cui, ovviamente, è annoverata la fotografia, ma tutto il lungo percorso dell’Uomo.

In effetti, a ben riflettere, la luce condiziona la vita di tutti gli organismi sulla faccia terra, anche in forma inconsapevole, visto che ne organizza i ritmi circadiani e anche l’esistenza. Si basti pensare ai periodi del sonno e della veglia fino ad interi cicli di quiescenza che avvengono in assenza di luce, ovvero la notte ma anche con il solstizio invernale quando perfino il freddo avvolge le giornate.

L’uomo ha dovuto perfino ricrearla artificialmente l’illuminazione per poter agire e combattere la Natura.

Non c’è vita, ma anche banalmente forme, colori, spazi e tutto quanto percepibile dall’occhio senza luce.


Appunto “Fiat Lux”, contro il “profondo nero”.


Per i cultori dell’arte in generale e dell’immagine è una cosa imprescindibile e a cui si delegano spesso di significati simbolici. Funge infatti da narratore e da invisibile guida che ci porta un messaggio di libera interpretazione da cogliere sottolineando “le cose” da vedere. Si basti pensare al teatro, dove “l’occhio di bue”, il “seguipersone”, focalizza la nostra attenzione su una sola cosa rilevante in tutta una scena magari complessa. Oppure l’uso sapiente delle tecniche che un direttore della fotografia attua per coinvolgerci nella visione di un film…

E se stiamo tutti quanti vedendo adesso la serie tv “The New Pope”, abbiamo in mente questa magia in cosa si sostanzia. La stessa cosa, ovviamente, succede per il buon osservatore anche nelle immagini statiche. Mi viene in mente “La Vocazione di San Matteo” di Caravaggio che con la luce, narra in uno spazio di 322x340 cm un Alto di “cose Sacre e non afferrabili dall’uomo”, infatti la Luce della Vocazione viene da un’imprecisata illuminazione alta ed esterna dal quadro, e un Basso fatto di vita quotidiana popolare a volte sorda e avvinghiata alla materialità, a volte, come fa Matteo, rispondendo alla chiamata sacra: “Proprio io?”.

La luce così studiata, dà un senso di lettura al quadro da destra verso sinistra, e anche, soprattutto, lo avvolge di significati simbolici demandati all’osservatore dell’epoca e contemporaneo. Ma non solo, cosa succede dentro di noi, se il soggetto rimane immutato, perfino nello scorcio scelto, e se cambiasse solo la luce?

Claude Monet - La cattedrale di Rouen - od102


Il ciclo pittorico di Claude Monet sulla Cattedrale di Rouen è un’ode alla proprietà della luce inseguita quasi in maniera ossessiva e ossessionante di cui lui stesso dirà: “Ogni giorno, scopro qualcosa che non avevo ancora visto”. E non penso sia un caso, che proprio nella ricerca dell’istante, fu proprio uno dei primi fotografi (Gaspard-Félix Tournachon, alias Nadar) a concedere il suo Atelier per le prime esposizioni impressioniste. E perché, allora non rappresentare in un solo quadro, la dicotomia fra giorno e notte visto che è così importante la luce? Gli opposti racchiusi in una sola cosa, come forse è il significato della vita umana stessa?

René Magritte - L'impero delle luci - od102

Magritte osa tanto, in un quadro che oggi, diremmo un “fotoritocco” di Photoshop, ne “L’impero delle Luci”. Un cielo di giorno e un paesaggio sottostante, terreno, notturno, rischiarato da illuminazione artificiale dove niente è vero, a parte ciò che si vede…

E in questo caso dove sta la Verità? La Luce vera?

"Per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce."
(Gabriel Garcia Marquez)

 Data di pubblicazione: febbraio 2020
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