Editoriale

Aprile - Giugno 2023, Anno XVII, N. 117

Ezio Rotamartir

Facciamo finta*. Proviamo a fare uno sforzo cercando di trovare l'inquadratura della vita che ci soddisfa. Cerchiamo un'esposizione che ci faccia stare bene. Proviamo ad aprire il nostro diaframma interiore esponendoci con un tempo più lungo senza però bruciare l'immagine che stiamo creando.

Immagine creata con Adobe Firefly Beta

Facciamo finta.
Facciamo finta che possiamo guardare il mondo e scattare vedendone i colori.
Facciamo finta che tutto sia normale e i colori siano nitidi e chiari, puliti al punto da farci credere che il mondo sia un posto bellissimo dove si può vivere in pace, serenamente, andando tutti d’accordo.
Proviamo a tornare a quando le cose andavano meglio. O, forse, diciamo solo che andavano bene.
Ma a quando bisogna tornare, riavvolgere questo nastro che continua a girare senza fine, senza mai interrompersi nemmeno per un secondo? Forse possiamo pensare di tornare a quando si poteva vivere senza troppi affanni, senza troppi problemi che si nascondono tra le pieghe della mente facendo sembrare tutto a posto anche se niente lo è in realtà.
Facciamo finta che scattiamo una fotografia a qualcuno che ci sorride con amore, non mettendosi in posa per un social, oppure di un luogo che ci emoziona senza che nel suolo ci sia qualche veleno che ci travolgerà non appena ne mangeremo i frutti.
Facciamo finta che il sole rincorra la luna per scaldarci la pelle e il cuore come dicevano i poeti.
Facciamo finta che la vita sia davvero la cosa più bella e desiderabile e che le nostre lacrime bagnino la terra senza scivolare sopra la lastra di vetro che la ricopre.
Sforziamoci di trovare ancora i colori delle emozioni. Cerchiamo di dare un senso al tempo che scorre inesorabile e ci consuma, dentro e fuori, senza soluzione di continuità.
Strizziamo gli occhi, se necessario, per mettere a fuoco quello che abbiamo davanti ma che ormai non riusciamo più a vedere.
Facciamo finta di riuscire di nuovo a guardare al di là di uno schermo che filtra ogni sfumatura del mondo e di catturare un attimo di verità.
Facciamo finta di trovare la pace nelle parole che qualcuno ci dice senza che ci sia un tono di rimprovero o di scadenza che arriva dalla sua bocca. Una serie di piccole parole che ci accarezzano l’anima come da tempo non ne sentivamo più.
Facciamo finta di tornare bambini e con la nostra semplicità riuscire a scoprire il segreto della vita.
Facciamo finta di essere buoni, ancora per una volta.
Facciamo finta che la corda intorno al nostro collo si dissolva prima di stringere troppo.
Facciamo finta che il male non esista e il dolore solo un’invenzione letteraria.
Facciamo finta che il sentimento esista e ci faccia battere il cuore. Ancora.
Facciamo finta.

 

Ezio Rotamartir

 

*L'immagine di apertura è stata creata artificialmente con Adobe Firefly dopo aver chiesto alla sedicente intelligenza artificiale di creare una fotografia di Manhattan con dei fiori di ciliegio in una giornata di pioggia all'alba.
Così, per fare finta.

 

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