Forse il titolo più adatto per questo test avrebbe potuto essere "Per Fujifilm è scattata l'ora X", dato che l'introduzione delle fotocamere oggetto di questa prova ha davvero determinato un punto di svolta importante per la casa giapponese. A dare il via a questa nuova "rivoluzione fotografico-culturale" è stata la X100, un corpo macchina in stile decisamente retro, capace di riportare il fotografo al piacere della fotografia di un tempo; hanno quindi fatto seguito la X10, dal corpo più compatto e con ottica zoom, fino alla più evoluta della serie la X Pro 1, con un nuovo sensore e l'intercambiabilità delle ottiche. Le abbiamo provate tutte e tre in modo massivo, per un lungo periodo, al fine di conoscerle a fondo e apprezzarne le qualità e valutarne gli eventuali difetti.
Di base condividono tutte lo stesso software di sistema e le macro aree di utilizzo oltre ad alcune importanti funzionalità. Fujifilm ha voluto inserire tra le funzioni quella di simulazione delle sue pellicole più famose (Velvia, Provia, Astia e così via), dei setup predefiniti che danno alle immagini effetivamente un qualcosa in più soprattutto se si aveva l'abitudine di scattare proprio con questo tipo di film. Anche la funzione Macro accomuna le tre X e bisogna dire che i risultati sono davvero sorprendenti, anche sul modello più economico. Tutte le tre macchine possiedono un vero e proprio mirino ottico che, quando utilizzato, disattiva automaticamente il display LCD permettendo anche un grande risparmio della batteria; nel caso della X100 e della X Pro 1 il mirino è anche ibrido, nel senso che consente una visualizzazione digitale con copertura del 100% dell'immagine inquadrata, esattamente ciò che sta riprendendo l'ottica. Sempre costante sulle tre macchine è il selettore del modo di messa a fuoco a tre posizioni, fuoco fisso (S), fuoco continuo (C) e messa a fuoco manuale (MF), posizionato frontalmente sulla X10 e sulla X Pro 1 invece sul lato sinistro nel caso della X100. Sulla parte centrale dei corpi trova posto la slitta per il flash. Altra carateristica comune è la possibilità di girare video FullHD a pieno formato.
Abituati agli attuali corpi macchina delle DSLR del momento ci è sembrato inizialmente di avere a che fare con normali fotocamere compatte, ma ci siamo dovuti ricredere praticamente all'istante. La qualità costruttiva e le regolazioni manuali di cui sono dotate le tre fotocamere trasmettono immediatamente una sensazione di controllo della situazione che difficilmente si prova anche con corpi di altra fascia di prezzo e dimensione. Fujifilm ha voluto ripercorrere la strada che fu quella dei grandi produttori di una volta, Leica su tutti, progettando e realizzando qualcosa che ne riportasse al grande pubblico il grande fascino e l'operabilità.
La X100 è il modello con il corpo di dimensioni più grandi e con l'ottica fissa, un ottimo 23mm f/2.0 corrispondente a un 35mm full frame, che colpisce per il suo peso: infatti in un mercato dove la plastica la fa da padrona ci troviamo in mano un corpo consistente, dal giusto peso, in lega di magnesio e pochi inserti in (finta) pelle. Nella parte superiore destra trovano posto il selettore di accensione/spegnimento, in asse con il tasto di scatto, e le ghiere di selezione dei tempi e della correzione dell'esposizione EV oltra a un tasto FN (funzione) programmabile dall'utente. E la selezione dei diaframmi? Al suo posto vero, sull'obiettivo, proprio come accadeva un tempo. È stato a dir poco entusiasmante poter di nuovo lavorare sui tempi e sulle aperture come si faceva quando le macchine fotografiche erano analogiche e tutti i controlli principali erano a portata di mano. Qualcuno sicuramente dirà che anche oggi è possibile regolare tempi e diaframmi in modo completamente manuale anche sulle più evolute reflex attraverso ghiere e selettori rotanti ma, scusateci l'approccio sentimental-romantico, non è proprio la stessa cosa. Con la X100 dopo cinque minuti di utilizzo già eravamo in grado di scattare in raw con le impostazioni desiderate, sapendo dove "mettere le mani" anche senza aver dato una rapida occhiata al manuale.
Fantastico, e crediamo non sia solo una nostra impressione visto il grande successo di pubblico e di critica che questo tipo di prodotto ha suscitato dalla sua introduzione. Stiamo parlando inoltre di un prodotto il cui prezzo iniziale sfiorava i mille euro, quindi non proprio un oggetto destinato al grandissimo pubblico. Eppure le prime spedizioni sono andate letteralmente a ruba, rilanciando anche l'immagine del marchio Fujifilm in un'altra classe: c'è forse voglia di nuovo in un mercato dove i prodotti si assomigliano tristemente tutti? Il controllo analogico torna a piacere o, addirittura forse, non ha mai smesso di farlo? Più volte durante il test è accaduto che qualcuno si avvicinasse per chiedere se stessimo usando una Leica e quale modello fosse, così come non ci ha sorpreso l'espressione attonita di chi restava stupito dal fatto che una fotocamera moderna non avesse lo zoom; segno dei tempi anche questo, in un mondo di fotografi improvvisati e dotati di fototelefonino o, quando va bene, di una compatta "qualunque" l'idea di un vero strumento fotografico viene scartata come qualcosa di limitato e di molto pesante. Contrariamente al sentire comune, invece, un corpo macchina di una certa consistenza offre maggiore stabilità nella ripresa rispetto a tutto ciò che è plasticoso e leggero, che induce molte vibrazioni nello scatto e non stiamo parlando né della dimensione del sensore né della qualità del file prodotto.
La X100 possiede un bellissimo mirino ottico-ibrido. Non è una macchina a telemetro come le Leica alle quali si ispira, ma permette al fotografo di realizzare ottime e precise inquadrature in qualsiasi condizione di luce. L'idea di offrire la possibilità di vedere la scena inquadrata in due modi diversi aiuta moltissimo, soprattutto quando si scatta in condizioni di luce scarsa. Un selettore sulla parte frontale sinistra del corpo seleziona la modalità ottica/ibrida del mirino: la seconda visualizza la scena attraverso un piccolo display LCD da 1.440.000 punti attraverso una sorta di pre-elaborazione dello scatto, rendendo visibili dettagli che l'occhio umano non sarebbe in grado di cogliere. Come è facile intuire nei due mirini sono riportate molte informazioni di base, come i tempi e i diaframmi utilizzati così come le utilissime informazioni sulla messa a fuoco e sulla profondità di campo disponibile. In quello ibrido poi si aggiunge tutta una serie di informazioni che si ritrovano anche sul display LCD da 3 pollici sul retro del corpo macchina, che vanno dall'utilissimo orizzonte elettronico fino all'istogramma programmabile. Nella parte frontale, al centro, è disponibile anche un micro flash di riempimento utile in certe situazione di scarsa illuminazione o per qualche ritratto controluce.
Durante l'utilizzo ci si chiede come mai il produttore non abbia scelto di rendere intercambiabile l'ottica sulla X100 e la risposta viene proprio dai tecnici Fujifilm che hanno spiegato la volontà del produttore di offrire un apparecchio con la miglior qualità ottica possibile: così hanno sviluppato il sensore (un APS-C da 12.3 mp) e la lente affinché risultassero il miglior accoppiamento possibile in funzione della qualità dell'immagine. La lente è luminosa e l'estensione ISO così ampia (100 – 6400 scattando in raw e fino a 12880 scattando in JPEG) da rendere inutile l'impiego di un sistema di stabilizzazione (scelta, tra l'altro, molto apprezzata qui in redazione). I controlli elettronici sul corpo macchina sono quasi tutti funzionali anche se, per chi ha mani grandi, potrebbero risultare troppo piccoli e, in alcuni casi, interferire durante le fasi di ripresa, almeno fino a quando ci si abitua a non azionarli incidentalmente. Nell'utilizzo quotidiano la fotocamera si presta benissimo a quasi tutti gli impieghi anche se sembra perfetta per quelle situazioni in cui è meglio riprendere senza farsi troppo notare, una situazione che oggi viene spesso definita come Street Photography: ne abbiamo parlato spesso su queste pagine quando abbiamo provato corpi macchina che rappresentavano una valida alternativa per i professionisti alle loro ingombranti e vistose DSLR, a partire dalla gloriosa Canon G10 fino alla recentissima e prestigiosa Sony RX-1. I plus della X100 sono tanti e tali da renderla un oggetto del desiderio per tutti coloro che amano davvero fare fotografie, indipendentemente dal loro corredo attuale, proprio perché non "apre" una nuova strada verso altre ottiche ma si integra così com'è con tutto quello che abbiamo nella nostra borsa. Il file raw prodotto è di ottima qualità e viene perfettamente lavorato dai più comuni software di sviluppo tranne che da Aperture di Apple che non riconosce il tipo di file. Pensavamo fosse un problema di gioventù della X100 ma, al contrario, il problema persiste anche con lo stesso tipo di file della X10 e della X Pro 1, anche con il firmware più aggiornato, il 2.0; pare che il convertitore raw di Apple non digerisca proprio il tipo generato dai sensori Fuji al punto che, per lavorare sulle foto scattate, si deve prima convertire le immagini in formato negativo digitale (DNG) e quindi importarle in Aperture, un passaggio di cui onestamente si farebbe volentieri a meno.
Se proprio dobbiamo trovare delle pecche queste risiedono nella velocità di elaborazione dello scatto che, ad esempio, impedisce di passare da una modalità di mirino all'altra fino a quando un'immagine non sia stata completamente elaborata e salvata, oppure nel consumo della batteria che aumenta a dismisura con l'utilizzo dei display elettronici. La X100 ha sofferto di qualche problema di gioventù con l'autofocus al punto che Fujifilm ha rilasciato alcuni update del firmware per correggere il problema. Dalla versione 1.1 alla 1.13 qualcosa è migliorato ma la soluzione è stata trovata solo con la versione attuale, la 1.2, quindi questo non è più da considerare un punto a sfavore. Per il resto diremmo che la fama di best seller che si è guadagnata sul mercato è giustificata, al punto che si comincia a sentir parlare di una sua possibile erede (X200?) prevista per il prossimo CES di gennaio o per la primavera 2013: nel caso vogliate un giorno passare al nuovo modello qui ci sarà sempre qualcuno pronto ad acquistarvi la vostra X100 originale.
La piccola del trio, la X10, nasce per soddisfare l'esigenza di coloro che vogliono un corpo più compatto e una lente zoom a disposizione. La forma, oltre che più contenuta appunto, degrada frontalmente dalla parte sinistra a differenza della linea perfetta della X100, una scelta che verrà poi ripresa con la X Pro 1. I comandi sulla parte superiore prevedono un selettore di modalità di ripresa e il regolatore di esposizione; non c'è più il selettore di accensione/spegnimento perché sostituito da uno switch sullo zoom (equivalente a un 28–112mm f/2.0–2.8). Infatti per accendere la fotocamera è necessario ruotare in senso orario la ghiera dello zoom e portarla su una qualsiasi lunghezza focale. Nella parte superiore sinistra trova spazio un piccolo flash a scomparsa, in grado di sopperire alle emergenze, di fianco alla già citata slitta per un vero e proprio illuminatore. Il sensore è un CMOS da 2/3 di pollice da 12 megapixel, niente a che vedere con l'APS-C delle altre due X ma che, coadiuvato dal processore EXR, riesce a offrire delle belle soddisfazioni all'utilizzatore. Lo schermo LCD posteriore è da 2,8" con una risoluzione di 460 mila pixel, niente di eccezionale per i tempi che corrono ma comunque più che accettabile come qualità.
Qualche parola va spesa per alcune funzioni di ripresa che troviamo sull'apposito selettore; oltre ai soliti programmi Automatico e a priorità di Tempi o di Diaframmi si possono selezionare il modo SP (Scene Position), che permette di scegliere il modo migliore per riprendere una varietà di scene che vanno dallo sport alla ripresa notturna, con e senza cavalletto, al ritratto focalizzato a una resa migliore dell'incarnato del soggetto, fino ai paesaggi o ai fuochi d'artificio, o il modo EXR che combina la praticità del modo Auto con quelle del modo SP. Dal punto di vista di un utente medio che vuole cominciare a spingersi verso una fotocamera più performante ma che non vuole rischiare di tornare da un viaggio con foto sbagliate diremmo che la X10 rappresenta il prototipo della perfezione. L'ultimo modo disponibile di cui parlare è l'ADV (Advanced) che offre la possibilità di realizzare meravigliosi scatti panoramici e due modalità definite Pro per ritratti con lo sfondo sfuocato o in condizioni di luce molto bassa. Dallo scorso 5 ottobre è scaricabile dal sito Fujifilm anche un aggiornamento firmware, la versione 2.0 che, oltre a migliorare e correggere alcuni problemi di messa a fuoco e di disturbo che avevano turbato il sonno dei primi possessori della X10, aggiunge al modo ADV alcune modalità definite Advanced Filters che mettono a disposizione una nuova serie di effetti. L'altra novità è l'apparizione del Quick Menu, caratteristica già presente sulla X Pro 1, attraverso il qua e è possibile accedere rapidamente a tutte le maggiori e più importanti funzioni della fotocamera.
La qualità costruttiva della X10 è degna di nota: anche in questo caso il materiale principe è il metallo, a partire dal copriobiettivo: la sensazione che si prova impugnandola è quella di avere in mano una vera e propria fotocamera "seria", non la solita compatta; definirla tale infatti sarebbe sminuirla vista la grande offerta di funzionalità e la qualità d'immagine espressa in termini generali. Nonostante sia arrivata sul mercato con un prezzo che sfiorava i 600 euro oggi la si trova sulla rete intorno ai 370 che la rendono davvero appetibile.
Ultima, ma solo come introduzione, è la "grande" della famiglia, la X Pro-1 erede della X100 a livello di dimensioni (che supera di poco) ma con un nuovo sensore APS-C da 16,3 megapixel definito X-Trans, schermo LCD da 1.230.000 pixel e ottiche intercambiabili: inizialmente proposte solo lenti fisse, un 18mm f/2.0, un 35mm f/1.8 e un 60mm f/2.4 ma, già dopo pochi mesi, sono stati presentati e resi disponibili un 14mm f/2.8 e un primo zoom 18–55mm f/2.8–4. Per dimostrare quanto sia grande l'interesse del colosso giapponese verso questa fotocamera e quanto ci stia puntando basterà sapere che è già stato rivelato il piano di sviluppo delle nuove ottiche per il 2013: nel primo semestre arriveranno tre nuove lenti fisse, un 56mm f/1.4, un 27mm f/2.8 e un 23mm f/1.4 mentre, nella seconda parte dell'anno, dovrebbe essere la volta degli zoom, un 55–200mm (equivalente a un 80–300) f/3.5–4.8 e un 10–24 f/4.0. L'uso del condizionale è d'obbligo quando si parla di periodi di tempo così lunghi: resta il fatto che il programma di sviluppo del parco ottiche dedicato alla X Pro 1 e ai sistemi che ne mutueranno l'impiego è decisamente importante e volto a realizzare un sistema completo volto a un impiego anche professionale della fotocamera.
Fujifilm ha posto tanta attenzione allo sviluppo della fotocamera al punto da sostenere pubblicamente che questa sia capace di catturare immagini migliori rispetto anche a una fotocamera dotata di sensore a pieno formato: una dichiarazione impegnativa anche solo da un punto di vista smaccatamente commerciale ma che, considerando la serietà con cui affrontano ogni cosa gli amici nipponici, ci lascia pensare che ci sia qualcosa dietro che li rende tranquilli nel dichiararlo.
Effettivamente durante l'utilizzo ci si trova a scoprire ogni giorno che passa una funzione nuova o come utilizzare al meglio quelle che già si conoscono: la X Pro 1 è una macchina che si fa amare (e anche desiderare visto il "cartellino del prezzo" piuttosto importante) da subito proprio grazie alla sua semplicità d'uso e alla enorme quantità di funzioni offerte. Il 18mm è un'ottica utilizzabile a pieno anche se, in certi spazi angusti, avremmo apprezzato un grandangolare più spinto: ecco perché il 14mm o, ancora meglio, lo zoom 10–24 renderanno più ampio e valido l'impiego di una macchina come questa. Il nuovo firmware 2.0 rilasciato lo scorso 19 settembre ha migliorato alcune funzionalità della X Pro 1 come le operazioni di Autofocus che in origine, in condizioni di scarsa luminosità, lasciavano un po' desiderare. Interessante il fatto che Fujifilm abbia rilasciato delle nuove versioni di firmware anche per le ottiche così da migliorare le prestazioni dell'intero sistema.
Bisogna però spendere qualche parola a proposito della grande innovazione all'interno di questa fotocamera: il sensore X-Trans, un APS-C che è stato privato del filtro passa-basso o antialias (quello che ci protegge dall'apparizione dell'odiato moiré), per il quale è stata studiata una nuova disposizione dei trasduttori diversa dal pattern che contraddistingue i sensori di tipo Bayer. La matrice CFA assistita nell'elaborazione dei dati dal nuovo processore EXR Pro sembrerebbe catturare e gestire i colori e le loro gradazioni in modo molto simile a quello di un sensore full frame (caratteristica a cui abbiamo fatto cenno in precedenza). Gli ingegneri della Fuji hanno pensato anche al modo di migliorare l'immagine ridefinendo l'attacco delle ottiche su questa mirrorless: il sistema definito X–mount migliora anche l'allineamento tra sensore e obiettivo in modo consistente riducendo la distanza di flangia a meno di 18 millimetri grazie anche al fatto che parte della lente si posiziona direttamente all'interno del corpo macchina: questo garantisce un'ottima coerenza dell'immagine anche sui bordi della stessa.
Parlando dell'interfaccia fisica con l'utente la X Pro 1 ricorda molto la progenitrice X100: sulla parte superiore destra trovano posto anche qui il tasto di accensione su cui è innestato il tasto di scatto, la ghiera di regolazione dell'esposizione (con un range che va da + a – 2 EV) e la ghiera di impostazine dei tempi di scatto, questa volta però dotata di un fermo di sicurezza in corrispondenza della selezione A(utomatica); è presente anche il "solito" tastino Fn personalizzabile con una funzione rapida a scelta come la selezione della sensibilità ISO, la modalità raw e così via. Nella parte posteriore destra, a fianco del display LCD trovano posto la solita ghiera cliccabile multifunzione e una sorta di pad a quattro tasti più il tasto OK al centro. Nei pressi della posizione dove si appoggia il pollice destro trovano posto il tasto di blocco AE/AF e, sotto, il tasto di accesso ai Menu Rapidi, ora disponibili come abbiamo visto anche sulla piccola X10, che facilitano molto la vita all'utilizzatore: infatti uno dei punti più intricati del mondo X è proprio il vasto sistema operativo e l'accesso a tutte le sue funzioni, qui semplificato in modo deciso.
In conclusione, la X100 è stata sicuramente la macchina della svolta, quella che ha permesso a Fujifilm di riposizionarsi sul mercato e che sta ridefinendo la categoria delle mirrorlwss di qualità. Senza la sua introduzione non sarebbe stato possibile pensare al successivo sviluppo. È una fotocamera all-round per tutti quei fotografi pro o amatori evoluti che desiderano ritornare a scattare come un tempo, dove tutto era sotto controllo e a portata di mano ma con un backend digitale di tutto rispetto, un apparecchio che impiega quanto di meglio ci sia al momento sul mercato. L'ottica fissa è una scelta di "vita" che tuttavia dà meno problemi di quanto si possa pensare. Con la X10 invece si è voluto aprire un mercato un po' più ampio verso quegli amatori che desiderano una fotocamera completa, con un'ottica zoom e capacità video HD, con cui sostituire l'attuale fotocamera. La qualità è ottima, sia sotto il profilo costruttivo sia sotto quello della qualità dell'immagine, e il prezzo è allineato alla (poche) concorrenti del mercato. Altro discorso si apre per la X Pro 1 su cui Fujifilm ha dichiarato di puntare in modo globale. Con la presentazione di questo modello a ottiche intercambiabili sono state gettate le basi di un sistema completo (entro il prossimo anno le ottiche disponibili per l'X-Mount saranno dieci) che potrebbe impensierire non pochi sistemi DSLR anche di fascia superiore a livello di prezzo.
Personalmente l'abbiamo trovata una macchina splendida dalle caratteristiche eccezionali. A tutti gli interessati suggeriamo vivamente l'acquisto di almeno una batteria di ricambio da portare sempre con sé per non trovarsi in panne nel momento migliore della sessione di scatto. Per il resto l'arrivo del nuovo firmware 2.0 ha velocizzato molte funzioni e migliorato notevolmente il sistema AF anche se, in rare occasioni con forti situazioni di contrasto, ha lamentato ancora qualche problemino al quale forse si sarebbe potuto ovviare con l'impiego di un piccolo illuminatore. Nonostante ciò il sistema X Pro si è dimostrato molto valido e, soprattutto, compatto e pratico all'uso e al trasporto: una delle nostre prove si è svolta sul'isola di Capri dove le strade che si inoltrano tra la folta vegetazione lasciano poca libertà di movimento e l'X Pro 1 non è stata minimamente d'ingombro. Il nostro voto è un nove decisamente meritato.
Fujifilm con il sistema X, oggi ulteriormente arricchito della nuova XE1, a nostro avviso ha dato una svolta non solo al proprio parco prodotti ma all'intero settore delle fotocamere mirrorless e forse più, con una serie di prodotti che possono inizialmente aver tradito qualche peccato di gioventù, soprattutto nel sistema di messa a fuoco automatico che ha coinvolto tutti e tre i modelli del test, ma che alla lunga potrà dare grandi soddisfazioni sia alla casa produttrice sia ai loro utilizzatori. La famiglia sta già crescendo e, come è ovvio attendersi, all'orizzonte appariranno presto le discendenti di queste tre prime X, fotocamere che potrebbero davvero riscrivere la storia della moderna ripresa fotografica.