Le schede di memoria solitamente ritornano all'onore delle cronache per il lancio di nuovi tagli di capacità oppure per un raro e limitato speed bump della velocità di scrittura/lettura delle immagini sulle stesse. Lexar, grande player in questo tipo di mercato, ha deciso di spiazzare tutti lanciando una nuova gamma di memory card dalla impressionante velocità di mille per: sì, avete letto bene, mille volte pari al valore nominale di base con un transfer rate di 150MB al secondo. Con queste caratteristiche le nuove schede non solo supportano tutti i più moderni corpi macchina, ma soddisfano a pieno anche le richieste dei novelli Fellini, di tutti i registi che hanno deciso di fare delle fotocamere con capacità di ripresa full HD il loro strumento di lavoro principale.
Lexar, per chi ancora non conoscesse questo marchio, è una delle aziende leader nella produzione mondiale di flash memory, ha recentemente annunciato i primi supporti Compact Flash capaci di una velocità di scrittura 1000x denominate Lexar Professional 1000x CompactFlash (CF) card, disponibili in tagli da 16GB, 32GB, 64GB e 128GB. Osservatorio digitale le ha viste in occasione del recente Photoshow tenutosi a Roma e ha voluto provarle subito per i propri lettori. Queste nuove schede implementano completamente la specifica VPG-20 che richiede ai supporti di memoria digitali la capacità di registrare degli stream video full frame fino a 20MB al secondo a qualunque frame rate senza perdere nemmeno un singolo frame: pensiamo a quanto siano importanti queste caratteristiche soprattutto per coloro che girano film in full HD o, addirittura, in 3D.
Ovviamente questo nuovo tipo di memoria avvantaggia notevolmente anche chi utilizza la fotocamera in modo professionale a scatto continuo (fotografi sportivi e di moda su tutti, solo per fare un esempio): la grande quantità di dati necessaria alla memorizzazione delle foto in entrata non spaventa certo i supporti Lexar che aiutano anche a velocizzare l'intero processo di produzione potendo garantire anche un elevatissimo livello di trasferimento delle immagini al computer, soprattutto se si utilizza un lettore di card compatibile con gli standard UDMA-7 oppure USB 3.0; a questo proposito Lexar ha presentato anche un nuovo lettore di memory card a doppio slot proprio con le caratteristiche sopra citate.
Con i nuovi supporti viene fornito anche l'ottimo software Image Rescue che permette di recuperare le immagini perse o cancellate, in modo erroneo e non, dalle schede anche se queste sono state formattate o addirittura risultano in qualche modo compromesse per il normale utilizzo. Le nuove schede, testate dal produttore con oltre ottocento fotocamere e dispositivi digitali, sono già disponibili sul mercato a un prezzo compreso tra i 170 Euro della versione a 16GB fino ai quasi 900 Euro per il modello da 128GB.
Fino a qui nulla di entusiasmante, se non i dati puramente tecnici delle schede, ma è per questo che odlab ha pensato di realizzare una prova comparando la velocità di acquisizione delle schede 1000x con altri supporti in teoria meno performanti. Abbiamo utilizzato per il test seguente tre diverse tipologie di fotocamera con sensori di grandezza diversa, una FullFrame, una APS-H (con fattore di conversione 1,3x) e una APS-C (con fattore di conversione 1,6x), ma anche capacità di scatto continuo diverso: 3,9, 8 e 10 scatti al secondo. I corpi macchina utilizzati sono, rispettivamente, una Canon 5D, una Canon 7D e una Canon 1D Mark III. Vediamo quello che è successo.
Questo diagramma mostra il comportamento della scheda in rapporto al corpo macchina utilizzato. Come si può notare il buffer della 1D Mark III ci mette più tempo a riempirsi e quindi lo stop (identificato dal primo punto a sinistra) interviene dopo rispetto agli altri corpi macchina.
Nel nostro test abbiamo comparato una scheda Lexar 1000x da 16Gb con altre schede CF presenti sul mercato, tra cui SanDisk Extreme IV 600x, scattando solo in RAW alle stesse condizioni ISO, di apertura del diaframma e di velocità di scatto. Per misurare in modo efficace la velocità delle nuove schede abbiamo pensato di scattare a raffica al fine di vedere i tempi e i modi con cui le varie macchine riempivano il proprio buffer e quanto incideva su questo comportamento la velocità di trasferimento delle varie schede. Anche se in linea di massima abbiamo riscontrato un incremento delle prestazioni durante l'utilizzo della nuova scheda Lexar 1000x con ogni corpo macchina, è risultato ovvio che questo tipo di supporto da il meglio di sè con prodotti dell'ultima generazione, dotati di processori molto performanti e buffer di memoria più ampi.
Nel caso della Canon 1D Mark III abbiamo misurato il tempo di riempimento del buffer e la ripresa degli scatti. A linea più lunga corrisponde una prestazione migliore.
Nel caso della 7D (e anche della 5D) abbiamo misurato i tempi di reazione della macchina (come si diceva prima la 7D, pur essendo considerata semi-pro, dimostra anche in questo caso le sue ottime capacità di scatto a raffica e di gestione dei carichi di lavoro). A linea più corta corrisponde una migliore prestazione.
Come test precedente ma effettuato con la Canon 5D. Anche nel caso di un corpo macchina che ormai ha i suoi anni, la scheda 1000x riesce a ottenere prestazioni superiori. A linea breve corrisponde una prestazione migliore.
Sicuramente la nuova Canon 5D Mark III o la nuovissima 1D X beneficiano ampiamente della velocità offerta dalle schede 1000x Lexar partendo da una propria architettura interna super veloce e dall'implementazione dell'ultimo protocollo di gestione (UDMA-7) delle schede CF stesse. Nonostante ciò, fotocamere non recenti ma di livello professionale (come la 1D Mark III) o semi-professionale (come la ottima Canon 7D) utilizzate durante il test hanno mostrato un incremento almeno del 28% nelle prestazioni rispetto a schede 400 o 600x dell'ultima generazione. Nel test abbiamo misurato i tempi dal momento dello scatto (cioè quando la luce di scrittura si è accesa sulla fotocamera) fino a quando la luce si è spenta (quindi la scrittura era avvenuta). Inoltre abbiamo misurato il tempo intercorso dopo la raffica iniziale dal momento in cui gli scatti si fermavano a quando riprendevano (cioè dal momento dello svuotamento – almeno parziale – del buffer della fotocamera). Ovviamente il tempo più corto indica una performance migliore e, in ogni caso con ogni fotocamera, questa è da attribuirsi alle schede Lexar. Con le fotocamere di nuova e nuovissima generazione ciò significa che, anche scattando a raffica continua, sarà sempre più difficile raggiungere il limite fisico del buffer interno quando si utilizzano supporti di questo tipo.
In termini semplici che cosa significa tutto questo? Una capacità di scatto continuo prolungata grazie al continuo svuotamente del contenuto del buffer interno della fotocamera (le foto scattate nella raffica) che vengono trasferite rapidamente alla scheda che va, via via, riempiendosi. Il costo dei supporti 1000x è attualmente piuttosto elevato, tipico delle apparecchiature e degli accessori che si rivolgono a un pubblico professionale, ma è destinato presto ad allinearsi con le attuali offerte del mercato. Va ricordato inoltre che questo tipo di scheda si inserisce alla perfezione nel line-up di tutti coloro che utilizzano le nuove fotocamere per la loro capacità video HD: in questo caso più la scheda è veloce e migliore (e più sicuro) sarà il risultato.
Un interessante video sulla produzione delle memorie Lexar lo potete trovare qui di seguito:
Lexar: www.lexar.com