Il supertele Canon 800 mm è un oggetto a dir poco incredibile sia per le sue prestazioni sia per le sue dimensioni, ce ne siamo resi conto praticamente subito non appena il generoso imballo è giunto in redazione. Dopo averlo osservato con un misto di timore e sguardo critico lo abbiamo montato sulla Canon 1D Mark IV e siamo partiti per il test sul campo. Peccato le quattro settimane di pioggia incessante abbiano limitato non poco gli spostamenti e le possibilità di ripresa anche se, vista la totale tropicalizzazione dell'obiettivo, la pioggia ha spaventato certamente più noi dell'800mm. A seguito del ritiro del mitico 1.200mm quest'ottica rimane la più potente e costosa tra quelle proposte dal colosso giapponese: alla modica cifra di 13.690 euro potrete aggiungerlo alla vostra collezione e farne sfoggio con gli amici. A parte gli scherzi l'oggetto si presenta davvero in modo degno del suo rango, completo di una custodia rigida dalle dimensioni di un piccolo trolley da viaggio che, oltre a facilitarne il trasporto, ne rende sicuri gli spostamenti. Spesso capita di vedere nelle immagini televisive gli utilizzatori che portano in giro questo tipo di obiettivi direttamente attaccati al monopiede o al cavalletto: infatti, una volta montato, il corpo macchina quasi scompare rispetto alla mole dell'ottica stessa. Con i suoi quattro chilogrammi e mezzo, tuttavia, è più leggero del fratello minore 600 f/4.
Alla massima apertura le immagini riprese sono molto nitide e migliorano parecchio chiudendo a f/8 così da far scomparire il leggero effetto di vignettatura che si manifesta a f/5,6: forse è proprio questo, volendolo trovare, il difetto maggiore di quest'ottica. Con i diaframmi più chiusi si ottengono sempre risultati fantastici anche a livello cromatico, grazie anche al diaframma elettromagnetico (EDM) di cui è dotato l'obiettivo: gli elementi a bassa dispersione in fluorite producono immagini senza distorsioni e praticamente prive di aberrazioni cromatiche con colori e contrasto ottimi, come ci si aspetta da una lente di questa caratura. Lo stabilizzatore è di ultima generazione e corregge fino a 4 stop, il che è molto utile e apprezzabile qualora si volesse utilizzare il sistema a mano (anche se la gestione del peso complessivo dell’obiettivo più il corpo macchina non è cosa per tutti). Il selettore IS prevede anche una nuova posizione 2 che permette all'obiettivo, e al suo stabilizzatore, di riconoscere un movimento volontario di panning così da non intervenire sullo scatto che si sta per effettuare.
Anche se l’autofocus è molto preciso, la massima apertura di f/5,6 a volte costringe alla ricerca della messa a fuoco più frequentemente di altri obiettivi. Per limitare questo problema c’è un piccolo interruttore che permette di selezionare la distanza minima di messa a fuoco su tre posizioni. È presente anche un tasto per disabilitare l’autofocus temporaneamente quando si lavora in modalità AI Servo AF.
Utilizzando un moltiplicatore 1,4x si ottiene, su una reflex full frame, un 1.120mm f/8 che può mettere a fuoco in automatico solo con le Canon della serie 1, mentre con un moltiplicatore 2x si ottiene un potentissimo ma davvero oscuro 1.600mm f/11 che permette la messa a fuoco solo manuale. Il prezzo, indicato in apertura del test, è davvero importante ma giustificato dalla elevata qualità costruttiva di una focale così lunga: Canon, attraverso i suoi canali dedicati ai professionisti, propone delle possibilità di noleggio e acquisto con formule finanziarie particolari oltre che la totale sostituzione gratuita qualora l'ottica dovesse presentare alcun problema.