La casa giapponese gioca da sempre un ruolo importante nel mondo dell'immagine, soprattutto in movimento, sia a livello consumer/prosumer (il livello degli amatori evoluti) sia a livello professionale. Le sue telecamere e i suoi monitor sono da sempre considerati quanto di meglio ci possa essere, grazie anche alla forte componente di innovazione tecnologica che in essi si può trovare. Con l'avvento del digitale in fotografia Sony ha cominciato a strizzare l'occhio a un mercato che poteva diventare strategico iniziando a produrre fotocamere di ottima qualità grazie anche all'accordo con Carl Zeiss che forniva e fornisce le ottiche. Tutto, però, mantendo gli investimenti e la ricerca entro limiti contenuti; l'acquisizione in toto della tecnologia Minolta per i corpi macchina semi-pro SLR ha innescato un processo di rivalutazione della posizione di mercato del brand che pochi hanno valutato correttamente.

Da quando è apparsa la prima reflex digitale marcata SONY, la "alpha" 1 da 7 megapixel con sensore a formato ridotto, è stato un susseguirsi di modelli e di presentazioni, probabilmente test e prove di mercato per favorire l'annuncio, fatto lo scorso gennaio a Las Vegas e riportato da od, del nuovo sensore a pieno formato da oltre 24 megapixel da impiegare sui futuri modelli. La rivelazione, da qualche settimana già anticipata nell'ambiente, in occasione del Photokina di Colonia, dove Sony ha presentato la sua prima vera fotocamera digitale professionale: l'alpha 900. Sony, però, non indica la 900 come una fotocamera di tipo professionale avendola invece dedicata a quei fotografi evoluti che cercano di trarre il meglio dalle loro ottiche Carl Zeiss, lasciando davvero poco spazio all'immaginazione volendo pensare a quali altre funzioni e caratteristiche potrebbe avere una vera macchina di tipo "pro".

Sony Alpha 900

A prima vista si presenta come una normale fotocamera della casa nipponica, con il suo obiettivo Zeiss e una miriade di controlli e possibilità di regolazioni: la prima sorpresa si ha quando la si prende in mano. Un corpo bello "pesante", nel senso che dà subito una sensazione di solidità, di compattezza e robustezza al tempo stesso. La 900 si presenta come una vera macchina da lavoro, non una delle molte pretendenti al ruolo di prima macchina con caratteristiche uguali a tante altre concorrenti sul mercato. Al tatto, almeno, la prima impressione è davvero positiva mentre alla vista non sorprende in modo altrettanto positivo; Canon, a nostro avviso, resta il produttore con i corpi meglio disegnati e ergonomicamente più pratici mentre Sony, anche con la nuova 900, propone un corpo macchina spigoloso e un po' datato, soprattutto se corredato del Vertical Grip che permette di scattare agilmente anche con la macchina in posizione verticale e di utilizzare una batteria supplementareSony Alpha 900 con Vertical Grip. Il corpo macchina è realizzato in lega di magnesio e prevede un sistema di tropicalizzazione per resistere all'umidità e alla polvere: il peso, con le batterie, è di circa 900 grammi. L'accumulatore, di tipo Stamina, un must di casa Sony, garantisce, secondo i dati CIPA, fino a oltre 850 scatti a carica.
Il tipo di connettore per le ottiche è il Sony Alpha, compatibile anche con le ottiche Minolta e Konica-Minolta AF. Se la si osserva attentamente si percepisce subito la derivazione dal modello Alpha 700, con l'aggiunta di un pentaprisma più grande che permette di visualizzare, attraverso il mirino molto luminoso, il 100% dell'immagine che verrà composta sul sensore. Quest'ultimo, di tipo Exmor come sulla 700 ma capace di 24,6 milioni di pixel e a formato pieno (35,9 x 24mm), rappresenta il nuovo cuore della fotocamera che, in combinazione con i due processori Bionz, è in grado di produrre immagini di altissima qualità che, in formato RAW, hanno dimensioni di 6.048 punti per 4.032 con file che superano normalmente i 68 MB per immagine. Preparate perciò dei sistemi di storage di una certa capacità se sieti interessati all'oggetto. Le immagini possono essere salvate su due differenti supporti, Compact Flash e Memory Stick Duo: anche in questo caso i due processori velocizzano non poco lo svolgimento delle operazioni permettendo, ad esempio, di salvare i file RAW su un supporto e i file JPEG sull'altro, contemporaneamente.

Sul retro del corpo macchina si trova l'ampio e luminoso display da 3" con oltre 920.000 punti, ormai un classico sulle fotocamere di nuova generazione. Tuttavia, l'onnipresente funzione Live View non è disponibile: a detta degli ingegneri Sony, infatti, questa poteva indurre dei disturbi nella visualizzazione precisa del mirino e sulla qualità generale delle immagini. A tal proposito si è pensato di evitarne l'implementazione, scelta commercialmente coraggiosa ma condivisibile dal punto di vista della integrità qualitativa. È stato invece introdotto un nuovo sistema antivibrazione mutuato dalle Handycam, le telecamere digitali della casa, denominato SteadyShot INSIDE, che agisce direttamente sul sensore al quale è collegato. Anche questa scelta permette una maggior rapidità di operazione rispetto ai più diffusi sistemi di stabilizzazione delle immagini che, solitamente, trovano posto all'interno delle ottiche. Sony ha però introdotto una funzione estremamente interessante che permette di pre-visualizzare uno scatto e, senza registrarlo in memoria, apportarvi tutte le modifiche necessarie e le correzioni (di tempo, esposizione ecc.) prima di scattare definitivamente: il risultato è sorprendente e garantisce, una volta appresa la tecnica e i comandi da utilizzare, degli scatti pressoché perfetti. La funzione Preview è senz'altro destinata, oltre a far parlare di sè, anche a fare proseliti presso gli altri produttori.

Non mancano le interfacce con l'esterno. Come da libretto di istruzioni, attraverso il connettore HDMI è possibile collegare la 900 e visualizzare le immagini su monitor ad alta definizione oppure a risoluzione standard, in formato PAL o NTSC, selezionabile dall'utente. L'interfaccia USB consente di collegare la fotocamera a un computer, sia esso Macintosh o Windows. C'è anche la presa Sync per un flash esterno e per il controllo remoto della macchina.

Il controllo della messa a fuoco è disponibile sia in modo automatico sia manuale con 9 punti base più altri dieci i assistenza: Autofocus a scatto singolo (AF-S), AF Automatico (AF-A), AF Continuo (AF-C), fuoco manuale diretto (DMF) e completamente manuale (MF). La gamma di sensibilità può essere regolata in EV da 0 a 18.

Il controllo dell'esposizione, con misurazione TTL, è disponibile in vari modi (simpaticamente chiamati PASM come il sistema di stabilizzazione elettronica delle sospensioni utilizzato da Porsche...) che prevedono l'utilizzo in modo Automatico, ProgramAuto (P), a priorità di diaframma (A), a priorità di tempi (S) e manuale (M). L'otturatore, di tipo verticale allineato al piano focale e controllato in modo elettronico, lavora con tempi che vanno dall'ottomillesimo di secondo ai 30 secondi, oltre all'immancabile posa B. La velocità di ripresa può arrivare fino a 5 fotogrammi al secondo. La sensibilità ISO di base va da 200 a 3200 ma è impostabile dall'utente affinché il range si estenda dai 100 ai 6400.

Sono sette i modi che definiscono la qualità delle immagini riprese e sono RAW, cRAW, RAW e JPEG (Fine), cRAW e JPEG (Fine), Extra Fine, Fine e Standard.

Anche per il bilanciamento del bianco sono previsti sette modi (Auto, Luce diurna, Ombra, Nuvoloso, Tungsteno, Fluorescente, Flash) con la possibilità di regolare anche la temperatura colore tra i 2500 e 9900 K. La funzione di Bracketing, infine, è impostabile su una ripresa di tre fotogrammi.

La Sony A900 è disponibile sul mercato italiano al prezzo indicato al pubblico di 2.990 Euro Iva inclusa.

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