Spot Nikon BarcellonaLa campagna pubblicitaria estiva con cui sono state presentate sul mercato italiano le mirrorless Nikon 1, le compatte Nikon Coolpix e la reflex D3200 attraverso spot e mini-film televisivi è stata prodotta in quel di Barcellona utilizzando le funzionalità video della Nikon D800. Un'intervista al regista degli spot Fabio Breccia e al direttore della fotografia Ferran Paredes Rubio rivela numerosi retroscena che non mancheranno di risultare utili e stimolanti per tutti coloro che sono interessati a sfruttare al meglio le capacità di ripresa delle reflex digitali di nuova generazione.

La parola a Fabio Breccia, 34 anni, regista. Recanatese di nascita ma residente tra Roma e Milano, ha accumulato esperienza nella regia di spot promozionali, documentari e servizi per la televisione. Con una innata passione per le moto e i tatuaggi, fa del suo estro la principale arma creativa.

D: Com’è andata la realizzazione dei tre messaggi promozionali?

R: Se considero il risultato finale nel suo complesso e alcuni dettagli che la macchina ha svelato durante il suo impiego, sia durante, sia a riprese concluse, non posso che ritenermi soddisfatto. In post-produzione per esempio, soprattutto in fase di Color Correction, la qualità delle immagini e la loro ricchezza di informazioni, ha superato le aspettative e mi ha davvero sorpreso...

D: Se domani ti chiedessero di realizzare un nuovo spot o una fiction con la Nikon?

R: Esistono casi e casi legati ai fini ma anche alle location, in studio o in esterne. Utilizzerei per esempio la DSLR con soggetti in ambienti che richiedono particolare discrezione. Se volessi girare un videoclip a bordo di un aereo, dentro un aeroporto o in un ospedale, la reflex sarebbe perfetta: potrei far finta di fotografare e invece registrerei dei filmati. Mi riferisco alla possibilità di passare quasi inosservati. Altri casi in cui la ripresa con Nikon DSLR può rivelarsi congeniale, sono le riprese on the road come è accaduto con i tre tv promotion Nikon e, perché no, quelle sportive on-board. Monterei la Nikon D800 ma anche una più leggera ma performante DSLR entry level DX tipo la Nikon D3200 per esempio, su un'auto o una moto in corsa, oppure su una moto da cross, perché di dimensioni contenute ma con sensori “grossi” a confronto di altre soluzioni compatte o videocamere. In questi casi sarebbe un ottimo complemento dell'attrezzatura professionale. Ancora, utilizzerei la reflex se volessi sfruttare le ottiche fotografiche in mio possesso e realizzare particolari riprese, come le macro, i Tilt-Shift, ecc... Consiglierei di girare con Nikon DSLR infine a tutti i colleghi che non dispongono di un budget troppo alto...

D: La Nikon D800 è una reflex con sensore FX da 24x36mm, un formato più grande di quello usato, su pellicola, per il cinema. Come avete sfruttato la conseguente maggiore capacità di isolare la zona di fuoco e con quale obiettivo?

R: Il formato Full Frame 24x36mm che Nikon chiama FX porta ad avere una profondità di campo molto ridotta, quasi surreale in abbinamento a obiettivi luminosi usati a tutta apertura. Nell'inquadrare il volto degli attori, con l'ottica AF-S Nikkor 35mm f/1.4G, capitava spesso di avere la pupilla a fuoco e il naso già fuori fuoco. Una situazione che con le normali pellicole si ottiene con ottiche da 85mm e oltre. Malgrado tutto abbiamo optato per il Full Frame e sempre per la massima apertura del diaframma f/1.4. Tutto questo ci ha permesso di andare oltre il classico isolamento del soggetto ben a fuoco su uno sfondo sfuocato, tipico delle riprese cinematografiche: con la Nikon D800 ci siamo divertiti a “dare dinamismo al quadro”, ovvero a dare movimento e tridimensionalità di profondità dell’inquadratura, giocando con questa sottile linea di fuoco anche quando i soggetti erano fermi, immobili. In questo modo abbiamo voluto esaltare il principale vantaggio delle DSLR Full-Frame considerando che le stesse, quando necessario, possono essere impiegate con diaframmi più chiusi oltre a poter essere usate anche in porzioni sensore ridotte come nel caso del ritaglio DX 24x16mm.

D: Il fatto che le reflex Nikon consentano di registrare video Full HD anche "non compressi" sfruttando l'uscita Clean HDMI, è stato un elemento che avete valutato?

R: La possibilità che la Nikon D800 offre di ottenere in uscita un flusso video Full HD “pulito”, senza compressione o a ridotta compressione ProRes HQ, ProRes LT o ProRes422 è senza dubbio un plus da non trascurare per riprese in studio o comunque in ambiti cinematografici da gestirsi con bassi budget. Nell'ottica del progetto che avevamo in mente però, abbiamo preferito non misurarci con un ulteriore apparato, cioè con un registratore esterno. Avevo già provato l'H264 usato per le registrazioni on-camera della Nikon D800, trovandolo idoneo allo scopo. E i risultati finali di estrema qualità ottenuti non mi hanno fatto pentire…

D: Alla luce dei risultati ottenuti, dove pensi che ci si possa spingere con la Nikon D800?

R: La D800 è una macchina con una latitudine di posa da record e una resa cromatica di serie che adoro. Il Picture Control Neutro offre già ottima base di partenza sufficientemente “flat” e comunque personalizzabile ulteriormente in soggettive necessità di nitidezza, contrasto e saturazione. Se si lavora a 100 ISO – bada bene che sto parlando della ripresa video e non dello scatto di fotografie – i risultati sono superlativi. Se si spinge la sensibilità fino a 800 ISO si avvertono i primi limiti. A 1.600 ISO e oltre questi si fanno evidenti. Il punto è che i 36 megapixel di risoluzione del sensore CMOS fantastici in fotografia, diventano meno indicati nella ripresa video ad estremizzate amplificazioni ISO. Per girati ad alti valori ISO risulta preferibile, ovviamente, la Nikon D4 che ha singoli fotodiodi sensore più grandi.

Detto questo, la Nikon D800 fa paura per quanto riguarda la latitudine di posa e la gamma dinamica. Molti amici che hanno visto il girato grezzo, mi hanno chiesto se avessi adottato particolari soluzioni di illuminazione, soprattutto con i soggetti in controluce. Sinceramente non abbiamo usato luci né pannelli riflettenti di alcun tipo. Tutto ciò che si vede negli spot è frutto della capacità di ripresa della macchina in condizioni di luce ambiente.

D: C’è un aspetto tecnico o concettuale che ti è particolarmente piaciuto sulla Nikon?

R: Sì, c'è, ed accomuna la D800 a tutte le altre reflex Nikon, differenziandole da qualsiasi macchina della concorrenza del mondo video o fotografico. Al di là delle prestazioni, credo che l'abbinamento fra il sensore “croppabile” cioè capace di lavorare anche in formato DX 1.5x, quello che di solito si indica con la sigla APS-C e l'attacco F-Mount delle ottiche, mai cambiato nel corso degli ultimi 50 anni, sia il massimo a cui aspirare. Un plus che permette di montare ed usare a piene prestazioni video qualsiasi obiettivo Nikkor sulla D800, a prescindere dalla data di produzione. Tutto ciò è a dir poco eccitante poiché si traduce nella possibilità di recarsi in un qualsiasi mercato dell'usato e comperare ottiche Nikkor anche molto datate, adattandole agli usi cinematografici più creativi. Vale davvero la pena sottolineare che sulla reflex D800 si possono montare anche ottiche manuali degli anni '60. Le telecamere professionali e le DSLR di altri brand questo non lo permettono nei termini offerti da Nikon.

D: Te la sentiresti di dare un consiglio ai tuoi colleghi che mostrano ancora alcune perplessità sulle capacità di ripresa Full HD delle nuove reflex?

R: Dico che continuare a negare che le reflex siano capaci, nelle giuste condizioni, di regalare risultati di alto livello, ha ormai poco senso. Comprendo lo scetticismo solo perché il boom registrato in questi ultimi anni dalle reflex che salvano video Full HD ha portato alcuni professionisti a esagerare un po', a trovarsele un po' ovunque, su tutti i set. Ma è giusto che le perplessità si esauriscano qui. Se un professionista continua a negare l'evidenza, significa che non è pronto ad accogliere l'evoluzione tecnologica e, in fin dei conti, l'evoluzione di sé stesso.

D: Le reflex stanno piano piano aggiungendo features di messa a fuoco continua in Live View ancora non veloci come quanto in essere nel consolidato impiego fotografico. Qual è la tua preferenza e qual è il tuo punto di vista circa i metodi di messa a fuoco da adottare?

R: Mi riallaccio al grande vantaggio che Nikon offre ai suoi utenti video (e non solo), di montare ottiche anche molto datate. Nel mondo della ripresa video professionale, la messa a fuoco automatica non serve praticamente a nulla. Sfido chiunque a trovare un professionista di questo segmento professionale interessato alla messa a fuoco automatica. L'autofocus può al massimo interessare chi compra la videocamera per registrare il filmino delle vacanze. Nel mondo professionale, la messa a fuoco si regola con le mani e la si posiziona nel reale punto di interesse. C'è poco da discutere. Se poi il futuro ci riserverà dei sistemi AF tanto intelligenti da sostituirsi alla creatività umana, beh, questo non possiamo saperlo.

D: In sede di montaggio, come avete gestito il workflow partendo dal girato H.264 on-camera?

R: Abbiamo, in sintesi, convertito tutto il materiale nel formato Apple ProRes HQ, quindi importato in Apple Final Cut Pro, montato, ed esportato su DaVinci Resolve. Da lì tutto è stato “color corretto” riscontrando un'ampia possibilità di intervento, soprattutto in corrispondenza delle alte luci. Il primo passaggio, cioè la conversione in Apple Prores HQ, ci ha permesso di ottenere un video più gestibile, con fotogrammi decompressi “interi”, quindi a piena risoluzione di ogni singolo frame. Il montaggio risulta così più fluido già in timeline anche se su un file più pesante.

D: Con il software DaVinci Resolve si effettua la correzione del colore?

R: Il software DaVinci Resolve viene utilizzato nel cinema da diversi anni e può ritenersi il software per la Color Correction professionale più famoso. Viene venduto in abbinamento all'hardware, una sorta di console ottimizzata e progettata sulle funzioni del software stesso. Permette di operare su diversi aspetti qualitativi, quindi sulle distinte cromie ma anche sui valori di luminosità e contrasti. Sui file Nikon D800 abbiamo trovato ampi margini di intervento senza incorrere in artefatti o solarizzazioni. Siamo rimasti davvero stupiti nel trovare possibile anche il recupero di dettagli su pozioni “pelate” in alte luci.

D: Le sorprese sono arrivate proprio in fase di ottimizzazione e Color Correction?

R: Assolutamente sì. Qui la Nikon D800, con nostra grande gioia, ha dimostrato tutto il suo valore. Abbiamo recuperato dettagli su porzioni sovraesposte dell'immagine che credevamo ormai perse. Ciò ha smentito chi afferma “in assoluto” che con il digitale conviene sempre tenersi bassi, sottoesponendo la scena, perché un “bianco bruciato” è praticamente irrecuperabile.

D: Cosa hai trovato coerente e cosa no negli innumerevoli test e comparative presenti in Rete in cui si fa riferimento alle prestazioni video della Nikon D800?

R: Diciamo che si è fatta dell'informazione volutamente cattiva al fine di sminuire la resa della Nikon D800 a vantaggio della sua “principale concorrente”. Anche se per comparative ad estremizzati valori ISO sarebbe più corretto comparare la Nikon D4 o una DSLR Nikon a minore risoluzione rispetto ai 36Mp offerti dalla Nikon D800.
Mi riferisco alle recensioni e ai test comparativi reperibili in Rete e che personalmente avevo già letto e visionato ancor prima di proporre a Nikon di girare gli spot promozionali con la loro reflex. Molti di questi test sono, ti chiedo scusa per l'espressione, al limite del ridicolo poiché molto spesso non pongono le due macchine in prova nelle stesse condizioni operative. Con la D800 impegnata in notturno, si tende quasi sempre a sovraesporre cercando in tutti i modi di aumentare ed evidenziare il rumore nei neri. I tre messaggi promozionali offrono una netta smentita: è sufficiente osservare una delle scene finali in cui i tre attori, ripresi in controluce in notturna, giocano con gli ombrelli davanti alla fontana e ai suoi getti d'acqua, per apprezzare le potenzialità della Nikon D800 anche in condizioni di illuminazione molto critica. Quei filmati sono stati ripresi senza ricorrere ad alcuna sorgente di luce artificiale.

D: Quale corredo di ottiche hai utilizzato per realizzare le telepromozioni Nikon?

R: Ho abbinato alla D800 le ottiche Nikkor f/1.4: 35mm, 50mm e 85mm. Ho anche utilizzato un 17-35mm f/2.8 e un 14mm f/2.8. In alcune riprese, poi, ho usato anche il tele 70-200mm f/2.8.

D: Infine, come hai impostato la D800 per il girato?

R: Abbiamo girato sempre in formato pieno full frame 24x36mm FX proprio per mantenere ristretta la zona di nitidezza in abbinamento a obiettivi luminosi usati a diaframmi aperti. Girato a 1920x1980p a 25fps, ma anche a 1.280x 720p a 50fps per le scene da percepire “al rallentatore”. Dal menu impostazioni filmato della Nikon D800 abbiamo scelto la qualità HIGH Alta e adottato il Picture Control Neutro risultato sufficientemente bilanciato e “flat” al punto giusto per le fasi di montaggio e Color Correction. Tutto girato in rigoroso controllo manuale dell’esposizione “M” quindi operato di scena in scena e anche durante la registrazione, con la scelta di tempo, diaframma, ISO ma anche con l’utilizzo di filtro ND regolabile per poter girare a 1/50 in pieno sole anche a diaframmi aperti. In certe situazioni, ho attivato l’istogramma live utile a valutare oggettivamente sul monitor l’esposizione ottimale frutto dell’abbinamento tempo, diaframma, ISO e posizione del filtro ND in uso.

Ferran Paredes Rubio, nato a Barcellona nel 1976, la stessa terra che lo ha visto impegnato nella realizzazione dei messaggi promozionali Nikon, divide i suo impegni tra film, documentari e spot per la televisione. Ama lo vela e lo sport in generale. Ecco le sue impressioni sull'esperienza vissuta con la D800.

D: Ora che gli spot promozionali sono già in onda e hai a disposizione gli elementi necessari a trarre le giuste conclusioni sulle prestazioni video della Nikon D800, cosa ti senti di dire?

R: Che la macchina mi è piaciuta molto e che mi ha davvero sorpreso! Ammetto che inizialmente ero un po' scettico sull'uso della Nikon D800. Per quanto riguarda la ripresa video pensavo che altre reflex potevano offrire una resa complessiva migliore. Poi, quando ho analizzato il girato della Nikon D800, mi sono reso conto degli enormi passi in avanti compiuti da Nikon anche in questo settore.

D: La ripresa video fatta con DSLR si associa, di norma, a molti accessori. Quali accessori extra hai utilizzato per le riprese degli spot fatte con la Nikon D800 e obiettivi Nikkor?

R: Ci abbiamo ragionato un po' su e abbiamo fatto una scelta: quella cioè di disporre di un'apparecchiatura che fosse quanto più invisibile, discreta. Non volevamo cioè che attirasse l'attenzione delle persone che avremmo inevitabilmente avuto intorno durante le riprese. Sapevamo di andare nelle piazze, nei mercati, in luoghi insomma molto affollati. Era quindi necessario evitare accessori ingombranti e vistosi, come spallacci e simili. Da questo punto di vista la D800, date le dimensioni, era perfetta. L'unico accessorio utilizzato è stato un oculare mirino viewfinder Hoodman, indispensabile ad avere un maggior controllo sui punti di messa fuoco gestiti anche in pieno sole. Il monitor della reflex, per quanto preciso, non ti permette di distinguere con estrema precisione le zone di nitidezza rispetto a quelle che non lo sono. Con il viewfinder da poggiare direttamente sull'occhio, abbiamo gestito l’esigenza. È stato questo l'unico accessorio che abbiamo abbinato alla D800, filtri a parte, sia nelle riprese diurne, sia in quelle notturne.

D: Ricordi di un momento in cui hai sentito che il feeling fra te, il regista e la Nikon D800 era perfetto?

R: Il feeling è stato perfetto in più di un momento, direi per tutto lo svolgimento del lavoro. Operare con Fabio Breccia è sempre un piacere nel senso che ci intendiamo al volo. Per quanto riguarda la macchina, ho dovuto prenderle le misure alle prime riprese, poi ci ho fatto la mano e tutto è andato liscio come l'olio. Esperienza decisamente positiva.

D: E di momenti di difficoltà?

R: Tutti i momenti sono facili e difficili allo stesso tempo. Forse quando abbiamo girato al mercato non è stato facilissimo gestire la densa presenza della gente. Ma nulla di impossibile insomma.

D: Hai dovuto in alcune fasi della realizzazione degli spot riadattare il tuo stile e la tua visione per il fatto che stavate filmando con una reflex? Mi riferisco alle luci, ai punti di ripresa, ecc...

R: In generale accade il contrario: si adatta cioè l'attrezzatura allo stile e non viceversa. Della Nikon D800 abbiamo fatto nostri tutti i vantaggi, quindi il fatto che fosse piccola, comoda, che si potesse fissare ai divani dell'auto e via dicendo. Alla fine ci siamo accorti di aver fatto anche più di quello che volevamo all'inizio.

D: Le Nikon DSLR con sensore Full Frame FX 24x36 offrono più formati. Pensi che questi possano essere d'aiuto per bilanciare la focale e/o gestire gli aspetti della profondità di campo?

R: Anche in questo caso abbiamo giocando proprio sulla ridotta profondità di campo permessa dalle dimensioni sensore FX abbinate ad obiettivi luminosi. In altri termini riuscivamo a raccontare ciò che volevamo anche con immagini statiche, semplicemente spostando il punto di fuoco dentro l'inquadratura. Grazie all'uso dei filtri ND variabili, anche in pieno sole è stato possibile girare alla massima apertura f/1.4, o in alcuni casi f/2.0, senza il rischio di sovraesporre. Questo perché ci piaceva l'idea di spostare il fuoco dentro la scena a nostro piacimento, malgrado filmassimo con un 35mm, quasi un grandangolo.

D: Quale risposta ha fornito il sensore CMOS della D800 alla tua necessità di “scrivere con la luce”, scena dopo scena?

R: La risposta è stata sicuramente positiva anche se oltre i 1.000 ISO il rumore di fondo iniziava a farsi sentire. Il CMOS da 36,6 megapixel è forse un po' troppo risoluto e denso per effettuare riprese video ad estremizzate amplificazioni ISO. In alcune situazioni, soprattutto con trame e soggetti caratterizzati da linee fitte, è comparso l'effetto aliasing e moiré. A parte questo, va detto che lo stesso CMOS ha mostrato una gamma dinamica straordinaria, soprattutto dalle medie luci alle ombre, e una resa tonale stupenda trovata usando il Picture Control Neutro. Da questo punto di vista e su questa fascia di prezzo, la Nikon D800 è la migliore reflex del momento.

D: La Nikon D800 offre molte personalizzazioni dei pulsanti programmabili. Hai trovato utile associare l'ingrandimento zoom al pulsante centrale del multiselettore?

R: Molto utile! Anzi in un primo momento non mi ero accorto che fra le funzioni previste per quel pulsante ci fosse anche l'ingrandimento zoom. Un'ottima trovata visto che l'uso dei pulsanti di Zoom In e Zoom Out posti a sinistra del display, si rivela scomodo se con la mano sinistra sei impegnato a mettere fuoco ruotando la ghiera dell'obiettivo. L'aver associato la funzione al pulsante centrale del multiselettore, da attivare con la mano destra, ha definitivamente risolto l’esigenza.

D: Quale aspetto tecnico e concettuale ti è piaciuto in modo particolare della Nikon D800?

R: La gamma dinamica, senza dubbio, quindi la latitudine di posa molto ampia. È stata questa la vera sorpresa della Nikon D800. Non abbiamo mai avuto neri “inchiostrati”, cioè piatti, per cui in post-produzione abbiamo goduto di una libertà di azione molto alta nel regolare i contrasti come più ci piacevano.

D: La stabilizzazione delle immagini è molto importante quando si tratta di girare video “a spalla” o comunque a mano libera. Hai sfruttato la stabilizzazione ottica degli obiettivi Nikkor?

R: Avremmo potuto, in alcuni casi, montare la macchina in speciali gabbie che consentissero una presa più stabile, ma abbiamo deciso sin dall'inizio di filmare a mano libera. Quanto alla stabilizzazione VR delle ottiche Nikkor, a volte l'ho attivata, altre volte no. Non volevo infatti che i movimenti risultassero poco naturali. È stata invece utile nelle riprese con teleobiettivo, in particolare con il 70-200mm. Vorrei sottolineare che tutto dipende dai gusti, dalle abitudini e dalla stabilità di postura di chi gira il filmato.

D: Negli spot sono presenti diverse scene al "rallenty". Come avete gestito questi effetti?

R: Sin dall'inizio avevamo pensato a scene da proporre al rallenty, anche se molto leggero. Abbiamo quindi filmato a 1280x720 pixel, in modalità p (progressiva) e a 50 fps (fotogrammi al secondo). In questo modo abbiamo avuto la quantità di fotogrammi adeguata al montaggio di scene al rallentatore fluide e prive di difetti. Il rallenty è una di quelle cose che vanno pianificate in anticipo se si cercano validi risultati.

D: La parte finale dei tre spot, quella in cui gli attori sollevano i loro ombrelli davanti ai getti d'acqua della fontana, sembra riassumere le capacità del sensore e delle ottiche Nikon. Come ti sei trovato a girare in notturna, rispetto alle videocamere professionali?

R: Non ho avvertito particolari differenze. Nonostante fosse una ripresa in controluce, l'ampia gamma tonale del CMOS della Nikon D800 ha permesso di ottenere immagini bellissime. Credo infatti che quella scena, ripresa intorno alle 22:00 della sera, sia forse la più bella. In quel momento, fra me, il regista e la D800 si è creata un'intesa stupenda.

D: Hai fatto uso di filtri ottici montati sugli obiettivi Nikkor?

R: Anche se non amo particolarmente i filtri ND variabili per il fatto che il loro effetto non è sempre ben distribuito su tutto il fotogramma, ammetto di averli usati quasi per tutte le riprese degli spot promozionali. Per due motivi in particolare: uno, la possibilità di cambiare l'esposizione in modo graduale assecondando la continua variabilità meteo che caratterizzava quelle giornate – si passava continuamente dal sole alle nuove e viceversa – due, come citavo prima, per sfruttare a tutta apertura diaframma obiettivo, la ridotta profondità di campo del full frame 24x36 anche in pieno giorno. Bastava oscurare in rotazione il filtro ND per filmare a 1/50 sec e apertura pari a f/1.4, anche in pieno sole, senza il rischio di sovraesporre.

D: Per concludere ti chiedo quali dei tre spot ti è piaciuto di più.

R: Non saprei rispondere perché mi piacciono tutti e tre allo stesso modo. Forse mi sarebbe piaciuto farne uno riassuntivo. Questo sì.

Intervista di Dino del Vescovo - per gentile concessione Nital

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