L’equilibrio è la chiave del Mistero.
Se tutto si evolve l’equilibrio appare immutabile. Ma l’universo è davvero regolato da una legge immutabile di equilibrio? La risposta più facile potrebbe essere che i cambiamenti climatici dimostrano il contrario. Però i cambiamenti climatici sono provocati anche dall’uomo, che con il suo agire può determinare un disequilibrio temporaneo che riuscirebbe ad estinguere soltanto la sua ed altre specie, ma non un ipotetico equilibrio globale dell’universo. La dimensione umana non è in grado di smentire l’ipotesi di un principio immutabile, superiore ad ogni evento e che li sorpassa tutti.
L’equilibrio annulla il tempo.
Può essere attraente per la sua quiete, la sua pace; ripugnante al desiderio dell’imprevisto nell’eccesso. Tanto ambito, appare all’uomo come irraggiungibile.
Di certo l’Equilibrio è una delle costanti dell’estetica e della storia dell’arte, a partire dall’ordine simmetrico classico sino ad arrivare alla astrazione pura di Kandinsky e Mondrian.
Nella preistoria il dolmen, uno dei primi esempi di equilibrio realizzato e necessario alla costruzione, era non solo un sepolcro ma anche uno spazio sacro nel quale si stabiliva un contatto con il divino.
Nel corso di tutti i secoli successivi, è sempre stato nel gioco della costruzione delle differenti, infinite espressioni dell’Equilibrio che si è sviluppato il linguaggio, la semantica. Ad esempio nel Palazzo Tè a Mantova, Giulio Romano ottiene di suscitare un senso di disagio nello spettatore con chiavi dell’arco che sembrano scivolare così come alcuni triglifi della trabeazione: “Questo deliberato malaise viene generalmente considerato il marchio del manierismo in contrasto con la serenità dell’architettura bramantesca o con la passionalità e sicurezza del barocco”. 1
Persino nella musica, la dissonanza trova la sua ragione d’essere ed è, perché presente all’interno di una composizione completa nel suo equilibrio.
Nei tempi più recenti con l’astrattismo Kandinsky si propone di comunicare in una dimensione spirituale e per raggiungere il suo intento distribuisce la contrapposizione di colori caldi e freddi in maniera libera, eppure sempre bilanciata.
Per Mondrian la vita deve tendere, ed il pittore olandese è convinto ottimisticamente che vi tenderà inevitabilmente, “verso l’equilibrio nella sua dualità”, universale ed individuale, mediante “rapporti equivalenti”: “l’immutabile è al di sopra di ogni miseria, di ogni felicità: è l’equilibrio”.
In questo percorso la fotografia è lo strumento tecnologico contemporaneo che può consentire di compiere un passo avanti nella ricerca e lo studio dell’Equilibrio, perché non lo crea artificialmente come accade in pittura, scultura, architettura, o anche nella musica, nel cinema, nella letteratura; ma lo indentifica nella realtà, nei prodotti dell’uomo e nelle sue relazioni con il circostante.
Il fotografo può individuare l’equilibrio presente nella realtà in continuo mutamento e ‘congelarlo’ in una foto.
Così, nell’epoca contemporanea caratterizzata da sempre più ampi e profondi disequilibri in quasi tutti i generi di rapporti, la fotografia dell’ armonia nascosta si offre per fornire un elemento di memoria nell’animo umano dell’Equilibrio, documentandone e testimoniandone l’indomabile sua esistenza nel vissuto che ci circonda.
1 Peter Murray, L’architettura del Rinascimento italiano
Data di pubblicazione: settembre 2016
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