Splash articolo virtualizzazioneProsegue il viaggio futuribile (ma non troppo) nella virtualizzazione: ovvero, come avere sempre a disposizione con un click del mouse tutti i sistemi operativi che possono servire al nostro lavoro.

Scegliere la VM tra le decine disponibili sul mercato richiede qualche accorgimento. Per prima cosa bisogna accertarsi del tipo di microprocessore installato sul proprio computer: limitandoci alle architetture desktop x86, dalla presenza o meno delle estensioni hardware (Intel IVT “Vanderpool” e AMD AMD-V “Pacifica”) dipenderà infatti una prima selezione tra le Virtual Machine. Nel caso la CPU disponga di queste estensioni occorrerà verificare nei flag di sistema che esse non siano state disattivate a livello di firmware. Alcune VM necessitano infatti di queste estensioni; altre non le richiedono obbligatoriamente pur sfruttandole qualora siano presenti, migliorando le performance complessive. Esistono ovviamente VM anche per altre architetture di CPU (ARM, MIPS, PowerPC, SPARC ecc.) solitamente installate su server o workstation di fascia alta, e come tali esulano dall'ambito di questo articolo.

Tastiera OSLa scelta della Virtual Machine dipende anche da quale sistema operativo è destinato a ricoprire il ruolo di host (sarà l'OS con il quale verrà eseguito il boot del computer), e quali sistemi operativi si desidera invece virtualizzare come guest. Qui l'offerta è veramente ampia, coinvolgendo una moltitudine di OS: Linux, Mac OS X e diverse edizioni di Windows, ma anche BeOS, DOS, FreeBSD, HP-UX, Irix, NetBSD, OS/2, Solaris e altri ancora. In genere le opzioni più numerose riguardano gli OS guest, ma esiste comunque un adeguato assortimento di proposte anche limitandosi alle tre principali famiglie di sistemi operativi desktop.

Alcuni produttori suddividono ulteriormente l'offerta di VM con versioni gratuite e versioni commerciali. Come logico, le prime possono prevedere alcune limitazioni in termini di funzionalità: numero di guest supportati, gestione di talune interfacce hardware, riconoscimento di guest installati in apposite partizioni dell'hard disk anziché come file (hard disk virtuali) del sistema operativo host, presenza della funzione snapshot, possibilità di copiare direttamente file da una VM all'altra e così via. In genere le versioni gratuite consentono comunque una buona valutazione del prodotto, e dedicando un po' di tempo alla sperimentazione di più VM ci si potrà fare un'idea più precisa della rispondenza dei vari prodotti alle proprie esigenze prima di decidere per l'acquisto di un pacchetto commerciale.

E sempre in tema di software commerciale, occorre ricordare come l'utilizzo di un sistema operativo commerciale sotto forma di guest virtualizzato sia regolato dalla licenza concessa dal relativo produttore: prima di virtualizzare sistemi come Mac OS X o Windows è dunque bene controllare i termini della licenza posseduta. Particolare attenzione va prestata alle licenze OEM, ovvero quelle che disciplinano le copie dei sistemi operativi preinstallati sui PC commerciali, famigerate per le loro condizioni decisamente restrittive.

Esempio ParallelsFortunatamente per gli utenti, l'attuale diffusione della virtualizzazione sul mercato desktop sta portando le software house a riconsiderare le proprie politiche commerciali esattamente come accaduto con la revisione attuata in concomitanza col diffondersi dei processori multicore, quando la lettera delle tradizionali licenze “per-processor” avrebbe imposto l'acquisto di una copia del software per ogni core della CPU. Prova di tale tendenza è la recentissima notizia secondo la quale Microsoft sarebbe intenzionata a rimuovere gli ostacoli di licenza che hanno impedito sinora l'impiego della virtualizzazione sulle due versioni consumer di Windows Vista, la Home Basic e la Home Premium.

Più liberi, ovviamente, i sistemi operativi open source: e in effetti la loro maggior flessibilità anche in termini di licenza ne sta favorendo la diffusione tra gli utilizzatori di VM che possono sentirsi liberi di sperimentare come meglio credono senza incorrere in ulteriori costi, procedure di attivazione ecc.

Verificati hardware e licenze si può procedere con le prime prove di virtualizzazione prediligendo gli hypervisor pensati per l'utenza desktop e per i quali sia facilmente disponibile documentazione e supporto in rete. Ecco alcuni “indirizzi utili” ai quali rivolgersi:

Logo ParallelsParallels Inc. propone attualmente Parallels Desktop 3.0 for Mac e Parallels Workstation 2.2 per Linux e Windows (guest: Windows da 3.1 a Vista, MS-DOS, varie distribuzioni Linux, FreeBSD, OS/2 Warp, eComStation, Sun Solaris); si tratta di prodotti commerciali che possono essere valutati gratuitamente per un periodo di 15 giorni.

Logo InnotekInnotek è la società che produce VirtualBox, VM per host Linux, Mac OS X, Windows e, da pochissimo, anche OpenSolaris (non a caso il 12 febbraio 2008 ne è stata annunciata l'acquisizione da parte di Sun Microsystems, azienda che già produce le tecnologie Sun xVM per la virtualizzazione desktop e server e l'automazione di data center). Questo hypervisor supporta come guest le più recenti edizioni di Windows (e con qualche limitazione anche quelle uscite negli anni Novanta, più MS-DOS), varie distribuzioni di Linux, FreeBSD, OpenBSD e OS/2 Warp. VirtualBox è disponibile sia in versione commerciale che in versione gratuita - con alcune limitazioni in termini di funzionalità - a scopo di valutazione e per uso personale. I più avventurosi possono optare per la versione open source, VirtualBox OSE, che corrisponde all'edizione commerciale completa fatte salve alcune caratteristiche destinate però a utilizzi in ambito aziendale.

Logo VMwareAzienda rivolta principalmente al mercato dei server e dei centri di calcolo aziendali, VMware Inc. dispone comunque di soluzioni per desktop come VMware Fusion 1 per Mac (guest: Windows da 95 in poi, varie distribuzioni Linux, Solaris, NetWare, FreeBSD e Novell Open Enterprise Server) e VMware Workstation 6.0 per Windows e Linux (con gli stessi guest di Fusion più MS-DOS). Anche in questo caso è possibile valutare gratuitamente i prodotti per un periodo di 30 giorni.

Esistono poi numerosi hypervisor dedicati a uno specifico sistema operativo host, altri che privilegiano le prestazioni a scapito della facilità d'uso (per quanto i prodotti migliori non introducano particolari penalizzazioni in termini di performance delle VM, specie in presenza di processori Vanderpool o Pacifica), altri ancora realizzati all'insegna della portabilità e come tali non vincolati a un host particolare. In generale è bene ricordare che la tecnologia degli hypervisor è ancora impegnata a compiere il “salto culturale” dal suo tradizionale ambiente di applicazione, quello dei server e delle grandi aziende, al nuovo mercato dei desktop e dell'utenza non tecnica. Ma si tratta indubbiamente di una tecnologia che risolve necessità reali e che può trasformare radicalmente il settore del personal computing nell'arco del prossimo quinquennio: sarà soprattutto il marketing a decidere se il PC del futuro continuerà ad essere così vincolato al sistema operativo o potrà divenire piuttosto una piattaforma neutrale sulla quale gli OS potranno essere usati con la stessa flessibilità che oggi siamo abituati a ottenere dalle applicazioni. Comunque sia, è una tecnologia che merita di essere provata e che, già allo stato attuale, può dare molte soddisfazioni all'utenza desktop.

AMD: www.amd.com
Innotek: www.virtualbox.org
Intel: www.intel.com
Parallels: www.parallels.com
VMware: www.vmware.com