Una guida al Photofestival è quanto vi offriamo qui in anteprima. La manifestazione coinvolge spazi espositivi privati e pubblici di Milano e dell’hinterland dal 21 marzo al 30 aprile (in qualche caso anche oltre questa data) ed è un completamento del Photoshow, che si svolge dal 22 al 25 marzo alla Fiera Milano City. Si può dunque considerare il "braccio coinvolgente della fotografia", l’aspetto culturale, perché la macchina fotografica è fondamentalmente uno strumento per rimanere in contatto con il mondo. Per vivere in prima persona la cultura e di questa c’è sempre bisogno e desiderio. Chi poi pensa – ogni commento appare superfluo – che la cultura non fa mangiare, con il Photofestival ha una ennesima prova di quanto questa affermazione sia lontana dalla realtà: la manifestazione coinvolge tanti fotografi, gallerie, allestitori, produttori di cornici, per non parlare di chi produce, distribuisce, vende gli strumenti per realizzare quelle foto. E, in più, è "nutrimento" per gli osservatori. Per tutti questi lettori offriamo qui una panoramica – inevitabilmente non completa - di quanto compone la nuova edizione  del Photofestival, curato da Riccardo Costantini, Roberto Mutti, Giovanni Pelloso.

La fotografia invaderà la città: è la promessa degli organizzatori del Photofestival, la manifestazione collaterale al Photoshow che coinvolge gallerie e spazi pubblici milanesi. Il programma prevede un centinaio di mostre che consentono a chi ama la fotografia di vedere quanto è possibile realizzare con un obiettivo fotografico, permettono di confrontarsi con autori famosi, riscoprire fotografi del passato o giovani emergenti. Le due manifestazioni, insieme, rappresentano un modo per avere entrambe le visioni sul mondo della fotografia: il mezzo al Photoshow - con fotocamere, obiettivi, accessori, ma anche stampanti e cornici per poter esporre le foto - e il risultato con Photofestival, in grado di coinvolgere chi fotografa per divertimento o per documentare altre passioni, come per far appassionare alla fotografia chi la considera un mezzo espressivo o, addirittura, non ne coglie le infinite possibilità (ma le coglierà).

Il Photofestival permette di conoscere meglio un fotografo come Robert Doisneau, di cui tutti però hanno visto una foto – a volte solo questa – il “Bacio dell’Hotel de Ville” ripresa nel 1950. Con la mostra “Paris en liberté” allo Spazio Oberdan sarà possibile fino al 5 maggio vedere un panorama di 200 foto con le quali il fotografo francese ha colto i parigini in vari angoli della città e in momenti della vita differenti. Una mostra che vuole essere un primo passo alla scoperta della fotografia francese – altre nelle intenzioni dovrebbero seguirne – mentre un parallelo potrebbe essere fatto Oltralpe, facendo conoscere ai francesi la fotografia italiana. Un primo passo è stato compiuto con la mostra dedicata agli Alinari esposta ad Arles e di cui i nostri lettori hanno potuto leggere sul numero di ottobre di osservatorio digitale.

Tymothy H. O.Sullivan , 1871. Courtesy National Archives,  photo no. 106-WA-1451. Da “Wild West”Se quella di Doisneau è la Parigi dei ricordi, che il fotografo ci riporta alla mente, della Birmania non abbiamo ricordi. Né di quella di oggi né di quella della fine ‘800: la possiamo però scoprire attraverso le foto di Felice Beato, esposte al Castello Sforzesco fino al 30 marzo. E ancor di più dell’America di “Wild West” nessuno di noi ha ricordi, se non filtrati dai film western, che, in varie epoche, ne hanno riproposto l’epopea. Esposta fino al 30 marzo alla Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice la mostra ha come sottotitolo “1861-1912: l’America dei pionieri”, che già dice tutto. Si scoprono i volti dei grandi capi pellerossa, degli sceriffi, dei cowboy e dei fuorilegge, si intuisce che cosa ha significato la conquista del West, senza probabilmente rendersi conto di quanto siano cambiate le macchine fotografiche e di quanti problemi, limiti e condizionamenti ponevano le grosse macchine di allora. Ma si può anche apprezzare il lavoro degli archivi, come, in questo caso, gli Usa National Archives. O come, con un balzo avanti nel tempo (ma anche nel tema), l’Archivio Condé Nast. La mostra “Fashion”, di cui i nostri lettori hanno già potuto leggere sul precedente numero di osservatorio digitale, con sottotitolo “Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast”, esposta alla Fondazione Forma permette fino al 7 aprile di fare il punto sulla fotografia di moda. E ancora fashion e nudo prendono vita con le immagini di Alfa Castaldi fino al 31 marzo da Carla Sozzani in corso Como. Artisti e modelle sono i protagonisti di “Fame: Artists and Models”, alla By Gallery di via Garofalo, dove dal 21 marzo al 30 aprile sono esposte le foto di Timothy Greenfield-Sanders.

Cambiamo completamente tema, pur cercando ancora un ponte tra ieri e oggi: così può essere considerata "To Face", esposta alla Triennale fino al 1° aprile. Con questo lavoro Paola De Pietri ha cercato lungo il fronte italo-austriaco della Prima Guerra Mondiale quanto è rimasto degli avvenimenti di allora e come è  mutato il paesaggio di montagna segnato dai bombardamenti, dalle trincee, dai residui della guerra, ma anche come la natura ha, nei decenni, cancellato le tracce.

Ancor più in bilico tra passato e presente siamo con “August Sander e Michael Somoroff. Absence of Subject”. La mostra ha un doppio significato: è la scoperta di un grande fotografo del passato, ma anche delle possibilità offerte dal digitale, come già hanno scoperto i lettori di Fotoguida. Esposta alla Fondazione Stelline fino al 7 aprile contrappone i famosi ritratti di Sander alle immagini realizzate da Somoroff  cancellando dalle prime i personaggi ritratti e lasciando solo il paesaggio o lo sfondo.

Un passato più recente è quello rievocato alla Galleria Monopoli di via Giovanni Ventura: fino al 3 aprile Pio Tarantini con “3/Settanta. Tre reportage degli anni Settanta” ci permette di rivivere i movimenti operai con “Capodanno alla Geloso occupata” (Milano, 1° gennaio 1973), uno dei tre reportage che compongono la mostra.Lo sguardo può essere a breve distanza, ma su aspetti di cui si sta perdendo il ricordo come con “Milano, vecchie osterie” di Virgilio Carnisio, esposta fino al 24 aprile alla Biblioteca Sormani, oppure può spingersi più lontano a osservare da una prospettiva insolita una realtà che invece ci circonda. È quanto succede con la mostra esposta alla Biblioteca Affori Villa Litta, con immagini riprese da un terrazzo milanese puntando l’obiettivo verso l’alto, ma anche il minuscolo o la gente che ci circonda: dal 20 al 27 aprile l’occhio dell’osservatore passerà dalle stelle agli insetti, ai musicisti di strada. E dall’alto o dal basso è vista anche la Milano di Giuseppe Candiani, le cui foto sono esposte dal 23 marzo al 20 aprile in via Fontana da Foto ottica Giovenzana. Oppure, con una operazione di metamorfosi fotografica, Milano si apparenta a New York: “MI vs NY” di Andrea Rovatti è esposta dal 22 marzo al 21 aprile allo Spazio Farini6.

Un viaggio alla scoperta di mondi lontani è un’altra delle possibilità offerte dalle varie mostre che compongono il Photofestival. Si può passare da una tribù semi-nomade del Kenya con “African Heroes. Samburu-Masai” di Matteo Guzzini (Fondazione Mudima, via Tadino, 22 marzo - 21 aprile) alle comunità Xixuan in Amazzonia a La casa delle culture del mondo (via Natta, 5 - 21 aprile). Da un’isola delle Azzorre lontana dagli itinerari turistici classici con “Isola nell’Isola” di Giuseppe De Mattia (fino al 29 marzo alla Nowhere Gallery in via del Caravaggio) si può passare a un’altra città che porta ancora il segno delle ferite del passato: “Sarajevo, memoria e futuro: La Speranza nei Giovani” di Sandro Capatti è esposta dal 5 aprile da Cilab in viale Toscana.

Alfa Castaldi, Firenze 1958Dalla scoperta della fotografia polacca con “Fotodesign polacco - Design degli anni ‘50/’60 nella fotografia d’autore” (Frigoriferi Milanesi, 9 - 15 aprile) si può passare alla scoperta di Praga con “Tremilatrecentosessantacentimetri di vita” di Magdalena Bláhová al Centro della Repubblica Ceca in via Morgagni fino al 30 aprile.
Una visione assolutamente insolita è quella che offre Obiettivo Reporter in via Natale Battaglia dal 20 marzo al 3 aprile: Isidre Garcia Punti ha ripreso Barcellona con una macchina a foro stenopeico.

Molti sono gli aspetti tecnici con cui è possibile confrontarsi. Il bianco sul bianco è sicuramente un tema arduo: lo affronta Francesco Bosso con “White world” fino al 6 aprile al Ristorante Orti di Leonardo in via De Togni. Le foto possono essere elaborate con tulle e passamanerie, come ha fatto Pietro Di Lecce con “Tessiture” (Spazio Orlandi, via Vespri Siciliani fino al 15 aprile) o, all’opposto, si possono realizzare immagini altamente tecnologiche con la realtà aumentata (Lomography Gallery in via Mercato, 18 - 30 aprile). E certo è una tecnica personalissima, in bilico tra l’aspetto futuristico del risultato e il recupero di materiali di un tempo, quella che utilizza Maurizio Galimberti: la sua “Flatiron”, con cui ha immortalato un grattacielo newyorkese, la si può vedere a Gorgonzola, alla Galleria M&D Arte (via Monsignor Cazzaniga, 20 marzo - 30 aprile).

Chi è interessato a fotografare i paesaggi guarderà con attenzione le poetiche atmosfere ricreate da Franco Donaggio con “Silenzi” (Ristorante Orti di Leonardo, 9 aprile - 30 settembre). Chi si misura con lo sport può vedere “Champions” di Stefano Nicolini (Obiettivo Reporter, 10 aprile - 1 maggio). Per chi ama lo spettacolo è “Uno spettacolo di fotografia” con le immagini di giovani fotografi dell’Accademia del Teatro alla Scala esposte al Museo Bagatti Valsecchi (23 aprile - 2 maggio).

Si può invece scoprire la visione fotografica del mondo di “23 maestri della fotografia: dietro l’obiettivo” varcando la soglia di Valeria Bella in via san Damiano fino al 30 aprile. Un altro spazio espositivo, Palazzo Castiglioni sede dell’Unione Commercianti in corso Venezia, offre la possibilità di confrontarsi nelle stesse date (19 marzo - 11 aprile) con tre modi differenti di intendere il mezzo fotografico: sono esposte “Free Style” di Matteo Cazzani, “Cani e Umani” con un parallelo tra i due visto da Davide Mengacci e i “Dettagli” di Marco Carnaroli.

E, ancora, una sede sola per diverse mostre: negli stessi spazi del Photoshow, con ingresso da Porta Teodorico, e negli stessi giorni in fiera, si può vedere la musica di Alessio Pizzicannella con “Just a Shot Away”; si possono vedere le immagini di famosi fotografi, come Giorgio Lotti, Angelo Cozzi, Mario De Biasi, che fanno parte di Mondadori Portfolio, image bank del gruppo Arnoldo Mondadori Editore; e, insieme, si possono guardare le immagini di Francesca Ardito, Milo Montelli, Tommaso Protti, vincitori di “Un anno di Portfolio Italia Fiaf”.

Insomma, anche quest’anno si potrà vivere una primavera all’insegna della fotografia, spaziando per quanto riguarda epoche, temi, autori, luoghi espositivi.